giovedì 29 settembre 2022

Review Party: 'Malice' di Heather Walter


Buon pomeriggio lettori, siamo quasi alla fine della settimana e io ho ancora un libro di cui parlarvi. Oggi ci concentreremo su una nuova uscita fantasy, vi parlerò di  Malice di Heather Walter.


C'era una volta, tanto tempo fa, una strega malvagia che, per vendetta, gettò su una stirpe di principesse una maledizione mortale. Una maledizione che poteva essere infranta solo dal bacio del vero amore. Già sentita, vero? Il principe azzurro, "e vissero per sempre felici e contenti…" Sciocchezze. No, davvero, a nessuno importa cosa succede alle principesse di Briar. Ai suoi abitanti interessano solo i gioielli, le feste e gli elisir magici delle Grazie. Anch'io pensavo che non mi interessasse. Fino a quando non l'ho incontrata. La principessa Aurora, l'ultima erede al trono di Briar. Bellissima. Intelligente. Forte. La regina di cui il regno avrebbe bisogno. A cui non importa che io sia Alyce, la Grazia Oscura, da tutti disprezzata per la magia nera che mi scorre nelle vene, la stessa che ha maledetto la corona. Umiliata e offesa da quegli stessi nobili che pagano care le mie pozioni e poi mi additano come un mostro. Aurora dice che dovrei essere orgogliosa dei miei doni. Dice… che mi vuole bene. Manca meno di un anno perché quella maledizione la uccida, ma se la chiave della salvezza è il bacio dell'ennesimo principe insulso, lei non lo accetterà. E io… voglio aiutarla. Se il mio potere è all'origine della sua maledizione, forse può segnarne anche la fine. Forse insieme possiamo dare vita a un mondo nuovo. Sciocchezze anche queste. Perché sappiamo tutti come finisce la storia, no? Aurora è la bella principessa e io… Io sono la cattiva.

Malice è un retelling de La bella addormentata nel bosco che sin dalle prime pagine dimostra carattere rovesciando la medaglia e presentandoci Alyce, la 'cattiva' della storia.

In realtà, la giovane, chiamata Grazia Oscura, è una delle creature che possiedono la magia. È emarginata ed esclusa perché metà del suo sangue viene dai Vila, creature terribili che sono state distrutte e allontanate grazie all'aiuto dei Fae. 

Alyce possiede poteri terribili, ma li usa solo in quanto Grazia. In realtà, il suo cuore è molto più nobile di altri.

L'unica a riservarle gentilezza è Aurora, la principessa ed erede al trono. La sua vita, come quella di Alyce, non è stata una favola e l'attrazione e il sentimento tra le due nasce in modo gentile, casuale. 

L'aspetto che mi è piaciuto di più è proprio la caratterizzazione e la profondità dei personaggi. L'autrice, pur se al suo esordio, ha saputo disegnare con capacità i caratteri, il background e la personalità delle due ragazze, senza renderle melense o piegarle sulla coppia.

Mi è piaciuto anche il sistema magico, l'inizio è sicuramente lento perchè Alyce, da voce narrante, ci spiega e inserisce nel regno di Briar e del suo sistema magico.
Uomini e donne farebbero carte false per gli elisir delle Grazie, donate come merci di scambio dai Fae.
È stato bello e interessante calarsi nei panni di chi ha tanto potere ma allo stesso tempo è sottomesso a leggi regole e severe.

Il libro segue la favola, quindi i colpi di scena sono pochi, ma poichè non mancano tocchi di originalità, il romanzo si è dimostrato una godibile lettura e un ottimo retelling della favola.

Il finale mi ha incuriosito moltissimo e non vedo l'ora di sapere cosa succederà nel secondo e ultimo volume della dilogia.

                   Verdetto: Dipendente 
                              (4 cuoricini)

A voi incuriosisce questo libro? Lo leggerete?

mercoledì 28 settembre 2022

Review Party: 'Demone nel bosco' di Leigh Bardugo e Dani Pendergast

Ben trovati lettori! Nuova uscita, nuova recensione! Ritorna in libreria la Bardugo con Demone nel bosco, una graphic novel illustrata da Dani Pendergast che racconta un aneddoto di vita dell'Oscuro prima che diventasse tale. 




Eryk e sua madre, Lena, hanno trascorso la loro esistenza fuggendo incessantemente da un luogo all'altro, con la convinzione che, forse, per loro non esista proprio un porto sicuro. Perché entrambi non solo sono Grisha, ma sono i più potenti e letali tra loro. Temuti da chi vorrebbe ucciderli e braccati da chi vorrebbe sfruttarne i doni, devono cercare di tenere nascoste le loro capacità ovunque vadano. Ma talvolta i segreti più pericolosi trovano comunque il modo di venire a galla... Questo graphic novel, scritto da Leigh Bardugo e illustrato da Dani Pendergast, è il prequel di "Tenebre e Ossa", tassello indispensabile del GrishaVerse che permette di gettare un po' di luce sulle origini di un destino tanto grandioso quanto sinistro, quello del temuto e potentissimo Oscuro.

