martedì 19 marzo 2019

Review Party: 'La conseguenza' di Rhidian Brook

Buongiorno lettori, bentornati sul blog!
Oggi parleremo di un romanzo, la cui trasposizione cinematografica sta per giungere nelle nostre sale con un cast che adoro, specie perchè la protagonista è Keira Knightley. 


Amburgo, 1946. La città, assegnata agli inglesi dopo la spartizione fatta dagli Alleati della Germania sconfitta, è devastata come le vite di chi la abita: vinti e vincitori. È in questa notte buia dell'anima che il colonnello inglese Lewis Morgan, incaricato di gestire la ricostruzione di questa città senza speranza, si trova costretto, suo malgrado, a requisire al legittimo proprietario, l'architetto tedesco Stefan Lubert, una splendida villa sul fiume Elba. Nonostante la diffidenza di sua moglie Rachael, Lewis offre a Lubert e Frieda, la figlia adolescente, la possibilità di rimanere a vivere nella villa. Le due famiglie per quanto non condividano quasi nulla, sono però accomunate dallo stesso dolore causato dalla guerra: Lewis e Rachael hanno perso il figlio maggiore per una bomba nemica, mentre Stefan, per la stessa ragione, ha perso sua moglie Claudia. I destini delle due famiglie iniziano a intrecciarsi in un susseguirsi di emozioni e colpi di scena: solo affrontando le conseguenze del dolore, infatti, la notte delle loro vite potrà cedere il passo a una nuova alba.

Questo libro ha un impianto storico molto forte: dopo la fine del regime nazista e della seconda guerra mondiale, la Germania venne divisa in due parti e agli alleati venne dato il compito di ricostruire una nazione le cui pretese avevano distrutto mezzo mondo. 
Il punto di vista in cui veniamo calati è quello del post bellico, quando i tedeschi diventano oggetto di scherno, astio e diffidenza e a cui vengono espropriati beni e case. 
Ho trovato affascinante poter studiare un altro frammento di storia e ho apprezzato che in qualche modo, rimescolando le carte, non ci sono vinti o vincitori. L'umanità, su ogni fronte, era andata dispersa. 
Il colonnello Lewis è il protagonista ideale in questa storia: saggio, lungimirante, giusto.
Viene chiamato a ricostruire Amburgo e a sanare le ferite di quanti sono ormai in miseria, cercando cibo tra le macerie accanto a corpi perduti. 
La crudezza delle scene, la tristezza serpeggiante, l'insoddisfazione e la paura sono serpi velenose ma necessarie per rendere vivo e vero il racconto di una storia finora oscurata. 
Giungono in città anche sua moglie Rachel e suo figlio Edmund che vengono assegnati alla grande villa dell'architetto Luber e sua figlia Freida. 
Lewis si dimostra comprensivo, molto generoso e consente ai due tedeschi di alloggiare nell'appartamento all'ultimo piano, cercando di garantire una forma di dialogo e comprensione tra due realtà completamente differenti.
E' un libro intenso, che scava a fondo i sentimenti, sia quelli più positivi come l'amore, l'affetto, il senso di perdita, che quelli meschini come la gelosia, l'invidia e il possesso, lasciando a nudo i personaggi, per i quali provi empatia e affetto. 
Tuttavia, nonostante lo stile scorrevole e l'ambientazione perfetta, ho avuto grossi problemi con le due protagoniste femminili: Rachel e Freida. 
Rachel è stata per lungo tempo una moglie lontana, che nonostante la lontananza del marito, ha saputo gestire la propria casa e i suoi due figli. Edmund è un ragazzo brillante, gentile, ha saputo conquistarsi il mio amore incondizionato. Il maggiore, invece, morto a causa di una bomba, sembra aver spento ogni empatia e cancellato ogni forma di bontà in Rachel: l'ho trovata meschina, a tratti infantile e mi ha disturbato più di una volta leggere di lei e del suo punto di vista. 
Sicuramente è una donna in cui la sofferenza alberga viva dentro di lei, ma Lewis non è stato da meno. Ha combattuto per sopravvivere, e poi, per dare un futuro migliore a lei e ai suoi figli. Ha dimostrato di esserle eternamente legato, la sua vita, la sua forza tratta da un pegno come un portasigarette d'argento.
Rachel è ingrata e ad un certo punto, meschina. 
Freida è la figlia dell'architetto Luber, ma mentre quest'ultimo è edotto, colto, disponibile, sua figlia è cattiva - i dispetti ad Edmund sono osceni - e crudele, specie nei confronti di suo padre. Si affanna a voler restaurare un ideale che non esiste più e che non è mai stato giusto. Il suo animo è ferito, è un'adolescente in fondo ma io sono fermamente convinta che, nonostante il dolore, siano le nostre scelte a fare la differenza. 
Nonostante questo piccolo neo, il romanzo mi ha conquistata e penso di aver preso una cotta per Lewis, così forte e temerario sul lavoro, leader indiscusso eppure così dolce e premuroso nei confronti di chi ama. 
Un libro accattivante, che si lascia leggere in poche ore. 

                                                   Verdetto: Dipendente 




Vi ho incuriosito? Cosa ne pensate? 
Bacini, Cris




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