giovedì 28 luglio 2022

Review Party: 'Twin Crowns' di Catherine Doyle e Katherine Webber

 Buongiorno lettori, in occasione del review party organizzato da Franci di Coffee and Books, che ringrazio infinitamente, potrò raccontarvi di questo libro per ragazzi che mi ha chiamato subito, sia per la copertina che per la trama. Si tratta di Twin Crowns di Catherine Doyle e Katherine Webber.


Wren Greenrock sa da sempre di avere una gemella e di essere destinata a rubarle il trono. Solo così può raggiungere il suo obiettivo: vendicare l'omicidio dei genitori e porre fine alla guerra contro le streghe tra le quali è cresciuta. La principessa Rose Valhart, invece, sa solo una cosa: dal potere derivano enormi responsabilità, è quindi per il bene del regno e per annientare le streghe che diciotto anni prima hanno assassinato i suoi genitori, che ha stretto un'alleanza con il feroce regno di Gevra, promettendosi in sposa al fratello del re. Il momento è giunto, Rose viene rapita e Wren prende il suo posto a palazzo. Dovrà ingannare tutti per ottenere la corona, ma un crudele intrigo e la tentazione di un amore impossibile rischieranno di mandare a monte i suoi piani, mentre Rose, decisa a diventare regina costi quel che costi, tentennerà davanti a una vita di emozioni che non credeva possibile. Mentre il giorno dell'incoronazione si avvicina ed entrambe rivendicano il proprio diritto al trono, il sinistro Veciré è ben determinato a farle fallire. Le sorelle dovranno scegliere per cosa combattere, perché allearsi o scontrarsi può fare la differenza tra la vita e la morte. Chi alla fine salirà al potere e indosserà la corona?

Rose e Wren non potrebbero essere più diverse: allevata da sola una, cresciuta dalle streghe l'altra. 

Principessa nei modi e nel cuore, Rose è una ragazzina che vive ogni giorno in attesa di nuove avventure, confidando nel potere che le darà l'incoronazione. 
Strega incantatrice e vendicatrice, Wren si introduce nel castello e con un piccolo aiuto rapisce Rose e prende il suo posto nella vita di corte. 
Entrambe vogliono la corona, entrambe hanno sangue reale eppure davanti a un nemico comune, dovranno fare gioco di squadra. 

La storia alterna i due punti di vista e consente al lettore di farsi un'idea precisa delle due sorelle, dei loro caratteri, del loro vissuto. 
Wren è stata cresciuta con la consapevolezza di dover salvare le streghe come lei, come sua nonna, vendicare la morte becera dei suoi genitori e condurre Eana a una nuova età di prosperità e pace. 
Rose, invece, è cresciuta nel castello sola, con solo pochi amici su cui contare mentre il Vecirè si prendeva cura di lei e del regno, o per meglio dire, ne usurpava il trono. 
Questo passato caratterizza le due protagoniste in modo netto, tanto più è sfacciata e sguaiata Wren, tanto più è elegante e testarda Rose. 
Sicuramente l'approfondimento dedicato ai personaggi è importante perchè consente di distinguere le ragazze e orientare la preferenza del lettore. 

Le autrici hanno giocato bene sul sistema magico, spiegandone i confini, ma lasciando alcune rivelazioni sul finale. Eana aveva la magia ed era unica, potente, ineguagliabile. 
Una volta divisa, la magia però diventa una debolezza, un pericolo. Chiunque la pratichi, è messo a morte. 
Altro aspetto che ha dato il tocco in più alla lettura è stata la costruzione delle ship. 
Per quanto assai prevedibili, le coppie sono ben bilanciate, sono accattivanti, passionali e romantiche. 
La mia preferenza spiccata è per Rose, di cui ho apprezzato l'evoluzione. Difatti, all'inizio del libro, trovavo irritanti entrambe ma il modo di Rose di reagire da sciocca, mi avevo fatto arrabbiare. Per fortuna, Rose mostra presto compassione, coraggio, lealtà, generosità e amore. 
Mi è entrata nel cuore, soprattutto per la dolce passione che sviluppa con uno degli altri personaggi. 
Anche per Wren le cose si fanno difficili quanto a sentimenti, visto che ha giurato di non innamorarsi mai. In realtà, Wren è solo una ragazzina a cui è stato insegnato che la vendetta va esercitata ora e subito. 
Come per Rose, la maturazione durante il libro si percepisce e la patina di strafottenza sparisce per permettere di mettere a nudo l'anima sfrontata e pericolosa di Wren. 
Il finale del romanzo è piuttosto veloce e su taluni episodi, su cui magari sarebbe stato meglio restare per un po', avrei voluto leggere ancora e continuare a sapere della sorte delle ragazze. 