La Bardugo non lascia andare il Grishaverse e da fan non posso che esserne contenta. 
Mi piace molto poter ritornare nel mondo di Alina e Nina e poter scoprire nuovi e interessanti aspetti di questi romanzi. 
Stavolta il protagonista è Alexander, l'Oscuro. Attraverso questa graphic novel, l'autrice ci lascia entrare nella vita del giovane che, costretto a spostarsi di villaggio in villaggio e cambiare la sua identità, cresce isolato e senza amici. 
Quando arrivano al confine con Fjerda con un nuovo nome e una storia diversa, Eryk e sua madre si stabiliscono nell'accampamento nascosto di alcuni Grisha. 
Eryk fa amicizia con Annika e la sua sorellina. 
Le due sono spesso preda di angherie da parte degli altri perchè il loro potere è molto debole, ma si dimostrano per la prima volte gentili e disponibili con il giovane. 
Peccato che a volte la disperazione faccia prendere le peggiori scelte possibili. 

Questa graphic novel mi ha conquistato per diversi motivi. 
Il primo è da imputare sicuramente alle tavole: i disegni sono puliti, precisi, ma anche evocativi e ho amato la scelta dei colori, rispettosa dei personaggi e delle loro personalità. 
Il secondo motivo è il messaggio che mi ha trasmesso. Nessuno nasce cattivo, tutti sono mossi anche quando agiscono nel peggiore dei modi da intenzioni che paiono buone. 
Alexander è cresciuto solo perchè quelli come lui erano perseguitati e uccisi come streghe. 
In questo racconto, però, vive anche l'altro lato della medaglia. I Grisha non sono al sicuro, nemmeno tra loro perchè non hanno una casa. 

E' questo il punto di rottura che lo ha condotto a creare il piccolo Palazzo, a creare l'esercito dei Grisha. 
E' impossibile pensare che il sacrificio di Assedio e Tempesta non gli sia costato una parte del suo cuore e questo allarga l'orizzonte sull'Oscuro e ci permette di vedere un lato di lui più profondo e umano. 
Credo che chiunque abbia letto la serie principale non può fare a meno di questa piccola perla perchè, pur essendo breve, delinea le migliori caratteristiche di un capo carismatico e potente, seppur crudele. 

Verdetto: Assuefatto
(5 cuoricini)


Lo leggerete? Vi piace la Bardugo? 
Fatemelo sapere nei commenti e non dimenticate di passare anche dalle altre blogger!
Un grazie sentito ad Amarilli per aver organizzato e alla CE per la copia in anteprima. 
Un abbraccio, 
Cris






martedì 27 settembre 2022

Review Party: 'Chi ha ucciso Mr. Wickham?' di Claudia Gray

Buongiorno lettori, come state? Oggi torno sul blog per parlarvi di un giallo a sfondo storico che ha per protagonisti i personaggi dei romanzi di Jane Austen. La vittima? L'odioso mr. Wickham, ma chi sarà stato a infliggergli il colpo fatale?


Il mondo regency si tinge di giallo. Il romanzo che sarebbe stato scritto se Jane Austen e Agatha Christie avessero preso un tè insieme. E se i più famosi e amati personaggi di Jane Austen si scoprissero detective... o magari assassini? È un'estate molto calda a Donwell Abbey, residenza di Emma Knightley e marito, che, ormai sposati da sedici anni, si godono la meritata felicità, su cui nessuno avrebbe scommesso. Nonostante il caldo, però, i doveri della vita sociale non si fermano: Mrs e Mr Knightley stanno organizzando un summer party, i cui invitati, ivi compresi Elizabeth Bennet e il marito, Mr Darcy, sono pronti a godersi chiacchiere e socialità, conditi naturalmente di tè e buone maniere. Ma c'è qualcuno che non è affatto bene accetto: Mr Wickham, il personaggio più cattivo di Orgoglio e pregiudizio, l'odioso amico di Darcy, che gli altri ospiti, in barba al bon ton, sarebbero ben felici di vedere morto. Eppure restano tutti a bocca aperta quando si ritrovano davanti nientedimeno che il suo cadavere. Adesso che ci è scappato il morto, gli invitati sono tutti nella lista dei sospettati, e tutti sono ugualmente prigionieri della splendida casa di campagna dei signori Knightley, consapevoli che tra loro c'è un assassino. Tra Emma, L'abbazia di Northanger, Ragione e sentimento e naturalmente l'intramontabile Orgoglio e pregiudizio, un irresistibile giallo regency che è anche un gioco letterario in cui figurano tutti, ma proprio tutti, i personaggi più amati di Jane Austen.

