Finalmente settimana scorsa sono tornata a leggere e in questi giorno sul blog fioccheranno recensioni, rubriche, aggiornamenti dei gruppi di lettura di Albion e Legend.
Oggi parliamo di un libro magico, in cui storia e fantasia si uniscono per raccontare gli orrori di un periodo che non possiamo dimenticare.
Si tratta de 'Il fabbricante di sogni' di R. M. Romero.
Cracovia, 1939. È un giorno come tanti quello in cui una bambola di nome Karolina prende vita nella polverosa bottega di un giocattolaio. Una magia inaspettata che rompe la monotonia della solitaria esistenza di Jozef. Jozef è un uomo burbero che ha conosciuto la guerra e non è mai riuscito a ricomporre i pezzi del suo cuore infranto. Ma, quando Karolina entra nella sua vita come una ventata d’aria fresca, le cose cambiano. Nella bottega del giocattolaio torna il sorriso e Jozef si avvicina a un violinista ebreo e a sua figlia, per la quale realizza una splendida casa di bambole. Proprio nel momento in cui tutti sembrano finalmente aver trovato la felicità, però, l’ombra nera del nazismo si allunga sulla Polonia. I nuovi amici ebrei si trovano all’improvviso in pericolo, e Jozef non intende abbandonarli per nessun motivo. Anche se questo significa sacrificare se stesso.
Quando ho letto per la prima volta la trama di questo libro, ne sono rimasta affascinata.
Solo dopo averlo letto, ho scoperto che di questo romanzo mi aveva già parlato benissimo la mia amica Ileana di Oh ma che ansia.
La copertina in lingua originale era favolosa e la lettura si è dimostrata assolutamente all'altezza.
Amo i romanzi storici, specie se ambientati nella Seconda guerra mondiale perchè penso che siano un promemoria importante e che insegnino i valori della solidarietà e l'amore.
Protagonisti di questo romanzo sono Cyril, il giocattolaio un po' burbero che ha perduto una gamba durante la guerra e Karolina, che dal suo cottage nel Regno delle Bambole, torna nel mondo degli umani.
I due stringono un'amicizia improbabile che allontana lo spettro della solitudine e dell'abbandono e crea un'atmosfera di magia e complicità.
Cyril, per metà tedesco, conoscerà il violinista ebreo Jozef e sua figlia Rania quando gli verrà affidato il compito di creare una bellissima casa per le bambole in onore della bambina e diventerà loro amico, dimostrando che un'ideologia come quella di Hitler non ha attecchito su tutte le persone del Reich. Il giocattolaio dalle mani d'oro non riesce a star fermo davanti a due persone innocenti che non hanno fatto nulla di male per meritarsi la privazione dei loro averi prima, dei loro diritti poi e infine della loro dignità.
Il racconto assume la voce della bambola Karolina, per questo possiede il pregio di tenere vivo la realtà, la storia addolcendo la crudeltà di quegli anni con la fantasia, la magia e diventando una favola per grandi e piccini.
Il romanzo si legge in un soffio anche se le emozioni che scatenerà saranno diverse e profonde: rabbia, impotenza, ma anche gioia e commozione.
Un libro leggero che racconta qualcosa che invece pesa come un macigno sulla nostra Storia, l'odio razziale e la superiorità che talvolta ancora alberga nei nostri cuori nonostante tutti gli anni passati.
L'odio è sempre più facile da diffondere dell'umanità e dell'amore.
Verdetto: Dipendente
Bacini, Cris
Ho scoperto questo libro giusto qualche giorno fa su instagram e ha catturato subito la mia attenzione! Devo però ammettere che se lo comprerò sarei più propensa per l'edizione in lingua originale, ha una cover spettacolare 😍
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