giovedì 28 maggio 2020

Recensione: La ballata dell'usignolo e del serpente di Suzanne Collins

Finalmente, dopo aver aspettato tanto tempo e dopo essermi presa ogni momento libero per terminare questa lettura, sono pronta a parlarvi del prequel di Hunger Games, una delle serie più amate di sempre, La ballata dell'usignolo e del serpente. 


È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games.

A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.

Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.


I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.

L'annuncio di un prequel di Hunger Games poteva suscitare due opposte reazioni: eccitazione per il ritorno a Panem in quella che di fatto è stata una delle serie più amate degli ultimi dieci anni e timore che tutto si rivelasse frutto di un business economico. 
Questo libro ha il pregio di non deludere gli appassionati della serie ma allo stesso tempo non sembra che un'eco lontana del mondo che abbiamo imparato a conoscere. 
I riferimenti a Katniss e alle sue avventure ci sono: l'odio che Snow prova nell'immediato per le ghiandaie imitatrici, il tubero che porta il suo nome, le origini della bellissima ballata che potremmo cantare a memoria. 

Are you, are you
Coming to the tree
They strung up a man
They say who murdered three
Strange things did happen here
No stranger would it be

L'autrice ha però chiaramente fatto una scelta: allontanarsi dalle sue origini per rinnovarle, approfondirle. Decide di raccontare gli Hunger Games dal punto di vista di Capital City e dal suo più evidente emblema, Coriolanus Snow.
Il diciottenne di cui facciamo la conoscenza è un personaggio ancora in divenire.
La sua vita è appesa a un filo, le sue origini nobiliari gli hanno consentito di sopravvivere, di frequentare l'Accademia con i suoi pari, ma le finanze scarseggiano e Coriolanus ha bisogno di vincere gli Hunger Games come mentore per salvare il nome della sua famiglia e ciò che ne rimane dopo i Giorni Bui della ribellione dei distretti: la sua casa, la signoranonna e sua cugina Tigris. 
Sin dalle prime pagine, avvertiamo come il suo senso etico, la sua giustizia siano mitigate dall'ambizione, dal desiderio profondo della rivalsa sociale. 
Sa di essere il migliore tra i suoi compagni, sa di essere destinato a grandi cose ed è questo che nel corso, poi, della storia, lo spingerà a decisioni discutibili, ingiuste, macabre. 
Se da un lato, Snow è il vero protagonista della storia, dall'altro, la scelta della Collins di usare una terza persona singolare ha reso la storia monocorde. 
Credo che, forse, l'alternanza con un altro PoV avrebbe mitigato la cupezza e l'unidirezionalità della personalità del giovane rampollo di Capital City. 
Proprio la capitale di Panem è la vera sorpresa: se immaginavate una città decorata a festa, sarete scioccati dallo scoprire che il dopoguerra ha messo in ginocchio tanto i distretti quanto la sua degna rivale. 
Le privazioni, l'orrore, la devastazione, la fame regnano. 
La ricostruzione è lenta e ai cittadini serve un diversivo: gli studenti diventano l'arma migliore per rendere gli Hunger Games più appetibili. 
Sono un monito perchè la ribellione non si ripeta, ma anche uno strumento di gaiezza per allontanare l'elemento della incompiutezza che vige nella società. 
Ultimo punto su cui sento di soffermarmi è proprio il concetto stesso di società che traspare da questo romanzo, dai tratti sicuramente più moderno e riflessivo di ciò che ci aspettavamo. 
La Collins con le sue scelte narrative instilla il caos, pone l'uomo e il futuro presidente davanti alla sua estrema condizione, riduce alla sopravvivenza la giustificazione del controllo. 
L'uomo, senza le convenzioni e le regole, sarebbe in balia dei propri istinti primordiali, non più che un animale pronto a farsi guerra. 
Queste riflessioni non possono esser lette a cuor leggero perché dimostrano come anche nel genere fantasy - seppur non avessimo dubbi in merito- e soprattutto, attraverso una storia con una genesi tanto famosa, sia possibile mettersi in discussione, creare un confronto, elaborare un dialogo su temi di estrema attualità. 

                                                       Verdetto: Dipendente! 


Spero che la mia recensione vi abbia incuriosito o ancor meglio, appassionato. 
Scrivetemi quello che pensate nei commenti, un bacio
Cris


mercoledì 20 maggio 2020

Review party: 'Il capofamiglia' di Ivy Compton- Burnett

Buon pomeriggio lettori, come state? Vi siete già fiondati in libreria con tutte queste nuove uscite? 
Se magari non siete interessati ai distopici o ai fantasy, sarete felici di leggere questa recensione con cui passiamo a un libro di narrativa di primo Ottocento, Il capofamiglia di Ivy Compton Burnett. 



