giovedì 8 febbraio 2018

Recensione: 'L'amica geniale' di Elena Ferrante

Buon pomeriggio a tutti, come state? Questa settimana è stata molto faticosa, mi sono recata ogni giorno all'uni studiando per circa 6 ore al giorno e poi una volta a casa, via di nuovo. 
Comunque nel frattempo, mi sono dedicata a una lettura che mi ha catturato e a cui non ho saputo resistere nemmeno con il mal di testa, si tratta di Elena Ferrante e la sua 'amica geniale'.


L'amica geniale comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L'autrice scava intanto nella natura complessa dell'amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo passo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l'Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l'andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l'autrice ci ha abituati... Non vogliamo dirvi altro per non guastare il piacere della lettura. Torniamo invece all'inizio. Dicevamo che L'amica geniale appartiene a quel genere di libro che si vorrebbe non finisse mai. E infatti non finisce. O, per dire meglio, porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell'infanzia e dell'adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto. Altri romanzi arriveranno nel giro di pochi mesi, per raccontarci la giovinezza, la maturità, la vecchiaia incipiente delle due amiche.


Penso che un libro del genere non possa essere valutato come tutti i libri che mi sono capitati finora perchè è un libro incredibilmente acuto, reale, pragmatico.
Sento che in qualche modo mi ha colpito, che mi ha insegnato qualcosa, che ha avuto un effetto importante su di me anche se non riesco a spiegarlo in maniera logica. 
La storia è ambientata nella Napoli degli anni '50, tra i rioni decaduti e quelli in costruzione, e ha come protagoniste due amiche, Lila ed Elena. 
Il romanzo ripercorre la vita di entrambe, continuamente intrecciata, l'una lo specchio dell'altra; nel primo romanzo, il tema trattato è l'infanzia e la giovinezza. Più propriamente, Elena, la nostra narratrice racconta dal primo incontro con la sua amica ad otto anni sino ai loro sedici anni. 
Il racconto si snoda presentando e trasformando le personalità delle due ragazze: Elena è studiosa, diligente, insicura quanto Lila è intelligente, ribelle e testarda. 
La sensazione profonda che questo libro mi ha suscitato è un profondo affetto per Lila, non tanto perchè sia un personaggio positivo, quanto perchè è una ragazza fragile che paga per la sua voglia di imparare, per il suo carattere. 
Avrei voluto sentirla parlare, raccontare della sua Lenù, avrei desiderato entrare nella sua testa, comprendere i suoi pensieri e capire il perchè delle sue scelte. 
Ho immaginato questo libro come una pellicola veloce: raccontato nella mia città, ho visto scorrere nella testa le immagini di Mergellina, Piazza Nazionale, piazza Plebiscito e poi pizzeria a Santa Lucia, la ferrovia in costruzione e il Vesuvio. 
Senza fronzoli, senza timore viene raccontato la parte più cruda e vera della città: è impossibile non fare il confronto con oggi. 
Le donne sottomesse ai mariti, ai padri, ai fratelli. Il mestiere perchè l'idea di andare al liceo è eccezionale, per pochi piccoli geni, gli usurai, la borsa nera e il denaro sporco che può comprare tanti piccoli capricci. 
Elena e Lila non sono da sole, il pregio ulteriore di questo romanzo è la coralità: le nostre giovani donne sono inserite in un microcosmo abitato da compagni di scuola che si evolvono esattamente come loro e che accompagnano la narrazione. 
A volte il sentimento che provano i ragazzi è condivisibile, altre volte no, tuttavia la loro presenza si rende quantomeno interessante, mai superflua. Ho segnato mille e più frasi ed è difficile spiegare in parole povere qual è il suo senso profondo, come a volte si trasformi in una critica sociale, come non si allontani mai dalla realtà storica. 
Ciò che mi ha affascinato maggiormente e che mi ha indotto molte domande è stato il rapporto tra Lila ed Elena: mi è parso che non sempre riuscissero a tenere sotto controllo le loro sensazioni e che invidia, ammirazione e affetto lottino costantemente per affermarsi l'una sull'altro. 
Ammetto che in minima parte ho pensato a una forma di amore da parte di Elena, ma più si va avanti più ci si rende conto che un tale rapporto non ha definizione tipiche. 
Elena si sente costantemente inferiore a Lila, che rappresenta il metro di paragone per studio, esperienze e sentimenti. 
Ma è una battuta finale di Lila a capovolgere la situazione:<<Sei la mia amica geniale>>.
Chi delle due è quindi il genio? 
L'autrice non risponde al quesito ma nell'ampio ventaglio di vita affrontato nella tetralogia diversi nodi vengono al pettine e sembrerà semplice capire chi è la vera protagonista della storia. 
Ma poco importa sul piano emotivo perchè hanno bisogno l'una dell'altra, un appiglio in mezzo al mare anche quando la tempesta è stata provocata dalla loro stessa crudeltà e meschinità. 

<<Tu vuoi bene a Stefano?>>
Disse seria: << Moltissimo>>. 
<<Più che ai tuoi genitori, più che a Rino?>>
<<Più che a tutti, ma non più che a te>>

da L'amica geniale

Non esprimo ancora un verdetto perchè attendo di completare la serie. Non posso che consigliarvelo, l'ho amato, divorato. E' veloce ed è potente, arriva dritto al cuore. 
Ho già letto il secondo volume e se possibile è immensamente più forte del primo, non vedo l'ora di parlarvene.
Assuefatta. 




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