Buon pomeriggio lettori, scusate il ritardo con cui posto ma sono stata molto impegnata con il corso per magistratura. Il 19 ottobre è uscito per la Mondadori Il regno delle ceneri, nuovo romanzo epic fantasy di Victoria Aveyard.
Un'oscura presenza si sta facendo largo nel Regno di Allward. La percepisce persino Corayne, figlia della pirata Meliz an-Amarat, che pure è costretta dalla madre a vivere in uno sperduto e tranquillo villaggio sulla costa, mentre sogna un futuro pieno di avventure per mare. Quel che Corayne ancora non sa è che il destino sta per bussare alla sua porta. La sua esistenza, infatti, viene sconvolta il giorno in cui un Avo, creatura mitica e immortale, e un'assassina letale come poche altre al mondo, le fanno visita. I due hanno affrontato un viaggio pericoloso per trovarla e per chiederle aiuto. Un uomo assetato di potere, infatti, sta mettendo insieme un esercito mai visto prima ed è più che mai determinato a sradicare le fondamenta del loro mondo per ridurlo in cenere. Con il cuore ricolmo di veleno e la mano armata da una spada rubata, e potentissima, è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Solo Corayne può fermarlo. Perciò la ragazza, accompagnata da un improbabile e riluttante gruppo di alleati, uno scudiero, un immortale, un'assassina e una strega, si avventura in una missione disperata. Ma proprio nel caricarsi il destino del mondo sulle spalle, imboccherà la strada per trovare finalmente se stessa e scoprire la magia che le scorre nelle vene.
La Aveyard ha affrontato una nuova sfida: pur rimanendo nel mondo young adult, si è spostata in un genere notoriamente complesso da costruire e sviluppare, soprattutto quando alle spalle ci sono grandi nomi come Tolkien.
L'epic fantasy, per la sua composizione, ha bisogno di un mondo articolato ma comprensibile, di personaggi diversificati e ben caratterizzati e di una buona trama.
L'autrice è stata in grado di elaborare e fare propri questi tre criteri?
La risposta è a tratti.
Il worldbuilding è vasto e articolato, si estende - a seguire la mappa - dai ghiacciai e la tundra alle terre semidesertiche, circondato da lunghe distese d'acqua.
Questa composizione era nell'intento dell'autrice l'espressione necessaria per creare un gruppo di personaggi eterogenei e inclusivi.
La storia comincia con un prologo molto difficile, pieno di dettagli che, privo di strumenti adatti, il lettore non può comprendere.
La sensazione che si prova è quella di uno spaesamento perché l'autrice è prodiga di dettagli e descrizioni anche cruente.
Subito dopo però, attraverso vari punti di vista, possiamo entrare nella storia e comprenderne meglio i meccanismi: Corayne è l'unica discendente rimasta in vita di Antica Cor e la sola speranza per Allward di sopravvivere alla minaccia di Taristan.
La ragazza è giovane, curiosa e tenuta nella città portuale che sua madre, temuta pirata, tiene sotto scacco. La sua intelligenza, la sua abilità negli affari, la sua caparbietà non le valgono il permesso della madre di partire per un'avventura e il suo animo irrequieto trova nelle parole di Dom, un immortale, l'Avo istruttore e amico del padre, una via di fuga.
Il suo racconto è sicuramente quello più facile da leggere, più immediatamente comprensibile, non solo perchè nel target, ma perché vi ho riconosciuto la penna che mi aveva conquistata in Regina Rossa.
Altrettanto interessanti mi sono parsi Erida, regina determinata a ottenere il rispetto che merita, non solo a esigerlo per via della sua corona; Sorasa, l'assassina reietta e Dom, l'Avo dal cuore nobile.
Meno trasporto, sin dalle prime pagine, ho avuto per Andry, nonostante il su background sia uno dei più incisivi per la sensibilità del lettore.