Il patriarcato trova la sua più fedele espressione nella figura di Duncan Edgeworth: padre tirannico, anaffettivo e lunatico, è il capofamiglia per antonomasia. Attorno a lui si muovono, atterriti o solleticati dal desiderio di sfida, i membri della sua famiglia: la moglie Ellen, naturalmente dimessa e timorosa, le due figlie ventenni Nance e Sybil, tanto egocentrica e sarcastica l’una quanto affettuosa e remissiva l’altra, e infine il nipote Grant, giovane donnaiolo dotato di grande spirito, costantemente in competizione con lo zio, di cui è il perfetto contraltare. Nella sala da pranzo degli Edgeworth va in scena quotidianamente una battaglia su più fronti: sotto il velo di una conversazione educata, si intuiscono tensioni sotterranee e si consumano battibecchi, giochi di potere, veri e propri duelli a suon di battute glaciali: «non stiamo semplicemente facendo colazione». Fino a quando la famiglia viene colpita da un lutto improvviso, che mescola le carte in tavola innescando una reazione a catena; strato dopo strato, ognuno dei personaggi svelerà la sua vera natura, in un crescendo di trasgressioni che comincia con l’adulterio e culmina con l’efferatezza.
Acume, sagacia, drammi familiari e dialoghi al vetriolo: il meglio di Ivy Compton-Burnett concentrato in un romanzo finora inedito in Italia, che lei stessa considerava il suo preferito. 

La trama di questo libro sembrava richiamare il tipico modus operandi delle scrittrici dell'Ottocento: vicenda familiare, ambientazione in campagna abbastanza umile e anonima e feroce critica alla società patriarcale. 
Leggendo la trama di questo romanzo, pensavo di trovarmi davanti un romanzo che in un certo qual modo ispirasse la mia amata Jane Austen. 
Non è stato così. 
Sin dalle prime pagine, ho riscontrato una difficoltà nello stile che si concentra soprattutto sui dialoghi. 
Se questo da un lato dovrebbe rendere sottile ed evidente la critica alla figura del capofamiglia, dall'altro lato rende pedante la lettura. 
I protagonisti della storia, i giovani Nance, Sybil e Grant da un lato e l'autorevole rappresentazione del patriarcato, Duncan Edgeworth, sono personaggi fastidiosi, intollerabili. 
Duncan incarna perfettamente l'idea di un padre padrone, le cui opinioni sono intoccabili, che si tratta dell'orario per la colazione alla malattia della moglie e la cui abitudine non può essere intaccata, nemmeno dal lutto. 
La tenera figura di Ellen, sua moglie, che a malapena riusciamo a conoscere, è forse il personaggio più sensibile, più tollerabile. 
Eppure la scelta dell'autrice di eliminarla da subito è indice di una sottile ironia: viene eliminato il personaggio che si piega alla logica dell'uomo centro della famiglia, che non alza la testa né la voce per farsi rispettare.
Nel libro si combatte una guerra su due fronti: da un lato, la retrovia ancorata a precetti bigotti e dall'altro, il giovane temperamento che con sarcasmo abbatte il muro di questa tirannia. 
Il romanzo alterna momenti di lucido divertimento a noiosi alterchi, provocando un'alternanza di sensazioni anche nel lettore, il quale ne esce disorientato. 
Avrei preferito una narrazione più lineare e discorsiva ,ma ho trovato comunque diversi pregi in questa storia: è ironico, quindi ha una sua piacevolezza; affronta una tematica che mi sta molto a cuore e su questo punto mi ha molto soddisfatta. 

In definitiva, non indimenticabile ma stuzzicante



 

martedì 19 maggio 2020

Recensione: 'Le Black Holes' di Borja Gonzales

Buona sera lettori, dopo le emozioni vissute a Panem, cambiamo regno e ci trasferiamo in un mondo fantastico, quello delle Black Holes di Borja Gonzales. 


Nella meraviglia onirica di una palette cromatica inconfondibile, due storie parallele si intrecciano e inseguono in un racconto di sogni e desideri giovanili. 1856: Teresa, giovane aristocratica, è più interessata a scrivere poesie horror d'avanguardia che a fare un buon matrimonio. 2016: tre adolescenti stanno mettendo su un gruppo punk chiamato Le Black Holes. Hanno tutto ciò che serve: look, grinta, istinto... e una totale mancanza di talento musicale. Non appena iniziano a provare, però, strani eventi si manifestano. Il loro mondo e quello di Teresa collidono, e le tre ragazze vengono inseguite dall'eco di qualcosa che è successo 160 anni prima.

