martedì 30 giugno 2020

Review Party: 'La magia del ritorno' di Nicholas Sparks

Buongiorno lettori, scusate come al solito gli orari improbabili ma non vedevo l'ora di raccontarvi della mia ultima lettura, firmata da un genio dei bestseller, Nicholas Sparks. 


Per Trevor Benson, i più bei ricordi d'infanzia sono legati alle estati trascorse a New Bern, nel North Carolina, dove il nonno gli ha insegnato a pescare, a prendersi cura delle api, e ha provato a spiegargli cosa vuol dire innamorarsi. E a lui che il nonno, recentemente scomparso, ha lasciato in eredità la vecchia casa di legno accanto al fiume, ed è proprio lì che Trevor decide di trasferirsi temporaneamente prima di iniziare una nuova vita. Rimasto gravemente ferito in Afghanistan, ha infatti dovuto abbandonare la professione di chirurgo e trovare una nuova strada. Se i segni sul corpo sono quasi spariti grazie a una lunga serie di interventi, nulla può cancellare però le ferite dell'anima. In quell'estate sospesa tra un capitolo e l'altro della sua esistenza, due incontri inattesi giungono a sorprenderlo: quello con Callie, una ragazzina inquieta e sfuggente che sa qualcosa sulle circostanze misteriose della morte di suo nonno, ma è restia a dirgli la verità; e quello con Natalie, una giovane ed enigmatica poliziotta per la quale Trevor sente nascere un sentimento profondo, ma che sembra avere paura d'amare. Avvolto da una rete di segreti che non riesce a districare, Trevor decide di fidarsi dell'istinto, come gli consigliava sempre il nonno, e intraprende così una ricerca che lo porterà a cogliere il significato più profondo dell'amore e del perdono e lo ricondurrà al centro esatto del suo cuore. Perché a volte, per andare avanti, è necessario ritornare al punto in cui tutto è cominciato.

Dopo aver versato fiumi di lacrime per Le pagine della nostra vita, ho provato a leggere un libo dell'autore ma non mi aveva rapito come avrei voluto, tuttavia sono una persona che concede spesso una seconda possibilità e in occasione della nuova uscita, mi sono buttata su La magia del ritorno, che mi ha allietato diverse ore.

Questo romanzo ha per protagonista un giovane veterano, Trevor, che a causa di un brutto incidente in Afghanistan ha perso un occhio, diverse dita della mano con cui svolgeva la sua professione di chirurgo e ha una cicatrice bianca che va dal mento alla tempia. 
Superare il trauma, comprendere la propria disabilità, combattere i propri demoni ha significato cambiare la propria esistenza, trovare un nuovo lavoro, scegliere come affrontare la perdita positivamente.

Durante il suo recupero, la morte dell'adorato nonno Carl conduce Trevor a porsi delle domande: perchè non era a New Bern nella sua villa sul fiume, da cui non si era mai mosso prima?

E cosa gli avrà voluto confidare in modo sconclusionato in punto di morte? 
Mentre si arrovella su questi interrogativi, appaiono due persone che cambieranno il corso della sua vita: la giovane Callie, misteriosa e scontrosa che conosceva suo nonno e gli voleva bene e la poliziotta Natalie, con cui sin da subito l'ex chirurgo prova ad entrare in confidenza.

La storia nelle prime cento pagine non manca di linearità ma rallenta il ritmo della lettura che invece nella seconda parte, specie per quello che riguarda la soluzione del mistero, incalza e appassiona. 

Sparks ha una dote indubbia, riesce a raccontare e intrecciare le vite umane con solenne maestria, descrivendo con le parole strati di uomini e donne feriti, a cui il destino ha messo diversi ostacoli davanti. 
Il mio problema con l'autore è che nonostante la sua scrittura sia fluida e la storia sia bella e d'effetto, io non riesco mai ad entrare in empatia con i protagonisti.

Trevor è sicuramente colui che è riuscito a colpirmi di più, se non altro per la sua capacità di reagire alla sofferenza e l'importanza di vivere a pieno la vita, senza temere di lasciare qualcosa a metà.

Natalie, nonostante il suo background difficile, non è riuscita a conquistare le mie simpatie e di conseguenza le scene in cui lei era presente, non mi hanno emozionato come speravo. 

Callie mi ha incuriosito fin da subito, la sua volontà di rendersi invisibile, di nascondersi da mondo me l'ha resa più cara perchè fremevo dalla voglia di vincere i dubbi che mi attanagliavano e scoprire la verità. 

Un incredibile pregio di quest romanzo è sicuramente la descrizione dei paesaggi: il fiume, il giro in barca, le passeggiate tra gli alberi sono aspetti a cui non resistere tanto nei romanzi quanto nella vita vera. L'autore mi ha consentito di viaggiare con la fantasia fino in North Carolina, rendendo questa storia decisamente piacevole. 