Mr. Wickham è l'antagonista più celebre di Jane Austen perchè è colui che ha insidiato con le sue bugie prima Elizabeth Bennet, poi sua sorella Lidia.
Uomo avido ma affascinante, dall'aspetto piacente e dai modi cortesi e raffinati, è riuscito nel tempo a ingannare molte persone, rendendosi a loro inviso.
In particolare, l'uomo ha sottratto al capitano Wentworth tutte le sue sostanze e promette di fare lo stesso a mr. Knightely e a sua moglie Emma.
Motivo per cui la sua morte non è motivo di sorpresa se non fosse che avviene a Donwell Abbey, la dimora dei Knightely che hanno organizzato un ritrovo estivo a cui partecipano anche i signori Darcy, involontariamente legati alla sua figura.
Tutti sono a conoscenza delle malefatte di Wickham e quasi tutti coloro che si ritrovano a Donwell hanno motivo per volerlo morto, eccetto due giovani menti.
Jonathan Darcy, primogenito della coppia, ha un carattere schivo, impacciato, ma una mente lesta e uno spiccato senso dell'onore.
Juliet Tilney è la figlia di Catherin e Edmund Tilney, protagonisti di Northanger Abbey. La fervida fantasia della madre che l'ha resa una nota scrittrice di successo ha forgiato parzialmente il carattere della ragazza che è determinata, coraggiosa e anticonvenzionale. 
I due, seppur la conoscenza non cominci nel migliore dei modi, diventano alleati in un'indagine interna, fatta di indizi sottili e conversazioni interessanti in luoghi sconvenienti, al fine di trovare l'assassino.
Il mistero, né sorprendente nè banale, non è l'oggettivo centro della trama che invece si sposta con sagacia sui personaggi.
Presi in prestito dalla sempreverde Jane Austen, i protagonisti delle sei opere prime dell'autrice sono descritti con cura e dovizia di particolari, dimostrando che l'autrice è realmente affezionata alle sue storie.
Le convenzioni, gli usi, i costumi, lo spirito dei personaggi è in gran parte rispettato, con mio enorme sollievo.
A mio avviso, solo il capitano Wentworth è da considerarsi un po' troppo caricato rispetto alla figura originale ma le intenzioni dell'autrice erano giuste, volendo ristabilire il contatto con Persuasione e con il punto di svolta dello stesso.
Questo pregio del romanzo è anche a tutti gli effetti il suo maggior difetto: la Gray utilizza il punto di vista di tutti i suoi personaggi e talvolta il cambiamento repentino di registro finisce per rallentare il ritmo della narrazione.
Il romanzo, infatti, seppur scritto con grazia e correttezza, può diventare per chi si aspetta un giallo 'solido', noioso a tratti.
Un vero peccato perchè alla fine l'autrice ha inserito anche quel tocco di romance che non guasta e che lascia ai lettori un sorriso allo sfogliare l'ultima pagina.

Verdetto: Dipendente
 (4 cuoricini)


A voi piace Jane Austen? Siete curiosi di leggere questo romanzo? Fatemi sapere scrivendo nei commenti e non dimenticate di leggere anche le recensioni delle mie amiche!
Un grazie alla Piemme editore per la copia cartacea, ad Ambra per le grafiche e a Franci per aver organizzato un evento così bello.
Non mancate su instagram, toccherà anche a voi rispondere alla domanda: Chi ha ucciso mr. Wickham?

Baci,
Cris
 



mercoledì 21 settembre 2022

Review Party: 'Annabella Abbondante. L'essenziale è invisibile agli occhi' di Babrbara Perna

Buongiorno lettori, come state? E' arrivata anche da voi questa fresca aria autunnale? Allora è il momento giusto per leggere un buon giallo con una tazza di thè caldo tra le mani. Grazie alla Giunti ho potuto infatti leggere Annabella Abbondante. L'essenziale è invisibile agli occhi, secondo libro della serie dedicata alla giudice sorrentina.


Sono giorni che Annabella Abbondante ignora le mail della Scuola Superiore della Magistratura, ma non può sfuggire a lungo al suo destino… Uno dei tutor ha dato forfait all’ultimo secondo e dovrà sostituirlo al corso di formazione per nuovi magistrati che si tiene ogni anno nella splendida cornice di Villa Castelpulci, in provincia di Firenze. Una bella grana, perché le lezioni, tre settimane spalmate su due mesi, si vanno a sommare alla sua già gravosa attività giudiziaria e alla sua fin troppo vivace vita sociale. Ma quando nel giardino della Scuola viene trovata una donna morta, il suo soggiorno fiorentino prenderà una piega del tutto inaspettata. Annabella conosceva la vittima e pur di scoprire la verità sulla sua morte farà ogni cosa in suo potere, anche collaborare con Ferruccio Landi, il PM incaricato delle indagini, conosciuto in circostanze imbarazzanti ma sorprendentemente affascinante e molto, molto disponibile. Tra un’udienza e un caffè al bar, gli amici alle prese con problemi di cuore e sua sorella che ne reclama a gran voce l’attenzione, per Annabella e il suo fidato cancelliere Dolly non c’è mai stato così tanto da fare. Nel secondo capitolo delle avventure della giudice più simpatica e travolgente del giallo italiano nuovi indimenticabili personaggi, una trama gialla a prova di bomba e un’Annabella alle prese con emozionanti vicende sentimentali.

