venerdì 29 ottobre 2021

Review Party: 'il paese del buio' di Melissa Albert

Buon fine settimana lettori, finalmente si avvicina il giorno della mia partenza e non potrei essere più felice. Tornare alla normalità per molto tempo mi è sembrata un'utopia e invece il mio cuore è pronto a spiccare il volo e conoscere le meraviglie del mondo. Di questo mondo o di molti altri parla Melissa Albert nel sequel di Oltre il bosco di Melissa Albert, Il paese del buio. 

Alice è scappata dal mondo fiabesco di Hazel Wood, e ora lei e gli altri abitanti dell'Oltremondo sono sbarcati a New York, alla ricerca di una vita non magica. Ma condurre un'esistenza totalmente umana non è semplice per Alice. Come si dice, si può togliere Alice dall'Oltremondo, più difficilmente l'Oltremondo da Alice. Ci riuscirà? Non sarà facile: dovrà scoprire chi è a uccidere e mutilare i profughi del suo vecchio mondo, affrontare un potentissimo vecchio nemico, fare i conti con la propria doppia (anzi, tripla) identità, e ultimo ma non ultimo salvare – con il sempre provvidenziale aiuto di Ellery Finch – il nostro povero mondo reale.

Dov'eravamo rimasti? Alice è una ex - Storia, dopo aver rotto l'incanto che la teneva prigioniera di Hazel Wood e della sua favola oscura, è tornata a New York per vivere con la sua amata mamma, Ella. 
Per un po' Alice può essersi detta felice, o quanto meno stabile, ma dopo il diploma, le sue certezze vacillano. Parti di Oltremondo sono ancora in lei, sepolte sotto montagne di bugie e allo stesso tempo, altri come lei, fuggiti dal proprio destino, sono irrequieti. 
Non sono abituati al mondo reale, all'assenza di magia che, per loro, è come essere senz'anima. 
Sono spaventati perché qualcuno ha lasciato dietro di sè una brutale scia di omicidi. Qualcuno che porta con sè un pezzo della vittima e lascia indietro corpi mutilati e ghiacciati. 

Alice non ha più ghiaccio dentro di sè, o almeno così crede, eppure l'assassino utilizza proprio lo stesso potere. Com'è possibile? Chi è?

La parte del mistero è sicuramente una delle parti del libro che mi ha incuriosito di più, conoscere nuove Storie, il legame con Oltremondo, ormai un regno abbattuto, è stato essenziale per la riuscita di questo libro. 

Tuttavia non basta. Se in Oltre il bosco reputavo Alice un narratore 'strano' ma coerente, in questo secondo volume le sue paturnie mi hanno infastidito più di una volta. 
Capisco il motivo che la spinge a comportarsi in questo modo, il sentirsi perennemente con i piedi in due mondi opposti, incapace di fare una scelta che le impedisca di voltarsi indietro, ma l'ho trovata fastidiosa il più delle volte. 

Per fortuna, come sempre, a salvare la situazione c'è Ellery Finch, meraviglioso e incauto ragazzo. La sua ossessione per la magia e per i racconti di Althea Proserpine lo hanno condotto in mille lidi e proprio attraverso piccoli aneliti di magia, Ellery riesce a ritrovare Alice. 
Il loro rapporto mi era piaciuto sin dal primo istante, l'affettuosità di lui verso la scontrosità di lei, la capacità di raccontare e raccontarsi contro la voglia di nascondersi.
Questi due personaggi dialogano in modo nuovo, ma il loro rapporto perpetua nel tempo con ardore. 

Omen nomen per il Paese del buio, un mondo complesso, variegato, tenebroso e pericoloso. 
Dopo il Bosco di Mezzo e l'Oltremondo, l'autrice non si risparmia e ci lascia aprire gli occhi sull'infinità dei mondi e sui loro risvolti grigi. 

Buoni i personaggi secondari: non ho provato simpatia nè per Sophie nè per Dafne, ma sono veramente ben delineate e il loro modo di essere si intreccia involontariamente in quello di Alice e dei suoi demoni interiori. 
Peccato per Ella, ladra coraggiosa e indomita, ridotta a madre apprensiva e lunatica. E' stato un passaggio in negativo che immagino fosse funzionale alla storia ma che per me poteva essere gestito meglio. 

Il libro è breve e si fa leggere con piacere, ma come già per il primo volume, la vera godibilità del romanzo si concretizza nella seconda parte, rendendo la storia sbilanciata. 
Insomma, Il paese del buio termina con pacatezza la storia oscura di Hazel Wood, ma pecca di diversi difetti, sui quali magari nel primo romanzo sono passata sopra. 
Sono molto curiosa però di leggere la raccolta di fiabe dall'Oltremondo, sperando che escano anche in Italia. 

                                                         Verdetto: Stuzzicante

Grazie alla casa editrice per la fiducia riposta in me e per la copia cartacea e grazie alle blogger che hanno partecipato. Mi raccomando, non dimenticate di passare anche da loro. 
Bacini,
Cris






giovedì 28 ottobre 2021

Review Party: 'Cemetery Boys' di Aiden Thomas

Buongiorno lettori, come state? A inizio settimana volevo lasciarvi una nuova recensione, ma sono stata trasportata dagli eventi della settimana. Proprio mentre questa recensione va online, sono già a lezione a tediarmi con l'argomento della settimana. 

Comunque, non vedevo l'ora di parlarvi di Cemetery Boys, il nuovo Oscar Fabula della settimana, una storia perfetta per Halloween che mi ha fatto emozionare e commuovere. 


