giovedì 15 ottobre 2020

Review Party: 'La guerra dei papaveri' di R. F. Kuang

 Buongiorno lettori, come state? Qui nel mio paese, le cose si sono fatte complicate. I contagi sono saliti esponenzialmente, l'ordinanza ha disposto la chiusura dei commercianti che stanno protestando per strada. Nessuna zona rossa almeno. 


Comunque, sono qui per parlarvi della mia esperienza con la lettura de La guerra dei papaveri edito il 13 ottobre dalla Oscar Vault. Ringrazio infatti la casa editrice per la copia omaggio e Erika per aver organizzato così bene questo evento. 


Orfana, cresciuta in una remota provincia, la giovane Rin ha superato senza battere ciglio il difficile esame per entrare nella più selettiva accademia militare dell'Impero. Per lei significa essere finalmente libera dalla condizione di schiavitù in cui è cresciuta. Ma la aspetta un difficile cammino: dovrà superare le ostilità e i pregiudizi. Ci riuscirà risvegliando il potere dell'antico sciamanesimo, aiutata dai papaveri oppiacei, fino a scoprire di avere un dono potente. Deve solo imparare a usarlo per il giusto scopo…

La storia creata dall'esordiente R.F. Kuang ha l'incredibile pregio di scorrere tra le dita velocemente. Siamo sin da subito catapultati in un mondo complesso e particolare, strutturato in province, che ricorda la Cina del decimo secolo. Rin, una giovane ragazza del Sud, affidata alla famiglia Fang, decide di sottrarsi alla vita che hanno già scelto per lei, un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano di lei e impegna tutta se stessa per studiare e passare l'esame che la condurrà a una prestigiosa accademia militare, quella di Sinegard. 

La sua dedizione è disarmante, arriva a bruciarsi le braccia con una candela per tenersi sveglia e poter imparare pagine di volumi di letteratura classica e matematica. 

Il nome era in cima alla lista. Non tra i primi dieci. Era in testa all'intero villaggio, all'intera provincia. Aveva corrotto un uomo. Aveva rubato dell'oppio. Si era bruciata la carne, aveva mentito ai genitori adottivi, trascurato le proprie responsabilità, al negozio e rotto un accordo matrimoniale. E stava per andare alla Sinegard. 

Sembra il realizzarsi di un sogno, invece arrivare all'accademia si dimostra un incubo crudo e terribile. La città è impassibile, i bambini vengono investiti e picchiati senza pietà, la competizione è altissima, le lezioni faticose, dure, il cibo è poco e non ci sono alleati perché alla fine dell'anno solo chi verrà scelto come maestro da un'apprendista, potrà rimanere. 

La vita in accademia di Rin, l'amicizia con Kitaj e lo scontro con Nezha, occupano la prima parte del libro e anche se alcune parti sono molto prolisse perchè descrittive, tutto mi è sembrato essenziale ai fini della storia. La struttura di Nikan non è intuitiva, la sua storia è intrecciata e c'è una grande attenzione alle strategie politiche e le scelte economiche operate nel presente e nel passato. E' proprio l'ambientazione e la struttura essenziale del world building ad avermi colpito maggiormente.

La seconda parte della storia ci catapulta nel vivo della vicenda, entrando in guerra. Da questo momento, in poi, le scene si fanno vivide, cruente, dolorose. Credo che la narrazione diventi quasi evocativa, mi sono sentita parte integrante della battaglia ed è stato davvero difficile a tratti portare avanti la lettura. Per questo motivo, non sento di consigliare la lettura a tutti. Anzi, se siete persone sensibili, che non amano l'azione cruente, se non avete apprezzato Nevernight, vi sconsiglio la lettura di questo romanzo.


Rin è una protagonista che, nonostante le 500 pagine, ho fatto fatica ad inquadrare: nelle prime pagine, ho apprezzato la sua forza, il suo coraggio, la sua testardaggine ma con il proseguire della storia, ho cominciato a dubitare del suo carattere perchè talvolta la forza ha innescato violenza, il coraggio è diventato incoscienza e la testardaggine superbia. 

Non è un personaggio che ha conquistato il mio cuore, al contrario di Kitaj che sin dalla prima apparizione mi è piaciuto per la pacatezza e la sua incredibile intelligenza. Gli altri personaggi secondari, che pure offrono spunti interessanti, non mi hanno particolarmente stupito o colpito, segno che a mio parere l'autrice poteva lavorare meglio sulla loro caratterizzazione. 

Il libro è veramente costruito sapientemente e non mi sono mai annoiata, anzi appena lo posavo per fare altro, provavo il desiderio di continuare. 

Un aspetto che ha una grande rilevanza e che trovo giusto mettere in evidenza è la dipendenza da droghe, che permea tutto il romanzo e individua dei caratteri distintivi dei personaggi. L'assunzione delle sostanze stupefacenti, l'oppio ottenuto dai papaveri, la dipendenza che ne consegue e il commercio illegale che si esercita mostrano uno spunto con il reale particolarmente vivido. Come dicevamo ieri nel post di approfondimento dedicato, la dipendenza è un elemento scottante sia da un punto di vista antropologico che politico ed economico, quindi ho trovato pregevole come questi spunti siano stati introdotti anche in un romanzo fantasy. 

Questa è un'ulteriore prova dei tempi che cambiano, di come il fantasy non sia più slegato dalla realtà, ma che anzi, l'aspetto fantastico si incontra con la storia e l'attualità con sapiente maestria. 

Avrete quindi capito che il mio giudizio su questo libro è decisamente positivo, seppur con qualche riserva sui personaggi. Lo consiglio vivamente!

                                                         Verdetto: Dipendente


Fatemi sapere se avete letto o leggerete La guerra dei papaveri o se vi incuriosisce, bacini
Cris






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