venerdì 2 giugno 2017

Recensione: Come l'ultimo rigore di Alessia Esse

Buongiorno a tutti lettori e buona festa della Repubblica! Quanti di voi si stanno rilassando con un libro al mare? Per chi invece, come me, è a casa, ho pensato di tenervi compagnia con la recensione del nuovo libro di un'autrice molto amata dalla blogosfera, ovvero Alessia Esse.


Quando Viola Costa e Lorenzo Ragone hanno diciassette anni, sono convinti che il loro amore sia più forte di tutto. Lei vorrebbe diventare una giornalista sportiva. Lui è un calciatore forte e brillante. S’innamorano sui banchi di scuola, senza sapere che il primo amore è sì il più dolce, ma anche il più vulnerabile. La fine della loro storia li segna entrambi, separandoli e rovinando la loro amicizia.
Oggi, Viola e Lorenzo non potrebbero essere più distanti. Lei, un’affermata giornalista, vive e lavora a Milano. Lui, invece, vive a Pontenero, il luogo in cui è nato il loro amore.
È lì che Viola è diretta per trascorrere un mese di vacanza, ed è lì che – nonostante l’iniziale rifiuto – riallaccerà i rapporti con Lorenzo. 

In un viaggio tra presente e passato, i due giovani, ormai adulti, avranno la possibilità di ripercorrere la loro storia, e di fare i conti con gli sbagli, i rimpianti, le opportunità mancate. E con una scintilla che forse non si è mai spenta.

Quando si tratta di Alessia Esse, ho alcune consapevolezze:
1. Leggerò una bella storia d'amore.
2. Mi innamorerò del personaggio maschile.

E quando ho avuto tra le mani la copia digitale del libro, non ho potuto che fiondarmici per verificare la mia teoria.
La storia prende le mosse da un paesino in provincia di Salerno, Pontenero, dove vivono due ragazzi, Viola e Lorenzo. Viola, una ragazza forte e grintosa, è epilettica e la sua famiglia la guarda come a una specie di bolla di sapone, pronta a scoppiare da un momento all'altro. Ma lei desidera dimostrare che non è così e che può vivere in modo autonomo e indipendente. Ha una passione per il calcio, che gli è stata trasmessa da suo padre, un grande sogno, cioè quello di diventare una giornalista sportiva e una cotta per il suo compagno di classe, Lorenzo.
Lorenzo è una promessa del calcio professionista, gioca nella squadra del suo paese ma arrivano osservatori di diverse squadre importanti per reclamarlo. E' dolce, premuroso, gentile e tenero. Viola è la sua principessa, la sua SuperNova, tutto il suo mondo.
Tra i banchi di scuola nasce una storia d'amore tenera e dolce, che sa di quel primo amore che difficilmente si dimentica. Sa di cocco e Brachetto e sa di sabbia e di mare. 

Sono convinta di una cosa: l'amore ti fa diventare più forte. Quando hai accanto una persona che ti vuole bene, le difficoltà non sembrano più insormontabili, ed è come se dentro di te esistesse una forza speciale, capace di aiutarti a risolvere i problemi che prima sembravano irrisolvibili. 

A 18 anni, però, si sa. Si deve ancora crescere e maturare, si deve prendere coscienza di se stessi e dei propri sogni. E così, Viola e Lorenzo si separano. 
Si rincontrano dopo quattro anni e tra loro scoppia di nuovo la passione e l'amore ed è così, tra un articolo e degli scarpini che sembra per loro essere arrivato il momento perfetto. 
Quel momento di consapevolezza che ti fa sentire appagata e felice, cheti fa guardare al futuro con ottimismo e con felicità.
Ma, la vita ci mette sempre il suo zampino. Il dolore, la sofferenza e i sogni sono ostacoli spesso insormontabili se non si ha la forza di superarli insieme. Così Viola e Lorenzo si perdono ancora. 
Quante volte ci si può perdere prima di trovare finalmente quel momento in cui decidi di non scappare più e di restare? 
Questo libro è stato un viaggio tra i sapori e i colori della mia terra, tra gli stadi di paese e gli Stadium dove si sono giocate le GRANDI partite, quelle nel cuore di tutti, anche nei non tifosi. Ho apprezzato l'accuratezza con cui è stato trattato il calcio, dalle metafore utilizzate nella vita di Viola ai singoli eventi raccontati con minuzia di dettagli. 
Ho amato il modo in cui l'autrice ha fatto trapelare le insicurezze che si nascondono dentro ognuno di noi e che ci accompagnano crescendo prima che, con la maturità, decidiamo di combatterle. 
Penso che il finale sia stato un colpo da maestra, di una dolcezza e di una tenerezza quasi tangibile. Mi sono emozionata (quasi) come Viola. 

Sono passati diciassette anni, e ti voglio ancora come il primo giorno al vecchio centro sportivo. Sono un uomo a metà senza di te. Lo sono sempre stato. Il calcio, i soldi, gli amici, le barche: nulla di tutto questo ha senso se non posso essere felice con te. 


Ci ho abbinato anche una canzone, che è una delle mie preferite perché mi faceva pensare molto alla loro storia. E poi, con una dichiarazione così, come fai a dire no? 

Verdetto: Dipendente! 



Se vi è piaciuta la recensione, se non siete d'accordo o se avete letto il libro, commentate pure!
Bacioni, Cris

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