La sfida: trascorrere un’intera settimana a giocare a nascondino, dal sorgere del sole al tramonto, in un parco divertimenti abbandonato da decenni e fare di tutto per non essere presi (da chi non è dato saperlo).
Il premio: denaro a sufficienza per rivoluzionare completamente la propria vita.
Anche se gli altri concorrenti sono determinati a vincere – per ritagliarsi un futuro da sogno o sfuggire a un passato che li perseguita -, Mack è sicura di poterli battere tutti. In fondo, ciò che deve fare è nascondersi e lei, fin da bambina, non fa altro. Anzi, è proprio questa la ragione per cui è ancora viva mentre la sua intera famiglia è morta.
Ma, quando capisce che l’eliminazione dei concorrenti nasconde qualcosa di sospetto, Mack comprende che il gioco è molto più sinistro di quanto potesse immaginare e che per sopravvivere sarà necessario unire le forze…
Descritto come una sorta di Hunger Games, Hide è il racconto di un gioco oscuro, un nascondino mortale.
Quattordici persone, sette ragazzi e sette ragazze, senza alcune legame tra loro nè qualcosa da perdere, si gettano a capofitto in un gioco il cui montepremi è di 50mila dollari.
Un'occasione per ricominciare, per fuggire, per lasciare il segno.
Ciascuno dei giovani che entra nel Paese delle Meraviglie non ha che se stesso, Hide è il modo per avere ancora la possibilità di essere felice.
Peccato che di ogni persona 'scoperta' si perda le tracce, fino a che Mack, Ava e LeGrand non si rendono conto che qualcosa di peggiore sta accadendo tra le giostre abbandonate.
E' opportuno fare una premessa: Hide ha una buona ambientazione.
Il parco giochi distrutto dall'incuria e dagli agenti atmosferici, la storia sanguinosa che ha alle spalle, l'atmosfera lugubre del gioco al tramonto riescono a creare una buona base horror.
Tuttavia, come già accaduto per Catherine House, questo non basta.
Tutti i ragazzi sono vagamente accennati: salvo qualche spiegazione di mezza pagina circa il motivo che li spinge a giocare, sono mere comparse. Il lettore non riesce a empatizzare, ad affezionarsi né ad odiarli perché semplicemente sono come stelle comete: all'inizio del capitolo ci sono, poi non li vediamo più.
Anche la protagonista, Mack, di cui ci viene raccontato il passato solo in maniera forzata, non è ben costruita, passa dalla disperazione più cupa, dalla desolazione più nera, dalla misantropia a un innamoramento salvifico, romanzato e poco utile ai fini della trama vera e propria.
L'unico personaggio che davvero mi è piaciuto è stato Brandon per la sua genuinità, per la sua bontà e la sua lealtà. Mi sarebbe davvero piaciuto leggere di più di lui.
Comunque sia, nonostante le riserve sui personaggi, la storia mi stava piacendo, intrigando, se non fosse che la 'soluzione' al mistero mi ha lasciata con l'amaro in bocca.
Ho trovato la motivazione del sacrificio blanda, decisamente fragile e poco soddisfacente.
Non c'è pathos, non c'è scelta, solo una tradizione riportata anno dopo anno sulla base di tradizioni tramandate di generazione in generazione.
Mi aspettavo decisamente di più e il finale è stato addirittura peggio: affrettato, rapido senza comprensione e lascia in sospeso una serie di domande necessarie.
Ho pensato: e ora che succede?
In un fantasy, in una serie di libri, questo ha senso: il lettore resta incollato.
Ma in un thriller? Le risposte devono essere chiare, precise. Il finale deve essere logico, deve chiudere un cerchio.
Insomma, ho iniziato questo libro desiderando perdermi in un mondo oscuro, terrificante, assoluto e invece mi sono trovata con una sensazione di profonda frustrazione perchè l'autrice aveva avuto un'ottima idea. Tuttavia, le intuizioni geniali senza una buona direzione, restano aleatorie e dimenticabili. Proprio come questo libro. Peccato.
Verdetto: Stuzzicante
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale del romanzo in cambio di una recensione onesta. Fatemi sapere se il romanzo vi interessa, se lo avete letto e vi è piaciuto, o se invece avete avuto la mia stessa impressione.
Baci, Cris
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