Non potevo dire di no a questo romanzo perché da aspirante magistrato, la figura di Annabella mi incuriosiva ed affascinava. Parto subito col dire che non conoscevo la protagonista né il primo racconto a lei dedicato e credo sia fondamentale seguire l'ordine per poter affrontare la lettura con un maggior trasporto verso la protagonista. 

Difatti, nonostante Annabella possieda innumerevoli qualità, gran parte delle indagini e del 'giallo' si intrecciano con la sua vita personale e lavorativa. Normalmente non mi sarebbe dispiaciuto se non fosse che il libro è inopportunamente lungo, a causa di scene piuttosto ripetitive o di intermezzi eccessivamente caricati al fine di far ridere chi legge.

Il giallo vero e proprio parte oltre le cento pagine e su un libro di circa trecento, a mio avviso è una mancanza perché si va avanti per inerzia cercando di capire cosa succederà. Tuttavia, una volta introdotto, le indagini e le supposizioni si fanno appassionanti e il libro scorre molto più velocemente. 

Devo ammettere che mi aspettavo un maggior coinvolgimento di Annabella, soprattutto perché è una donna intelligente, di buon cuore e perspicace, ma spesso le sue ipotesi erano convalidate dal lavoro di altri, come dei suoi amici poliziotti o del suo cancelliere Dolly. 

Ciononostante devo dire che Annabella è stata veramente una bella protagonista: irriverente, autoironica, buffa, a tratti goffa, divertente e leale. E' il punto di forza del romanzo e anche il centro focale, diviso tra carriera e vita sentimentale. 

Ho apprezzato molto come è stato mostrata la vita del magistrato. Spesso le persone pensano erroneamente che chi fa un lavoro come quello di Annabella, lo faccia in barba alle persone. Invece è il contrario. Tutto ciò che è il processo riguarda la vita delle persone, indifferentemente se si tratti di vittime o carnefici. 

E' stata un'avventura lunga, a volte tediosa, altre invece ironica e divertente, ma se volete provare un giallo made in Italy, potrebbe fare al caso vostro. 

                                                         Verdetto: Stuzzicante


Vi invito a fare un salto alle recensione delle mie colleghe blogger, sono sicura che sapranno convincervi a leggere questo romanzo. 

Baci, 

Cris






martedì 20 settembre 2022

Recensione: 'Nella mente di Sherlock Holmes' di Cyril Lieron e Benoit Dahan

Buongiorno lettori, buon martedì! Ho letto la settimana scorsa per la Mondadori uno delle più belle graphic novel degli ultimi mesi. 
Nella mente di Sherlock Holmes è un lavoro di rara bellezza. 


Una semplice diagnosi medica pronunciata dal dottor Watson rivela risvolti inaspettati. E il ritrovamento di una polvere misteriosa sugli abiti del paziente insieme al biglietto per uno spettacolo molto particolare spingono Sherlock Holmes a far luce su un complotto molto più grande che vede coinvolto un perfido mago dai poteri in apparenza inspiegabili…

Nei romanzi di Conan Doyle, Watson poteva osservare solo il volto di Sherlock Holmes. Ma in questa indagine senza precedenti siamo trascinati letteralmente nella mente del geniale detective, seguiamo il filo dei suoi ragionamenti e attraversiamo l’architettura del suo mondo segreto.

Questa graphic novel è stata una vera sorpresa. 
Amo molto i gialli, sia quelli scritti dalla celebre Agatha Christie che quelli di sir Arthur Conan Doyle. 
Sicuramente entrambi hanno dato il via a personggi iconici, che hanno arricchito la nostra vita culturale. Spesso, però, nel raffronto tra i due, molti hanno lamentato l'incapacità del più famoso tra i detective di scandagliare gli indizi e i fatti insieme al lettore, raggiungendo la soluzione con brevi riflessioni esposte con superbia alla fine del caso. 
Nella mente di Shelrock Holmes sembra colmare questa lacuna, consentendo al lettore di entrare per la prima volta nella testa di Sherlock e comprendere come funziona, come si legano indizi, fatti e assunzioni per risolvere un caso. 

