giovedì 16 marzo 2023

Review Party: 'La catena di spine. The last hours' di Cassandra Clare

Buongiorno lettori, il 7 marzo è uscito finalmente anche in Italia La Catena di Spine di Cassandra Clare, ultimo volume di The last hours, trilogia sequel di The Infernal devices e prequel della più famosa The Mortal Instruments. L'ultima conclusione della Clare ha diviso i fan, sarà riuscita a convincermi?


Cordelia Carstairs ha perso tutto ciò che più contava per lei. Nel giro di poche settimane, infatti, ha visto morire il padre, fallire il piano di diventare la parabatai di Lucie e sgretolarsi il matrimonio con James. E, quel che è peggio, ora si ritrova legata a un antico demone, Lilith. Arrivata a Parigi con Matthew Fairchild, la ragazza spera che le attrazioni notturne della Ville Lumière le facciano dimenticare le sue miserie. Ma la realtà riesce a insinuarsi anche nelle sue giornate parigine quando la raggiungono notizie scioccanti da casa: a quanto pare Tatiana Blackthorn è fuggita dalla Città di Adamante e Londra è sotto scacco del Principe dell'Inferno, Belial. Dilaniata da sentimenti confusi e contraddittori, Cordelia fa ritorno a Londra, dove di lì a poco un segreto degli Herondale verrà portato alla luce da un nemico inaspettato e l'intera famiglia accusata di una colpa gravissima. Niente potrà forse tornare come prima per Cordelia, anche perché il legame con i suoi vecchi amici sembra ormai deteriorato in modo irrimediabile. Il tempo intanto corre veloce e i piani di Belial stanno per investire come un'onda mortale la ragazza, Lucie, gli Allegri Compagni e tutti gli Shadowhunter. Rimasti a fronteggiare l'esercito di Belial in una Londra infestata dalle ombre, per riuscire a salvare la loro città e le loro famiglie, Cordelia e i suoi amici dovranno radunare tutto il coraggio che possiedono, ingoiare l'orgoglio e imparare nuovamente a fidarsi l'uno dell'altro. Perché se dovessero fallire, potrebbero perdere tutto, comprese le loro anime.

Ho terminato questo libro da un paio di giorni ma è incredibile come mi senta ancora stregata dalla storia triste senza i suoi personaggi. 
The last hours è un prequel che si inserisce tra le due serie più famose della Clare e da un punto di vista prettamente narrativo, sicuramente ne ha risentito. 
Dopo oltre diciotto libri ambientati nel mondo Shadowhunters, l'autrice è stanca e si percepisce in alcune scelte stilistiche e narrative.

Tuttavia una volta imbarcata in questa impresa, Cassie ha gestito la cosa facendo ciò che sa fare meglio: investire nei personaggi. E questa trilogia ne ha in abbondanza. Tra Herondale, Carstairs, Fairchild e Blackthorn si costruiscono le personalità di ragazzi appassionati, coraggiosi, determinati a cui il lettore non può non affezionarsi. 
James e Lucie sono i figli perfetti dei loro genitori, vivono un amore assoluto come il padre e sono intelligenti e leali come la madre. 
In questo romanzo, in cui sicuramente i loro caratteri - tra pregi e difetti - vengono ancora più in evidenza, i protagonisti indiscussi dell'azione restano loro.
 


Sono immensamente grata per il personaggio di Matthew, il cui autolesionismo alcolico mi ha portato più di una volta alle lacrime. Ho temuto per lui, per la sua incolumità e invece ha trovato la strada e una luce in fondo a un tunnel di bugie e mezze verità. 
Il suo legame parabatai con James viene messo a dura prova, ma ci sono certi legami che semplicemente sono destinati a essere.
In questo romanzo dove finalmente i nodi vengono al pettine e i segreti svelati, Matthew e James si parlano con una sincerità disarmante e si amano con la stessa forza. 

