In anteprima rispetto all'uscita prevista per il 7 febbraio recensisco il seguito di Le guerriere d'oro di Namina Forna, Le guerriere che sfidarono l'oscurità.
Le dee sono vasti corpi eterei fatti di energia e luce di stelle, ognuno così grande da poter contenere un intero universo, eppure così piccolo da stare sul suo trono dorato. Sono illimitate, contraddittorie. E sono le mie madri. Sono passati ormai sei mesi da quando Deka ha liberato da un sonno secolare le antiche divinità di Otera, scoprendo al contempo la verità su di sé e il proprio scopo nel mondo. Ora nel regno imperversa la guerra, ma la battaglia è soltanto all'inizio. Esiste infatti una forza oscura, sinistra e senza pietà, che minaccia l'umanità intera e Deka e le sue sorelle di sangue devono fermarla a tutti i costi. Ma, a mano a mano che sviluppa nuove abilità, la ragazza è costretta a fare i conti con una verità scomoda: lei potrebbe essere al contempo la chiave per la salvezza di Otera ma anche la sua più grande minaccia. E questo non è l'unico segreto che le dee le hanno tenuto nascosto…
Quando ho cominciato questo secondo volume, ero piuttosto disorientata poiché riprende sei mesi dopo gli eventi di The gilded Ones.
Deka ha risvegliato le dee, ma gli jatu non sono disposti ad arrendersi. Dovrà recuperare antichi oggetti magici in grado di aiutare le dee di Otera a tornare nel mondo se vuole sconfiggerli, soprattutto per aiutare le giovani donne rinchiuse nella capitale, di cui la giovane si sente particolarmente responsabile.
Entrare in medias res è stato un po' complicato perché non ricordavo benissimo tutti i dettagli del primo romanzo, ma come per Le guerriere d'oro la narrazione è abbastanza semplice e dinamica, merito di uno stile di scrittura fluido e scorrevole.
Tuttavia, devo fare una premessa di carattere personale prima di offrirvi una recensione oggettiva del romanzo.
A gennaio ho letto diversi libri, e ad esclusione di It starts with us di Colleen Hoover e di Anatomy, si sono rivelati fantasy impegnativi per differenti aspetti: lo stile, le descrizioni, l'evoluzione della trama. Quindi sono arrivata alla fine di gennaio piuttosto stanca, motivo per cui sento di non essere entrata in empatia con il romanzo quanto avrei voluto.
Detto questo, sento di promuoverlo seppur non a pieni voti.
Mi è piaciuta l'evoluzione di Deka, che nonostante sia ancora ragazza sola e abbia paura di sbagliare, si comporta sempre al massimo delle sue forze, come Nuru forte e indipendente.
Oltre a una componente di azione e battaglie molo forte, c'è infatti un grandissimo spazio per i pensieri della protagonista che dimostra una grande crescita personale.
Merito soprattutto di Britta e Becalis, le sue grandi amiche, coloro che rappresentano la sua famiglia. Questo aspetto è essenziale perché la sorellanza, la libertà sono temi che passano dalla carta al lettore con grande fluidità.
Peccato per gli scarni momenti con Keita, che avevo adorato nel primo libro.
Tornano anche altri personaggi e se ne inseriscono di nuovi, come la Primogenita Melanis, ma resta tutto piuttosto marginale, non riuscendo a dare piena compitezza alla storia.
Il finale è molto interessante, sono curiosa di capire come concluderà la trilogia e che opportunità ci saranno per Deka e le altre.
Verdetto: (più che) Stuzzicante
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