giovedì 28 settembre 2017

Recensione: 'Abbastanza da tentarmi' di Leila Award

Buona sera a tutti lettori, finalmente la settimana volge al termine e credetemi, non aspetto altro. Tra lavoro e studio matto e disperatissimo non riesco a leggere né a riposarmi, quindi non vedo l'ora che arrivi il weekend. 
Domani ci sarà un momento davvero speciale qui sul blog perché è tempo di festeggiare! (state pensando a un Giveaway? :D). 
Dopo aver lasciato questo piccolo indizio, vi propongo la recensione di un libro amato da tutti ma che io ho tollerato a stento. 


Isabella Bendecido ha ventiquattro anni e vive in un paese alle porte di Madrid con una sorella maggiore che adora, un padre amorevole ma poco presente, una madre convinta che la preoccupazione maggiore per una donna debba essere trovare un buon matrimonio o un lavoro fisso – se non entrambi – e una sorella minore che segue le orme materne. Giornalista di professione e blogger per passione, Isabella trova lavoro presso la prestigiosa testata giornalistica di El Paìs, dove incontrerà Liam Adreci, una delle voci più autorevoli nel campo, a cui da sempre si ispira. Peccato che le sue parole siano coinvolgenti e appassionanti almeno quanto lui è odioso e supponente nella vita di tutti i giorni. Tra caratteri orgogliosi e troppi pregiudizi, tra famiglie ingombranti e inopportuni pretendenti, quanto in là si spingeranno Isabella e Liam prima di comprendere dove sia la verità? In fondo, tutte noi sogniamo Mr. Darcy ma quando lo troviamo vorremmo solo ucciderlo.

Avete presente quando leggete la trama di un libro e saprete con certezza che vi piacerà?
Quando iniziate a leggerlo e vi sembra tutto perfetto? 
Queste sono le premesse per avere alte aspettative sul libro in lettura,se poi,però, tutto diventa ripetitivo, elementare e noioso,la delusione vi insegue fino all'ultima pagina. 
La storia di Isabella e Liam doveva essere sostanzialmente una rivisitazione in chiave moderna della storia di Elizabeth e Darcy. L'ambientazione, l'incontro/scontro e l'evolversi della storia sono stati davvero emozionanti e perfetti. Tutto ciò a nemmeno metà libro. Mi sono resa conto perciò che questa perfezione era troppo solo per l'inizio, cosa altro dovevo aspettarmi? Sostanzialmente, nulla di originale e decisamente pieno di forzature.
Ora vedete, io sono una Janeite doc, penso che ne sopravvivano giusto un centinaio.
Il mio libro preferito è Orgoglio e Pregiudizio, il mio film preferito è la versione omonima del 2005 con Keira Knightely e Matthew Mcfayden. Conosco il nome del regista (e considerate che a volte a stento ricordo i nomi degli attori), il nome vero della residenza usata per inscenare Pemberley, ho letto tutti i libri di Jane Austen, inclusi quelli incompleti. Ho letto tutti gli spin-off, prequel o retelling pubblicati in italiano, persino da piccoli CE, ho letto anche diversi retelling in inglese, giusto per non farci mancare niente. 
Non voglio fare la presuntuosa, perché questa resta la mia modesta opinione ma so quando un'opera è un omaggio a un'autrice e quando invece risulti quasi pedante per l'eccessiva e copiosa presenza di citazioni e momenti nel testo. 
Stiamo parlando infatti di un periodo moderno, di vita reale e certe frasi, certi accadimenti, pur volendo ricalcare in modo quasi ossequioso la penna della Austen, fanno storcere il naso perché anacronistiche. 
Il libro avrebbe potuto concludersi diverse pagine prima, proprio perché le premesse se bene sviluppate potevano creare un romance perfetto. 
Isabella è una protagonista passionale, nel senso più bello del termine perché si butta a capofitto nelle cose, con entusiasmo e coraggio. Quando fa il suo ingresso al giornale de El pais sa perfettamente di dover dimostrare quanto vale e cosa è in grado di fare. 
Liam Adreci è un uomo colto, intelligente, arguto, decisamente orgoglioso, con un passato particolare alle spalle. 
La loro coppia è bella, fa sognare almeno fino a che non vengono inseriti eventi forzati, dislocati in numerosi mesi che rendono il tutto statico e a tratti quasi fastidioso. 
Possibile che dopo mesi di relazione e quasi di convivenza, ci sia la famosa scena della 'prima dichiarazione di Darcy' con tanto di sdegno finale? 
O che tutto si risolva non grazie alla comprensione di aver commesso un errore ma piuttosto all'opera di una ragazzina e sua cugina?
Perché un'operazione al ginocchio della sorella scapestrata diventa il motivo per il quale lui è fantastico se chiama il miglior primario di Spagna, a maggior ragione se risulta non essere una ferita grave? 
I personaggi secondari sono costruiti bene, ti ci affezioni e sono trattati con interesse, con la presenza di un occhio di bue sulle loro vite.
Pregevoli sono poi le descrizioni dei luoghi spagnoli, in particolare del palazzo di vetro di Madrid, che ti consentono di essere catapultati in questo incantevole paese. 
Ripeto, le premesse erano davvero buone ma il risultato poi è complessivamente deludente. 
Volendo azzardare paragoni con penne d'alto rango: mi aspettavo un mr.Darcy, ho avuto a che fare con un mr.Collins, sentendomi Lady Catherine de Bough. 
A volte non servono tante lusinghe (in questo caso citazioni pedisseque), tutto sta nella giusta misura. 


                                                    Verdetto: Non più di due stelle!


Mi dispiace sempre stroncare autori emergenti, spero che lo leggiate in tanti, ovviamente facendomi sapere cosa ne pensate!
                                                                  Bacini, Cris

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