Non meno essenziali sono stati Anne e Ariadne o Alistair e Thomas, ma rispetto agli altri già nominati restano sul margine, lavorando come una squadra affinchè il resto brillasse, riuscendo perfettamente nel ruolo assegnatogli. 
Parlando invece di Jesse e Cordelia, posso dirmi sorpresa. 
Se Jesse non mi aveva convinto prima, ne La catena di spine fa tutto quello che è in suo potere e di più per dimostrare la sua appartenenza ai Nephilim. 
E' saggio, dolce, premuroso e gentile, magari sottotono rispetto agli altri maschi di cui scrive la Clare, ma comunque pienamente positivo. 

Nota dolente invece per la mia preferita, Cordelia.
A dire la verità, pur avendola capita, non sempre l'ho apprezzata: lunatica, scontrosa, a tratti prepotente, diversa dalla ragazza fiera e indomita che ha l'onore di usare Cortana. 

Ad eccezione dei personaggi, la trama si dispiega facilmente. 
Il piano è intrigante e diabolico, la difesa strenua e dolorosa e tutto si conclude nel modo che pare il migliore per tutti. 
Sono stata sinceramente felice, mi sono emozionata, commossa, arrabbiata, innamorata. 
Mi è entrato dentro, ma sarei disonesta se non vi dicessi che non è perfetto. 

Primo tra tutti, La catena di spine è un libro lento, non perché non sia bello o perché sia scritto male ma per la presenza di un numero indefinito di PoV che da un lato avvicinano il lettore ai personaggi, ma dall'altro interrompono e sospendono la storia. 
E' chiaro che una volta fatta l'abitudine, il libro si legge scorrevolmente ma non è un tipo di narrazione agevole per tutti. 
Altro discorso è invece la morte di uno dei personaggi principali, trattata con indelicatezza e una celerità di sicuro frettolosa. Meritava attenzione, meritava pazienza e meritava il giusto lutto. 
Ultimo neo a una trilogia comunque stupenda è la questione dell'albero genealogico, gestita con poche battute e in modo veramente poco credibile.
Quando ho voltato l'ultima pagina, mi è venuto un gran magone a pensare che non avrei più letto di Matthew e della sua nuova vita o di Lucie e della sua vita con Jesse. 
Avrei voluto ancora rimanere a Londra insieme a dei ragazzi incredibili, profondamente legati, il cui affetto, il cui legame in questo terzo volume si stringe ancora di più. 
E' stato un viaggio bellissimo, grazie Allegri Compagni. Grazie Cassandra Clare. 




Verdetto: Dipendente




mercoledì 15 marzo 2023

Review Tour: 'Il grande magazzino dei sogni' di Lee Mi-Ye

Buongiorno lettori, come state? Oggi vi porto un libro diverso dalle mie solite letture, una piccola coccola orientale che mi ha tenuto compagnia in questi giorni e mi ha lasciato delle belle sensazioni. Sto parlando de 'Il grande magazzino dei sogni' di Lee Mi-Ye, esordiente coreana. 



Penny è in grande trepidazione: sta per avere un colloquio con il famoso signor Dollagut, l’illuminato proprietario del Grande Magazzino dei Sogni, il negozio su quattro piani più ambito della città. Un posto del tutto singolare dove si accede solo da addormentati e dove si vendono solo sogni. Sogni di ogni tipo, per tutti i gusti, organizzati per sezioni: sogni legati ai piccoli piaceri della vita o ai ricordi di momenti speciali, sogni esclusivi che permettono di incontrare chi non c’è più, sogni dedicati ai riposini di animali e bambini, edizioni limitate e bestseller senza tempo venduti a prezzi speciali. Dopo un colloquio enigmatico in cui Dollagut la interroga sul significato dei sogni, Penny viene assunta, ma l’euforia cede il passo allo sconforto quando si trova letteralmente travolta dalla quantità di clienti che ogni giorno assalta gli scaffali del grande magazzino. Mentre impara a orientarsi affiancando i colleghi più esperti, scopre anche il segreto che rende il Grande Magazzino dei Sogni un luogo così speciale: la magica funzione che ogni sogno porta con sé, la capacità di risvegliare emozioni sepolte, di far vivere sensazioni mai provate, e molto spesso di far superare traumi, come un lutto o la fine di una storia d’amore. Tra i clienti a caccia di sogni Penny incontrerà Jeong A-young, che si rifugia nei sogni per sfuggire alla solitudine, alla ricerca di una scintilla che possa scaldarle il cuore, o Hyeon Jong-seok, che nei sogni cerca la conferma di essere di nuovo pronto ad amare. Imparerà che un sogno premonitore, come quello di avere un bambino, è una piccola incursione nel futuro, e che persino gli incubi sono preziosi alleati per superare un momento critico della vita. Una favola contemporanea ricca di saggezza che celebra il potere misterioso dei sogni, capaci di influenzare le nostre scelte, anche se spesso non lo sappiamo.