Le prime tavole de Le Black Holes mi avevano tratto in inganno: mi aspettavo una storia romantica, una Cenerentola moderna che sconfigge la morte e si innamora di un fantasma. 
Non potevo essere più lontana dalla realtà: questo racconto in tavole è romantico nel senso letterario del termine, gotico, onirico in un'atmosfera magica. 
Tre ragazze, Gloria Cristina e Laura, cercano di trovare la loro strada mettendo su un gruppo rock tuttavia manca l'ispirazione per delle canzoni che facciano la differenza, manca una coesione per dare voce alle loro anime. 
In un'altra epoca, una giovane nobildonna, Teresa, ha trovato nella poesia la possibilità di raccontare se stessa, di rendere reali le sue fantasie, fatte di fantasmi, di scienza e visioni impossibili. 
La sua fervida immaginazione turba la sua famiglia che la vuole piegata alla logica patriarcale del matrimonio e della famiglia. 
Così nasconde in riva al lago i suoi scritti. 
E' questo che lega passato e presente, le giovani musiciste alla malinconica Teresa, e' questo rende il flusso tra presente e passato costante, come un'onda melodiosa. 
Le tavole hanno dei colori meravigliosi, i toni scuri si intrecciano ai colori più caldi come nella storia fanno i diversi piani temporali. 
I tratti dei volti sono appena accennati e nonostante l'espressività che l'autore è riuscito a disegnare sulle quattro donne, risulta abbastanza confusionario distinguerle. 
Anche la trama in sè mi ha lasciato piuttosto perplessa, sebbene ad una seconda rilettura, si comprende come il messaggio voglia essere una celebrazione dell'arte e l'espressione della propria creatività. 

                                                       Verdetto: Stuzzicante!



Recensione: Il canto della rivolta di Suzanne Collins

Ci siamo lettori, oggi esce in Italia e nel mondo il prequel di Hunger Games, La ballata dell'usignolo e del serpente con protagonista Snow. 
Ma prima, dobbiamo portare a termine il nostro viaggio nell'universo di Katniss con l'ultimo volume, Il canto della rivolta. 




Contro tutte le previsioni, Katniss è sopravvissuta agli Hunger Games per la seconda volta. Ma anche se ora è lontana dall'arena sanguinaria, non può dirsi salva. Capitol City è molto arrabbiata. Capitol City vuole vendetta. E chi è destinato a pagare per i disordini? Katniss, ovviamente, la Ragazza di fuoco. Come se non bastasse, il Presidente Snow tiene a precisare che ormai tutti sono in pericolo, nessuno escluso: la famiglia di Katniss, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto 12.
Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il suo volo verso la libertà. Forte e incalzante, finalmente anche in Italia lo sconvolgente finale della rivoluzionaria trilogia di Suzanne Collins, Hunger Games.

Katniss e Peeta hanno dovuto combattere nell'Arena una seconda volta contro tutti i vincitori di Capital City. Non più una lotta tra ragazzi che devono sopravvivere, bensì un bagno di sangue tra assassini. Contro ogni previsione, è uscita indenne dai giochi con l'aiuto del primo stratega, Plutarch. E' libera, mentre Peeta è stato catturato dal presidente Snow. 

Katniss è stata scelta come Ghiandaia imitatrice, la ribellione dei distretti è iniziata con lei e ora il distretto 13, di cui capo è la Coin, ha bisogno del suo aiuto per riunire tutti i distretti contro Capital City. 
Katniss si sente ferita e stanca: è sempre stata una pedina nelle mani di altri, da lei dipende la vita di tante persone ma non l'ha mai chiesto. Ciò che desiderava era solamente sopravvivere, stare insieme a sua madre e Prim e guardarla crescere e imparare a conquistare il mondo con i suoi modi gentili e affabili. 
Ora, invece, deve guidare i ribelli contro il presidente Snow, contro Capital City e persino contro Peeta alla mercè dei suoi aguzzini.

Il distretto 12 non esiste più, lacerato dalle bombe incendiarie, che hanno mietuto molte vittime. Pochi profughi si sono salvati grazie all'eroismo di Gale che li ha tenuti nei boschi. 
La distruzione della sua casa, di quelle vite innocenti è stato l'ultimo avvertimento di Snow. 

Katniss si trova a fare i conti con tutte quest verità dolorose e a dover scegliere: uscire allo scoperto e rischiare per aiutare la causa dei ribelli o nascondersi nel rifugio?
Con Peeta nelle mani di Capital, Katniss decide di assumere l'identità della Ghiandaia Imitatrice per poterlo salvare, perchè se c'è qualcuno che merita di vivere è lui. 
Iniziano piccoli viaggi lontani dalla zona di confine e la visione di Katniss in prima fila nella battaglia risolleva l'umore dei combattenti, unisce i cuori dei distretti. 

La sua passione, la sua grinta, il desiderio di uccidere chi ha seminato tanto dolore è così chiaro e risonante nella sua testa che diventa l'unico motivo per cui ancora respira. 

La vita nel distretto 13 non è molto diversa da quella nel 12: programmi di addestramento da seguire alla lettera, cibo rigorosamente diviso in base alle necessità, un capo che tira le fila delle sue marionette. 

