lunedì 29 giugno 2020

A tu per tu con...Bianca Marconero| Stand by me, Eredità e scrittura


Buongiorno lettori! Ecco svelata la sorpresa: ho riunito tre grandi scrittrici romance italiane per una chiacchierata sui romanzi, sulla scrittura e sul ruolo dei loro lettori. 
La prima ad essere intervistata è Bianca Marconero, considerata unanimemente regina del romance italiano, autrice di Albion, fantasy ispirato al ciclo bretone e di molti grandi bestseller come L'ultima notte al mondo e Un maledetto per sempre. 
Ciao Bianca, grazie di aver accettato il mio invito. Sono sempre onorata di avere la regina del romance sul mio blog.
L’onore è tutto mio.
 Come stai? Come ha reagito la tua scrittura alla pandemia? Blocco creativo o maggiore tempo a disposizione per elaborare le tue storie?
La pandemia ha richiesto un notevole sforzo organizzativo famigliare. Gli slot su cui contavo per svolgere il mio lavoro sono stati ridefiniti, così come le ore di lezione a distanza e i compiti. Ma abbiamo cercato di stare bene e di preservare un minimo di serenità. La pandemia mi ha portato a rallentare il ritmo della scrittura, infatti ci ho messo cinque mesi interi a finire Stand By Me, libro che nei miei piani doveva arrivare a una chiusura in 90-100 giorni al massimo.
 Hai annunciato pochi giorni fa l'uscita di un nuovo romanzo, Stand by me,  a luglio. Cosa ci puoi dire di Gregorio e Arianna?
Credo sia il libro più romantico che ho scritto. Superate le difficoltà iniziali, Gregorio e Arianna si mettono in gioco con grande generosità. Arrivano a un grado di complicità che va oltre i loro gesti o le loro parole. Come forse avrai dedotto, mi trovo sempre a mio agio con le storie di persone che non parlano, credo siano molto oneste nel rappresentare un limite comunque alle relazioni, forse perfino connaturato negli esseri umani. Gregorio e Arianna però sono atipici, per me, perché da un certo punto in avanti sono estremamente onesti, vicini e supportivi. Come puoi immaginare, non sarà rose e fiori, ci saranno vari impedimenti alla loro storia, che non ti anticipo, ma il rapporto di amicizia e solidarietà che si crea tra di loro credo non abbia precedenti nelle storie che ho scritto.
   Dopo la novella di Natale di casa Serristori, siamo tutti in attesa di conoscere meglio i figli maggiori, Jacopo e Niccolò. Le loro storie sono già in stesura?
Sì. Con Niccolò sono a un terzo circa della prima stesura. Jacopo è “plottato” nei minimi dettagli e questo ridurrà i tempi di stesura. Sono piuttosto fiduciosa che usciranno entrambi in autunno.
 Tasto dolente: Albion. I tuoi fan 'storici' amano la storia di questi moderni Cavalieri di Artù e sei stata in grado di creare un'atmosfera e una squadra davvero formidabile.
Albion è una grande sfida personale, è una promessa che continuo a rimandare. So che potrebbero ancora succedere un mucchio di cose, compresi i miracoli, ma credo che questa situazione si sbloccherà solo quando il miracolo me lo creerò da sola, come dice il nostro Tiziano Ferro. Il mercato editoriale non vuol sentir parlare di fantasy italiano, per cui ci dobbiamo rimboccare le maniche. Da soli. E prima o poi succederà.
E' possibile pensare di rivedere Marco, Helena, Lance e gli altri presto?
       Come forse ricorderai il piano originale era composto da i Libri del Primo Anno, tutti editi, e il Ciclo della Cerca, che chiudeva la saga. La materia narrativa del Ciclo della Cerca è stata risistemata in due libri: Eredità e Re in Eterno. Il primo di questi è a uno stadio avanzato e lo si potrebbe chiudere in due mesi di lavoro. Il secondo purtroppo ne richiederebbe almeno sei. Il problema è trovare una finestra di otto mesi in un calendario super pieno come il mio. L’unica cosa che posso dirti con certezza che NON farò sarà pubblicare Eredità senza aver finito Re in Eterno. Una eventuale pubblicazione di questo finale dovrebbe fornire i due volumi in contemporanea o quasi. 
 Cosa ne pensi dei 'bookinfluencer'? Trovi che siano riusciti ad aiutarti a diffondere il tuo talento?
Chiunque parli di libri e ne veicoli la diffusione aiuta gli autori, gli editori e il mondo delle pubblicazioni che siano essere con casa editrice o autori indipendenti. Io non riuscirei a pensare a un’uscita senza pensare contemporaneamente a una rete di blog che mi accompagna. Parlo di blog, nello specifico, perché sono ancora molto legata a questo tipo di formato, ma ho percepito, negli ultimi anni, la tendenza (sia di chi crea contenuti, sia di chi ne usufruisce) a spostarsi verso social più visivi e verbali. La sensazione è che si preferisca mostrare, piuttosto che descrivere e siano tutti più orientati sul parlato che sullo scritto. Pagine Instagram e canali YouTube hanno raggiunto un certo livello di popolarità. Di contro i blog si sono rafforzati con il formatto collettivo, a più redattori, e appoggiandosi a gruppi facebook dedicati che sono spesso molto partecipati e attivi. Nel mio caso specifico il supporto degli influencer mi ha aiutato tantissimo ma il vero vantaggio è stato l’arricchimento umano e personale. Sono estremamente grata al “movimento” e soprattutto grata a chi ha ricambiato con trasparenza l’affetto sincero che io provavo per loro.
Tornando indietro, c'è qualche cosa che cambieresti nei tuoi romanzi? Se sì, cosa?
Questa è una domanda impegnativa perché io sono una che cambia tutto, sempre ( e ti cito ancora Tiziano Ferro)! Riscriverei per due terzi Non è detto che mi manchi. Non perché abbia individuato problemi particolari ma perché la lavorazione è stata frettolosa, le scadenze imposte pazzesche e io non mi sono mai liberata dalla sensazione che avrei potuto ottenere molto di più da quella storia se fossi uscita a settembre, come inizialmente previsto, e non anticipata a Luglio. Il libro che riscriverei mille volte, ma solo perché mi ha divertito a livelli inimmaginabili, è Un maledetto per sempre. La lo riscriverei sempre uguale perché è il mio preferito. Il libro di cui a distanza di anni non cambierei neanche una virgola è Ombre, che io ritengo quello più riuscito. 
Quali sono le tre regole per costruire un buon romanzo?
Te le riassumo in tre parole onestà, rigore, coraggio.
L’onestà racchiude alcuni moniti importanti: devi scrivere di ciò che conosci, devi averne voglia, devi avere una visione tua, devi proporre solo storie in cui sei il primo a credere. 