E' un aspetto originale e interessante, reso ancora più vivido dai disegni di Dahan che sapientemente utilizza i colori, le linee, la stessa carta come uno strumento per indagare. 
Passando alla trama, è importante partire dall'inizio. 
Sherlock ci viene presentato in uno dei suoi momenti peggiori, quando la noia ha preso il sopravvento e l'unico modo per reagire agli stimoli sembra essere la cocaina. 
Watson, fedele amico, per distrarlo gli legge le notizie più interessanti del giornale, ma sarà un paziente particolare nonchè collega del dottore a instillare nel detective la scintilla della curiosità. 
La vittima, dopo aver partecipato a uno spettacolo di illusionismo orientale, è stata trovata a vagare per le vie di Londra scalzo e in dishabilliè, con la spalla lussata. Troppi aspetti non contano ed è così che parte l'indagine di una storia ben più ampia, fatta di soprusi, ingiustizie e colonialismo. 

Ho trovato questo apocrifo scritto benissimo, non solo perchè i personaggi sono rimasti piuttosto fedeli a se stessi - sebbene con qualche gentile concessione alle trasposizioni cinemantografiche - ma soprattutto per lo sforzo narrativo di creare una storia fedele eppure moderna. 
Credo che la coppia abbia lavorato egregiamente portando sulla pagina un'indagine intelligente, con un'attenzione meticolosa al detective. 
La mente è rappresentata come un insieme di cassetti da cui attingere a seconda di ciò che serve al momento per la deduzione. E' stata un'esperienza bellissima e geniale. 

Due parole anche sul finale: l'ultima pagina mi ha devastato, spezzandomi il cuore. 
Essere dei geni può sembrare facile, miracoloso, può portare alla fama, alla gloria, al potere ma anche e soprattutto alla solitudine. 
Un sentimento che nessuno che non sia Sherlock può comprendere fino in fondo. 

Davvero un romanzo grafico sublime. 

Verdetto: Assuefatto











venerdì 16 settembre 2022

Recensione: 'La sirena di Bellaere' di Maria Diletta Veluti

Buongiorno lettori, oggi faremo due chiacchiere sul romanzo di un'autrice esordiente, Maria Diletta Veluti. Se vi incuriosiscono le sirene e il realismo magico, leggete la mia recensione per farvi un'idea.


Nelle pagine ingiallite delle cronache del villaggio di Bellaere é stato riportato l’attacco subito nel 1568 per mano dei corsari barbareschi. Fra quelle righe, però, non c'è traccia di una certa Sirena.

Eppure una giovane donna dalla chioma corvina e dagli occhi cerulei venne rinvenuta sulla spiaggia e condotta a bordo della Gift, la nave del famoso quanto temuto Capitano della Marina Reale John Ward.

Chi è questa donna misteriosa?

E da dove viene?

L’incontro tra Sirena e il capitano Ward pare essere dettato dal destino, malgrado rabbia e diffidenza animino i loro continui scontri.

Tuttavia, ci sono emozioni capaci di andare oltre le apparenze, i conflitti e forse... persino oltre l'inspiegabile.

PAGINE: 196

DATA DI USCITA: 16 SETTEMBRE 2022

GENERE: REALISMO MAGICO

AUTOCONCLUSIVO

Prezzo cartaceo: € 12,90

Prezzo ebook: € 2,99

Gratis con Kindle Unlimited

Sito web dell'autrice: https://mariadilettaveluti.it

Faccio una premessa doverosa prima di scrivere le mie impressioni su questo romanzo. Diletta è una persona che conosco da anni, siamo diventate amiche prima come blogger, poi come bookstagrammer. per molti aspetti ci somigliamo, quindi, quando ha affrontato il cambiamento, passando da lettrice ad autrice, ho vissuto il suo percorso senza perdermene una tappa.

Amo scrivere e uno dei miei sogni nel cassetto è riuscire a realizzare qualcosa di mio. Il fatto che Diletta sai riuscita a farcela me la rende particolarmente cara perché è un'iniezione di carica, di forza e di speranza. Sono molto fiera di lei e dell'amore che ha messo in questo romanzo, per questo sono infinitamente grata che mi abbia inserito tra le blogger a cui affidare la sua creatura di carta.

La protagonista di questa storia è una giovane ragazza dai riccioli neri e il viso perfetto che viene salvata dal mare da una ciurma di corsari. Non ricorda nulla, nemmeno il suo nome. John Ward, il capitano che l'ha salvata, la chiama Sirena perché è uscita dalla spuma del mare. Siamo proiettati in un mondo di corsari, vascelli, con la salsedine che ci sfiora il viso ad ogni pagina. Eppure il vuoto della protagonista ritorna ciclicamente fino al punto di rottura tra fantasia e realtà, fino a quando la protagonista, Silvia, non scopre la verità. 

Il punto focale della narrazione è il realismo magico, motivo per cui scrivere troppo della trama o del suo svolgimento, sarebbe deleterio per chiunque voglia approcciarsi alla lettura. In effetti, lo snodo è il salto da un'ambientazione storica e magica a una contemporanea e fin troppo cruda. Diletta dimostra al suo esordio di saper maneggiare con cura e attenzione al dettaglio entrambe le scene, merito di descrizioni mai noiose né banali.