La Coin non ha il fascino del serpente di Snow e risulta crudele, cattiva, meschina. 
Ci troviamo alla fine del libro a simpatizzare con Katniss che non vuole più rispondere agli ordini di altri, che vuole tornare a casa e vivere serena con la sua famiglia. 

E' una guerra e la Collins non ci risparmia la sofferenza, non c'è uomo, donna, bambino che non venga sottratto alla morte.
Non c'è personaggio, amato o odiato che sia, che non ci abbia fatto soffrire con la sua caduta. 

In questo libro, la protagonista assoluta è Katniss ma permettetemi di spendere due parole per Peeta, questo meraviglioso e incredibile ragazzo.
Catturato da Capital City, torturato, devastato psicologicamente e mentalmente, trova comunque la forza e il coraggio di combattere una guerra che non ha mai desiderato. 

Il finale mi fa piangere sempre, nonostante il dolore e la sofferenza, è stato perfetto. 

    Do you love me, real or not real?

Grazie per aver rivissuto questi magici momenti con me, la storia di Panem è una storia che si è fatto largo nel mio cuore e non ne uscirà mai. Ora, a dieci anni dal primo libro, siamo pronti ad affrontare il passato del presidente Snow. Mi raccomando, tutti in libreria!

                                                       Verdetto: Assuefatto!





lunedì 18 maggio 2020

Review Party: 'Falce' di Neal Shusterman


Buongiorno lettori, come state? Avete trascorso la domenica leggendo come me? O vi siete lasciati irretire da qualche bella serie TV?
A tenervi compagnia ci sarà la mia recensione di un distopico eccezionale, Falce di Neal Shusterman. 


Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l'umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un'immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l'efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere "spigolato". In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.

In un non preciso momento del futuro, la morte è stata sconfitta e insieme ad essa, la povertà, la malattia, la vecchiaia. 
Tutto ciò che rende l'umanità caduca è stato spazzato via dal Thunderhead, un'intelligenza artificiale che sembra possedere una coscienza, un Dio onnisciente il cui occhio arriva ovunque ma punisce solo ciò che reputa necessario.
Il Thunderhead amministra la giustizia, decide di quali strutture la popolazione ha bisogno e individua le soluzioni più idonee affinchè la Terra non sia distrutta dall'inquinamento. 
Sembra un mondo ideale, perfetto. Ma la popolazione, specie se immortale, continua a crescere e dunque, per tenere sotto controllo la crescita demografica, è stata creata la Compagnia delle Falci. 
Uomini e donne di tutto il mondo, di ogni età che hanno un sacro compito: uccidere. 
La Spigolatura può avvenire in modo gentile o feroce, con armi da fuoco o con pugnali, con il veleno o a mani nude. 
Ogni Falce ha il suo modo di fare, segue una propria filosofia, vive nel lusso o nella povertà, nella fama o nell'umiltà a seconda dei propri sentimenti perché è impossibile dare la morte a qualcuno senza sentire il rimorso della propria coscienza.
Maestro Faraday è un uomo buono, di natura gentile e mite. Sceglie con cura la persona da spigolare, si informa sulla sua storia, si interessa della sua famiglia e possiede compassione e rispettare nel dare la morte.
E' il suo istinto a dirgli che le persone giuste per diventare apprendisti sono Citra e Rowan, due ragazzi appena diciassettenni che cercano di trovare il proprio posto nel mondo. 
Citra ha un carattere forte, è dura, a tratti burbera, ma ha una grande fibbia morale, non ha paura delle Falci nè di rispondere a tono se ritiene che sia giusto. E' quindi un personaggio che non sempre è comprensibile ma ha delle sfumature di dolcezza che la rendono una protagonista curiosa, interessante, in gamba. 
Rowan è un emarginato, lo è sempre stato: nella sua famiglia troppo numerosa, nel suo liceo, tra i suoi amici. Si definisce una foglia d'insalata, qualcosa di cui all'interno di un panino non si sente la rilevanza. 
Maestro Faraday sceglie Rowan perché dimostra compassione, benevolenza, generosità, galanteria. 
Solo uno tra Rowan e Citra può vincere l'anello e terminare l'apprendistato con la nomina a Falce. Le prove da affrontare sono disparate si tengono nei tre Conclavi annuali, durante i quali le Falci si riuniscono, seguono un rituale in nome dei caduti e discutono del proprio futuro, sanzionando i cattivi comportamenti. 
E' durante il primo Conclave che Citra, Rowan e Faraday catturano l'attenzione di molti: della Signora della Morte, la leggendaria Marie Curie, della Suprema autorità che presiede il Conclave e di Maestro Goddang, un assassino con licenza d'uccidere più che un mietitore d'anime. Egli rincorre la gloria, la fama, ritiene di essere onnipotente e come tanti uomini orribili della storia, con il suo fascino e una visione del mondo ''innovativa'' ha riunito attorno a sè molti. 
L'astio tra la Vecchia e Nuova Guardia è evidente e la vita a cui l'autore ci aveva abituati durante la lettura, viene stravolta nel giro di una manciata di pagine. 
Citra e Rowan si troveranno a battersi non solo per il titolo di Falce ma per la loro stessa vita. 
Tra i due ragazzi è nato qualcosa, un'amicizia o forse qualcosa di più e l'idea di dover dare la morte all'altro risulta intollerabile. 
Questa storia mi ha completamente stregata: lo stile dell'autore è affascinante, incuriosisce il lettore, è un volume introduttivo che non annoia, senza fronzoli o descrizioni minuziose e agghiaccianti ma anzi, sempre dinamico e ricco di colpi di scena.
Ho anche apprezzato il modo in cui tra un capitolo e l'altro, l'autore abbia lasciato piccoli interventi sul significato della morte, sulla necessità che l'uomo riconosca l'importanza della fine, la passione che c'è dietro le pulsioni che muovono la vita: l'amore, l'arte, la bellezza. 