Il grande magazzino dei sogni è un posto incredibile, pazzesco dove esseri umani e animali possono scegliere i sogni che accompagneranno il loro sonno. 
Grazie a Penny, la protagonista buffa e un po' goffa neoassunta, possiamo passeggiare tra gli scaffali dei vari piani, conoscere il carattere degli altri personaggi, Speedo e Virgo su tutti, sorridere di Dollagut e della sua sottile arguzia. 

Sulla trama non mi sento di aggiungere molto altro perché credo che la sinossi sia fin troppo esplicativa. Infatti, il bello di questo romanzo breve è che ha una storia tanto originale da sorprenderti pagina dopo pagina. 

Il mondo è onirico, rimaniamo sempre sul confine tra realtà e irrealtà, non c'è una grande costruzione del worldbuilding, sembra più che altro una favola moderna. 
Credo che l'autrice abbia voluto raccontare del modo in cui i sogni rappresentano dopotutto una forma di magia: possiamo sognare, volare, essere principesse, guerriere, possiamo provare euforia, gioia, felicità anche se al risveglio non ricordiamo più ciò che ci ha provocato quello stato d'animo. 

E' un modo di vedere la vita forse banale, stucchevole, ma che invece ho trovato rassicurante e confortevole. Scrivere dei sogni, tra l'altro, è abbastanza difficile poichè si tratta di un mondo in cui si può inventare tanto risultando eccessivi o troppo poco deludendo. 

Qui Lee Mi-Ye non ha pretese, racconta una storia dolce, tenera, vuole donare ai suoi lettori una coccola. Il suo stile è semplice, senza fronzoli, c'è una certa personalità nei dialoghi, oltre che una certa capacità nello gestire le emozioni dei personaggi, sia pure bidimensionali.
Va sottolineato, difatti, che sebbene io abbia apprezzato Weather o Speedo, tutti restano sullo sfondo, come macchiette nella Commedia dell'Arte. Anche Penny la protagonista non ruba particolarmente la scena, è semplicemente la narratrice, di lei non sappiamo nulla di più di ciò che dice.  

L'ultima parte - quella sui sogni dei defunti - mi ha spezzato il cuore, mi ha commosso, ha rappresentato uno dei miei momenti preferiti. 
Tuttavia, il libro si interrompe in maniera brusca, come se fosse stato tagliato di netto, senza chiudere del tutto il racconto, aspetto che mi ha lasciato interdetta e mi ha poco convinto. 

Il libro è molto carino, capisco perchè sia piaciuto tanto, ma non lo definirei un capolavoro. La storia, pur essendo originale, risulta non incisiva, è mancato il guizzo che facesse la differenza e il rischio è che tra un paio d'anni sia già stata dimenticata. 

Verdetto: Stuzzicante
(3.5 cuoricini)


Bacini, 
Cris





domenica 5 marzo 2023

Review Tour: 'The witch's heart. La leggenda di Angrboda' di Genevieve Gornichec

Buongiorno lettori e buona domenica! Ho terminato qualche giorno fa The Witch's Heart di Genevieve Gornichec e l'ho trovato un romanzo estremamente delicato e scorrevole che mi ha fatto comprendere meglio la mitologia norrena e il personaggio di Loki. 