Ho trovato la sua scrittura piacevole e molto scorrevole, sebbene l'abbia sentita più a suo agio e piacevole nella prima dimensione, quella storica. La successiva mi ha lasciato alcune perplessità non solo nella struttura della trama, a mio avviso troppo repentina, ma anche sulla gestione dei personaggi. Tenere la coerenza del personaggio nei due aspetti simbolici della narrazione non è semplice, l'autrice c'è riuscita ma non posso negare che alcune scelte di Silvia non mi hanno convinto. Le ho trovate poco realistiche, o comunque avventate. 

Silvia vive un dolore enorme e forse, questo avrebbe richiesto una graduale assimilazione della vicenda. La chimica tra i personaggi c'è sin da subito ed è piuttosto interessante, mi sono piaciuti e anche il finale è stato all'altezza. Diletta ha dato alla sua protagonista una chiusura matura, intelligente, verosimile. 

Nonostante qualche piccolo difetto, La sirena di Bellaere è un buon romanzo d'esordio e se amate il realismo magico, dovete darle assolutamente una possibilità. 

                                                       Verdetto: Stuzzicante!

Vi invito di cuore tutti a leggere il romanzo di Diletta, spero davvero che vi piaccia e se lo leggerete, scrivetemi nei commenti la vostra opinione. 

Un bacio, 

Cris





giovedì 15 settembre 2022

Recensione: 'The Love Hypothesis. Il teorema dell'amore' di Ali Hazelwood

Buon giovedì lettori! Ho finito martedì uno dei fenomeni del Booktok e ho pensato di parlarvene subito per rispondere alla domanda più gettonata quando si tratta del web. L'hype per il romanzo è meritato? 


Dottoranda in Biologia, Olive Smith crede nella scienza, non nell’amore. Non le è mai importato granché di avere una relazione e di sicuro non le importa di Jeremy, un ragazzo con cui è uscita un paio di volte in tutto. Si dà il caso, però, che lui piaccia da morire alla sua amica Anh, ed è proprio per convincere quest’ultima che Jeremy appartiene al passato che Olive una sera bacia il primo ragazzo incontrato in laboratorio, fingendo che sia il suo fidanzato. Costui, però, si rivela essere Adam Carlsen, giovanissimo professore sexy, noto per comportarsi sempre da tiranno con tutti. Per questo Olive rimane a bocca aperta quando lui accetta di reggerle il gioco con l’amica, rivelandosi una persona affascinante e gentile. All’improvviso, un appuntamento finto dopo l’altro, il mondo di Olive viene stravolto, tanto che è costretta a mettere il suo cuore sotto un microscopio e ad analizzare i suoi sentimenti per Adam. Riuscirà a comprendere che il teorema dell’amore non segue alcuna dimostrazione?

La risposta alla domanda è sì. The Love Hypothesis si è dimostrato un romanzo all'altezza delle aspettative e mi ha trascinato in una storia dolce, semplice, romantica e piacevole. 

Olive è una dottoranda in gamba, ha voglia di fare, si impegna al massimo perchè la scienza è stata la sua ancora di salvezza in un momento in cui non le era rimasto più nulla. La motivazione è ciò che la rende incredibilmente dedita alla sua ricerca sul cancro al pancreas. 

Oltre al dottorato a Stanford, la gioia di Olive sono i suoi migliori amici Malcom e Ahn. Proprio per rendere felice la sua amica e convincerla che non è interessata a Jeremy, una sua ex frequentazione, Olive una sera bacia il professor Adam Carlsen. Conosciuto da tutti come uno degli insegnanti più crudeli e rudi dell'università, Olive si trova invece a conoscere e scoprire una persona completamente diversa. 

Adam non spicca per le sue capacità nelle relazioni sociali, ma è gentile, buono, leale fino a prova contraria, tenero e molto dolce. Accetta di fingere di essere il suo ragazzo per tenere buona Ahn, ma come nelle migliori commedie romantiche il sentimento che nasce tra loro è reale e puro. Partendo da semplici caffè, Adam e Olive cominciano a condividere pezzi di sè e a diventare intimi, fino al desiderare nella quotidianità l'uno la presenza dell'altro. 

La bellezza di questo romanzo non sta tanto nella trama, che può sembrare vista e rivista, ma nel modo delicato con cui viene portata avanti. L'amore non è un calcolo matematico e puoi trovarlo dove meno te lo aspetti. Adam è per Olive una presenza rassicurante, un compagno stimolante, un uomo rispettoso e sincero. Olive è il sole, è goffa e imbranata, ma anche intelligente e attenta ai sentimenti altrui. La sua vita non è stata semplice e il fatto che vengano fuori le sue insicurezze, rende il tutto assai verosimile. 