Il rigore abbraccia sia l’intreccio che lo stile. La trama deve essere testata, la lingua rodata. La forma per quanto personale deve essere abbracciata con consapevolezza. Magari anche con la coscienza dell’errore, perché, se vuoi sbagliare un congiuntivo, puoi, ma devi sapere che stai infrangendo una norma.

Infine c’è il coraggio. Lo devi mettere in conto, perché se ti fai prendere dal panico, se ti chiedi come reagirà chi ti legge, se cominci a chiederti come verrà accolto il tuo libro, lo modificherai in senso peggiorativo. Non sarà più un romanzo onesto, ma un romanzo timido, che ricalca vie battute da altri.  Quindi mi viene da pensare che tutti i romanzi davvero “buoni” originino da un atto di coraggio di chi li ha scritti.
 Come funziona il tuo brainstorming: usi schemi, riassunti, schede personaggi?
Sì, uso tutto quello che posso per razionalizzare l’ispirazione, ben sapendo che la creatività tende a fregarsene dei miei piani. Più materiale preparatorio raccolgo, più la stesura sarà veloce. So di persone che scrivono in preda al furor, che lasciano fare ai personaggi. Io no. Con i personaggi ci dialogo e ci litigo, come qualsiasi scrittore bipolare, posso venire a patti, farmi sorprendere, ma non mi siederò mai al computer senza sapere, con minimi margini di incertezza, ciò che sto per scrivere. Magari io e i personaggi l’abbiamo concordato prima, ma di certo non lascio che la storia si scriva da sola.
Grazie di aver condiviso i tuoi pensieri con me e i miei lettori, in bocca al lupo! Un abbraccio, Cris

2 commenti: