venerdì 20 agosto 2021

Recensione: Le diecimila porte di January di Alix E. Harrow

Buongiorno lettori, come state? Siete in vacanza oppure a casa? In ogni caso, ho pensato di tenervi compagnia con la recensione di un libro che rientra sicuramente tra i miei preferiti dell'anno. Sto parlando de Le diecimila porte di January di Alix E. Harrow, che vi ricorda tornerà in libreria a fine agosto con il nuovo libro, Le streghe in eterno. 


Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei...

Questo romanzo è il perfetto esempio di realismo magico che funziona. 
Non è il primo romanzo di questo genere che leggo, ma è sicuramente il primo che mi ha catapultato nella storia, lasciandomi una gamma di sensazioni meravigliose, difficili da spiegare. 

January ha appena sette anni quando scopre una porta blu, una porta magica che porta ad altri mondi, ma la sua immaginazione e i suoi sogni ad occhi aperti vengono messi a tacere dal signor Locke, suo tutore in assenza del padre Julian, alle prese con la ricerca di antichi manufatti in giro per il mondo. 
Crescendo, mette da parte le fantasticherie, ma non la sua sete del mondo: vorrebbe viaggiare accanto al padre, uscire fuori dai confini dell'unica dimora che abbia conosciuto e vivere delle avventure. Tutto le è precluso e si sente come uno dei reperti del suo tutore, messo sotto una teca per essere ammirato da altri. 


Qualcosa cambia quando January scopre un piccolo libro che sembra raccontare una grande storia che le risulta familiare, le solletica i sensi e le la porta a porsi sempre più domande. 
La giovane, dopo aver saputo della morte del padre, si troverà ad affrontare diverse avventure, alcune difficili per il corpo, altre per la mente ma dimostrerà un coraggio e una forza d'animo senza precedenti. 

Al suo fianco ci sono Bad, il suo adorato e pestifero cane e Sam, il figlio del fornaio con cui sin da piccola ha stretto un rapporto speciale. 
I pregi di questo libri sono innumerevoli: non solo abbiamo la costruzione di un metatesto lineare, chiaro, che si ricongiunge nelle pagine finali, ma anche la caratterizzazione di diversi personaggi secondari. 
L'autrice ha messo in primo piano January e la sua crescita fisica ed emotiva, ma ci ha presentato con destrezza anche il padre e il suo distacco, la sua sofferenza, l'indipendenza e la forza della madre perduta e la paura e le debolezze del signor Locke. 
Ciascuno di questi personaggi è intrecciato alla storia della protagonista che è giovane, ingenua e umana, ma anche determinata e leale. 

Oltre la trama e la costruzione dei personaggi, ho apprezzato anche lo stile narrativo. 
Non è scorrevole nè diretto, si prende il suo tempo per creare le giuste atmosfere e garantire una introspezione coerente di January. 
Durante la lettura si affrontano diversi argomenti scottanti, reali: il razzismo, la colonizzazione, il suprematismo bianco. 
Per questo motivo, nonostante non sia un romanzo 'semplice', credo che sia meravigliosamente calato nel ruolo che anela ad avere. 

Mi sento di aggiungere un ultimo punto: questo è un romanzo di speranza. 
E' un libro che elegge l'immaginazione, la fantasia, la creatività come perni della nostra esistenza. La possibilità che esistano porte che conducono in posti strani, nuovi, diversi è una sensazione eccitante da cogliere, non di cui avere paura. 
Imparare a distinguere l'altro non come un opposto, ma un complementare. 
E' questo il messaggio più profondo di questo libro ed è per questo che lo consiglio a chiunque cerchi nel mondo un po' di magia. 
A volte è nascosta in un libro. 

Verdetto: Assuefatto!



Vi ho incuriosito? Lo leggerete? Lo avete già letto? Scrivete nei commenti, 
un bacio
Cris



2 commenti:

  1. ciao mi hai molto incuriosito. Messo il libro tra i libri dei desideri da leggere. Belle le immagini, ma sono sul libro?

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  2. Libro stupendo, l'ho amato moltissimo! *___*
    Anche se devo dire che con il libro successivo, "The Once and Future Witches", Alix Harrow si è addirittura superata... infatti i personaggi (secondo me) risultano infinitamente più complessi e accattivanti, e la parte più bella è che non risente nemmeno di tutti quei piccoli problemi di ritmo che affliggono la prima metà de "Le diecimila porte"! :)

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