Uno degli aspetti più interessanti del romanzo riguarda l'ambiente accademico e il mondo STEM in cui è ambientata la storia d'amore di Olive e Adam. E' molto bello che se ne parli, che si rifletta su come per molto tempo l'ambito scientifico sia stato precluso alle donne e come ancora oggi siano sessualizzate, anche da docenti e colleghi. Vedere Olive e Ahn lottare affinchè le donne, ancor di più quelle di colore, possano affermarsi nel mondo della ricerca scientifica, è stato gratificante. Tuttavia, il fatto che le donne debbano fare molto di più degli uomini per dimostrare il loro valore è una ferita aperta.

Altro punto a favore è la delicatezza con cui l'autrice ha parlato dell'asessualità di Olive. Il sesso per lei è un momento intimo, da condividere con qualcuno di cui ha piena fiducia. Il momento in cui si palesa l'attrazione tra i due è trattato con rispetto, con gentilezza e con adeguatezza. Sono pochi i romanzi che raccontano dell'asessualità o della demisessualità, quindi credo sia un modo importante per avvicinare il pubblico, specie quello giovane, alla comunità LGBTQ+. 

Un romanzo classico, senza particolari scossoni, ma delicato, dolce, romantico, proprio come piace a me.

                                                         Verdetto: Assuefatto


E voi cosa ne pensate? Lo avete letto? Vi è piaciuto?
Fatemi sapere!






mercoledì 14 settembre 2022

Recensione: 'L'ultimo dei Moriarty' di Brittany Cavallaro

Buongiorno lettori, il 9 settembre è uscito per la Feltrinelli un nuovo episodio delle avventure di Charlotte Holmes e Jamie Watson, i discendenti della più celebre coppia di detective. 
Ho avuto la fortuna di poter leggere il romanzo in anteprima e mi è piaciuto molto, seppur con qualche riserva. 


Dopo un semestre di studio in America, durante il quale sono stati accusati di essere degli assassini e hanno rischiato la vita, Jamie Watson e Charlotte Holmes decidono di passare le vacanze invernali nella casa di famiglia di lei nel Sussex. Nell'antica e maestosa dimora, però, Charlotte non è l'unica a custodire dei segreti e la tensione tra i due ragazzi si fa sempre più palpabile. Qualcosa di non detto sembra insinuarsi tra di loro. Quando improvvisamente l'amato zio Leander, che si stava occupando di un giro di falsi d'arte in Germania, scompare, Charlotte è determinata a ritrovarlo e Watson, ancora una volta, è pronto ad aiutarla. Prima fermata: Berlino. Primo contatto: August Moriarty (sì, discendente proprio di quel Moriarty...) creduto morto dai più e amato-odiato da Charlotte. Mentre esplorano la scena underground berlinese e poi si spingono fino a Praga per un'asta davvero singolare, Holmes e Watson si rendono conto che questo caso è molto più complesso di una semplice scomparsa e ben più pericoloso; quello che scopriranno infatti potrà cambiare per sempre ciò che sanno delle proprie famiglie e di se stessi.

Charlotte e Jamie hanno vissuto un anno complicato, hanno rischiato di morire mentre seguivano le indagini dell'omicidio di cui erano considerati sospettati. Tuttavia, risolto il caso e partiti per Londra, finalmente si godono le vacanze. O almeno ci provano.
Il loro rapporto è come sospeso perché Charlotte è turbata e bloccata dalla violenza che ha subito e dalla sua dipendenza, mentre Jamie vorrebbe qualcosa di più

Questo altalenante filo che separa la loro amicizia dall'amore influenza la trama perché Jamie agisce spesso in modo avventato. Essendo lui il narratore, talvolta questo aspetto può risultare frustrante.
Ad ogni modo, nel romanzo ci sono litigi ricorrenti e momenti molto romantici, in un'altalena d emozioni che mi ha fatto amare tantissimo il romanzo vista la chimica tra i due ragazzi. 

Le loro beghe dovranno essere messe da parte quando lo zio di Charlotte, Leander, e migliore amico del padre di Jamie, scompare durante un'operazione sotto copertura. 
Il discendente di Sherlock Holmes è alle prese con la ricerca dei falsari di importanti opere d'arte rubate in Germania e d'un tratto non è più raggiungibile. 

A peggiorare la situazione ci si mette un aiutante d'eccezione, August Moriarty. 
Il giovane, dopo aver inscenato la sua morte, lavora per Milo, il fratello di Charlotte, lontano dalla sua criminale famiglia. Peccato che non sia davvero vita quella di un morto. Grazie alla sua conoscenza e al suo animo buono, i tre dovranno trovare il modo per salvare la famiglia Holmes prima che sia troppo tardi. 

Il libro è molto scorrevole, si legge in un pomeriggio ed è divertente, romantico, esasperante. 
Ha tutte le carte in regola come sequel di Un caso per Charlotte Holmes, tuttavia il mistero e la sua risoluzione sono davvero sottotono. 
Il finale, poi, è confusionario, irruento e stranamente violento. Ho trovato che l'autrice avesse fretta di chiudere la storia, lasciando il lettore con un cliffhanger. 
Il problema è che succede tutto così velocemente che leggi e rileggi le ultime due pagine e ti senti come se avessi perso qualche pezzo.