                                                Verdetto: Assuefatto (4.75 stelline)

Spero che questa recensione vi abbia convinto a dare una possibilità a questo fantasy davvero meraviglioso. 
Bacini,
Cris



domenica 17 maggio 2020

Recensione: 'Hunger Games: La ragazza di fuoco' di Suzanne Collins


Buongiorno lettori, buona domenica! Non vedevo l'ora che arrivasse questo giorno per potervi parlare del mio volume preferito della serie di Hunger Games, La ragazza di fuoco.
Ripercorriamo la storia della Ghiandaia Imitatrice per prepararci alla Ballata dell'usignolo e del serpente in uscita per Mondadori.


Non puoi rifiutarti di partecipare agli Hunger Games. Una volta scelto, il tuo destino è scritto. Dovrai lottare fino all'ultimo, persino uccidere per farcela. Katniss ha vinto. Ma è davvero salva? Dopo la settantaquattresima edizione degli Hunger Games, l'implacabile reality show che si svolge a Panem ogni anno, lei e Peeta sono, miracolosamente, ancora vivi. Katniss dovrebbe sentirsi sollevata, perfino felice. Dopotutto, è riuscita a tornare dalla sua famiglia e dall'amico di sempre, Gale. Invece nulla va come Katniss vorrebbe. Gale è freddo e la tiene a distanza. Peeta le volta le spalle. E in giro si mormora di una rivolta contro Capitol City, che Katniss e Peeta potrebbero avere contribuito a fomentare. La ragazza di fuoco è sconvolta: ha acceso una sommossa. Ora ha paura di non riuscire a spegnerla. E forse non vuole neppure farlo. Mentre si avvicina il momento in cui lei e Peeta dovranno passare da un distretto all'altro per il crudele Tour della Vittoria, la posta in gioco si fa sempre più alta. Se non riusciranno a dimostrare di essere perdutamente innamorati l'uno dell'altra, Katniss e Peeta rischiano di pagare con la vita…

Descrivere questo libro per me è molto difficile, credo sia tra i tre quello con maggior potenziale emotivo.
Katniss e Peeta sono sopravvissuti ai Giochi con un gesto ribelle della ragazza: davanti alla necessità di doversi uccidere l'un l'altro, lei esita e porge i morsi della notte, bacche velenose e mortali, al suo compagno. Moriranno insieme e Capital City resterà senza un vincitore. 
Davanti a tanta tenacia, vengono risparmiati e dichiarati Vincitori. Questa nuova condizione offre loro denaro, fama, una nuova casa accanto a Haymitch nel Villaggio dei Vincitori. 
Il ritorno, tuttavia, è meno felice del previsto: il rapporto tra i due si è raffreddato perchè Katniss svela a Peeta di aver finto per il bene delle telecamere e Snow minaccia di distruggere la sua famiglia se non spegnerà la scintilla di ribellione che ha acceso nei distretti.

Gale non provoca meno problemi: la sua vendetta nei confronti del sistema ingiusto di Capital City lo rende rancoroso e irritabile e i due si trovano a discutere spesso del loro futuro nel distretto. 

Intanto, Katniss deve fare i conti con i propri incubi, con ciò che l'arena ha preso e ciò che ha lasciato della giovane ragazza partita un anno prima. 
Il Tour della Vittoria rende ancora più reale il pericolo che tutti stanno correndo: alcuni dei distretti sono in rivolta, mentre tanti muoiono di fame, a Capital City ingeriscono una sostanza per vomitare e poter mangiare ancora. Quando Peeta le chiede di diventare amici e di mettere da parte i dissapori, Katniss non può che accettare di aver bisogno di lui. 



