Buongiorno lettori e bentornati sul blog! Ieri vi ho parlato del nuovo romanzo di un'autrice molto famosa, mentre oggi avrò la fortuna di raccontarvi di uno dei migliori romanzi del 2018, Figli di sangue e ossa, portato in Italia dalla CE Rizzoli, che ringrazio infinitamente per questa possibilità.
Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orïsha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, attraverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere.
Figli di sangue e ossa è un romanzo che ha fatto breccia nel cuore di molti lettori per la trama avvincente e originale che ha permesso la sua pubblicazione e traduzione a pochi mesi dalle recensioni entusiaste dei blogger stranieri.
Un'edizione curata, di cui si è preferito mantenere la cover originale, è il biglietto da visita di un romanzo che tiene incollati alle pagine grazie a una storia adrenalinica.
Lo stile dell'autrice è incredibilmente scorrevole al punto che non è stato difficile arrivare alla fine del romanzo, nonostante la mole del libro.
Anche il tipo di narrazione scelta è particolare: si alternano i punti di vista dei tre personaggi principali, Inan, Zelie e Amani, con una costruzione tale da incalzare il lettore assecondando la velocità del susseguirsi degli eventi.
I maji sono il popolo baciato dagli dei, gli uomini a cui è stato concesso il dono della magia.
Ognuno di essi, dopo il compimento del tredicesimo anno d'età, svela un potere speciale: curare gli esseri umani, governare il fuoco o l'acqua, predire il futuro o manipolare la mente.
Ma il Re Saran, dopo aver visto morire sua moglie e il suo primo figlio, decide di uccidere ogni maji esistente, inclusa la madre di Zelie e di lasciare in vita le sole larve, ovvero i bambini senza poteri. Reciso ogni legame con la magia, re Saran inizia il suo governo del terrore.
Zelie, la nostra protagonista, è una maji senza poteri, dal carattere impulsivo e battagliero.
Il suo carattere senza filtri la porterà più di una volta durante la storia a lasciarsi governare dalle emozioni piuttosto che dalla razionalità e dalla logica.
Cosa che farà infuriare e non poco suo fratello Tzain, che considera importante tenere unita la famiglia e non correre rischi dopo la morte della madre.
Insieme partiranno per un'avventura irta di ostacoli e pericoli per riportare la magia nel proprio regno grazie all'aiuto della principessa Amani.
Coraggiosa, forte, altruista, è in assoluto il mio personaggio preferito, bella e fragile come un fiore nel deserto e letale come uno scorpione. Il suo è il percorso di crescita più evidente e determinante all'interno della storia.
Sarà lei infatti ad aprire le porte degli indovini alla magia e alla speranza di ritornare a vivere in una situazione migliore, tradendo la sua stessa famiglia e discendenza.
L'antagonista della storia, in un primo momento, appare Inan, fratello di Amani e cane da combattimento del Re, tuttavia appare chiaro sin dalle prime pagine narrate dal suo PoV che è un personaggio controverso, in cui si contrappongono bene e male come piatti di una stessa bilancia.
Inan ha un segreto che solo Zelie conosce ed è sulla base di questo che si tessono gli equilibri della storia. E' giusto temere la magia o piuttosto bisogna preservarla come un dono?
Al di là dei personaggi e dello stile di scrittura, è il world building ad essere incredibile: tribù con riti antichi, montagne alte e ripide, giungla e ponti sospesi, animali incredibili come le Leonere ricordano l'antica Africa e nel linguaggio antico e tribale riemergono le sensazioni di un continente a volte sottovalutato.
Tutto il romanzo è costruito sull'importanza della diversità come arricchimento sociale, sulla distinzione tra razze come qualcosa da combattere e in un periodo come il nostro, di forte mutamento sociale, è bello che un romanzo per ragazzi si impegni anche in una riflessione corale.
Verdetto: Assuefatto!
Perdonatemi per l'orario, spero che apprezzerete ugualmente l'impegno.
Un bacione, Cris
Ciao, bellissima recensione!
RispondiEliminaOh, questo libro *^*. Se dal punto di vista della trama non è proprio il più originale di sempre a mio parere (ma caspita che protagoniste femminili toste! W-o-W!), veicola un messaggio di uguaglianza, inclusione e positività che mi ha fatto innamorare della serie e dell’autrice (la postfazione sulle discriminazioni contro gli afroamericani è un gioiello). Continuerò a supportarla senza ombra di dubbio ^^!
Trovi la mia recensione qui se hai voglia di dare un’occhiata!
A prestooo,
Rainy