                                            Verdetto: Stuzzicante (3.5 stelline)

Ringrazio la Sperling per la copia cartacea e Sonia de Il salotto del gatto libraio per avermi inclusa in questo evento.
Andate a leggere le recensioni delle altre blogger, le trovate tutte nel banner!


Bacini, Cris



lunedì 29 giugno 2020

A tu per tu con...Bianca Marconero| Stand by me, Eredità e scrittura


Buongiorno lettori! Ecco svelata la sorpresa: ho riunito tre grandi scrittrici romance italiane per una chiacchierata sui romanzi, sulla scrittura e sul ruolo dei loro lettori. 
La prima ad essere intervistata è Bianca Marconero, considerata unanimemente regina del romance italiano, autrice di Albion, fantasy ispirato al ciclo bretone e di molti grandi bestseller come L'ultima notte al mondo e Un maledetto per sempre. 
Ciao Bianca, grazie di aver accettato il mio invito. Sono sempre onorata di avere la regina del romance sul mio blog.
L’onore è tutto mio.
 Come stai? Come ha reagito la tua scrittura alla pandemia? Blocco creativo o maggiore tempo a disposizione per elaborare le tue storie?
La pandemia ha richiesto un notevole sforzo organizzativo famigliare. Gli slot su cui contavo per svolgere il mio lavoro sono stati ridefiniti, così come le ore di lezione a distanza e i compiti. Ma abbiamo cercato di stare bene e di preservare un minimo di serenità. La pandemia mi ha portato a rallentare il ritmo della scrittura, infatti ci ho messo cinque mesi interi a finire Stand By Me, libro che nei miei piani doveva arrivare a una chiusura in 90-100 giorni al massimo.
 Hai annunciato pochi giorni fa l'uscita di un nuovo romanzo, Stand by me,  a luglio. Cosa ci puoi dire di Gregorio e Arianna?
Credo sia il libro più romantico che ho scritto. Superate le difficoltà iniziali, Gregorio e Arianna si mettono in gioco con grande generosità. Arrivano a un grado di complicità che va oltre i loro gesti o le loro parole. Come forse avrai dedotto, mi trovo sempre a mio agio con le storie di persone che non parlano, credo siano molto oneste nel rappresentare un limite comunque alle relazioni, forse perfino connaturato negli esseri umani. Gregorio e Arianna però sono atipici, per me, perché da un certo punto in avanti sono estremamente onesti, vicini e supportivi. Come puoi immaginare, non sarà rose e fiori, ci saranno vari impedimenti alla loro storia, che non ti anticipo, ma il rapporto di amicizia e solidarietà che si crea tra di loro credo non abbia precedenti nelle storie che ho scritto.
   Dopo la novella di Natale di casa Serristori, siamo tutti in attesa di conoscere meglio i figli maggiori, Jacopo e Niccolò. Le loro storie sono già in stesura?
Sì. Con Niccolò sono a un terzo circa della prima stesura. Jacopo è “plottato” nei minimi dettagli e questo ridurrà i tempi di stesura. Sono piuttosto fiduciosa che usciranno entrambi in autunno.
 Tasto dolente: Albion. I tuoi fan 'storici' amano la storia di questi moderni Cavalieri di Artù e sei stata in grado di creare un'atmosfera e una squadra davvero formidabile.
Albion è una grande sfida personale, è una promessa che continuo a rimandare. So che potrebbero ancora succedere un mucchio di cose, compresi i miracoli, ma credo che questa situazione si sbloccherà solo quando il miracolo me lo creerò da sola, come dice il nostro Tiziano Ferro. Il mercato editoriale non vuol sentir parlare di fantasy italiano, per cui ci dobbiamo rimboccare le maniche. Da soli. E prima o poi succederà.
E' possibile pensare di rivedere Marco, Helena, Lance e gli altri presto?
       Come forse ricorderai il piano originale era composto da i Libri del Primo Anno, tutti editi, e il Ciclo della Cerca, che chiudeva la saga. La materia narrativa del Ciclo della Cerca è stata risistemata in due libri: Eredità e Re in Eterno. Il primo di questi è a uno stadio avanzato e lo si potrebbe chiudere in due mesi di lavoro. Il secondo purtroppo ne richiederebbe almeno sei. Il problema è trovare una finestra di otto mesi in un calendario super pieno come il mio. L’unica cosa che posso dirti con certezza che NON farò sarà pubblicare Eredità senza aver finito Re in Eterno. Una eventuale pubblicazione di questo finale dovrebbe fornire i due volumi in contemporanea o quasi. 
 Cosa ne pensi dei 'bookinfluencer'? Trovi che siano riusciti ad aiutarti a diffondere il tuo talento?
Chiunque parli di libri e ne veicoli la diffusione aiuta gli autori, gli editori e il mondo delle pubblicazioni che siano essere con casa editrice o autori indipendenti. Io non riuscirei a pensare a un’uscita senza pensare contemporaneamente a una rete di blog che mi accompagna. Parlo di blog, nello specifico, perché sono ancora molto legata a questo tipo di formato, ma ho percepito, negli ultimi anni, la tendenza (sia di chi crea contenuti, sia di chi ne usufruisce) a spostarsi verso social più visivi e verbali. La sensazione è che si preferisca mostrare, piuttosto che descrivere e siano tutti più orientati sul parlato che sullo scritto. Pagine Instagram e canali YouTube hanno raggiunto un certo livello di popolarità. Di contro i blog si sono rafforzati con il formatto collettivo, a più redattori, e appoggiandosi a gruppi facebook dedicati che sono spesso molto partecipati e attivi. Nel mio caso specifico il supporto degli influencer mi ha aiutato tantissimo ma il vero vantaggio è stato l’arricchimento umano e personale. Sono estremamente grata al “movimento” e soprattutto grata a chi ha ricambiato con trasparenza l’affetto sincero che io provavo per loro.
Tornando indietro, c'è qualche cosa che cambieresti nei tuoi romanzi? Se sì, cosa?
Questa è una domanda impegnativa perché io sono una che cambia tutto, sempre ( e ti cito ancora Tiziano Ferro)! Riscriverei per due terzi Non è detto che mi manchi. Non perché abbia individuato problemi particolari ma perché la lavorazione è stata frettolosa, le scadenze imposte pazzesche e io non mi sono mai liberata dalla sensazione che avrei potuto ottenere molto di più da quella storia se fossi uscita a settembre, come inizialmente previsto, e non anticipata a Luglio. Il libro che riscriverei mille volte, ma solo perché mi ha divertito a livelli inimmaginabili, è Un maledetto per sempre. La lo riscriverei sempre uguale perché è il mio preferito. Il libro di cui a distanza di anni non cambierei neanche una virgola è Ombre, che io ritengo quello più riuscito. 
Quali sono le tre regole per costruire un buon romanzo?
Te le riassumo in tre parole onestà, rigore, coraggio.
L’onestà racchiude alcuni moniti importanti: devi scrivere di ciò che conosci, devi averne voglia, devi avere una visione tua, devi proporre solo storie in cui sei il primo a credere. 