Yadriel ha evocato uno spirito, e ora non riesce più a liberarsene. Yadriel è un ragazzo trans, ma i suoi - una famiglia latinx molto tradizionalista - faticano ad accettarlo. Lui, però, è determinato a dimostrare loro di essere un vero brujo e con l'aiuto di Maritza, sua cugina nonché migliore amica, decide di celebrare da solo il rituale dei quinces, ritrovare il fantasma di suo cugino Miguel, morto assassinato, e liberarlo nell'aldilà. Ma il fantasma che evoca è quello di Julian Diaz, il bello e dannato della scuola, il quale non ha alcuna intenzione di tornarsene buono buono tra i morti. Anzi è ben deciso a scoprire cosa gli è successo e a chiarire alcune questioni lasciate in sospeso. Yadriel, che d'altronde non ha molta scelta, accetta di aiutare Julian, in modo che entrambi possano ottenere ciò che desiderano. Solo che, più tempo passa con lui, meno ha voglia di lasciarlo andare...

Yadriel è parte di una comunità speciale. I brujx, di origine latina, sono uomini e donne devoti alla Santa Muerte, una divinità benevola che ha concesso loro dei poteri speciali. Sono in grado di vedere gli spiriti, gli uomini possono aiutarli nel trapasso con un pendaje, un pugnale in grado di canalizzare la magia. Le donne, invece, sono delle guaritrici e per questo, sono impegnate nella collettività come dottoresse o infermiere. 
Nonostante ami la sua famiglia, Yadriel non si sente accettato e compreso. 
E' un ragazzo, vuole diventare un brujo a tutti gli effetti attraverso la cerimonia dei quincos, come tutti quelli prima di lui, ma gli viene negato. 

Il cambiamento fa paura. Sua madre, Camila, era l'unica che lo faceva sentire davvero amato, ma è morta e Yadriel non vede l'ora di rivederla durante los Dias de Los Muertos. 
Prima, però, vuole dimostrare che tutti si sbagliano su di lui e decide di compiere il rito da solo. 

Quando evoca il fantasma di Julian, morto da pochi minuti, comincerà per lui e Maritza un'avventura unica. Dovranno scoprire chi ha ucciso Julian e perché e soprattutto, dovranno capire perchè anche Miguel, un brujo e loro cugino, sia sparito senza lasciare traccia.

La trama è prevedibile, non ci sono particolari colpi di scena e il responsabile è ben riconoscibile sin dalle prime pagine, ma la storia è più di un mistero da svelare. 
E' un romanzo di formazione, di accettazione, di inclusione.
La figura di Yadriel, un ragazzo trans e gay, è descritta con una naturalezza e soprattutto con una sensibilità che mi hanno toccato profondamente. 

Comprendere l'identità di genere delle persone è qualcosa di molto intimo e personale, l'autore stesso appartiene alla comunità queer e forse è questo che gli ha permesso di parlarne in maniera così genuina e semplice. 
Mi è piaciuto che siano stati descritti anche gli errori che vengono commessi in buona fede, la consapevolezza che bisogna guardare oltre e non fermarsi alle proprie convinzioni. 

Yadriel si comporta dalla prima all'ultima pagina con lealtà, amore per la famiglia e generosità e per questo non ho potuto fare a meno che lasciarlo con un senso di compiutezza e affetto. 
Anche Julian è un bellissimo personaggio: è irascibile ma buono, generoso, autentico, senza pregiudizi, un sole splendente, dinamico, impulsivo. Leggere di lui è come leggere di una trottola che continua a girare senza mai fermarsi. 

Miratza è un side character ben scritto. E' la cugina di Yadriel e la sua prima vera alleata, è divertente, sarcastica, senza peli sulla lingua. Vorrebbe diventare un fabbro come suo padre, forgiare pendaje per gli amici e i parenti, ma è ostacolata dalla comunità di brujx, come Yadriel. Le tradizioni sono antiche e le mentalità restie a cambiare. E' vegana e per questo rifiuta di usare i suoi poteri da guaritrice, assurgendo a pecora nera della famiglia. 

L'aspetto che mi ha incantato maggiormente è la descrizione della comunità latina, in particolar modo delle tradizioni e del Dia de Muertos. I colori vivaci, i fiori, le ofrendas per richiamare gli spiriti, tutto mi ha riempito il cuore di gioia. Per due giorni all'anno, è possibile rivedere i propri cari, abbracciarli, parlare con loro. Per due giorni l'anno, è come se la morte non fosse davvero la fine. E' una visione della morte rassicurante, calda come una coperta. 


Il finale mi ha profondamente commossa, mi sono trovata a piangere per Yadriel e quello che ha conquistato e ottenuto con il suo cuore e la sua forza di volontà, per la sua famiglia riunita e per il folle Julian. 

E' stata una lettura godibile, tenera, senza particolari sconvolgimenti ma ricca di messaggi positivi e inclusivi. A volte, per sapere cosa guardare, dobbiamo solo avere il coraggio di spingerci oltre l'orizzonte. 

                                                         Verdetto: Dipendente


Un grazie a Ambra per aver organizzato l'evento e per i bellissimi banner e alla casa editrice per la copia digitale. 
Spero che il romanzo vi piaccia, date uno sguardo anche alle altre recensioni. 