La storia di Angrboda inizia come finisce la maggior parte dei racconti di streghe: con un rogo. Così Odino ha deciso di farla punire per non avergli rivelato il futuro. Da quel momento la strega Angrboda, ferita e impotente, vive raminga nella Foresta di Ferro, lontana da tutto. Qui, la trova Loki, dio dell'inganno, venuto per restituirle il cuore rimasto sulla pira; e presto l'iniziale diffidenza della donna si trasforma in una passione intramontabile, da cui nasceranno tre figli, tre creature uniche. Angrboda li cresce ai confini estremi del mondo, lontano dall'occhio onnisciente di Odino, cercando di costruire una tranquilla vita domestica. Ma una visione le mostra cose spaventose che attendono la sua famiglia, e tutti i Nove Mondi. E ora Angrboda deve scegliere: sottomettersi a un destino cui ha già assistito, o lottare per ridisegnare il futuro di coloro che ama e dell'universo intero?


Angrboda è una donna dimenticata. 
Nelle opere a cui si è ispirata l'autrice è poco più che una comparsa: la gigantessa, la strega, la donna che ha partorito i figli 'mostri' di Loki. 
Genevieve Gornichec, invece, le ha restituito piena dignità raccontandoci la sua vita, il suo carattere, i suoi pensieri offrendoci un ritratto intimo ed emozionante di una donna provata dall'odio altrui. 

Angrboda è stata uccisa, bruciata per tre volte, il cuore le è stato strappato dal petto eppure quando Loki si presenta alla sua porta, non ha il cuore di mandarlo via. Gli offre riparo, amicizia, protezione e poi amore. 
Il rapporto tra Loki e Angrboda è complicato, il dio dell'inganno si presenta senza filtri, si racconta per ciò che è, senza finzione. Angrboda lo sa e lo ama con forza nonostante le assenze, nonostante la solitudine, nonostante la stanchezza. 

Angrboda non è solo il racconto di un amore, è il racconto di un'amica, di una madre e di una strega. 
Il suo enorme potere è vincolato a pozioni e rimedi perché l'invisibilità le consentirà di avere la pace a cui tanto anela, ma il destino ha altri piani per lei e per la sua famiglia. 

L'aspetto che mi ha commosso e devastato è stato il rapporto che la strega ha instaurato con i suoi figli. La regina dei morti, il Grande Lupo, il Serpente: questi sono i nomi terribili che gli vengono dati dagli dei, ma con Angrboda vediamo nascere e crescere una bambina e dei cuccioli, Hel Fenrir e Jǫrmungandr.

Sono piccoli, sono fratelli e amano i propri genitori.
Angrboda sa che hanno un destino da compiere, ma il dolore che questo le arreca è senza fondo, senza salvezza, come vivere in un buio perenne.
Ho trovato tra le pagine la verità di Angrboda, ho letto della sua vita, del suo inizio senza nome e della sua fine. Ho pianto con il suo sacrificio, ho sorriso davanti a tanto amore. 

La potenza di questo libro mi pare ancora più grande per il fatto che è stata una sorpresa. Non avevo alcuna aspettativa, non amando la mitologia norrena, non essendone esperta, volevo più che altro imparare, conoscere. E' stata una scommessa con me stessa e The Witch's Heart è stato il modo perfetto con cui vincerla. 

Date una possibilità ad Angrboda, lasciatevi conquistare da una storia lenta, cadenzata, che racconta così bene l'essenza della vita e dell'amore da sorprendervi ed emozionarvi. 

Verdetto: Dipendente


Ringrazio Amarilli per avermi coinvolta nell'evento e la casa editrice per la copia digitale del romanzo in cambio di un'onesta recensione. 
Bacioni 
Cris




lunedì 27 febbraio 2023

Recensione: 'La principessa delle anime' di Alexandra Christo

Buongiorno lettori, buon lunedì! Inauguro la settimana con la recensione de 'La principessa delle anime' di Alexandra Christo, la cui copia mi è stata gentilmente fornita dalla casa editrice che ringrazio. 