Il rigore abbraccia sia l’intreccio che lo stile. La trama deve essere testata, la lingua rodata. La forma per quanto personale deve essere abbracciata con consapevolezza. Magari anche con la coscienza dell’errore, perché, se vuoi sbagliare un congiuntivo, puoi, ma devi sapere che stai infrangendo una norma.

Infine c’è il coraggio. Lo devi mettere in conto, perché se ti fai prendere dal panico, se ti chiedi come reagirà chi ti legge, se cominci a chiederti come verrà accolto il tuo libro, lo modificherai in senso peggiorativo. Non sarà più un romanzo onesto, ma un romanzo timido, che ricalca vie battute da altri.  Quindi mi viene da pensare che tutti i romanzi davvero “buoni” originino da un atto di coraggio di chi li ha scritti.
 Come funziona il tuo brainstorming: usi schemi, riassunti, schede personaggi?
Sì, uso tutto quello che posso per razionalizzare l’ispirazione, ben sapendo che la creatività tende a fregarsene dei miei piani. Più materiale preparatorio raccolgo, più la stesura sarà veloce. So di persone che scrivono in preda al furor, che lasciano fare ai personaggi. Io no. Con i personaggi ci dialogo e ci litigo, come qualsiasi scrittore bipolare, posso venire a patti, farmi sorprendere, ma non mi siederò mai al computer senza sapere, con minimi margini di incertezza, ciò che sto per scrivere. Magari io e i personaggi l’abbiamo concordato prima, ma di certo non lascio che la storia si scriva da sola.
Grazie di aver condiviso i tuoi pensieri con me e i miei lettori, in bocca al lupo! Un abbraccio, Cris

martedì 23 giugno 2020

Review Party: 'Stepsister. Sorelle di Sangue' di Jennifer Donnelly

Buon pomeriggio lettori, come state? 
Non vedevo l'ora che venisse questo giorno per potervi parlare di questa lettura incredibile che ho divorato nel weekend. Vi racconto Stepsister, sorelle di sangue e ringrazio la casa editrice Mondadori e Elisa Impiduglia per l'incredibile opportunità concessami. 