Un bacio, 
Cris








venerdì 22 ottobre 2021

Review Party: 'Il regno delle ceneri' di Victoria Aveyard | Tra Regina Rossa e Realm Breaker


Buon pomeriggio lettori, scusate il ritardo con cui posto ma sono stata molto impegnata con il corso per magistratura. Il 19 ottobre è uscito per la Mondadori Il regno delle ceneri, nuovo romanzo epic fantasy di Victoria Aveyard. 


Un'oscura presenza si sta facendo largo nel Regno di Allward. La percepisce persino Corayne, figlia della pirata Meliz an-Amarat, che pure è costretta dalla madre a vivere in uno sperduto e tranquillo villaggio sulla costa, mentre sogna un futuro pieno di avventure per mare. Quel che Corayne ancora non sa è che il destino sta per bussare alla sua porta. La sua esistenza, infatti, viene sconvolta il giorno in cui un Avo, creatura mitica e immortale, e un'assassina letale come poche altre al mondo, le fanno visita. I due hanno affrontato un viaggio pericoloso per trovarla e per chiederle aiuto. Un uomo assetato di potere, infatti, sta mettendo insieme un esercito mai visto prima ed è più che mai determinato a sradicare le fondamenta del loro mondo per ridurlo in cenere. Con il cuore ricolmo di veleno e la mano armata da una spada rubata, e potentissima, è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Solo Corayne può fermarlo. Perciò la ragazza, accompagnata da un improbabile e riluttante gruppo di alleati, uno scudiero, un immortale, un'assassina e una strega, si avventura in una missione disperata. Ma proprio nel caricarsi il destino del mondo sulle spalle, imboccherà la strada per trovare finalmente se stessa e scoprire la magia che le scorre nelle vene.

La Aveyard ha affrontato una nuova sfida: pur rimanendo nel mondo young adult, si è spostata in un genere notoriamente complesso da costruire e sviluppare, soprattutto quando alle spalle ci sono grandi nomi come Tolkien. 
L'epic fantasy, per la sua composizione, ha bisogno di un mondo articolato ma comprensibile, di personaggi diversificati e ben caratterizzati e di una buona trama. 

L'autrice è stata in grado di elaborare e fare propri questi tre criteri?
La risposta è a tratti. 

Il worldbuilding è vasto e articolato, si estende - a seguire la mappa - dai ghiacciai e la tundra alle terre semidesertiche, circondato da lunghe distese d'acqua. 
Questa composizione era nell'intento dell'autrice l'espressione necessaria per creare un gruppo di personaggi eterogenei e inclusivi. 
La storia comincia con un prologo molto difficile, pieno di dettagli che, privo di strumenti adatti, il lettore non può comprendere. 
La sensazione che si prova è quella di uno spaesamento perché l'autrice è prodiga di dettagli e descrizioni anche cruente. 
Subito dopo però, attraverso vari punti di vista, possiamo entrare nella storia e comprenderne meglio i meccanismi: Corayne è l'unica discendente rimasta in vita di Antica Cor e la sola speranza per Allward di sopravvivere alla minaccia di Taristan. 

La ragazza è giovane, curiosa e tenuta nella città portuale che sua madre, temuta pirata, tiene sotto scacco. La sua intelligenza, la sua abilità negli affari, la sua caparbietà non le valgono il permesso della madre di partire per un'avventura e il suo animo irrequieto trova nelle parole di Dom, un immortale, l'Avo istruttore e amico del padre, una via di fuga. 
Il suo racconto è sicuramente quello più facile da leggere, più immediatamente comprensibile, non solo perchè nel target, ma perché vi ho riconosciuto la penna che mi aveva conquistata in Regina Rossa. 


Altrettanto interessanti mi sono parsi Erida, regina determinata a ottenere il rispetto che merita, non solo a esigerlo per via della sua corona; Sorasa, l'assassina reietta e Dom, l'Avo dal cuore nobile. 
Meno trasporto, sin dalle prime pagine, ho avuto per Andry, nonostante il su background sia uno dei più incisivi per la sensibilità del lettore. 

Anche l'antagonista, Taristan, a mio avviso poteva essere gestito meglio. La Aveyard è notoriamente capace di creare personaggi grigi a cui affezionarsi, ma credo che con lui - forse per il momento - non si sia impegnata abbastanza. 

La trama è sicuramente l'aspetto che mi ha convinto di più. La brama di potere, la vendetta, il trionfo del bene sul male sono temi ricorrenti negli epic fantasy e sono calibrati con destrezza per affascinare il lettore e tenerlo incollato alle pagine. 

Il romanzo ha delle buone premesse e mi ha piacevolmente intrattenuto, ma il ritmo della
narrazione è confusionario. I molteplici punti di vista sono un bene, ma ho trovati che non siano stati sempre gestiti al meglio: talvolta l'impressione è stata quella di aver spezzato una narrazione già ben indirizzata. 
Molto meglio i dialoghi e le relazioni tra i membri della spedizione: ho potuto apprezzare la sagacia di Sorasa, la fame di vita di Corayne, la forza di Erida, la nobiltà d'animo di Dom, la genuina lealtà di Andry. 

Il progetto è dunque molto ambizioso, c'è tanto da gestire e ho avuto la sensazione che qualcosa - ogni tanto - le sfuggisse di mano, ma a me è piaciuto. 
E' un libro impegnativo per i difetti e i pregi illustrati finora, ma lo consiglio non solo ai fan dell'autrice, ma anche a coloro che cercano un fantasy medievale dai connotati vintage, agli amanti di Dungeon and Dragons e ai selezionatori del genere, legati a un certo tipo di ambientazione e magia.

