venerdì 16 febbraio 2018

Recensione: 'Storia del nuovo cognome' di Elena Ferrante

Buongiorno a tutti lettori, finalmente è arrivato il weekend. Per me non sarà rilassante perché lavoro sia sabato sera che domenica e sicuramente il tempo restante devo trascorrerlo a studiare. Manca pochissimo agli esami, sperando siano gli ultimi!
Comunque, chi di voi mi ha seguito nelle ultime sa che ho letto i primi due volumi della tetralogia di Elena Ferrante e sa che li ho amati. Ho messo in pausa la serie nonostante li possegga tutti in cartaceo perché avevo altre letture da fare e perché mi avrebbe sicuramente tenuta incollata alle pagine senza riuscire a staccarmene, magari perdendo anche qualche passaggio più o meno importante. 
Comunque, oggi recensisco per voi il secondo volume, Storia del nuovo cognome, perciò se non avete letto il primo, fermatevi qui! 


Lila ed Elena hanno sedici anni e si sentono entrambe in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso se stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il matrimonio dell’amica, ha scoperto che non sta bene né nel rione né fuori. Le vicende dell’Amica geniale riprendono a partire da questo punto e ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo travolgente con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano. Il tutto sullo sfondo di una Napoli, di un’Italia che preparano i connotati allarmanti di oggi. Della trama non anticiperemo niente. Storia e forza della scrittura fanno tutt’uno al punto che ci pare sconveniente guastare al lettore il piacere di leggere sorprendendosi a ogni pagina. Meglio dunque abbandonarsi a Lila ed Elena: conoscerle a fondo, riconoscersi sia nella tendenza alla conformità acquiescente sia nella caparbia determinazione a prendere in mano il proprio destino.
Quante cose si avvicendano in questo secondo volume, veloce e avvincente tanto e più del primo. Lila si è sposata ed è alle prese con un marito che è molto lontano da ciò che pensava fosse, invischiato in loschi traffici tanto quanto suo padre Don Achille, tanto quanto i Solara, gli usurai. Elena ha finalmente compreso che il suo mondo on è tra quelli del rione, ma allo stesso tempo non saprebbe trovare altresì un posto, una persona, un modo per evitare di sentirsi così persa. Quando si rincontrano, Elena erroneamente pensa che la vita di Lila scorra felice tra le mura domestiche ma la verità la piega: Lila viene <<battuta>> quotidianamente e a volte persino costretta a fare l'amore con Stefano, che odia. 
«Capii che ero arrivata fin là piena di superbia e mi resi conto che – in buona fede certo, con affetto – avevo fatto tutto quel viaggio soprattutto per mostrarle ciò che lei aveva perso e ciò che io avevo vinto. Lei naturalmente se ne era accorta fin dal momento in cui le ero comparsa davanti e ora stava reagendo spiegandomi di fatto che non avevo vinto niente, che al mondo non c'era alcunché da vincere, che la sua vita era piena di avventure diverse e scriteriate proprio quanto la mia, e che il tempo semplicemente scivolava via senza alcun senso, ed era bello solo vedersi ogni tanto per sentire il suono folle del cervello dell'una echeggiare dentro il suono folle del cervello dell'altra».

Ci sono anni che passano e storie che si intrecciano, decisioni che metteranno l'equilibrio faticosamente raggiunto in crisi, non ci sarà possibilità di tornare indietro. 
Lila conoscerà l'amore, Elena il tradimento e la rabbia. Dopo un evento particolarmente terribile che lei lascia accadere, Elena cambia definitivamente la sua vita: tornata a scuola, prende il diploma di maturità con il massimo dei voti e viaggia fino a Pisa dove frequenta l'accademia di lettere. Qui si aprirà un mondo nuovo, fatto di gente che sa conversare, che non conosce violenza, che ha rispetto. E per un po' dimentica Lila. 
Lila che diventa mamma, Lila che soffre, Lila che fugge, Lila che è troppo giovane, Lila che è un talento sprecato. Lei lo sa, la maestra Oliviero lo sa, sua madre lo sa, Marcello Solara lo sa. 
Questo libro è denso di azione, di accadimenti importanti: primo fra tutti, la prima vera crepa nel rapporto tra Lila ed Elena, seguita da una ferita sicuramente più profonda. 
Lila è stata fenomenale: il suo carattere impetuoso, irruento e irriverente si piega quando la sua vivace intelligenza le suggerisce un cambiamento di rotta che le sia più vantaggioso. 
E' il libro in cui soffre, in cui piange, in cui viene umiliata in tanti modi possibili ma ha una dignità, una fierezza che non la lascia mai. 
Elena, al contrario, è deprecabile: meschina, bugiarda debole. Ma soprattutto incoerente in uno dei momenti più importanti della sua vita. Non sa chi è, tutto converge su Lila e il lettore non può fare a meno di disincantarsi rispetto alla ragazza diligente e buona come viene descritta. 
Ho trovato intenso oltre che storicamente rilevante il contesto: la leva militare, i residui del fascismo, la distinzione tra case popolari e appartamenti del nuovo 'rione', l'importanza della televisione, la visione patriarcale del tradimento. Infine, il mio argomento preferito: l'idea della cultura, che nel libro e quindi più in generale negli anni '50 e tra le famiglie umili, era eccezionale. Elena riesce a <<salvarsi>> perchè aiutata da una fata turchina che vede in lei un potenziale inespresso. E' l'emblema di quanto sia importante ed essenziale lo studio, il libro, la letteratura. Lila stessa, la nostra amica geniale, dimostra quanto sia intensamente importante lo semplice scambio di opinioni, quanto possa soggiogare le menti o aprire il cuore delle persone. 
Dinamico, emozionante, topico: se possibile, anche migliore del primo. 

                                         Verdetto: Dipendente! (quattro cuoricini e mezzo)


Fatemi sapere cosa ne pensate e aspettatevi un altro post in serata, oggi tocca alla rubrica di Twin Lovers 5 cose che. Sappiate che oggi è un appuntamento che non vedrete l'ora di leggere! 

                                                                                           Bacini, Cris

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