La commedia da innamorati non sembra accontentare il Presidente che con un colpo da vero maestro cala sul capo dei nostri eroi una nuova scure e la morte e il pericolo tornano a bussare alla loro porta. 

Sulla trama, nonostante molti di voi la conoscano già, non mi sento di svelare altro, se non altro perchè mi auguro che ci sia qualcuno che ancora non ha letto questa serie per potersi innamorare di ogni parola, come è successo a me. 

Questo è un romanzo dinamico, ricco di avvenimenti e di azione, ma la  Collins è stata comunque capace di creare personaggi nuovi, interessanti, come Finnick Odair e di approfondire la parte romantica del romanzo, il triangolo che interessa Peeta, Katniss e Gale.

Katniss riconosce in Peeta un sostegno, le sue braccia sono pronte a proteggerla ed è disposto a darle tutto, persino la sua vita, per vederla felice. La ama a prescindere dal suo carattere irascibile, dalla sua indifferenza, dai sentimenti che prova per un altro ragazzo.
Ho riletto una scena in particolare così tante volte da aver perso il conto: è così reale, intensa, romantica che mi toglie il fiato e mi fa vibrare il cuore. 


Peeta è un personaggio profondamente buono, un ragazzo tenero, gentile, dolce, che sa farsi volere bene e che dimostra di essere anche coraggioso, forte e leale. 
Katniss è spaesata, spaventata, il terrore che possano fare del male alla sua famiglia, le morti e il dolore ai quali deve soprassedere e le nuove sfide che deve affrontare, la rendono distante, quasi intoccabile.

Tutto il libro è sorprendente ma il finale è la ciliegina sulla torta. Semplicemente sensazionale. 

                                                          Verdetto: Assuefatto!





Ci leggiamo tra qualche giorno per la recensione dell'ultimo esplosivo romanzo della serie, Il canto della rivolta. 
Baci, 
Cris





venerdì 15 maggio 2020

Recensione: Hunger Games di Suzanne Collins

Buongiorno lettori, state seguendo la maratona di Hunger Games su Italia uno?
In attesa che esca il prequel che tutti stanno aspettando, ripercorriamo insieme la storia di Suzanne Collins e cerchiamo di scoprire i motivi che ce l'hanno fatta amare così tanto.




Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. E il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.

La nazione di Panem è divisa in dodici distretti in cui la popolazione è costretta a seguire rigide regole sul coprifuoco, sul cibo, sul comportamento.
Il distretto dodici in particolar modo è un distretto povero, abitato perlopiù da persone destinate alle miniere o comunque che patiscono la fame. 
Dopo la morte di suo padre per l'esplosione di una conduttura che ha fatto franare la miniera, Katniss Everdeen è diventata, a meno di sedici anni, il punto di riferimento per la propria famiglia. 
Va a caccia di nascosto con il suo amico Gale e porta il tutto al Forno, una specie di mercato nero dove acquista tutto il necessario per la sopravvivenza della madre e della sua sorellina, Prim. 
Il legame tra le due sorelle è così forte che quando la piccola viene sorteggiata durante la Mietitura per combatter negli Hunger Games, Katniss non ha dubbi: si offre volontaria per salvarle la vita. 

Gli Hunger Games sono giochi in cui due ragazzi di ogni distretto, due tributi, un maschio e una femmina, vengono posti in un'arena per uccidersi l'un l'altro, fino ad ottenere un singolo vincitore. 
Questi giochi svolgono una doppia funzione: intrattengono gli abitanti di Capital City, eccentrici viziati e privilegiati, che si esaltano per il sangue versato, puntano e giocano con la vita di questi giovani. Allo stesso tempo è un chiaro monito per i distretti. 
Oltre 70 anni prima, infatti, il distretto 13 si era ribellato ed era stato annientato, cancellato da Panem e lasciato a se stesso, gli Hunger Games in questo senso, rappresentano la celebrazione del potere del presidente Snow e di Capital City.
Per il tributo maschio, non ci sono attese: ad accompagnare Katniss sarà Peeta Mellark, compagno di classe della ragazza e figlio del fornaio. 
Quando giungono a Capital City, i due ragazzi scoprono che le condizioni in cui il loro distretto versa è l'estremo opposto di quella città d'oro e vetro. 
Cibo in abbondanza, divertimento, vestiti e morte certa perchè dall'Arena può uscire un solo vincitore. 
Sfilate, stilisti, preparatori, interviste, tutta la patina dorata che circonda i giochi ricorda un reality show ma quando Katniss e Peeta devono mostrare le proprie abilità, dall'anello debole della catena diventano la sorpresa dell'edizione. 
Lei è fenomenale con il tiro dell'arco, non manca mai il bersaglio e lui è sia forte che veloce. 

