Buon pomeriggio lettori, attirata dalla copertina e dalla trama, ho deciso di leggere Come disinnamorarsi perdutamente di Jana Casale, in uscita per la Mondadori.
Pensavo di leggere una storia di consapevolezza e di amor proprio, ma ho trovato qualcosa di completamente diverso.
Ogni volta che si guarda allo specchio, Joy riesce a vedere solo la pancia che sporge dai jeans. È abbonata ai ragazzi sbagliati e inizia a rendersi conto che forse non è mai stata realmente innamorata e che no, non è vero che sta bene da sola. Annie, invece, ha una relazione stabile con Jason, che però non sembra metterci lo stesso impegno. È circondata da amiche che si sposano e fanno figli, mentre il suo ragazzo è sempre più distratto e assente. Spesso sparisce, senza farsi vivo neanche con un messaggio, quando a lei basterebbe una faccina sorridente.
Quando, per abbattere le spese dell’appartamento che condividono, decidono di affittare una stanza a un coetaneo, la vita di una di loro cambia. Joy infatti si innamora perdutamente di Theo, un ragazzo carino, gentile e sensibile con cui passa ore a chiacchierare e serate sul divano a guardare film, che la convince a fare dispetti ai vicini rumorosi e che inizia a chiamarla con un nomignolo affettuoso. Anche se tra di loro non accade mai niente, Joy continua a sperare che prima o poi l’amicizia diventi qualcosa di più, ed è disposta a tutto: lo aspetta sveglia, cucina per lui, gli fa il bucato, pulisce al posto suo, si accontenta della sua semplice compagnia, costruendo con le sue stesse mani una pericolosa trappola emotiva. Finché una sera Theo porta a casa Celine, una fidanzata di cui non aveva mai fatto parola e per di più bellissima…
Con ironia e sensibilità, Jana Casale racconta la storia di tre giovani donne che devono fare i conti con le proprie insicurezze e che impareranno una delle lezioni più importanti della vita: mai permettere a una relazione di far passare l’amore per se stesse al secondo posto.
La pura e semplice verità sulla mia esperienza con questo romanzo è che mi ha messo tristezza e angoscia nella migliore delle ipotesi e mi ha suscitato rabbia in quella peggiore.
Leggendo delle vite di Joy e Annie, a cui poi si aggiunge Celine mi è sembrato di avere davanti un film muto. Ho provato l'esigenza di entrare nel libro, scrollare queste ragazze e chiedergli cosa stavano facendo, perchè tacevano, perchè non si mettevano al primo posto, perchè restavano immobili in situazioni scomode e disagevoli.
La loro vita è triste. Lavorano, mangiano, vivono, ma tutto gli scivola senza alcuno sprazzo di gioia o vitalità. Si raccontano bugie per rendere la realtà più appetibile, si sforzano di restare in silenzio per non farsi notare o sono così aggrappate a uomini indifferenti da non vedere il problema.
Joy è la ragazza con cui ho empatizzato di più e che allo stesso tempo mi ha fatto innervosire.
Anche io come lei odio il mio corpo, sono costantemente a dieta per poi ricadere nella tecnica yo-yo. Anche io guardo le altre e mi sento imperfetta, brutta, grassa. Anche io mi prendo la pancia e piango. O rifuggo i camerini dei negozi con le loro luci crudeli.
Ma non ho mai permesso che questo condizionasse la mia vita o il mio rapporto con le persone. Si può essere affascinanti anche solo con le parole, con i modi di fare, con la gioia di vivere. Si può amare la propria vita e viverla a pieni polmoni anche odiando parti di sè. Si può amare ed essere riamati anche se la bilancia non è nostra amica.
Lei neanche ci prova. Si nasconde, si tiene tutto dentro, si piega su se stessa. E' sempre confusa, incerta, non sa che direzione prendere, soffre la solitudine ma non lo ammette a se stessa e quindi, non fa nulla per cambiare le cose.
Annie è semplicemente crudele. Non tollera Joy, pur definendosi sua amica, ama sentirsi superiore a lei, agli altri, manca di tatto e gentilezza. Eppure accetta dal suo ragazzo ogni forma di trattamento: non lo sente per giorni, ricompare dal nulla con emoticon e faccine senza dare spiegazioni. Vive un amore a senso unico. Per non parlare delle sue ambizioni, del suo desiderio di scrivere che non ha mai coltivato. Il lavoro in radio paga bene e appaga il desiderio di essere riconosciuta, ma indica la sua incapacità di desiderare di più per se stessa.
Ho apprezzato del resto le sue riflessioni a proposito del linguaggio, di come il potere venga veicolato dal pene, come l'autorità si debba conquistare a suon di muso duro perché le donne non vengono trattate con la stessa serietà che hanno per diritto di nascita gli uomini. Mi è piaciuto il suo coraggio e la sua determinazione a farsi valere quanto meno in ufficio.
Ultima per apparizione è Celine. Di lei mi ha affascinato la mente, è la giovane donna bella che sa di esserlo e che si rende conto di come in un mondo sessista questo plasmi la sua vita.
Non è sempre una cosa piacevole, specie quando subisci molestie per strada o quanod la gente diventa insistente con le sua avances, ma sa anche essere un aspetto favorevole perché nonostante tutto, il mondo è ancora dettato dagli uomini, è ancora governato dai loro genitali e sono ancora in grado di farti sentire piccola.
Che tua sia bella o brutta, che tu sia timida o estroversa, che tu sia curata o sciatta, che tu sia vanitosa o semplice, loro troveranno sempre il modo di farti sentire inadeguata. Dovrai farci i conti sempre.
In sostanza, io non so giudicare questo libro. Metà del tempo avrei scrollato queste ragazze per convincerle a prendersi il mondo, a non accontentarsi, ma sono stata anche triste e demoralizzata perchè sono loro coetanea e non voglio pensare alla mia vita come a qualcosa di incompiuto. Voglio arrivare a trent'anni e anche senza marito o figli, voglio sentire felice, voglio fare quello che amo, voglio essere ambiziosa, viaggiare, ridere, amare senza paura.
Se questo libro mi ha dato qualcosa, è la voglia di non essere Joy o Annie o Celine perchè sono io a costruire la mia vita. Non il caso.
Ringrazio la casa editrice per la copia digitale, Silvia per aver organizzato l'evento e le mie colleghe per i loro interessanti spunti. Fatemi sapere cosa ne pensate, baci
Cris
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