martedì 24 settembre 2019

Jay Kristoff a Roma| La conferenza

Buongiorno lettori!
Ieri sono stata all'incontro a Roma con Jay Kristoff e la partecipazione, la passione, l'amore con cui l'autore è stato accolto, rende l'idea di quanto Mia e la sua storia abbiano fatto innamorare gran parte di noi. 
Ho vissuto momenti stupendi, merito soprattutto delle persone fantastiche ho l'onore di chiamare amiche e di uncle Jay, una persona incredibilmente umana e super gentile e generosa. 

Volevo rendere partecipe anche chi non è riuscito o non riuscirà ad essere a Milano sabato riportando alcune delle domande fatte durante la presentazione della sua trilogia sia dai moderatori che dai fan in sala. 



Ero molto emozionata e concentrata sul contenuto, quindi non ho fatto storie nè dirette. Tutto ciò che leggerete è frutto della mia memoria, che nonostante tutto è ancora buona. 
Perciò, se siete curiosi di conoscere questo autore bestseller, iniziamo!

1) Ti aspettavi tutto il successo che hai avuto?

Assolutamente no. Oggi vedete Nevernight in un'edizione bellissima, curata, con le pagine colorate ma all'inizio era un libro semplicissimo. 
Vi racconto una cosa: poco prima che il libro uscisse, sono stato inserito per sbaglio una mail dell'editore che riguardava la stima delle vendite. E vi dico chiaramente che non erano rosee. Questa è la fiducia che avevano in me gli editori. Poi Nevernight è uscito e un gruppo di ragazzi si è appassionato. All'inizio erano pochi, poi hanno cominciato a fare passaparola, hanno cominciato a fare cosplay, a parlarne nei video, sui blog ed ecco come siamo arrivati ad oggi. Non sapete quanto potere avete quando dite a qualcuno 'Leggi questo libro', anche se non avete un canale YT o un blogger. Avete una voce, perciò grazie. 

2) Sei uno degli autori che ha maggior rapporto con i fan, che gestisce al meglio i suoi social. E' stressante? 

No, io non direi che è stressante ma toglie tanto tempo. 
La cosa divertente del diventare molto famoso è che si allarga la cerchia dei fan e diventa sempre più difficile rispondere a tutti. Preferisco usare il tempo che impiegherei per rispondere a tutti nella scrittura. Penso che voi siate più contenti di leggere un nuovo libro che di ricevere una mia risposta. No?

3) Com'è iniziata la tua passione per la scrittura e quando hai iniziato a scrivere libri?

Ho iniziato a scrivere da piccolo, io e i miei amici giocavamo a questo gioco in cui bisogna tirare dei dai e in base al tema scrivere una storia. Poi, sono diventato direttore pubblicitario e ho iniziato a scrivere dei veri e propri spot pubblicitari. 
Quando ho iniziato a scrivere il mio primo libro, avevo vergogna nel dirlo perché avevo paura che le persone giudicassero il mio modo di gestire il tempo libero. 
E' un modo sbagliato di sentirsi ma io non riuscivo a dirlo nemmeno a mia moglie. L'ha saputo quando ero ai due terzi del libro. L'ho terminato in aeroporto a Roma, mentre aspettavamo l'aereo per tornare a casa dopo aver festeggiato qui il nostro anniversario. 
Quando ho scritto la parola fine, mi sono sentito bene. Era un libro davvero terribile. 
Ma il libro che ho scritto dopo, è stato pubblicato. Scrivere è un po' come andare in palestra: all'inizio ti scoccia scrivere tutti i giorni, ma poi con il tempo diventa sempre più facile e dopo ti senti davvero bene. 

4) Una delle particolarità del libro sono le note a piè di pagina. Sono solo un espediente narrativo o hanno una funzione?

Le note hanno tre funzioni. 
Innanzitutto, servono ad alleggerire il romanzo, che altrimenti sarebbe risultato troppo cupo e depresso. 
Io sono cresciuto leggendo mattoni, mi piace lo stile che si sofferma per intere pagine su un singolo dettaglio. Ma so che non a tutti piace, quindi le note servono a unire lo stile di scrittura che piace a me con l'esigenze dei lettori. Nelle note ci sono degli approfondimenti, ma chi non vuole leggerle, può saltarle senza perdersi nulla della storia. 
Senza fare spoiler, voglio anche aggiungere che le note rappresentano un metatesto attraverso cui l'identità del narratore diventa sempre più importante. 