Insomma, come avrete capito, Twin Crowns mi ha davvero stregata. Non solo non sono stata capace di trovargli alcun difetto, ma è stato in grado di farmi empatizzare con Wren e Rose, catapultandomi nella storia.




Verdetto: Dipendente (4.5 cuoricini)








venerdì 22 luglio 2022

Tre motivi per leggere la dilogia di Bianca Marconero - in collab con We found wonderland in books

Buongiorno lettori! Io e Silvy del blog We found wonderland in books facciamo parte delle Bianca's Ultras, fedeli e accanite fan di Bianca Marconero. Per questo motivo, abbiamo deciso di unire le forze per festeggiare la pubblicazione di Dillo alla Pioggia e Cuore di Neve, i libri dei Serristori Junior, la conclusione di una serie iniziata ormai anni fa, che ha conquistato migliaia di lettori e raccontarvi perché proprio non potete perdervi questi romanzi!



I miei tre motivi
1) La capacità di descrivere le relazioni.
Bianca ha un modo di raccontare l'amore, la famiglia, l'amicizia, che è allo stesso tempo intenso eppure reale. Quando ti butti nelle sue pagine, grazie a un indubbio talento nell'usare le parole, tutto ciò che accade ti sembra travolgente e non puoi che sentire a pieno tutto ciò che accade nel romanzo. 

2) I personaggi maschili.
Che si tratti di Niccolò o di Jacopo, di Brando o di Alex, di Fosco o Marco, i personaggi maschili dell'autrice hanno una dimensione tridimensionale. 
Hanno pregi e difetti chiari, nitidi, il che consente, soprattutto in letture crossover come questa di riuscire sempre a distinguerli, di riconoscerli nella loro interezza, di comprenderli e di sapere prima di loro stessi cosa faranno e quale emozione li spingerà in quella direzione.
Senza contare che, i suoi personaggi maschili, pur non essendo sempre 'bravi ragazzi', non sono mai espressione di una mascolinità tossica, ma sono pronti a sostenere, supportare e sacrificarsi per la persona che amano. 

3) L'intreccio mai banale. 
Sia in Dillo alla pioggia che in Cuore di Neve, succedono molte cose, a volte nella coppia, più spesso nell'intera famiglia. 
Questo modo di gestire molti personaggi, la capacità di tenere le fila delle vite di tanti soggetti, senza per questo appiattirli l'uno sull'altro, è un talento ineguagliabile. 
Pur essendo difficile scrivere libri corposi, l'autrice ha accettato la sfida senza tirarsi indietro e si è dimostrata capace di superare tutti i limiti di una storia d'amore.


                                                             I tre motivi di Silvy

1)Stile. Innanzitutto, i libri di Bianca si divorano in un giorno, e questa serie non è da meno: ormai, ogni volta che deve uscire un suo romanzo, io so già che per un paio di giorni non vorrò far altro che leggerlo. E non importa quante pagine abbia, se 200 o 600, sono certa che massimo in 48 ore l'avrò terminato. Lo stile semplice ma accattivante, con l'aggiunta di molti colpi di scena e cliffhanger alla fine dei capitoli, rendono i suoi libri super scorrevoli e impossibili da chiudere. Senza contare il fatto che sono ricchi di citazioni bellissime da sottolineare ed evidenziare, e sono anche perfetti per uscire dal blocco del lettore, perché una volta terminati ne vorreste subito un altro!

 

2)Personaggi. Quello che adoro dei personaggi creati da Bianca è che sono perfettamente imperfetti: hanno molti difetti, la metà delle volte vorreste prenderli a sberle per farli ripigliare, ma è impossibile non voler loro un mondo di bene, perché sono VERI. Certo, a volte le situazioni in cui sono coinvolti sembrano un po’ irrealistiche (credo sia impossibile essere così sfortunati! 😂), ma non si può non empatizzare con loro, aver voglia di abbracciarli e trattarli come se fossero i nostri migliori amici. Niccolò, Jacopo, Clara, Cecilia, Ulisse e tutti gli altri sono riusciti a insinuarsi nel mio cuore e non ne sono più usciti.

 


 3)Angst e drama. So che per alcuni questo è un tasto dolente, perché non a tutti piacciono i troppi drammi nei libri e l'eccessivo angst. Ma poiché a volte io sono una di quelle persone, potete fidarvi di me quando vi dico che Bianca li sa gestire: ad esempio, il trope della miscommunication è uno di quelli che mi piace di meno, ma come lo usa Bianca è tutta un'altra storia. Sono propri questi continui drammi che rendono i suoi romanzi così emozionanti e intensi, tanto da versare sempre mille lacrime. Per quanto riguarda questa serie, l'angst è concentrato soprattutto in "Dillo alla Pioggia", mentre "Cuore di neve" è più leggero e spensierato, e si avvia verso l'happy ending generale. Mi sento di consigliarvi questi libri se vi piace il "dramma" tipico di Colleen Hoover. 


