giovedì 31 marzo 2022

Recensione: 'It ends with us. Siamo noi a dire basta' di Colleen Hoover

Buongiorno lettori, finalmente posso raccontarvi la mia esperienza di lettura con il nuovo romanzo di Colleen Hoover, It ends with us. Siamo noi a dire basta. 


È una sera come tante nella città di Boston e su un tetto, dodici piani sopra la strada, Lily Bloom sta fissando il cielo limpido e sconfinato. Per lei quella non è una sera come tante. Poche ore prima, ha partecipato al funerale del padre, un uomo che non ha mai rispettato, che le ha strappato l'infanzia e Atlas, il suo primo amore. Mentre cerca di dimenticare quella giornata tremenda, viene distratta dall'arrivo di Ryle Kincaid, un affascinante neurochirurgo totalmente concentrato sulla carriera e sull'evitare qualunque relazione. Eppure, nei mesi successivi, Ryle sembra non riuscire a stare lontano da Lily e alla fine cede ai sentimenti e all'attrazione che prova per lei. Dopo una vita non sempre facile, la ragazza ha tutto quello che desidera: il negozio di fiori che ha sempre sognato di aprire e un fidanzato che la ama. Tuttavia, qualcosa non torna: Ryle a volte è scostante e inizia a mostrare un lato pericoloso, in particolare quando Lily rincontra per caso Atlas. Pur non sentendosi al sicuro con Ryle, Lily si rende conto in fretta che lasciare chi ci fa del male non è mai semplice. Troverà allora il coraggio di dire basta?

Quanto mi era mancata Colleen Hoover! 
In questi anni in cui l'autrice ha continuato prolificamente a pubblicare, l'editoria italiana sembrava averla dimenticata. 
Alla fine, invece, grazie al film in produzione per Justin Baldoni e alle pressioni dei lettori, la Sperling & Kupfer ci ha regalato una delle sue storie più forti e dolorose. 
Alla base di questa narrazione è necessaria la consapevolezza di un approccio ad argomenti difficili e controversi come la violenza domestica, la dipendenza affettiva e l'autodeterminazione. 

Lily Bloom è una ragazza dolce, vivace e generosa che incontra una sera sul tetto di un palazzo un uomo affascinante, tenebroso e sexy. 
Dopo sei mesi, i due si rincontrano e mentre Lily sembra aver realizzato uno dei suoi sogni, Riley ha messo in discussione i suoi per lei. 
Questa dipendenza, questo amore diventa presto talmente forte da portare i due al matrimonio e alla convivenza. 

La fretta è una cattiva consigliera e la passione pone il carico da novanta. Lily dovrà fare i conti con se stessa, con i traumi del suo passato, con i problemi che credeva lievi, risolvibili e che invece non conoscono fine, se non sarà lei a dire basta. 

Nel legame tra Lily e Riley, compare a sorpresa un pezzo del passato di Lily, Atlas. 
In un viaggio tra passato e presente, l'autrice approfondisce i personaggi, donandogli una buona caratterizzazione. Senza contare che i loro momenti sono stati tra i più belli e dolci del romanzo. 

Lo stile della Hoover è impareggiabile, scrive divinamente, con una leggerezza che ti rende impossibile posare il libro e allo stesso tempo con una profondità che ti impone la riflessione. 
Tuttavia il libro, per quanto intenso, ha un grosso difetto: è frettoloso. 
Sia nella creazione della storia principale che sul finale ho trovato che l'autrice abbia accelerato i tempi, senza dare modo ai lettori di poter effettivamente legare con i personaggi. 
Avrei preferito qualche pagina in più, avrei amato leggere di un finale più pacato, meno rapido. 

La nota dell'autrice è stata estremamente commovente, mi ha toccato le corde del cuore in modo assai personale. 
Mi ha ricordato che spesso non ci rendiamo conto della vita a cui stiamo rinunciando, ma possiamo e dobbiamo amare noi stessi prima di ogni altra cosa. 

                                                     Verdetto: (quasi) Dipendente

E voi? Cosa pensate della Hoover? Avete letto questo romanzo?
Bacini. 
Cris



mercoledì 30 marzo 2022

Review Party: Le ragazze immortali di Kiran Millwood Hargrave

Buongiorno lettori, come state? Settimana scorsa è stata molto impegnativa per me, ma non vedevo l'ora di tornare qui a raccontarvi delle mie ultime letture. Iniziamo questa settimana con una storia davvero avvincente, Le ragazze immortali di Kiran Millwood Hargrave. Un grazie a Nia per aver organizzato l'evento e alla casa editrice per la copia digitale del romanzo. 