5) In Nevernight, c'è molta attenzione alla sessualità. E' un aspetto di Mia che volevi approfondire? 

Assolutamente. L'obiettivo era di presentare le mille sfaccettature di Mia. Mi meraviglia come siamo abituati ad accettare la violenza ma giudichiamo la vita sessuale degli altri. Mia è un'adolescente che sta scoprendo la propria sessualità e la esplora in tutti e tre i libri, come mi aspetto che faccia qualsiasi ragazzino della sua età.
Un giorno, una ragazza venne da me con le lacrime agli occhi e una copia di Godsgrave tra le mani e mi disse: "Grazie perché con questo libro sono riuscita a fare coming out con la mia famiglia". 

6) Se dovessi scegliere un personaggio di Nevernight su cui scrivere una storia, chi sarebbe?

Ho in mente due personaggi. Il primo è un pirata di cui facciamo la conoscenza nell'ultimo libro. Tutti amano i pirati e vive in un mondo con specifiche regole, quindi sarebbe divertente comprendere quali scelte l'abbiano portato a dove è ora. 
L'altro è Adonai, lo stregone del sangue. In questo, lui assomiglia a un vampiro. Tutti lo amano, anche se non perché. E' un personaggio strano, ma anche io sono strano. Quindi va bene. 

7) In Godsgrave ( aka I grandi giochi), si tocca il tema della schiavitù. Mi avverte che è sbagliato ma non fa nulla per combatterla e sovvertire il sistema. Perché?

Mia non è un'eroina. E' una stronza egoista assassina e sono stato molto attento che questo trapelasse, specie nel secondo libro. 
Lei si preoccupa solo di se stessa e delle persone che ama, il fatto stesso che lei non abbia mai paura di nulla, implica che non pensa alle conseguenze. 
Per lei distruggere le tre persone cardine dell'Impero significa pura vendetta personale. 

8) Nella serie di Illuminae files, scritta a quattro mani con Amy Kaupfann, chi ha ucciso di più tra i due? 

Amy sembra molto dolce all'inizio e nel primo libro effettivamente potrei avere ucciso maggiormente io. Poi ha conosciuto me e alla fine in Obsidio eravamo un cinquanta e cinquanta. 
Di solito, in estate, diversi autori australiani si incontrano in campagna per scrivere. Lo chiamiamo il ritiro. Durante una sessione di brainstorming, io e Amy abbiamo cominciato a discutere del finale e i nostri amici, uno alla volta, se ne sono andati per lasciarci litigare. Abbiamo discusso per quasi un'ora ma è stata l'unica volta in cui è capitato. 
Amy è la luce e io sono l'oscurità, quindi lavorare insieme aiuta a crescere ed è il motivo per il quale io mi trovo a lavorare così bene con lei. 

9) Ci puoi anticipare qualcosa su Empire of Blood, il tuo prossimo libro che uscirà anche qui in Italia? 

Come per Nevernight, siamo davanti a un fantasy molto oscuro. 
Parte da una storia vera, di cui si hanno pochissimi documenti. Nel 573 d.C. alcune particelle dell'atmosfera hanno oscurato il Sole, c'era ma la luce non si rifletteva sulla Terra. Motivo per il quale ci sono state carestie e guerre. 
In questo mondo oscuro, in cui la luce del Sole non c'è, i vampiri escono dai loro nascondigli e conquistano il mondo. Il protagonista, Gabriel, è un vampiro e sta per essere giustiziato per aver messo fino al loro impero. Ci sarà violenza, ci sarà sesso e quindi, se vi è piaciuto Nevernight, dovrebbe piacervi anche questo. 



Spero che questo contenuto esclusivo vi piaccia o che magari riesca a farvi appassionare alla serie. 
Grazie alla Oscar Vault per aver tradotto questa magnifica serie fantasy e grazie per aver permesso un incontro con un autore come Jay Kristoff. 
E' stato incredibile!

Vi abbraccio, 
Cris






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