Posso predire a qualcuno quando morirà. Mi basta una ciocca di capelli e la sua anima.
Per sedici anni, Selestra è rimasta intrappolata nella torre sulla Montagna Fluttuante preparandosi a prendere il posto della madre come strega del re, e manifestare i poteri per predire la morte dei richiedenti alla Festa delle Predizioni. Come soldato dell’esercito reale, Nox è un candidato improbabile per la Festa, ma spinto dalla vendetta è determinato a rubare l’immortalità al re e a uccidere le sue streghe, partendo proprio da Selestra. Tuttavia, quando lei gli tocca la mano per la sua prima predizione, i loro destini si intrecciano e la morte marchia le anime di entrambi. Solo unendo le forze riusciranno a vivere abbastanza a lungo da liberare il regno dalle grinfie di re Seryth e sfuggire a un oscuro destino.
Dall’autrice di La regina delle sirene, arriva La principessa delle anime, la storia di una strega adolescente addestrata a rubare anime per un re immortale e di un ragazzo ribelle e temerario a cui il suo destino è intrecciato.

Selestra è una giovane strega piegata alla volontà della madre e del terribile e immortale re Serith, quando dalle porte della sala entra un giovane affascinante e incurante del pericolo. 
Nox è il miglior soldato dell'Ultima Armata ed è in cerca di vendetta. Stringe un patto alla Festa delle Anime in cambio di un desiderio, ma il suo obiettivo è decisamente più ambizioso. Vuole conquistare l'immortalità di Serith e vendicare suo padre. 
I desideri di Nox e Selestra sono simili e il loro destino sembra incrociarsi continuamente. 
Per arrivare vivo alla fine della Luna Rossa, Nox avrà bisogno di una strega, di Selestra. 
La ragazza coglierà l'occasione per vivere finalmente fuori dalla sua torre e nel frattempo, tenere al sicuro la sua vita e quella del soldato. 

Il rapporto tra i due ragazzi è fatto di dialoghi arguti, divertenti, mai banali e di chiacchierate in cui si mettono completamente a nudo. 
Selestra ha poca fiducia in se stessa perché l'hanno spinta a credere di essere un mero guscio ed è affascinata dall'imprudenza e dalla fame di avventura di Nox. 
Il ragazzo, d'altro canto, è affascinato dalla purezza della strega, dalla sua dolcezza, ingenuità e gentilezza. E' completamente diversa da ciò che ha imparato ad odiare e questo lo destabilizza. 
C'è una grande equità tra i protagonisti, dettata non solo dal sapiente uso del doppio PoV, ma soprattutto dalla forza d'animo, dal supporto, dalla presenza sulla scena. 
Nessuno dei due prevarica l'altro e nonostante Selestra sia l'unica con i poteri, Nox bilancia con arguzia e velocità. 


Il potere magico che pervade il libro è interessante: semplicemente toccando una persona, le streghe Somniatis sono in grado di predire la morte di una persona, ma ciò che l'erede imparerà durante il suo viaggio è che dove c'è una fine, c'è anche un inizio. 
Non c'è solo la morte perchè prima c'è la vita e Selestra è pronta a viverla a pieno.

Il romanzo nasce come retelling di Rapunzel, ma ben presto se ne discosta, così come era già accaduto per il primo romanzo di Alexandra Christo, To kill a kingdom, rivisitazione della Sirenetta.
Il collegamento non è scontato visto che entrambe le storie sono ambientate nello stesso mondo, altro aspetto intrigante. 
Il romanzo, tuttavia, è uno standalone e anche per questo funziona. 
Tuttavia, ci sono state alcune cose, specie nel finale, che sono state trattate in maniera troppo frettolosa e poco coerente con il resto, motivo per cui non arriva alle cinque stelle piene. 
Tuttavia, in un momento in cui la lettura dei fantasy mi stava rallentando, questo gioiellino si è fatto divorare grazie a una penna leggera ma attenta. 
Mi ha entusiasmato ed emozionato, non potevo chiedere di più. 