Anche l'antagonista, Taristan, a mio avviso poteva essere gestito meglio. La Aveyard è notoriamente capace di creare personaggi grigi a cui affezionarsi, ma credo che con lui - forse per il momento - non si sia impegnata abbastanza.
La trama è sicuramente l'aspetto che mi ha convinto di più. La brama di potere, la vendetta, il trionfo del bene sul male sono temi ricorrenti negli epic fantasy e sono calibrati con destrezza per affascinare il lettore e tenerlo incollato alle pagine.
Il romanzo ha delle buone premesse e mi ha piacevolmente intrattenuto, ma il ritmo della
narrazione è confusionario. I molteplici punti di vista sono un bene, ma ho trovati che non siano stati sempre gestiti al meglio: talvolta l'impressione è stata quella di aver spezzato una narrazione già ben indirizzata.
narrazione è confusionario. I molteplici punti di vista sono un bene, ma ho trovati che non siano stati sempre gestiti al meglio: talvolta l'impressione è stata quella di aver spezzato una narrazione già ben indirizzata.
Molto meglio i dialoghi e le relazioni tra i membri della spedizione: ho potuto apprezzare la sagacia di Sorasa, la fame di vita di Corayne, la forza di Erida, la nobiltà d'animo di Dom, la genuina lealtà di Andry.
Il progetto è dunque molto ambizioso, c'è tanto da gestire e ho avuto la sensazione che qualcosa - ogni tanto - le sfuggisse di mano, ma a me è piaciuto.
E' un libro impegnativo per i difetti e i pregi illustrati finora, ma lo consiglio non solo ai fan dell'autrice, ma anche a coloro che cercano un fantasy medievale dai connotati vintage, agli amanti di Dungeon and Dragons e ai selezionatori del genere, legati a un certo tipo di ambientazione e magia.
Verdetto: Stuzzicante (3.75)
Victoria Aveyard tra Regina Rossa e Realm Breaker
Già nella recensione, ho cercato di mettere in rilievo analogie e differenze dell'autrice nelle due serie.
Regina Rossa è una delle serie fantasy a cui sono maggiormente affezionata, ne riconosco i difetti, soprattutto nel secondo e terzo libro, ma credo che sia un prodotto young adult ben confezionato.
I personaggi, sia quelli principali che secondari, sono ben caratterizzati e durante l'arco narrativo crescono ed evolvono con verosimiglianza rispetto agli eventi che vivono.
Sicuramente questo è un aspetto che ritorna in Realm Breaker: l'autrice prende in prestito una serie di categorie stereotipate ( la prescelta, l'assassina, l'immortale) e ci mette del suo.
I più attenti avranno notato la ferrea determinazione di Evangeline in Erida o la tenace furbizia di Mare in Corayne.
Insomma, l'autrice sa come creare una squadra convincente e l'ha fatto tanto nell'una che nell'altra serie.
Escluso l'inizio un po' traballante, è stato facile riconoscere la narrazione piacevole della Aveyard, immediata e scorrevole.
Forse la vera differenza sta nell'ambientazione: in Regina Rossa partiamo da un villaggio di palafitte e poi allarghiamo lo sguardo di libro in libro su altri regni.
In Realm Breaker veniamo trascinati in medias res, senza particolare attenzione se non quella ai dettagli sterili, e ci spostiamo in solo 388 pagine da una città all'altra senza pazienza.
Credo che la Aveyard abbia voluto sfidare se stessa con una storia diversa, più matura e se ne sia all'altezza, se abbia gli strumenti adatti per riuscire, dipenderà in buona parte dai prossimi romanzi della serie.
Non perdetevi le altre recensioni e approfondimenti, in particolare vi segnalo i segnalibri scaricabili che ha creato la fantastica Ambra, già ideatrice di questi meravigliosi banner e che ringrazio di cuore.
Un grazie sentito anche alla casa editrice Mondadori per la fiducia riposta in me come organizzatrice dell'evento e per la copia cartacea.
See you soon,
Cris
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