Verdetto: Stuzzicante (3.75)


Victoria Aveyard tra Regina Rossa e Realm Breaker

Già nella recensione, ho cercato di mettere in rilievo analogie e differenze dell'autrice nelle due serie. 
Regina Rossa è una delle serie fantasy a cui sono maggiormente affezionata, ne riconosco i difetti, soprattutto nel secondo e terzo libro, ma credo che sia un prodotto young adult ben confezionato. 
I personaggi, sia quelli principali che secondari, sono ben caratterizzati e durante l'arco narrativo crescono ed evolvono con verosimiglianza rispetto agli eventi che vivono. 
Sicuramente questo è un aspetto che ritorna in Realm Breaker: l'autrice prende in prestito una serie di categorie stereotipate ( la prescelta, l'assassina, l'immortale) e ci mette del suo. 
I più attenti avranno notato la ferrea determinazione di Evangeline in Erida o la tenace furbizia di Mare in Corayne.
Insomma, l'autrice sa come creare una squadra convincente e l'ha fatto tanto nell'una che nell'altra serie.


Escluso l'inizio un po' traballante, è stato facile riconoscere la narrazione piacevole della Aveyard, immediata e scorrevole. 
Forse la vera differenza sta nell'ambientazione: in Regina Rossa partiamo da un villaggio di palafitte e poi allarghiamo lo sguardo di libro in libro su altri regni. 
In Realm Breaker veniamo trascinati in medias res, senza particolare attenzione se non quella ai dettagli sterili, e ci spostiamo in solo 388 pagine da una città all'altra senza pazienza. 
Credo che la Aveyard abbia voluto sfidare se stessa con una storia diversa, più matura e se ne sia all'altezza, se abbia gli strumenti adatti per riuscire, dipenderà in buona parte dai prossimi romanzi della serie. 

Non perdetevi le altre recensioni e approfondimenti, in particolare vi segnalo i segnalibri scaricabili che ha creato la fantastica Ambra, già ideatrice di questi meravigliosi banner e che ringrazio di cuore. 
Un grazie sentito anche alla casa editrice Mondadori per la fiducia riposta in me come organizzatrice dell'evento e per la copia cartacea. 

See you soon, 
Cris




mercoledì 20 ottobre 2021

WWW Wednesday #72

Buongiorno lettori, come ho avuto modo di dire anche su Instagram, a Ottobre sto leggendo moltissimo perché sono tanti gli eventi a cui star dietro, oltre al fatto che ho deciso di partecipare a due gruppi di lettura. Così ho pensato di fare il punto della situazione con la rubrica più amata di sempre.


What are you currently reading? Che cosa stai leggendo?


Sto leggendo il nuovo romanzo di Victoria Aveyard, di cui avevo amato Regina Rossa e devo ammettere che è completamente diverso da ciò che mi aspettavo, non necessariamente in negativo. Sono ancora al 26%, ma finora i personaggi che hanno introdotto la storia mi sono piaciuti molto. L'autrice ha mantenuto lo stile scorrevole che la contraddistingue, seppur si sia addentrata in un mondo molto più complesso.

 What did you recently finish reading? Cosa hai appena finito di leggere?


Per il gruppo di lettura di Franci ho terminato Il sognatore di cui vi ho parlato nella recensione di lunedì. 
Invece, per il gruppo di lettura di Veronica, ho concluso ieri la rilettura de La nona casa. L'ho apprezzato più della prima volta, riconosco comunque che la prima parte del romanzo è stata molto difficile da digerire perché fin troppo densa di spiegazioni e dettagli. Alla fine del romanzo, però, tutto acquista un senso e non vedo l'ora di leggere il sequel. 

What do you think you’ll read next? Cosa pensi leggerai in seguito?


A breve comincerò Oltre il bosco di Melissa Albert, uno dei miei innumerevoli arretrati visto che la settimana prossima uscirà anche il sequel Il paese del buio. Conoscete il romanzo?


Come vi ho detto, mese impegnativo! Per la fine di ottobre leggerò anche Cemetery Boys e per il gruppo di lettura de Il dominio del fuoco - organizzato da me - sarà la volta del terzo romanzo di Sabaa Tahir, Un assassino alle porte, in attesa del finale attesissimo, Il cielo oltre la tempesta. 


E voi? Cosa state leggendo?
Scrivetemi nei commenti o lasciatemi il link ai vostri blog!
Un abbraccio, Cris













lunedì 18 ottobre 2021

Recensione: 'Il sognatore' di Laini Taylor

Buongiorno lettori, inizia una nuova settimana e ho deciso di condividere con voi per l'occasione la lettura di un romanzo davvero speciale, rimasto con me per molti giorni a seguire dopo averlo terminato. 
Sto parlando de Il sognatore di Laini Taylor che ho letto per il gruppo di lettura di Franci del blog Coffe and Books e che mi ha lasciato davvero senza parole. 