Le gemelle Lil e Kizzy stanno per compiere diciassette anni, ed entro poche ore arriverà per loro il giorno della divinazione: l'Anziana Charani svelerà alle ragazze quale destino le aspetta. Ma non faranno in tempo a partecipare alla cerimonia perché il crudele Boier Valcar le fa rapire per farne le sue schiave. Costretta a lavorare nelle cucine del castello, un luogo tutt'altro che accogliente, Lil trova conforto nell'incontro con Mira, una compagna di sventura verso cui si sente attratta in un modo mai provato prima. E lì sente parlare del Drago, che ricorda la terribile figura mitologica di cui raccontano le antiche leggende, un mostro a cui si portano in offerta giovani ragazze... Forse Lil e Kizzy non avranno la loro cerimonia di divinazione, ma le gemelle stanno per scoprire comunque il loro destino...

Questo romanzo è stato per me una scommessa perchè viene presentato come un retelling delle spose di Dracula, ma non amando i vampiri, so poco sia della figura di Dracula che della tradizione dei boier. Tuttavia, nonostante la mia titubanza iniziale, questo libro mi ha intrigato e conquistato sin da subito.

Le protagoniste sono due sorelle gemelle, due nomadi, due Viaggiatrici.
Kisaya, Kizzy, è la bellezza della famiglia: testarda, ribelle, passionale, ha l'animo dell'ursar, una domatrice di orsi, come la madre prima di lei. 
La narratrice, invece, è Lillai, Lil: pacata, riflessiva, dolce, dalla voce suadente e delicata, una lautari. 


I sogni delle due ragazze vengono distrutti quando un'incursione di soldati mette a fuoco e ferro il villaggio e le gemelle, insieme ad altri compagni, vengono catturate e vendute per lavorare al castello del boier locale. 
La loro vita diventa un incubo costellato di fatica, lavoro, punizioni, minacce e devono farsi forza a vicenda per non lasciare che la rabbia e il dolore spazzino via la loro dignità, le loro radici.

Kizzy è una personalità complessa e ambigua, il carattere che dimostra di avere è un'arma a doppio taglio perché da un lato dimostra la sua forza d'animo, dall'altro dimostra una supponenza e un'arroganza che potrebbe infastidire il lettore. 
Lil, invece con la sua generosità e la sua gentilezza, è una protagonista giusta, che ispira affetto e condivisione.

L'ambientazione è esattamente ciò che mi aspettavo di trovare: castelli medioevali dagli stretti passaggi e oscure torrette trasmettono una permeante sensazione di claustrofobia e angoscia e la paura delle gemelle amplifica l'aria cupa e gotica che si respira nel romanzo. 
Una grande rilevanza ha la natura e il rapporto delle giovani con la flora e la fauna. 

L'aspetto più convincente resta comunque lo stile di scrittura, che è allo stesso tempo scorrevole e curato. Ci sono tanti riferimenti alla cultura degli zingari e diversi elementi leggendari a cui si accenna. L'aspetto fantasy compare solo dopo la metà del romanzo e lo rende parzialmente sbilanciato, anche se per me non è stato un grosso problema. 

Piccolo commento anche sulla storia d'amore che l'autrice ha inserito. A mio avviso non era necessaria e le fondamenta non sono solide, ma sono stati momenti carini e teneri da leggere. 

  Verdetto: Dipendente!


Gli abiti del romanzo

All'inizio della storia, Kizzy e Lil indossano i tipici abiti degli zingari. 
Fascia sui capelli, abiti colorati dalle fantasie sgargianti prima di venire condotte nel castello del boier Valcar per lavorare prima in cucina e poi come cameriere. 


Il vestito da cameriera è nero, semplice, abbottonato in vita e chiuso da una fascia rossa. 
Il nero e il rosso sono infatti i colori che ritornano più spesso e che richiamano Dracula e la sete di sangue dei vampiri. 


Gli uomini del boier e i boier stessi indossano pantaloni e camicie di nero e rosso con diversi accessori a specificarne il grado e i più importanti tra loro sono abbigliati con pellicce di animali, probabilmente gli orsi a cui all'inizio del libro danno la caccia.