'Che i 74esimi Hunger Games abbiano inizio e possa essere la fortuna sempre essere a vostro favore'


Da questo momento, tutto si fa caotico: insidie, trappole e pericoli si nascondono dietro ogni albero, ogni angolo dell'arena, dietro ogni viso pronto a chiamare a sè il sangue pur di sopravvivere. 
Katniss dovrà lasciarsi andare e scegliere di allearsi per uscire viva dai giochi e Peeta, che si è dichiarato innamorato di lei sin dal primo momento, rappresenta il sostegno fisico ed emotivo di cui ha bsogno. 
Ma il vincitore è uno solo: ci sopravvivrà?

Sebbene sia uscito dieci anni fa, questo libro conserva la stessa potenza degli inizi.
Lo stile scorrevole ma accattivante è abbinato a una storia ricca di colpi di scena ed emotivamente intensa. 
Ogni tributo che muore rappresenta per Katniss una ferita che cresce nel suo petto, che la conduce a porsi delle domande, che mette in crisi tutto ciò che ha faticosamente costruito, le uniche certezze di cui ha sempre sentito il bisogno: Prim, Gale, la caccia. 
Leggendolo di nuovo da adulta, ho potuto apprezzare ogni singola scelta fatta dall'autrice e mi sono innamorata di nuovo di questa incredibile storia,, fatta di azione ed emozione. 

Ho potuto anche comprendere meglio Katniss, le sue scelte, i suoi dubbi e mi sono resa conto che a sedici anni, aveva già una maturità diversa da quella dei suoi compagni. 
E' diffidente, testarda, difficile da gestire. Eppure ha coraggio, ha forza ed è leale. 

Seppur in piccola parte, anche il romance ha una sua rilevanza.
Peeta è buono, gentile e la ama in modo profondo da quando sono bambini: quando l'ha sentita cantare per la prima volta, quando l'ha salvata dalla morte nel distretto, affamata e sola, quando la vedeva tirare con l'arco. 
La stima, la rispetta, si fida di lei. 

E' più di quanto il lettore ci si aspetti e più di quanto Katniss stessa sia consapevole di desiderare. 

Questo primo volume affascina, tiene con il fiato sospeso, intriga ed emoziona. 
A distanza di dieci anni, la Collins dimostra di essere una lettura estremamente attuale, ormai entrata nei libri di letteratura mondiale. 

                                                        Verdetto: Assuefatto!



Continuate a seguire me e le altre bloggers per viaggiare nel mondo di Suzanne Collins e arrivare preparati al prequel, La ballata dell'usignolo. 

Baci, Cris




mercoledì 13 maggio 2020

Blog Tour "La nona casa" | La nona casa descritta attraverso le sensazioni

Buona sera miei cari lettori, come state? Come avrete notato, la latitanza ormai si è impossessata di me. 
Vi assicuro che mi manca molto stare qui a parlarvi di libri ma lavorare dieci ore al giorno con due ore di spacco a pranzo mi rende difficile riuscire ad esserci come sempre.


Dopo la recensione, è venuto il momento di parlarvi delle emozioni, delle sensazioni che mi ha ispirato La nona casa di Leigh Bardugo.

Inquietudine: Sin dal prologo, siamo trasportati in un ambiente oscuro: corridoi stretti, cantine soffocanti, ferite sanguinolente e operazioni con le interiora fuori. 
Facendo un giro per il campus, siamo oppressi dagli orari impossibili, dalle lezioni stancanti e dalle visioni dei Grigi, i fantasmi che sembrano leggere dentro la tua storia. 

Angoscia: Man mano che entriamo nella vita di Alex, scopriamo dettagli che ci provocano stati di angoscia per tutto ciò che ha dovuto subire e che l'ha resa ciò che è. 
D'altro canto, la storia non manca di riservarci sorprese e svela l'ambizione di Darlington, il problema è dove può arrivare?


Fascino: Una volta nel vivo, è impossibile riuscire a staccarsi dalla storia e il finale chiuderà il cerchio, lasciandoci attoniti, smarriti, in attesa di qualcosa che - almeno per il momento - non arriverà mai.

Le opinioni delle altre lettrici: 


Ileana di Oh ma che ansia: Rabbia, Commozione, Disperazione

Giada di Reading can save us: Amore, Rabbia, Fascino, Inquietudine, Emozioni forti

Gabriella di Fangirl in love with book: Angoscia, Rabbia, Fascino, Commozione, Amore

E voi? Siete pronte a gettarvi nel mondo di Galaxy Stern? Pronti a rischiare il tutto per tutto per scoprire la verità?


Seguite anche le tappe degli altri blog, un abbraccio
Cris

lunedì 4 maggio 2020

Review party: 'La nona casa' di Leigh Bardugo

Buongiorno lettori, finalmente maggio è arrivato e con la fase due, si apre finalmente al ritorno in librerie delle nuove e attese uscite!
Oggi parliamo de 'La nona casa' di Leigh Bardugo, autrice già estremamente apprezzata per Sei di Corvi e Il regno corrotto. Questo libro segna il debutto dell'autrice nel New Adult, volete sapere se mi ha convinto?


