Cordelia Carstairs ha perso tutto ciò che più contava per lei. Nel giro di poche settimane, infatti, ha visto morire il padre, fallire il piano di diventare la parabatai di Lucie e sgretolarsi il matrimonio con James. E, quel che è peggio, ora si ritrova legata a un antico demone, Lilith. Arrivata a Parigi con Matthew Fairchild, la ragazza spera che le attrazioni notturne della Ville Lumière le facciano dimenticare le sue miserie. Ma la realtà riesce a insinuarsi anche nelle sue giornate parigine quando la raggiungono notizie scioccanti da casa: a quanto pare Tatiana Blackthorn è fuggita dalla Città di Adamante e Londra è sotto scacco del Principe dell'Inferno, Belial. Dilaniata da sentimenti confusi e contraddittori, Cordelia fa ritorno a Londra, dove di lì a poco un segreto degli Herondale verrà portato alla luce da un nemico inaspettato e l'intera famiglia accusata di una colpa gravissima. Niente potrà forse tornare come prima per Cordelia, anche perché il legame con i suoi vecchi amici sembra ormai deteriorato in modo irrimediabile. Il tempo intanto corre veloce e i piani di Belial stanno per investire come un'onda mortale la ragazza, Lucie, gli Allegri Compagni e tutti gli Shadowhunter. Rimasti a fronteggiare l'esercito di Belial in una Londra infestata dalle ombre, per riuscire a salvare la loro città e le loro famiglie, Cordelia e i suoi amici dovranno radunare tutto il coraggio che possiedono, ingoiare l'orgoglio e imparare nuovamente a fidarsi l'uno dell'altro. Perché se dovessero fallire, potrebbero perdere tutto, comprese le loro anime.
Ho terminato questo libro da un paio di giorni ma è incredibile come mi senta ancora stregata dalla storia triste senza i suoi personaggi.
The last hours è un prequel che si inserisce tra le due serie più famose della Clare e da un punto di vista prettamente narrativo, sicuramente ne ha risentito.
Dopo oltre diciotto libri ambientati nel mondo Shadowhunters, l'autrice è stanca e si percepisce in alcune scelte stilistiche e narrative.
Tuttavia una volta imbarcata in questa impresa, Cassie ha gestito la cosa facendo ciò che sa fare meglio: investire nei personaggi. E questa trilogia ne ha in abbondanza. Tra Herondale, Carstairs, Fairchild e Blackthorn si costruiscono le personalità di ragazzi appassionati, coraggiosi, determinati a cui il lettore non può non affezionarsi.
James e Lucie sono i figli perfetti dei loro genitori, vivono un amore assoluto come il padre e sono intelligenti e leali come la madre.
In questo romanzo, in cui sicuramente i loro caratteri - tra pregi e difetti - vengono ancora più in evidenza, i protagonisti indiscussi dell'azione restano loro.
Sono immensamente grata per il personaggio di Matthew, il cui autolesionismo alcolico mi ha portato più di una volta alle lacrime. Ho temuto per lui, per la sua incolumità e invece ha trovato la strada e una luce in fondo a un tunnel di bugie e mezze verità.
Il suo legame parabatai con James viene messo a dura prova, ma ci sono certi legami che semplicemente sono destinati a essere.
In questo romanzo dove finalmente i nodi vengono al pettine e i segreti svelati, Matthew e James si parlano con una sincerità disarmante e si amano con la stessa forza.
Non meno essenziali sono stati Anne e Ariadne o Alistair e Thomas, ma rispetto agli altri già nominati restano sul margine, lavorando come una squadra affinchè il resto brillasse, riuscendo perfettamente nel ruolo assegnatogli.
Parlando invece di Jesse e Cordelia, posso dirmi sorpresa.
Se Jesse non mi aveva convinto prima, ne La catena di spine fa tutto quello che è in suo potere e di più per dimostrare la sua appartenenza ai Nephilim.
E' saggio, dolce, premuroso e gentile, magari sottotono rispetto agli altri maschi di cui scrive la Clare, ma comunque pienamente positivo.
Nota dolente invece per la mia preferita, Cordelia.
A dire la verità, pur avendola capita, non sempre l'ho apprezzata: lunatica, scontrosa, a tratti prepotente, diversa dalla ragazza fiera e indomita che ha l'onore di usare Cortana.
Ad eccezione dei personaggi, la trama si dispiega facilmente.
Il piano è intrigante e diabolico, la difesa strenua e dolorosa e tutto si conclude nel modo che pare il migliore per tutti.
Sono stata sinceramente felice, mi sono emozionata, commossa, arrabbiata, innamorata.
Mi è entrato dentro, ma sarei disonesta se non vi dicessi che non è perfetto.
Primo tra tutti, La catena di spine è un libro lento, non perché non sia bello o perché sia scritto male ma per la presenza di un numero indefinito di PoV che da un lato avvicinano il lettore ai personaggi, ma dall'altro interrompono e sospendono la storia.
E' chiaro che una volta fatta l'abitudine, il libro si legge scorrevolmente ma non è un tipo di narrazione agevole per tutti.
Altro discorso è invece la morte di uno dei personaggi principali, trattata con indelicatezza e una celerità di sicuro frettolosa. Meritava attenzione, meritava pazienza e meritava il giusto lutto.
Ultimo neo a una trilogia comunque stupenda è la questione dell'albero genealogico, gestita con poche battute e in modo veramente poco credibile.
Quando ho voltato l'ultima pagina, mi è venuto un gran magone a pensare che non avrei più letto di Matthew e della sua nuova vita o di Lucie e della sua vita con Jesse.
Avrei voluto ancora rimanere a Londra insieme a dei ragazzi incredibili, profondamente legati, il cui affetto, il cui legame in questo terzo volume si stringe ancora di più.
E' stato un viaggio bellissimo, grazie Allegri Compagni. Grazie Cassandra Clare.
Verdetto: Dipendente
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