 



martedì 15 marzo 2022

Review Party: 'Il re delle cicatrici' di Leigh Bardugo


Buongiorno lettori, torno a farvi compagnia raccontandovi del nuovo romanzo della serie Grishaverse in uscita per la Mondadori. Dopo le avventure dei Corvi e di Alina, veniamo trascinati di nuovo nel mondo dei Grisha attraverso al voce di un protagonista particolarmente amato, Nikolai Latsov. 


Affronta i tuoi demoni oppure sfamali Nikolai Lantsov, sovrano di Ravka, corsaro, soldato, secondogenito di un re disonorato, ha sempre avuto un'innata propensione alle situazioni difficili, ma questa volta sembra dover fare i conti con qualcosa di impossibile, qualcosa che nessuno, tra la popolazione di Ravka, potrebbe mai immaginare. Come se non bastasse, per arrestare l'avanzata dei nemici che si assiepano lungo i confini del regno, il giovane re deve trovare un modo per riempire le casse dello Stato, stipulare nuove alleanze e fermare il nuovo pericolo che minaccia quello che un tempo è stato il glorioso esercito Grisha.

Al suo fianco, però, c'è la fedele Zoya Nazyalensky, leggendario generale Grisha, che non si fermerà di fronte a nulla pur di aiutare Nikolai ad affrontare e sconfiggere il potere oscuro che alberga nelle profondità del suo cuore e che, rafforzandosi di giorno in giorno, minaccia di distruggere tutto quello che ha costruito. Zoya sa infatti che, come i Grisha non possono sopravvivere senza Ravka, tantomeno Ravka può sopravvivere a un re tanto indebolito.

Nello stesso momento, nelle terre fredde del Nord, Nina Zenik sta combattendo la sua personale guerra contro coloro che vorrebbero spazzare via per sempre i Grisha. Ma per sconfiggere i pericoli che la attendono, sarà costretta a scendere a patti con il proprio terrificante potere e ad affrontare il dolore profondo e lacerante che porta nel cuore.

Re, generale e spia di Ravka: tutti e tre nel corso del loro viaggio dovranno spingersi oltre i confini tra scienza e superstizione, magia e fede, rischiare il tutto per tutto per salvare una nazione spezzata, e accettare che alcuni segreti non sono fatti per restare sepolti e che certe ferite non sono destinate a guarire.

Che gioia tornare a Ravka, che bello incontrare di nuovo quei protagonisti che nel bene e nel male hanno costruito una storia entrata a far parte del mio cuore. 
Stavolta a raccontarci gli eventi sono tre personaggi di spicco: Nina Zenik, ancora e per sempre la mia preferita, Zoya e il più affascinante dei sovrani, Nikolai. 

Comincio subito col dire che anche se non avevo aspettative su questo libro, sicuramente la narrazione mi ha sorpreso. Pensavo che tutto si sarebbe concentrato sul re visto che è chiamata la dilogia di Nikolai, ma la Bardugo tesse la sua tela e la dipana attraverso le voci di piccoli e grandi personaggi. 

Nikolai è un uomo tormentato dal mostro che cova dentro di sé, una presenza ingombrante, dolorosa e pericolosa per se stesso e per i suoi sudditi. Diventa sempre più forte e difficile da tenere a bada e deve trovare una soluzione per restituire al suo regno ciò di cui necessita.

Anche Nina porta con sè un carico emotivo straziante: il suo amato Matthias è morto e non bastano le missioni di spionaggio e salvataggio nè basta l'essere nella sua terra per andare avanti, per smettere di sentire una voce nella testa che ti ricordi quanto tutto sia ingiusto. 

Zoya è stata la voce che mi ha sorpreso di più perchè non avevo una bella opinione di lei dalla trilogia nè il suo carattere mi aveva particolarmente intrigato, ma leggendo i suoi pensieri, il suo modo di reagire alle sfide e alle difficoltà, devo ammettere di averla rivalutata. 
Ho apprezzato anche l'atteggiamento con cui si relaziona a Nikolai, come lo consiglia, lo protegge, la tutela. 

Se dal punto di vista dei personaggi, la Bardugo dimostra di non sbagliarne una, devo ammettere che dal punto di vista stilistico e narrativo, il romanzo mi ha evocato qualche perplessità. 
Ho trovato il romanzo meno lineare dei precedenti, più complesso e prolisso soprattutto nella prima parte, mentre sotto l'aspetto narrativo sono rimasta sorpresa da alcune scelte. 