Galaxy "Alex" Stern è la matricola più atipica di tutta Yale. Cresciuta nei sobborghi di Los Angeles con una madre hippie, abbandona molto presto la scuola e, giovanissima, entra in un mondo fatto di fidanzati loschi e spacciatori, lavoretti senza futuro e di molto, molto peggio. A soli vent'anni, è l'unica superstite di un orribile e irrisolto omicidio multiplo. Ma è a questo punto che accade l'impensabile. Ancora costretta in un letto d'ospedale, le viene offerta una seconda possibilità: una borsa di studio a copertura totale per frequentare una delle università più prestigiose del mondo. Dov'è l'inganno? E perché proprio lei? Ancora alla ricerca di risposte, Alex arriva a New Haven con un compito ben preciso affidatole dai suoi misteriosi benefattori: monitorare le attività occulte delle società segrete che gravitano intorno a Yale. Le famose otto "tombe" senza finestre sono i luoghi dove si ritrovano ricchi e potenti, dai politici di alto rango ai grandi di Wall Street. E le loro attività occulte sono più sinistre e fuori dal comune di quanto qualunque mente, anche la più paranoica, possa immaginare. Fanno danni utilizzando la magia proibita. Resuscitano i morti. E, a volte, prendono di mira i vivi.


Trama e copertina sembravano già presagire un salto in un mondo tenebroso e oscuro ma quello con cui mi sono trovata a interagire è stato qualcosa di davvero sorprendente. 
Avevo letto e amato la duologia ambientata nel Grishaverse e, in attesa della pubblicazione di Shadow and Bone, mi ero lanciata in questa nuova avventura dell'autrice senza pensarci due volte. 

Sin dalle prime pagine, ho vissuto l'atmosfera cupa ed evocativa di Yale, sentimento simile a quello ispirato dalle prime descrizioni di Ketterdam, ma se nella bellissima città portuale, le oscenità, le brutture, erano bilanciate dalle storie dei personaggi, dalla vivacità degli scambi nei dialoghi e da un pizzico di magia, qui all'opposto la magia si trasforma in qualcosa di oscuro e malevolo.
La Bardugo non si lascia tentare da un worldbuilding sommariamente presentato e si lancia in una serie di descrizioni che da un lato trasmettono al lettore l'interesse per la storia e per i personaggi, ma dall'altro risultano un po' pretestuose, quasi eccessive.

L'autrice ci introduce nella storia in medias res, lanciando il lettore in una sala sotterranea, un passaggio segreto in cui qualcuno tiene tra le mani la vita di un uomo. 
Potrebbe essere una lezione di medicina, in fondo siamo in una grande università americana: invece, l'uomo chino sulla 'vittima' sta facendo delle predizioni attraverso le sue viscere. Informazioni sul futuro delle borse, di Wall Street, rese come servizio per uomini ricchi e potenti. 

La Lethe è la nona casa, la società segreta nata per tenere sotto osservazione le altre otto associazioni storiche dedite alla magia, ciascuna specializzata in un ramo dell'occulto, ma soprattutto è la seconda possibilità di Alex Stern. 
Trovata in un letto d'ospedale, ammanettata, forse colpevole di omicidio plurimo, la vita di questa ragazza, fatta di droghe, eccessi e mancanze, si ribalta quando le propongono di diventare un'adepta e di utilizzare la capacità surreale di vedere i fantasmi. 
Nessuno le aveva mia creduto, nessuno pensava che potesse avere un futuro e per questo, coglie la palla al balzo e si getta a capofitto in un mondo nuovo e contorto. 

Il romanzo, nelle prime duecento pagine, è denso di informazioni, contenuti, che possono appesantire la lettura, soprattutto perché lo stile utilizzato dall'autrice si fonda su un'alternanza di flashback e punti di vista. 

Nel presente, a narrarci la storia, è Alex. Nel passato, è il suo mentore,Darlington, a far quadrare i pezzi. 
Proprio i personaggi, come avevo già avuto modo di comprendere sono il punto forte dell'autrice che si diverte a caratterizzarli, a concederci spazzi di esperienze che li hanno formati e li hanno resi ciò che sono. 

Dopo un inizio ostico, la storia diventa molto più accattivante, soprattutto perchè la storia intreccia mistero e magia e il lettore ne resta completamente ammaliato. 

in definitiva, un romanzo dalle tinte fosche, non adatto a tutti, ma che potrebbe conquistare una buona fetta di pubblico grazie a una trama fedele a se stessa e non banale. 

                                                      Verdetto: Dipendente


Spero che la recensione vi abbia incuriosito, un abbraccio
Cris