Aspettavo con ansia di continuare la serie della Cavallaro e sono stata molto felice ed entusiasta della scelta di dedicare qualche pagina al pov di Charlotte. 
In questo modo, attraverso le sue parole, possiamo vederla per intero e non solo nella testa idealizzata del ragazzo che la ama. 

Questo libro ha qualche difetto, ma credo che sia anche perché mette le basi per quella che poi sarà l'evoluzione del personaggio di Charlotte Holmes e del suo rapporto con Jamie. 
La mia speranza è che l'autrice non faccia prevaricare il romance sul mistery perché se c'è un elemento di forza in questa tetralogia è proprio l'equilibrio tra le necessità emotive dei protagonisti e il giallo da risolvere.

Verdetto:  (più che) Stuzzicante 
3.5 cuoricini


Ringrazio la casa editrice Feltrinelli per l'invio della copia in cambio di una recensione onesta. 
Spero che leggiate anche voi la serie, così da poterci confrontare insieme. 
Preferite Jamie o Charlotte?
Baci, 
Cris


 

giovedì 1 settembre 2022

Review Party: 'Hide' di Kiersten White

Buongiorno a tutti lettori, oggi sul blog parlerò di un thriller con un grande potenziale sprecato. Sto parlando di Hide di Kiersten White, già autrice di Io sono buio. 


La sfida: trascorrere un’intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo).

Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita.

Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita -, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro. Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta.

Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze…

Descritto come una sorta di Hunger Games, Hide è il racconto di un gioco oscuro, un nascondino mortale. 
Quattordici persone, sette ragazzi e sette ragazze, senza alcune legame tra loro nè qualcosa da perdere, si gettano a capofitto in un gioco il cui montepremi è di 50mila dollari. 
Un'occasione per ricominciare, per fuggire, per lasciare il segno. 
Ciascuno dei giovani che entra nel Paese delle Meraviglie non ha che se stesso, Hide è il modo per avere ancora la possibilità di essere felice. 
Peccato che di ogni persona 'scoperta' si perda le tracce, fino a che Mack, Ava e LeGrand non si rendono conto che qualcosa di peggiore sta accadendo tra le giostre abbandonate. 

E' opportuno fare una premessa: Hide ha una buona ambientazione.
Il parco giochi distrutto dall'incuria e dagli agenti atmosferici, la storia sanguinosa che ha alle spalle, l'atmosfera lugubre del gioco al tramonto riescono a creare una buona base horror. 
Tuttavia, come già accaduto per Catherine House, questo non basta.

Tutti i ragazzi sono vagamente accennati: salvo qualche spiegazione di mezza pagina circa il motivo che li spinge a giocare, sono mere comparse. Il lettore non riesce a empatizzare, ad affezionarsi né ad odiarli perché semplicemente sono come stelle comete: all'inizio del capitolo ci sono, poi non li vediamo più.
Anche la protagonista, Mack, di cui ci viene raccontato il passato solo in maniera forzata, non è ben costruita, passa dalla disperazione più cupa, dalla desolazione più nera, dalla misantropia a un innamoramento salvifico, romanzato e poco utile ai fini della trama vera e propria. 

L'unico personaggio che davvero mi è piaciuto è stato Brandon per la sua genuinità, per la sua bontà e la sua lealtà. Mi sarebbe davvero piaciuto leggere di più di lui. 
Comunque sia, nonostante le riserve sui personaggi, la storia mi stava piacendo, intrigando, se non fosse che la 'soluzione' al mistero mi ha lasciata con l'amaro in bocca. 

Ho trovato la motivazione del sacrificio blanda, decisamente fragile e poco soddisfacente. 
Non c'è pathos, non c'è scelta, solo una tradizione riportata anno dopo anno sulla base di tradizioni tramandate di generazione in generazione. 
Mi aspettavo decisamente di più e il finale è stato addirittura peggio: affrettato, rapido senza comprensione e lascia in sospeso una serie di domande necessarie. 
Ho pensato: e ora che succede?

In un fantasy, in una serie di libri, questo ha senso: il lettore resta incollato. 
Ma in un thriller? Le risposte devono essere chiare, precise. Il finale deve essere logico, deve chiudere un cerchio. 

Insomma, ho iniziato questo libro desiderando perdermi in un mondo oscuro, terrificante, assoluto e invece mi sono trovata con una sensazione di profonda frustrazione perchè l'autrice aveva avuto un'ottima idea. Tuttavia, le intuizioni geniali senza una buona direzione, restano aleatorie e dimenticabili. Proprio come questo libro. Peccato. 

                                                         Verdetto: Stuzzicante 

Ringrazio la casa editrice per la copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta. Fatemi sapere se il romanzo vi interessa, se lo avete letto e vi è piaciuto, o se invece avete avuto la mia stessa impressione.
Baci, Cris