E' un libro comunque molto emozionante, a tratti introspettivo, che ha messo in evidenza la fragilità dell'animo umano. 
Mi ha trasmesso delle meravigliose sensazioni, sebbene sottotono rispetto agli altri romanzi del Grishaverse. 
Aspetto con ansia di leggere il seguito!

Verdetto: Dipendente

E voi? Conoscete il mondo dei Grisha? Amate la Bardugo?
Scrivete nei commenti!

 




martedì 8 marzo 2022

Review Party: 'Un voto così intrepido e mortale' di Brigid Kemmerer

Buongiorno lettori! Today is the day...Termina con Un voto così intrepido e mortale la serie Cursebreaker di Brigid Kemmerer, un retelling de La bella e la bestia che mi ha tenuto incollata alle pagine. Un finale prevedibile ma ugualmente apprezzabile, parliamone!


Emberfall è sull'orlo del baratro. Mentre l'ombra della guerra si allunga sul regno, è sempre più aspro lo scontro tra chi considera Rhen il legittimo erede e chi vorrebbe che fosse Grey a salire al trono. Grey ha offerto una tregua di sessanta giorni prima di attaccare, e Rhen, tormentato dai suoi segreti, si sta isolando da tutti, compresa Harper, che è alla disperata ricerca di una soluzione pacifica. Nel frattempo Lia Mara, da poco incoronata regina di Syhl Shallow, fa di tutto per governare con giustizia e non seguire le orme spietate della madre. Ma il suo rapporto con Grey, che i più guardano con paura perché dotato di magia, la rende invisa ai suoi stessi sudditi e fa di lei il bersaglio di fazioni ostili. Man mano che la data dell'ultimatum si avvicina, la giovane sovrana deve scoprire se è davvero di lei che il suo popolo ha bisogno. La sorprendente conclusione della trilogia "Cursebreakers" ci mostra due regni prossimi allo scontro, tra lealtà messe a dura prova e amori in pericolo, mentre un antico nemico in cerca di vendetta ritorna pronto a distruggere tutto e tutti.

Grey e Rhen sono ai capi opposti dello schieramento. 
Emberfall la terra di conquista, la guerra sembra essere l'unica soluzione.
Ciascuno fermo sulla propria posizione e la pace sembra essere sempre più un miraggio. 

Questo libro, scritto a quattro voci, è decisamente migliore del precedente: è il libro del tormento e del perdono, è il libro del rispetto e del sacrificio ed è, prima di ogni cosa, il libro dell'amore. 
Harper e Rhen trovano un nuovo modo di comprendersi, passando prima per litigi e incomprensioni, poi consolandosi nella forza di un abbraccio. 
Grey e Lia Mara sono l'una la forza dell'altro: la giovane regina è insicura, non ha consapevolezza di come gestire i sudditi abituati a offrire lealtà solo in contrapposizione alle minacce e alla crudeltà. 
Grey non è sicuro del suo ruolo, non sa come restare a cavallo tra i due regni senza apparire un usurpatore o un alleato di un nemico che ha distrutto interi villaggi. 



E' un libro che scorre veloce, senza pretese, con tante scene emozionanti, tenere, dolci e romantiche. 
Nonostante Grey e Lia Mara siano una bella coppia, il mio cuore è nelle mani di Rhen e Harper. 
Disposti a tutto, a sacrificarsi l'uno per l'altro. 
Innamorati in maniera profonda, intensa, generosi nei confronti dell'altro. 

Antagonista per eccellenza è l'incantatrice, Lilith. 
Sebbene non sia stata approfondito come personaggio, tutto ritorna costantemente a lei, alla sua vendetta e alla voglia di predominare.
Il finale è piuttosto prevedibile, arrivati a metà romanzo, mi era chiaro dove sarebbe andato a parare, tuttavia è stato un finale abbastanza giusto e lineare. 
Come ho già detto, la forza di questo volume non sta nella trama fantastica ma nei legami tra i protagonisti, tra Grey e Rhen in special modo. 

E' stato un libro emozionante, una chiusura degna di una serie tanto piacevole e ben fatta. 

Verdetto: Dipendente

Fatemi sapere nei commenti se avete letto la serie, se vi è piaciuta e se anche voi stavate aspettando con ansia l'ultimo volume. 
Vi abbraccio, 
Cris