È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario: Lazlo Strange ne è sicuro, ma è anche assolutamente certo che il suo sogno sia destinato a non avverarsi mai. Orfano, allevato da monaci austeri che hanno cercato in tutti i modi di estirpare dalla sua mente il germe della fantasia, il piccolo Lazlo sembra destinato a un’esistenza anonima. Eppure il bambino rimane affascinato dai racconti confusi di un monaco anziano, racconti che parlano della città perduta di Pianto, caduta nell’oblio da duecento anni: ma quale evento inimmaginabile e terribile ha cancellato questo luogo mitico dalla memoria del mondo? I segreti della città leggendaria si trasformano per Lazlo in un’ossessione. Una volta diventato bibliotecario, il ragazzo alimenterà la sua sete di conoscenza con le storie contenute nei libri dimenticati della Grande Biblioteca, pur sapendo che il suo sogno più grande, ossia vedere la misteriosa Pianto con i propri occhi, rimarrà irrealizzato. Ma quando un eroe straniero, chiamato il Massacratore degli Dèi, e la sua delegazione di guerrieri si presentano alla biblioteca, per Strange il Sognatore si delinea l’opportunità di vivere un’avventura dalle premesse straordinarie.
Il Sognatore, primo capitolo della nuova duologia di Laini Taylor, già autrice dell’acclamata trilogia La chimera di Praga, non fa che confermarne il grande talento narrativo. In un mondo fantastico e allo stesso tempo perfettamente credibile, abitato da personaggi indimenticabili, il lettore è chiamato a seguire il sogno di Lazlo Strange, perdendosi con lui tra realtà e magia, amore e violenza, terrore e meraviglia.

La mia prima esperienza con Laini Taylor è stata tiepida: quando ho letto La Chimera di Praga, infatti, ho potuto apprezzare le doti descrittive e narrative dell'autrice ma non ho potuto dire lo stesso della trama che mi era piaciuta, ma non mi aveva entusiasmato. 
E' per questo che ho atteso tanto tempo prima di leggere Il sognatore, avevo paura di incappare in una delusione. 


Fortunatamente non è stato così, anzi, ho potuto leggere uno dei romanzi più originali e belli dell'anno. 
Lazlo è un giovane ragazzo cresciuto tra l'austerità dei monaci e la solitudine della Biblioteca, queste condizioni non hanno intaccato la sua fantasia, la sua gentilezza, ma soprattutto i suoi sogni. Cresciuto con le storie della leggendaria città di Pianto, Strange il sognatore - come tutti lo hanno soprannominato - ha coltivato negli anni frammenti di una storia che tutto il mondo sembra aver dimenticato. 

Il destino gli sorride e in città arriva il Massacratore degli dei, l'eroe di Pianto, della meravigliosa e incredibile città che finora aveva soltanto tenuto stretta nella sua immaginazione. L'opportunità è troppo ghiotta perché possa sfuggirgli e così l'orfano, il bibliotecario diventa un avventuriero e comincia il suo viaggio verso la Città Invisibile. 

Tutto questo potrebbe sembrare abbastanza se non fosse che non lo è affatto. 
Pianto è una città florida ma triste, addolorata, piegata dal passato. E conserva nell'alto dei cieli un segreto che ha dei nomi e un colore: il blu. 
Gli dei, uccisi a sorpresa, hanno lasciato dei bambini con poteri incredibili e spaventosi. Cresciuti soli, arrangiati alla bell'e meglio, questi ragazzi desiderano ardentemente vivere, crescere, amare ed essere riamati. 

Sarai, meravigliosa donna dal cuore tenero, è la controparte di Lazlo in questa storia intessuta con la leggerezza dei sogni e la magia. Impaurita ma determinata, coraggiosa e dolce, è stata una sorpresa e una agonia. Divisa tra lealtà e desiderio, stremata tra vendetta e pietà, ha rappresentato il cuore della storia. 

Questi due personaggi, da soli, sarebbero già in grado di tenere in piedi la storia ma la Taylor
ha fatto di più. Ha delineato gli altri personaggi con la stessa generosità e profondità e ha creato un mondo incredibile, ricco di fiabe, miti e leggende. Un ambiente florido di magia, una realtà onirica e appassionante.
Il suo stile che, nelle prime pagine, può apparire pedante e lento, in realtà si dimostra ricco, denso di descrizioni evocative, scattante e dinamico. Una volta che la storia prende il volo, il lettore è come catturato da una falena, non può e non vuole farne a meno. 

E' un libro scritto per gli ardenti di cuore, per coloro che non smettono di cercare il quid pluris che governa la loro vita. E' un romanzo pensato per gli avidi di sapere, per i lettori, per coloro che non si accorgono della fame, della sete perché il loro spirito si spinge volando in terre sconosciute senza aver bisogno di altro. E' un racconto che parla d'amore e di famiglia, è una storia per ultimi romantici. 


                                                        Verdetto: Assuefatto

Voi avete letto Il sognatore? Cosa ne pensate? Vi è piaciuto quanto a me?
Baci, 
Cris



sabato 16 ottobre 2021

Review Party: 'The Hawthorne Legacy' di Jennifer Lynn Barnes


Buongiorno lettori, buon sabato! So che molti di voi saranno al Salone del libro ( e non sapete quanto vorrei essere lì) ma non vedevo l'ora di parlarvi di un seguito speciale che ho divorato in un solo pomeriggio. Sto parlando di The Hawthorne Legacy di Jennifer Lynn Barnes. 


