Buongiorno lettori, so di essere sparita ma avevo bisogno di tempo per me, lontana dai social e più vicina a quel concetto di lettura che mi ha sempre tenuto incollata alle pagine. Proprio in questi giorni di social detox, ho potuto iniziare la nuova serie di Susan Dennard, Truthwitch, i cui primi tre volumi sono stati pubblicati a marzo dalla Oscar Vault. Mi sono appassionata e non vedevo l'ora di riprendere il mio spazio per potervene parlare.
Truthwitch non è un libro perfetto. Lo dico subito, senza preamboli, perché sia chiaro che, nonostante i problemi, io sono rimasta affascinata e incantata dalla potenza dei personaggi e dalla ricchezza della storia. Il racconto di Safiya e Iseult parte in medias res, le due giovani hanno organizzato una rapina che finisce per danneggiare inconsapevolmente un capogilda.
Le due amiche ci vengono presentate durante le pagine grazie al punto di vista alternato e in questo modo, possiamo calarci sin da subito nel loro passato, nelle loro radici, nei loro punti deboli. Safiya è una domna, l'erede della fortuna di Hastrell, ma preferirebbe di gran lunga essere libera e lontana perchè il suo potere è pericoloso e nessuno deve venirne a conoscenza. Safiya è una strega della Verità, con il suo potere può tenere in mano le redini di un mondo costruito su una Tregua fasulla, in cui il potere è l'unica cosa che conta.
Iseult è una nomatsi, una Strega dei fili e per questo è sbeffeggiata, umiliata e odiata costantemente, costretta a subire come se non avesse diritto a esistere. Nelle loro differenze, nella pacatezza dell'una e nell'impulsività e irrequietezza dell'altra, si annida la sensazione di
essere complete insieme. Questo rapporto, l'essere Sorelle di filo, è permanente nel libro: quando non sono insieme, le due amiche si cercano. Quando, invece, sono l'una accanto all'altra, darebbero la vita per proteggersi. Questo profondo affetto che lega le due Streghe è sincero e viscerale e indubbiamente rappresenta uno dei punti forti della trama.
Costrette a fuggire, hanno alle calcagna sia l'imperatore che desidera Safi come sposa che un potente Stregone del Sangue, il più pericoloso tra i poteri, assoldato come mercenario per ritrovarle. Il loro viaggio permette la collisione di un altro destino, quello del principe di Nubrevna, Merik, alla ricerca di accordi commerciali per il suo popolo affamato. Sarà Merik a dover scortare Safi e Iseult al sicuro, ma nulla sarà semplice.
Tra mostri marini scomparsi da secoli e avversari caparbi e molto potenti, Merik dovrà fare di tutto per tenere fede al suo patto e salvare il suo regno. Tra Safi e il ragazzo scatterà un'intesa scoppiettante e potente, il fuoco della loro passione divamperà dalle pagine senza lasciarvi scampo. Grazie ai loro scambi e ai loro scontri, verbali e fisici, ho sospirato più di una volta.
Da queste premesse avrete compreso come lo stile della Dennard mi abbia decisamente impressionato: ha dimostrato di saper padroneggiare più punti di vista senza appiattire le personalità dei personaggi l'uno sull'altro e ha regalato con facilità scene di amicizia e romanticismo in un mondo completamente governato dalle strategie politiche e militarie e dal furore delle battaglie.
Il vero punto dolente di questo romanzo è l'assenza di una completa spiegazione dell'ambientazione e del sistema magico. Sappiamo dalla quarta di copertina che ci sono tre imperi e intuiamo grazie alla mappa - posta all'inizio di questa edizione meravigliosamente curata - qualche argomento in più circa la loro posizione e la loro struttura. Qualcosa viene accennato dai dialoghi di Merik e Safi, cresciuti in ambienti agli antipodi. Tuttavia non
sappiamo quante Streghe esistano, quali poteri siano in grado di maneggiare, cosa sono le Fonti e soprattutto, perchè tutti cercano così disperatamente Safiya.
Tuttavia devo ammettere, assumendomene tutta la responsabilità, che questi dettagli, per quanto essenziali ai fini della costruzione di un ottimo fantasy, non hanno minimamente intaccato il mio giudizio su ciò che ho letto. Mi sono sentita trasportata nella storia, ho sentito il vento di Merik sulla pelle e l'affetto di Iseult permeare le pagine. Quando ho sfogliato l'ultima pagina, ho avuto il desiderio di averne ancora e so che questo mi capita poche volte.
Solo quando il libro ha del vero potenziale, solo quando i personaggi lasciano la carta e mi entrano nelle ossa, allora so di avere di fronte qualcosa che risponde alla chiamata del mio cuore. E davanti a questo, per quanto mi riguarda, le oggettive criticità si annullano.
Verdetto: Dipendente ( conservo le cinque stelline per i seguiti)
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