Se vi va, vi aspettiamo anche su instagram per continuare a parlare insieme di Bianca e dei suoi libri!
Baci, 
Cris




 

giovedì 7 luglio 2022

Review Party: 'Catherine House' di Elisabeth Thomas

Buongiorno lettori, come state? Oggi torno sul blog per recensire un libro uscito pochi giorni fa per la Mondadori, un dark academia che sulla carta sembrava essere una storia dalle premesse interessanti, ma che poi si è rivelata una grande delusione. 


Nascosta tra le foreste della Pennsylvania, Catherine House è una scuola d'eccellenza che ha sfornato premi Nobel, giudici della Corte suprema e personalità di primo piano nel mondo dell'arte, della cultura e della politica. I suoi criteri di ammissione sono rigidissimi, e le poche persone che ogni anno superano la selezione avranno vitto, alloggio e istruzione gratuiti, ma per tre anni – estati comprese – saranno completamente tagliate fuori dal mondo esterno: niente visite, telefonate, televisione, musica… Alla fine, però, avranno davanti a sé carriere brillanti, potere e prestigio in qualunque campo desiderino. Per Ines Murillo, Catherine House è la cosa più vicina a una casa che abbia mai avuto. Ma i rigidi rituali della scuola presto trasformano l'edificio in una prigione tanto affascinante quanto ambigua. E quando scoppia la tragedia, Ines inizia a sospettare che l'istituto nasconda un pericoloso segreto.

L'estetica dei dark academia, ambientati in scuole grandi e misteriose, disquisendo delle grandi arti del mondo come la filosofia, la letteratura, le scienze, mi ha sempre affascinato. 
Per lo sviluppo di un'ambientazione corretta, che susciti l'inquietudine tipica di questi romanzi, non mi sorprende un esordio lento, a patto che la lettura prima o poi prenda una direzione. 
Non è questo il caso di Catherine House. 
La protagonista è Ines, una ragazza intelligente, la cui vita si è rivelata difficile, complicata e che l'ha condotta alla fine a Catherine, una scuola a cui per tre anni bisogna essere asserviti, senza poter contattare parenti o amici, senza poter vedere film o serie Tv né ascoltare musica. 
Il problema di Ines è che Catherine non è stata una scelta, ma un rifugio per un evento del passato che l'ha traumatizzata, distrutta psicologicamente.
Trascorre gran parte del tempo evitando i corsi, senza studiare, ma vagando tra i suoi pensieri, obnubilata dai fiumi dell'alcool, facendo sesso con chiunque sia disponibile in quel momento. 
Il libro è costruito come una grande riflessione, non ci sono sprazzi di azione, non c'è pathos, non c'è climax. 
E' una storia piatta, noiosa, pedante. 
Ines comprende che Catherine e coloro che vi sono all'interno nascondono qualcosa, che il modo di fare scuola è eccezionale, ma pericoloso, ma durante i tre anni che trascorre alla Catherine, si fa scivolare fuori e dentro la casa, gli amici, le persone senza effettivamente fare molto oltre che esistere. 
Gli altri personaggi sono poco caratterizzati, mere comparse, ma hanno il pregio di cadenzare i ritmi della vita della protagonista, di dimostrare che nonostante tutto c'è un minimo di umanità in lei, nella casa. 
Il segreto svelato sul finale non migliora il giudizio del romanzo perché non solo come concetto è impalpabile e astratto, ma anche perché era intuibile sin dalle prime cinquanta pagine. 
Non c'è nulla di piacevole in questo romanzo, nulla di godibile: lo stile è inutilmente prosaico e noioso, la trama è un susseguirsi di azioni senza continuità creativa, la protagonista è insostenibile e il finale è semplicemente brutto. 
Mi dispiace parlare male dei romanzi perché al di là dei gusti personali, credo ci sia sempre un gran lavoro dietro, sia dell'autore che della squadra di pubblicazione.
Tuttavia questo romanzo non mi ha dato alcuno spunto positivo e non posso fare altro che bocciarlo e sconsigliarlo. 
Ad ogni modo, come sempre, la mia è un'opinione soggettiva e se siete interessati alla lettura di questa nuova uscita, dovete solo lanciarvi e provare l'esperienza in modo autonomo. 

Verdetto: Indifferente (un cuoricino)


Ringrazio la Ce per la copia digitale e Nia per aver organizzato per l'evento, non dimenticate di passare anche dalle mie colleghe per leggere la loro opinione. 
Con affetto, 
Cris