Dopo aver ricevuto inaspettatamente l'eredità di Tobias Hawthorne, Avery sta vivendo una nuova vita che mai avrebbe immaginato per sé: paparazzi, schiere di addetti alla sicurezza, una dimora immensa e tentacolare piena di tranelli e più denaro di quanto sia concepibile. Eppure, nella sua mente aleggia una sola domanda: perché io? Ed è per darsi una risposta che si ritrova invischiata in una caccia al tesoro letale a fianco dei quattro fratelli Hawthorne, che a volte paiono alleati, a volte temibili sfidanti sempre un passo avanti a tutti. Indovinello dopo indovinello, segreto dopo segreto, Avery è sempre più combattuta tra due dei ragazzi, Grayson e Jameson. Se il primo la attrae perché è razionale e responsabile, il secondo le piace per il motivo opposto, ovvero perché è folle e sempre pronto a correre rischi. Mentre minacce e pericoli sembrano celarsi dietro ogni angolo, Avery scoprirà qual è il legame tra lei e gli Hawthorne? E, soprattutto, riuscirà a capire a quale dei fratelli donare il suo cuore?

Alla fine di The Inheritance Games, grazie alle abilità deduttive di Avery e dei fratelli Hawthorne, avevamo scoperto perché il patriarca aveva scelto questa giovane ragazza come ereditiera. 
Avery è stata la chiave per riavvicinare Jameson e Grayson tra cui si era aperto un baratro a causa di Emily, l'oggetto del loro amore. 

Ma non è certo l'unico mistero da svelare. 
La magione degli Hawthorne è un vero rompicapo e basteranno poche pagine per essere trascinati in un nuovo gioco: Toby è ancora vivo? E perchè non vuole farsi trovare?

Le domande si accavallano pagina dopo pagina alla ricerca affannosa di una risposta. 
In che modo sono legati Avery e Toby, l'uomo con cui per un anno ha giocato a scacchi dalla morte della madre? E perchè i Laughin sembrano rispuntare di volta in volta al momento meno opportuno?

E' chiaro che i fili dei giovani rampolli e quella di Emily e Rebecca sono collegati non solo da un triangolo amoroso finito in tragedia, ma piuttosto da oscuri segreti celati per anni. 

Ho amato questo romanzo perchè nonostante l'interesse di Avery oscilli tra Jameson e Grayson, non diventa mai preponderante nella storia. 
Gran parte del racconto, infatti, si dipana tra passato e presente per comprendere i retroscena della vita di Toby, Zara e Skye.
Ciascuna scoperta avvicina il lettore a tutti i personaggi, anche quelli finora apparsi come secondari, come antagonisti. 

In ogni caso il mio reale apprezzamento, oltre che per Avery, va a colui che tiene i fili della matassa. Il vecchio, come amorevolmente viene chiamato in famiglia, è stato un uomo astuto, forte, determinato ma non si è rivelato essere un buon padre. 
Tutto ciò che ha donato ai suoi figli è stato troppo o troppo poco, creando dissapori, rabbia e rancore. 

Devo ammettere che nonostante sia un personaggio grigio, il fatto che abbia lasciato così tanti indizi e messaggi per la sua famiglia, me lo ha reso caro notevolmente. 

La presenza di Toby e Tobias si sente e forse a farne le spese sono i protagonisti reali del romanzo, Avery Jameson e Grayson. 
Il mio adorato dagli occhi grigi compare sulla scena un paio di volte, assumendo un'aria scontrosa e protettiva e celando i suoi veri sentimenti. 
Jameson, al contrario, è ovunque ed è il personaggio che, a mio avviso, ha ricevuto una maggiore evoluzione: da doppiogiochista ad alleato prezioso, da flirt passeggero ad amore reale - quest'ultimo aspetto mi ha provocato un po' di dispiacere -. 
Avery si dimostra decisa e resiliente, specie per ciò che riguarda le rivelazioni che colpiranno la sua famiglia e la sua persona. L'unico aspetto che proprio non riesce ad andarmi giù è che talvolta pecca di egoismo: nei confronti di Max, la sua meravigliosa migliore amica o di sua sorella. 

Questo forse è davvero l'unico spunto negativo in un mistery che non soffre minimamente della sindrome da secondo libro e che offre al lettore più domande che risposte. 
Sono in folle attesa di The final gambit e non posso non consigliare questa storia a chiunque perché è leggera, appassionante e dinamica. 

Verdetto: Assuefatto!

Un ringraziamento speciale ad Ambra per aver organizzato l'evento e per i bellissimi banner e un grazie alla casa editrice per la copia in anteprima, è stato un viaggio meraviglioso. 
Vi raccomando, leggete anche le recensioni delle mie amiche blogger!




lunedì 11 ottobre 2021

Review Party: 'La corte dei miracoli' di Kester Grant

Buongiorno lettori, come va? Oggi vi racconterà una storia che forse suona familiare, un racconto di povertà, paura e libertà, una passeggiata tra i vicoli di una Parigi rivoluzionaria. 



Dopo il fallimento della Rivoluzione e l’uccisione di tutti i rivoluzionari, Parigi è una città divisa in due. Accanto al reticolo di viali severi, fiancheggiati da bossi e frequentati dall’aristocrazia, prospera infatti una giungla tenebrosa popolata da sciami di mendicanti, ladri ed emarginati, teatro di crimini e miseria, un luogo oscuro e senza leggi. Qui il potere è gestito dai Miserabili, una formidabile corte di criminali divisi in nove corporazioni, chiamata la Corte dei Miracoli.