Verdetto: (Più che) Dipendente
4.5 cuoricini


Se vi piacciono le fiabe con un tocco dark, questo è il libro che fa per voi. 
Bacini, 
Cris







domenica 19 febbraio 2023

Recensione: 'The fine print. Dreamland series' di Lauren Asher

Buongiorno lettori e buona domenica! Grazie alla Always publishing ho letto un romanzo molto dolce, che mi ha fatto davvero sognare un amore a Disneyland. Ma andiamo con ordine! 
Via alle danze!


Dopo la morte del nonno, Rowan Kane è costretto a lavorare a Dreamland, il parco dei divertimenti fondato dalla sua famiglia. Per poter beneficiare della sua generosa eredità, infatti, Rowan dovrà presentare un progetto di rinnovamento delle attrazioni in sei mesi e solo dopo sarà libero di vivere la sua vita come vuole. Raggiungere l'obiettivo da solo è impossibile, così Rowan chiede aiuto alla spumeggiante Zahra Gulian, zelante dipendente del parco piena di idee. Tuttavia sarà costretto a usare un piccolo sotterfugio, perché tra lui e Zahra non è stato amore a prima vista… sarà l'inizio di una collaborazione turbolenta quanto le montagne russe!

Rowan e Zahra non potrebbero essere più diversi: tanto è solare e dolce lei quanto è diffidente e cinico lui. 
Eppure sin dal primo momento in cui si sono sfiorati, è nato qualcosa tra loro, un'alchimia unica, che li porta continuamente a interrogarsi su se stessi. 
Incontrare Zahra è un momento di crescita soprattutto per Rowan che, dopo la morte della madre e a causa di un padre dipendente dall'alcool e obnubilato dal dolore, è stato forgiato per reprimere ogni sentimento e a dimenticare il suo talento per il disegno. 
Tutto il suo passato, le sue mancanze e il lato migliore di sè ritornano trascorrendo del tempo di qualità con una ragazza senza desideri, se non quello di vivere nel mondo, tra le persone, sognando in grande. 
Ho apprezzato che il romanzo sia costruito con lentezza, che sia stata sviluppata prima un'amicizia - seppur fittizia - tra i due senza lasciare prevalere quella passione accecante che si era intravista nelle prime pagine e mi aveva fatto storcere il naso. 
Rowan entra in un mondo completamente diverso, conoscer Ari, la sorella di Zahra, affetta da sindrome di Down e i loro scambi sono puliti, senza pietismo o secondi fini. Rowan e Ari diventano amici ed è una finestra su un mondo totalmente differente che il giovane milionario non ha mai conosciuto. 
Zahra acquista pagina dopo pagina consapevolezza, grinta e fiducia in se stessa, lottando per il suo desiderio di diventare Creatrice. E' una ragazza che si spende per gli altri senza riserva, è un personaggio estremamente positivo e una ragazza che, nonostante le sofferenze, non ha mai smesso di guardare il bicchiere mezzo pieno. 
L'ambientazione è meravigliosa: passeggiare per Dreamland è come viaggiare attraverso le pagine nel mondo incantato di Disneyland a cui sicuramente l'autrice si è ispirata. 
Le principesse, le parate, le attrazioni, le code chilometriche e i prezzi esorbitanti: tutto è stato estremamente verosimile, le descrizioni vivide ed evocative. 
Resta una storia d'amore con un pizzico di instalove, qualche frase di troppo che andava rimossa in fase di editing per evitare ripetizioni, ma lo stile è scorrevole. Il libro si divora, intrattiene e fa sognare.
Non è questo lo scopo delle storie? Incantare chi è disposto ad ascoltare ( o in questo caso, a leggere). 

Verdetto: Dipendente 


Grazie ancora alla CE per la copia digitale del romanzo, spero che possa piacervi come a me. 
Bacini, 
Cris