In un mondo dove una ragazza può essere solo brava, obbediente e soprattutto bella, non c'è posto per giochi di guerra e corse a cavallo: ovvero per tutte le cose che Isabelle ama. Quando, costretta da Maman, si mozza le dita dei piedi per farle entrare nella scarpetta e aggiudicarsi il matrimonio con il principe, Isabelle viene scoperta. E al suo posto viene scelta Ella, la sorellastra buona, la perfetta Cenerentola delle fiabe. A Isabelle resta solo la vergogna più nera e l'ostilità di tutta Saint-Michel. Ma è proprio vero che il destino di una sorellastra "cattiva" è vivere ai margini e che l'unica strada possibile è quella dell'infelicità? Il marchese de la Chance non la pensa così e forse l'unica cosa che può salvare Isabelle è capire che per tutte c'è una possibilità, e che la vera bellezza è scegliere la propria strada e percorrerla senza voltarsi indietro. Questa è una fiaba oscura. E una fiaba crudele. E una fiaba da un altro tempo, un tempo in cui i lupi restavano ad aspettare le bambine nella foresta. Quel tempo è ormai passato. Ma i lupi sono ancora qui e sono due volte più scaltri. Le bestie rimangono. E la morte ancora si nasconde in una spolverata di bianco. E crudele per qualunque ragazza che smarrisca il sentiero. Più crudele ancora per una ragazza che smarrisca se stessa. Sappi che è pericoloso allontanarsi dal sentiero. E tuttavia è molto più pericoloso non farlo.

<<Questo mondo, le persone che lo abitano ci classificano. Ci chiudono in gabbie. Tu sei un uovo, tu sei una patata, tu un cavolfiore. Ci dicono cosa faremo, chi diventeremo. 
Perchè hanno paura. Paura di ciò che potremmo essere. [...] Ma noi glielo lasciamo fare! Perchè? [...] Perchè anche noi abbiamo paura di ciò che potremmo essere.>>
Questa singola citazione basta a contenere 476 pagine di meraviglia. 
Cenerentola è una delle mie fiabe preferite perchè credo nel valore della gentilezza, credo nel fatto che la vita sa ricompensare i puri di cuore.
Conosciamo a menadito la storia di Ella, della sua bellezza e della sua generosità, della sua tenerezza verso gli inermi e gli indifesi.  
Ma leggere Stepsister apre a un mondo nuovo, quello delle sue sorellastre, Isabelle e Octavia, denigrate, tacciate come brutte, crudeli, cattive, etichettate come malvagie e costrette a una vita di cattiveria e meschinità, fino a che, lasciate da sole a crogiolarsi nel proprio fallimento, imparano la lezione più grande di tutte. 
La vera bellezza è quella che ci rende diversi. 
In questo libro, ciò che viene sottolineata è la forza che contraddistingue il cuore umano, la possibilità che ci da il mondo di essere esattamente ciò che vogliamo a patto di crederci ardentemente, con un ardore e una grinta che sfidi anche la più potente delle magie. 
Isabelle ha perduto i frammenti del suo cuore, ha perduto la casa, un rifugio per la sua famiglia, ma è indomita, è forte, è coraggiosa e non si lascia abbattere dalle avversità. 
Quando incontra la regina delle fate, la potente Tanaquill, riceve tre doni per scegliere come cambiare il proprio destino: una bacca di rosaspina, un guscio di node e un osso. Regali all'apparenza innocui ma che in realtà rivelano il verso desiderio che alberga nel suo cuore. 

<<Ha fegato, glielo riconosco. 
-Sì, ha fegato. Immaginate se tutte le ragazze possedessero quella forza... e ne fossero consapevoli!
- Speriamo di no. Che fine farebbe il mondo, eh?
Ah. Sarebbe un vero inferno!
- No. [..] Sarebbe il paradiso. >>

Stepsister non è solo un romanzo sulla forza di volontà e sull'audacia, è anche un romanzo intriso di femminismo, che invita le donne a far sentire la propria voce, al giogo di una società che le vorrebbe educate, gentili e obbedienti. 
Siamo nati per far sentire la nostra voce, per levare alto il grido di secoli di donne, regine, condottiere, artiste, dimenticate, oscurate perchè ritenute non abbastanza. 
Ogni pagina ha saputo cantare al mio cuore di ragazza fragile e forte, mi ha ricordato quanto sia importante che i giovani crescano con la consapevolezza che possono sentirsi a loro agio in qualsiasi veste. Che non esistono colori da femmina, lavori da maschio. 
Che siamo nati tutti uguali e che davanti all'opportunità che ci viene donata di rendere il mondo un posto migliore, di fare la nostra parte, non dobbiamo tirarci indietro ma buttarci senza pregiudizi. 
Questo libro, scritto per ragazzi, ha in realtà in sè una forza intrinseca e conferma quanta potenza ci sia nelle fiabe che, nonostante il trascorrere del tempo, si piegano e rispondono alla nostra realtà, diventando moderne ed eliminando stereotipi. 

  Verdetto: Assuefatto

Spero che questa recensione vi convinca a leggere e regalare questo romanzo a tante giovani donne, un abbraccio 
Cris



lunedì 15 giugno 2020

Recensione: 'Il popolo dei notturni' di Benjamin Read e Laura Trinder

Buongiorno lettori, ho finito pochi giorni fa questo romanzo per ragazzi davvero entusiasmante e originale. Venite a scoprire con me Il popolo dei notturni!