Membro della Corporazione dei Ladri, Nina Thénardier può rubare qualunque cosa a chiunque. La ragazza, soprannominata la Gatta Nera, ha sfidato la sorte così tante volte da essere quasi diventata una leggenda tra i Miserabili. Eppure questo non sembra contare molto quando, ancora una volta, la sua strada si incrocia con quella di Lord Kaplan, detto Tigre, feroce capo della Corporazione della Carne. L’uomo ha messo gli occhi sulla sorella della giovane ladra e, si sa, nessuno è mai riuscito a impedirgli di ottenere ciò che vuole. Non ci è mai riuscita la Corte dei Miracoli, come potrebbe farlo Nina, sveglia certo, ma comunque una ragazza, minuta per di più?
Di due cose, però, Tigre non ha tenuto conto. La prima è una regola inviolabile per tutti i Miserabili: mai, mai rubare a una ladra. E la seconda è che, quando si tratta di proteggere chi amano, le gatte sono capaci di mostrare denti e artigli e di diventare decisamente pericolose…
Ispirandosi a due capolavori della letteratura di tutti i tempi, I miserabili di Victor Hugo e Il libro della giungla di Rudyard Kipling, Kester Grant tesse un’ammaliante storia di crudeltà, passione e vendetta che, attraverso le vicende della protagonista, condurrà i lettori nel ventre più oscuro di Parigi, passando per la sfavillante corte di Francia per abbracciare l’alba di una nuova rivoluzione.

Trasportati in un mondo ucronico in cui la Rivoluzione francese è fallita e i nobili sono arroccati nelle Tuileries mentre i poveri e i balordi sono affamati dalla carestia e dalla malattia, Eponine, detta Nina, è l'emblema della forza e del coraggio mentre cerca di salvare le sue sorelle e se stessa. 

Trascinata fuori di casa con il buio poco più che bambina e trasformata in una Gatta, una ladra talentuosa per la Gilda di Tomasis, signore della Corporazione, Nina dedica la sua vita e le sue forze instancabili al bene di Ettie, sua sorella adottiva, dai boccoli biondi e il viso grazioso.
La vita di Ettie e quella di Azelma, la sorella di sangue che si è sacrificata per lei, sono messe in pericolo dal terribile Lord Kaplan, un uomo bestiale, Tigre, Signore della Gilda dei Carnefici.

Nina è astuta, coraggiosa, testarda e leale: farebbe tutto ciò che è in suo potere per salvare la sua famiglia, per salvare finanche la Corte dei Miracoli. 
La cosa che ho adorato di lei è che non fa nulla per sè, per il suo benessere o per il proprio tornaconto, ma è spinta da un profondo senso di appartenenza. 

Nina è figlia della Città, è parte di Parigi.
Ne parla come un'entità reale, che può ascoltare e da cui può trarre consiglio e giovamento. E' una ragazzina tutta ossa, non particolarmente affascinante, ma ha un cervello fine e ingegnoso e ha un cuore pulsante, vero.
Forse il suo personaggio è modellato su un'eccessiva perfezione, ma questo non mi ha disturbato perché l'autrice è riuscita a farmi sentire in perfetta sintonia con lei, con i suoi pensieri e le sue emozioni. Se fossi stata al suo posto, avrei fatto lo stesso. Mi sarei battuta con lo stesso indomito fervore.

Parigi è sempre bella, ma qui, mentre camminiamo accanto a bambini cenciosi e passeggiamo tra liquami viscidi, mentre è preda di sofferenza, fame e povertà, assume connotati oscuri, ambigui. I padroni di questa realtà sono i signori delle Gilde. 

Le Gilde sono affascinanti: sono luoghi in cui i crimini più efferati e le persone più pericolose sono salutate come vecchi amici. Per ogni offesa, c'è un tributo da pagare. Per ogni figlio, c'è un signore a cui rispondere. E' la legge del taglione, è la legge della cooperazione.
  Tuttavia non vengono approfondite tutte allo stesso modo. 
Sappiamo di più, per ovvi motivi, della Gilda dei ladri a cui Nina appartiene, conosciamo Orso, il Signore dei morti e i suoi Fantasmi, ci interfacciamo sgradevolmente con quella dei Carnefici. 
Gli Assassini, i Parolieri e tutte le altre purtroppo restano sullo sfondo. 
Persino lo scarso ruolo dei Viandanti Diurni soffre di alcune lacune.

Naturalmente non è da considerare necessariamente un difetto, l'autrice non poteva descrivere minuziosamente tutte le corporazioni, ma ammetto che mi sarebbe piaciuto avere un assaggio maggiore di questo aspetto incredibilmente originale della storia. 

Il romanzo mi ha colpito, è scritto in maniera semplice, senza pretese, l'idea e i personaggi sono dinamici, portati avanti con intriganti misteri e affascinanti sotterfugi. Pagina dopo pagina, mi chiedevo cosa sarebbe accaduto e cosa avrebbe fatto Nina.

Ho adorato la divisione del romanzo, il font utilizzato per raccontare delle storie che Nina ha ascoltato da sua sorella e che ella stessa racconta a Ettie.
Forse è questo che mi ha colpito davvero, il fatto che un romanzo come questa sembra proprio una storia perfetta da raccontare accanto al fuoco, con una cioccolata tra le mani. 

Signori, quindi, addentratevi nella Corte dei Miracoli, togliete il velo che copre gli occhi e ascoltate il richiamo della Città!

Verdetto: Dipendente!



Seguite anche le recensioni delle altre ragazze! Intanto grazie alla casa editrice per la copia n anteprima e ad Ambra per aver organizzato l'evento 
Baci, 
Cris











martedì 5 ottobre 2021

Recensione: 'Ragazza, serpente e spina' di Melissa Bashardoust

Buongiorno lettori, oggi esce per la Oscar Vault un nuovo fantasy standalone, Ragazza, serpente, spina di Melissa Bashardoust. 
Parliamone insieme!

