Buongiorno lettori, oggi esce per la Oscar Vault un nuovo fantasy standalone, Ragazza, serpente, spina di Melissa Bashardoust.
Parliamone insieme!
C'era e non c'era una volta − così cominciano sempre le fiabe − una principessa destinata ad avvelenare chiunque la toccasse. Ma per Soraya, tenuta nascosta fin dalla nascita, cresciuta lontana dalla sua famiglia, al sicuro solo nel suo giardino, questa non è soltanto una fiaba. All'approssimarsi delle nozze del suo gemello, Soraya deve decidere se uscire allo scoperto per la prima volta. Nelle segrete del palazzo una div, una demone, potrebbe avere le risposte che sta cercando, la chiave per ottenere la libertà. Al di fuori c'è un giovane uomo che non teme la principessa, nei cui occhi non si legge paura, ma profonda comprensione di chi lei sia veramente, oltre la maledizione e il veleno. Soraya pensava di sapere quale fosse il suo posto nel mondo, ma quando le sue scelte portano a conseguenze inimmaginabili, inizia a chiedersi chi sia davvero e cosa stia diventando: una donna o una demone? Una principessa o un mostro?
C'era e non c'era un libro dalle ottime premesse.
C'era una principessa maledetta da un veleno letale, il suo desiderio di amare ed essere riamata, la voglia di sapere com'è far davvero parte di una famiglia.
C'era tutto questo eppure non c'era qualcosa di più.
Soraya è una ragazza giovane che ha vissuto per tutta la sua vita nascosta agli occhi della gente, tenuta nascosta come un segreto di cui vergognarsi, sottratta al calore della propria famiglia, del proprio popolo e degli amici.
E' una principessa triste, sola, ma soprattutto arrabbiata.
Ed è la rabbia, la vendetta che in un certo modo rappresentano il filo conduttore di questa storia: liberarsi del veleno, sottrarsi alla maledizione a qualunque costo è il suo unico chiodo fisso.
Mentre il palazzo si prepara al matrimonio di suo fratello, lo shah Sorush, con la sua amica d'infanzia Leilah, Soraya incontra Azad e in lui riconosce un'anima affine, avverte il suo calore, il suo sostegno e si concede di credere che l'amore sia destinato anche a lei.
Insieme, tra passaggi segreti e torri funebri, cercheranno la soluzione alla maledizione della principessa, scatenando invece una serie di eventi che costringeranno Soraya a chiedersi chi è davvero: una ragazza o un mostro?
Questo romanzo è costruito bene stilisticamente, è scorrevole, gradevole e intrigante.
Tuttavia, come capita spesso con gli standalone, non c'è stata una profonda ed equilibrata caratterizzazione dei personaggi secondari.
E' Soraya a raccontare la storia, è lei ad essere vittima e carnefice, veleno e rimedio, guerra e pace. E' attraverso di lei che conosciamo Sorush, il fratello distaccato, Leilah, il suo primo amore, Tamimeh, la madre intrepida e bellissima.
Soprattutto è lei a decidere la direzione del lettore: stretti tra la div Parvaneh e il machiavellico Azad, seguiamo la sua evoluzione sbaglio dopo sbaglio.
Soraya, infatti, non è una protagonista semplice, è un personaggio grigio, una giovane vissuta in uno stato di così dolorosa frustrazione da commettere continui errori di giudizio.
Le sue valutazioni sono dettate dalla paura o dalla rabbia e per questo mancano di lucidità.
Tuttavia, il suo percorso è in salita.
Correndo rischi, arrendendosi al suo potere, Soraya diventa ciò che è davvero destinata ad essere: un simbolo di potere, una protettrice, una entità nuova e speciale.
Così, con forza e spirito di sacrificio, otterrà una famiglia e l'amore che ha sempre desiderato.
Se Soraya è assolutamente un punto a favore del romanzo, non posso dire lo stesso dei suoi interessi amorosi.
Sono appena accennati, poco caratterizzati e molto frettolosi.
Se da un lato, era facile comprendere perché si legasse tanto facilmente, dall'altro ha provocato in me non più che qualche sensazione tiepida.
E' stato sicuramente frustrante perché sia l'uno che l'altra rappresentavano chiavi di volta della storia e avrebbero dovuto essere caratterizzati quanto Soraya.
L'antagonista mi è piaciuto molto, l'ho trovato perfetto per il ruolo: malvagio ma non crudele, umano e demone allo stesso tempo. Incapace di arrendersi, determinante nelle scelte, per certi aspetti ingenuo. Un essere grigio che non potrà non provocare simpatia.
Il finale è perfetto per il vissuto di Soraya, giusto e reverenziale, anche se ho avuto la sensazione che la scrittrice avesse fretta di concludere.
Sicuramente queste piccole pecche si fanno sentire, ma la storia è comunque apprezzabile e tiene compagnia, soprattutto perché è qualcosa di nuovo e originale.
L'autrice ha poi messo un glossario finale su alcuni elementi della mitologia e lingua persiana che mi hanno affascinato. Ci sono tanti riferimenti alla religione, al folklore e alla storia persiana, segno di un grande rispetto verso questa cultura.
Credo che possa fare la differenza nella rappresentazione del mito avere più libri così.
Verdetto: Stuzzicante (3.75)
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