Esiste un luogo a Londra in cui la magia non è scomparsa e il tempo si è fermato, cristallizzato nel dodicesimo rintocco del Big Ben, il più famoso orologio di tutti i tempi. Solo il Popolo dei Notturni vi ha accesso, e pochi eletti del Reame del Giorno che allo scoccare della mezzanotte possono varcarne i confini. Ma quando i genitori di Emily scompaiono dopo aver ricevuto delle strane lettere, è proprio lì che la portano gli indizi.
Al colmo dell'incredulità, Emily giungerà a un magico ufficio postale, e da lì si addentrerà nelle strade di una Londra vittoriana popolata da inquietanti mostri e creature fatate. Dove sono finiti i suoi genitori? Quale segreto lega loro, e lei, a quel luogo assurdo?
Inseguita da un terrificante orso mutaforma che le dà la caccia, Emily potrà contare solo sul suo fidato porcospino e sulla sua proverbiale boccaccia per ritrovarli. Non sa che qualcuno li ha rapiti, qualcuno che minaccia l'equilibrio dell'intero mondo magico e ha bisogno anche di lei per attuare il suo piano malvagio...
La vita di Emily cambia radicalmente dopo una discussione con la sua stramba mamma che sparisce a mezzanotte a seguito di una lettera misteriosa. 
Dopo qualche giorno, suo padre si mette alla ricerca della donna e sparisce anche lui. 
Emily, ormai sola, mette insieme i pochi indizi a sua disposizione e inizia un viaggio alla ricerca dei suoi genitori, ma quello che scoprirà, andrà ben oltre ogni immaginazione. 
Da un'entrata segreta si raggiunge una Londra vittoriana in cui il tempo si è fermato e vivono creature strane di ogni genere: vampiri, streghe a cavallo di scope, orsi, postini 'speciali'. La Posta di Mezzanotte, che apre le proprie porte al rintocco del Big Ben, è un luogo di transizione che unisce il mondo dei Diurni a un antro magico.
In questo luogo surreale, persone come Emily non avrebbero diritto di accesso a meno che non si tratti di esseri davvero speciali, come sua madre o come suo padre. Emily scoprirà quindi che i suoi genitori le hanno nascosto tante cose e che alcuni di questi misteri la riguardano in prima persona. 
Mano a mano che ci si inoltra nella storia, le avventure da affrontare si intrecceranno alle origini della sua famiglia in un turbinio di magia, sorpresa ed entusiasmo. 
Emily è una ragazzina vivace, spavalda, con una certa propensione a parlare troppo e le sue interazioni con gli altri personaggi mi hanno fatto molto sorridere perché è una protagonista intraprendente, presupposto ottimo per tenere viva l'attenzione del lettore.
Ad accompagnarla, un simpatico porcospino, Spinocchio e un mutaforma che grazie alla simpatica eroina, imparerà ad apprezzare se stesso per ciò che è, dmostrandosi un amico coraggioso e leale.
Lo stile è scorrevole e si legge davvero in poche ore.
Tuttavia il vero successo di questo romanzo è l'ambientazione: passeggiare tra i vicoli di Londra immaginandola priva delle auto, della tecnologia è davvero entusiasmante. Le carrozze, i vestiti, i cilindri, dettagli che non solo hanno reso più reale la città, ma che personalmente apprezzo molto come contesto storico. 
                                                  Verdetto: Dipendente!

Spero che la recensione vi abbia incuriositi, un bacio
Cris



giovedì 11 giugno 2020

Segnalazione: Dolci e disastri di Daniela Saviozzi

Buongiorno lettori, oggi tra un'ora e l'altra di studio e lezioni, volevo segnalarvi l'uscita di questo delizioso romanzo, Dolci e disastri.


Alessia, giovane pasticciera pisana dalle grandi aspirazioni, odia solo due cose al mondo: gli uomini e gli aristocratici.
Mossa da un sacrosanto spirito di conservazione emotiva, li evita come la peste, fatta eccezione per l’amico del cuore e il saggio del quartiere.
Ma la vita si diverte a mischiare le carte, e Alessia dovrà fare un’eccezione se non vorrà perdere l’occasione di rivalsa più importante della sua vita. Certo, sarebbe tutto più semplice se non ci fossero i fratelli McManaman a disturbare i suoi progetti di odio totale.

Complici momenti imbarazzanti ed esilaranti, Alessia dovrà fare i conti con le proprie paure e desideri. Perchè anche l’amore ha la sua ricetta: servono tanti ingredienti diversi per un risultato perfetto. O per un perfetto disastro?

L'autrice


Daniela Saviozzi nasce a Pisa nel Marzo del 1985. Pur avendo una grande passione per lettura e scrittura, si specializza lavorativamente in ambito finanziario come consulente per le imprese. Dopo una breve esperienza editoriale con un romance dalle tinte thriller uscito sotto pseudonimo nel 2013, fa il suo esordio letterario nel 2017 con un romanzo breve dal mood ironico. Tra le sue passioni, oltre ai libri, ci sono lo sport, la cucina e gli animali.