C'era e non c'era una volta − così cominciano sempre le fiabe − una principessa destinata ad avvelenare chiunque la toccasse. Ma per Soraya, tenuta nascosta fin dalla nascita, cresciuta lontana dalla sua famiglia, al sicuro solo nel suo giardino, questa non è soltanto una fiaba. All'approssimarsi delle nozze del suo gemello, Soraya deve decidere se uscire allo scoperto per la prima volta. Nelle segrete del palazzo una div, una demone, potrebbe avere le risposte che sta cercando, la chiave per ottenere la libertà. Al di fuori c'è un giovane uomo che non teme la principessa, nei cui occhi non si legge paura, ma profonda comprensione di chi lei sia veramente, oltre la maledizione e il veleno. Soraya pensava di sapere quale fosse il suo posto nel mondo, ma quando le sue scelte portano a conseguenze inimmaginabili, inizia a chiedersi chi sia davvero e cosa stia diventando: una donna o una demone? Una principessa o un mostro?

C'era e non c'era un libro dalle ottime premesse. 
C'era una principessa maledetta da un veleno letale, il suo desiderio di amare ed essere riamata, la voglia di sapere com'è far davvero parte di una famiglia. 
C'era tutto questo eppure non c'era qualcosa di più. 

Soraya è una ragazza giovane che ha vissuto per tutta la sua vita nascosta agli occhi della gente, tenuta nascosta come un segreto di cui vergognarsi, sottratta al calore della propria famiglia, del proprio popolo e degli amici. 
E' una principessa triste, sola, ma soprattutto arrabbiata. 

Ed è la rabbia, la vendetta che in un certo modo rappresentano il filo conduttore di questa storia: liberarsi del veleno, sottrarsi alla maledizione a qualunque costo è il suo unico chiodo fisso. 
Mentre il palazzo si prepara al matrimonio di suo fratello, lo shah Sorush, con la sua amica d'infanzia Leilah, Soraya incontra Azad e in lui riconosce un'anima affine, avverte il suo calore, il suo sostegno e si concede di credere che l'amore sia destinato anche a lei. 

Insieme, tra passaggi segreti e torri funebri, cercheranno la soluzione alla maledizione della principessa, scatenando invece una serie di eventi che costringeranno Soraya a chiedersi chi è davvero: una ragazza o un mostro?

Questo romanzo è costruito bene stilisticamente, è scorrevole, gradevole e intrigante. 
Tuttavia, come capita spesso con gli standalone, non c'è stata una profonda ed equilibrata caratterizzazione dei personaggi secondari. 
E' Soraya a raccontare la storia, è lei ad essere vittima e carnefice, veleno e rimedio, guerra e pace. E' attraverso di lei che conosciamo Sorush, il fratello distaccato, Leilah, il suo primo amore, Tamimeh, la madre intrepida e bellissima. 
Soprattutto è lei a decidere la direzione del lettore: stretti tra la div Parvaneh e il machiavellico Azad, seguiamo la sua evoluzione sbaglio dopo sbaglio. 

Soraya, infatti, non è una protagonista semplice, è un personaggio grigio, una giovane vissuta in uno stato di così dolorosa frustrazione da commettere continui errori di giudizio. 
Le sue valutazioni sono dettate dalla paura o dalla rabbia e per questo mancano di lucidità. 
Tuttavia, il suo percorso è in salita. 
Correndo rischi, arrendendosi al suo potere, Soraya diventa ciò che è davvero destinata ad essere: un simbolo di potere, una protettrice, una entità nuova e speciale. 

Così, con forza e spirito di sacrificio, otterrà una famiglia e l'amore che ha sempre desiderato. 

Se Soraya è assolutamente un punto a favore del romanzo, non posso dire lo stesso dei suoi interessi amorosi. 
Sono appena accennati, poco caratterizzati e molto frettolosi.
Se da un lato, era facile comprendere perché si legasse tanto facilmente, dall'altro ha provocato in me non più che qualche sensazione tiepida.
E' stato sicuramente frustrante perché sia l'uno che l'altra rappresentavano chiavi di volta della storia e avrebbero dovuto essere caratterizzati quanto Soraya. 

L'antagonista mi è piaciuto molto, l'ho trovato perfetto per il ruolo: malvagio ma non crudele, umano e demone allo stesso tempo. Incapace di arrendersi, determinante nelle scelte, per certi aspetti ingenuo. Un essere grigio che non potrà non provocare simpatia. 

Il finale è perfetto per il vissuto di Soraya, giusto e reverenziale, anche se ho avuto la sensazione che la scrittrice avesse fretta di concludere. 

Sicuramente queste piccole pecche si fanno sentire, ma la storia è comunque apprezzabile e tiene compagnia, soprattutto perché è qualcosa di nuovo e originale. 
L'autrice ha poi messo un glossario finale su alcuni elementi della mitologia e lingua persiana che mi hanno affascinato. Ci sono tanti riferimenti alla religione, al folklore e alla storia persiana, segno di un grande rispetto verso questa cultura.
Credo che possa fare la differenza nella rappresentazione del mito avere più libri così. 

Verdetto: Stuzzicante (3.75)


Ringrazio Nia, amministratrice del blog Reine des livres, per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia digitale. Seguite le altre recensioni e se lo avete letto, fatemi sapere cosa ne pensate!
Baci, 
Cris