Potete trovarla su: 
Fb- la pagina autrice @daniela.saviozziofficial o il profilo personale (link: www.facebook.com/daniela.saviozzi.14)
IG- il profilo: @dani.savio.books 



Sperando di avervi incuriosito, vi abbraccio
Cris

mercoledì 10 giugno 2020

Review Party: 'Figli di virtù e vendetta' di Tomi Adeyemi

Buongiorno lettori, questo mese è stato ricco di letture fantasy e dopo aver letto Figli di virtù e vendetta' non vedevo l'ora di parlarvene. 


Dopo aver combattuto contro l’impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue. Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro. Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall’ira della monarchia.Ma con la minaccia di una guerra civile all’orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.

Orisha è in preda al caos, il rituale per far tornare la magia ha avuto successo: i maji hanno di nuovo pieno controllo delle proprie facoltà tuttavia il prezzo da pagare è stato altissimo. 
Tsain e Zelie hanno perso il loro adorato Baba, mentre Amari ha dovuto dire addio al padre e a suo fratello Inan. 
La magia ha colpito anche i kerosan che hanno acquistato delle capacità magiche, assumendo il nome di titan, guidati dalla crudele regina Nahalenda.
La guerra tra le due fazioni diventa una lotta tra figli degli dei: fuoco contro acqua, cicloni d'aria calda contro fumi cancerogeni, luce contro oscurità, morte contro vita. 
E' una battaglia cruenta che miete vittime in modo tetro e devastante, si trasforma in un forte desiderio di rivalsa, una lotta secolare contro l'oppressione, le ingiustizie, la tirannia. 
In ogni pagina di questo libro, vive la forza di questa denuncia sociale: Tomi Adeyemi ha portato all'interno di una storia fantastica la problematicità della sua condizione di donna e autrice di colore. 
Questo libro è frutto di un lavoro certosino sulla trama, ma soprattutto sui personaggi perchè con un tratto pregevole e chiaro e la scelta stilistica dell'alternanza dei punti di vista l'autrice è riuscita a scatenare nel lettore una forma di empatia e di comprensione dei traumi, del dolore, della sofferenza che Amari, Zelie e Inan stanno affrontando. Zelie è preda dei suoi fantasmi del passato, porta sulle spalle il peso del tradimento di Inan, della lotta del suo popolo, ancora vessato e maltrattato dalla monarchia. Amari è contaminata dalla frenesia della responsabilità come regina, desidera ad ogni costo quel trono e in questo libro, tutta la sua giovane età, la sua impreparazione al ruolo, la sua testardaggine mostrano con chiarezza gli errori imperdonabili che condurranno poi alle battute finali della storia.
Tra due donne così caparbie e determinate, Inan finisce per apparire una comparsa, in balia degli eventi e delle persone di cui si circonda. Rispetto al primo libro, in cui seppur erroneamente, combatteva per qualcosa in cui credeva, in queste pagine risulta solo, incompreso, odiato e la sua presenza è minima, quasi a convergere in un capro espiatorio secoli di una guerra dalle fondamenta scorrette. 
La parte romantica che aveva fatto storcere il naso a molti è appena accennata e mi è mancata. 
Ho adorato l'azione e l'adrenalina, le battaglie e i colpi di scena, è un libro che emotivamente mi ha colpito molto perchè nessuno esce indenne dall'odio ma l'amore mi è mancato. 
C'è l'affetto fraterno di Tzain e Zelie, l'amore materno di Mama Agba, la Veggente che ha salvato i due giovani e tanti altri maji, la romantica cotta di Roen per la nostra Soldatessa della Morte, la passione di Amari. 
Eppure a me è bastata una scena, un tenero scambio di sguardi tra Zelie e Inan per desiderare di più, per abbracciare il desiderio di un mondo - anche solo sognato - che li vedesse insieme. 
E' stata un'avventura incredibile, che ha approfondito la cultura e il mito africano, che attraverso formule magiche ci ha riportato nel cuore più selvaggio dell'Africa.
Ho amato ogni pagina e ho sentito sulla mia pelle ogni dolore, ogni emozione, ogni difficoltà vissuta dai protagonisti. 
Non posso che consigliarvelo!

                                                      Verdetto: Assuefatto!


Spero che darete una possibilità a questa storia, è davvero fantastica. 
Ringrazio i ragazzi che hanno partecipato al mio evento e alla casa editrice Rizzoli per la fiducia riposta. 

Un abbraccio, 
Cris




lunedì 8 giugno 2020

Intervista all'autrice - S.A. Chakraborty

Buongiorno a tutti lettori, questa settimana sarà scoppiettante e ricca di letture interessanti! Dopo avervi raccontato le mie opinioni su La città di ottone è venuto il momento di scoprire meglio l'autrice!

Ciao Shannon! Benvenuta tra noi e grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande. Cominciamo nel chiederti chi è S. A. Chakraborty?
S. A. Chakraborty è l'autrice del bestseller internazionale e acclamata trilogia di The Daevabad. Il suo lavoro è stato nominato per i premi Locus, World Fantasy, Crawford e Astounding. Quando non è sepolta nei libri che riguardano truffatori del tredicesimo secolo e intrighi politici di Abbasid, le piace fare escursioni, lavorare a maglia e ricreare pasti medievali inutilmente complicati. Puoi trovarla online su www.sachakraborty.com o su Twitter e Instagram @SAChakrabooks, dove le piace parlare di storia, politica e arte islamica. Vive nel New Jersey con suo marito, sua figlia e un numero sempre crescente di gatti.
Che cosa ti ha affascinata di più del mondo in cui hai ambientato il tuo romanzo? E perché?
All'inizio Città di Ottone non era un libro: era in realtà una sorta di esercizio di world-building che non avevo mai avuto intenzione di mostrare ad anima viva. Sono una grande appassionata di storia e con Città di Ottone ho voluto ricreare alcuni dei meravigliosi mondi di cui avevo letto mentre esploravo anche le credenze tradizionali sui Djinn. Si dice che i Djinn siano esseri intelligenti simili agli umani, creati dal fuoco senza fumo e che vivono invisibili in mezzo a noi - un concetto affascinante, sebbene leggermente spaventoso, questa idea di creature che vivono silenziosamente in mezzo a noi, osservando spassionatamente l'ascesa e la caduta delle nostre varie civiltà.
È anche un concetto che offre una grande opportunità per immaginare come i djinn avrebbero potuto costruire il loro mondo, imitando i modi dei loro vicini umani. Quindi in Città di Ottone, c'è una versione djinn della grande biblioteca di Baghdad, piena degli antichi libri che gli umani hanno perso insieme a potenti testi di magia; combattono con armi provenienti dalla Persia achemenide (potenziate dal fuoco ovviamente); le tradizioni mediche di famosi studiosi come Ibn Sina sono state adattate per curare le malattie magiche; i ballerini evocano fiori mentre cantano canzoni d'amore Mughal; un sistema giudiziario basato sul sultanato di Zanzibar offre giustizia ai commercianti che incantano i loro concorrenti ... per non parlare di un paesaggio urbano che include di tutto, dagli ziggurat e piramidi ai minareti e stupa. Ho anche spinto un po' più in là l'idea di invisibile, immaginando un mondo di creature incantate create da altri elementi che passano attraverso i nostri: marid che innalza fiumi in grandi serpenti, peris che frusta l'aria in tornado, djinn che evoca mappe di fumo e corse di uccelli di fuoco. Ho quindi creato racconti in questo mondo, completando la storia e vari personaggi.

Quale personaggio è stato il più facile da creare e quale il più difficile? E perché?
E' stata una gioia scrivere sia di Ali che di Nahri, e mi è davvero piaciuto immergermi nel personaggio di quest'ultima. C'erano molti tropi fantasy in cui volevo immergermi e reinterpretare in questi libri: l'orfana di segrete e nobili origini, il truffatore sfinito, il bel guerriero meditabondo con un tragico passato che deve essere l'eroe, no? Quella con cui volevo davvero giocare era l'idea del guaritore magico. Guarda, l'assistenza sanitaria è un campo difficile. Vedi la gente nel loro momento peggiore e più vulnerabile e le persone - sia i medici che i pazienti – sono creature caotiche e complicate che reagiscono a questo in modi diversi. Volevo mostrare che Nahri stava davvero crescendo in questo ruolo, comprese tutte le lotte e gli insuccessi che avrebbe comportato. E volevo dimostrare che ciò avrebbe richiesto pratica - anni - piuttosto che un talento innato da parte sua.
Qual è stata la scena in City of Brass che ha rappresentato una vera sfida per te?
Non voglio fare spoiler, ma c'è una scena verso la fine del libro in cui Dara e Nahri litigano, e uno di loro si comporta in un modo che considererei quasi imperdonabile, innescando una grande violenza. E' stato molto difficile da correggere perché, mentre volevo che il lettore simpatizzasse con entrambi, doveva anche essere chiaro che le loro azioni non potevano essere giustificate.
Cosa ha significato per te sapere che il tuo libro sarebbe stato adattato per una serie TV?
È molto eccitante! Siamo ancora nelle primissime fasi, quindi sto cercando di non sperare, ma penso che potrebbe essere incredibile. L'Epic Fantasy sta avendo un grande successo in tv e al cinema in questo momento, ma la maggior parte di questi mondi è modellata sull'Europa. Sarebbe bello vedere qualcosa di diverso.
Quali sono i tuoi autori preferiti?
Ne ho molti, ma in particolare mi piacciono molto NK Jemisin, Naguib Mahfouz, Tasha Suri, Amitav Ghosh e P. Djeli Clark.
Qualche consiglio per aspiranti scrittori?
Scrivere è difficile e pubblicare lo è ancora di più, e spesso dipende dalla fortuna, dai tempi, quanto dalle abilità. Consiglio spesso agli aspiranti scrittori di assicurarsi che ne traggano gioia. Scrivi ciò che ti emoziona e ciò che ti dà soddisfazione anche se nessun altro lo scrive mai. E cerca di concentrarti sul completamento dei progetti anche se sono in forma approssimativa piuttosto che perfezionare quelle prime dieci pagine. Ti permetterà di vedere meglio l'intera forma di una storia.
Puoi dirci qualcosa sui tuoi piani futuri?
Giusto ora sto lavorando alla mia prossima trilogia, un fantasy storico ambientato nell'Oceano Indiano del tredicesimo secolo. Un po' come Pirati dei Caraibiche incontra Ocean’s 11, racconta di un famigerato pirata in pensione che ritorna sui suoi passi quando le viene offerta la possibilità di correggere un errore dal suo passato e ottenere un tesoro leggendario. Ma per farlo, non solo ha bisogno di riunire il suo vecchio equipaggio e battere in astuzia un crudele ex crociato, ma dovrà anche sopravvivere alle leggende fantastiche che, aveva imparato a sue spese, non esistono solo nelle storie.
Grazie mille per aver soddisfatto la nostra curiosità. Ti auguriamo tanta fortuna per la tua carriera.
E voi? Siete pronti per immergervi nelle atmosfere di Daevabad e volare su un tappeto magico?
Un grazie speciale a Tania per aver organizzato questo evento con tanta cura e per i bellissimi banner!
Un abbraccio,
Cris

sabato 6 giugno 2020

Recensione: 'La città d'ottone' di S.A. Chakraborty

Buongiorno lettori, come state? Finalmente il weekend e non vedevo l'ora di raccontarvi della mia ultima lettura 'La città di ottone' di S.A. Chakraborty.



Nahri non ha mai creduto alla magia. Certamente, lei ha un potere. Per le strade di un Cairo del 18 ° secolo, è una truffatrice di talento. Ma lei sa meglio di chiunque altro che i metodi che usa - lettura delle mani, tarocchi, guarigioni - sono tutti trucchi, giochi di abilità apprese; solo un mezzo per il delizioso fine di truffare i nobili ottomani. Ma quando Nahri evoca accidentalmente un guerriero djinn altrettanto misterioso e oscuro al suo fianco durante uno dei suoi rituali, è costretta ad accettare che il mondo magico che pensava esistesse solo nelle storie dell'infanzia è reale. Perché il guerriero le racconta una nuova storia: attraverso le sabbie calde e battute dal vento che pullulano di creature di fuoco; in mezzo alle rovine di passate metropoli umane un tempo magnifiche e montagne dove i falchi che girano intorno non sono quello che sembrano, si trova Daevabad, la leggendaria Città di Bronzo. Una città alla quale Nahri è irrevocabilmente legata. In quella città, dietro le mura dorate di ottone cucite di incantesimi, dietro le sei porte delle sei tribù dei djinn, i vecchi risentimenti stanno sobbollendo. E quando Nahri decide di entrare in questo mondo, scopre che il vero potere è feroce e brutale. La sua magia non potrà proteggerla dai pericolosi intrighi di corte. Dove anche i più intelligenti schemi possono avere conseguenze mortali. Dopotutto, c'è una ragione quando ti dicono di stare attenti a ciò che desideri..

Ammetto di essermi innamorata di questo libro prima ancora che uscisse. 
La copertina, la trama mi ispiravano paesi lontani, orientali, dalla mitologia interessante, nuova, mi incuriosiva e grazie alla Mondadori ho potuto leggerlo in anteprima e confermare le mie aspettative. 

Ne La città di ottone siamo in Egitto, a Il Cairo, in un periodo in cui a governare sono i franji, i francesi colonizzatori e per Nahri la vita, in quanto donna sola, senza famiglia, è difficile. 
Ha un grande spirito pratico, con un po' di furbizia e una buona dose di fortuna, è riuscita ad andare avanti ponendosi come guaritrice. 

In realtà, Nahri sente qualcosa di 'speciale' dentro di sè: è capace di conoscere le malattie di una persona prima che avverta i primi sintomi, riesce ad aiutare le partorienti perchè riconosce la posizione del bambino, le sue ferite si rimarginano in pochi minuti. 
E' strano, è diverso, ma Nahri non crede alla magia o alle leggende, anzi, le utilizza a sua piacimento per guadagnare qualche gruzzoletto. 
Deve ricredersi quando invoca per errore un guerriero daeva, Dara, che la salva da un attacco di ifrit e la conduce nella leggendaria Città di ottone.

Uno dei pregi migliori di questo romanzo è senza dubbio l'ambientazione: l'autrice ha costruito un worldbuilding davvero eccezionale. Daevabad è una città di porticati intrecciati a fiori, di mercati variopinti grazie a spezie e tessuti, è misteriosa perchè nascosta agli occhi umani e magica perchè coloro che la abitano sono jinni, daeva e shafit. 
Questi essere magici hanno caratteristiche differenti: ci sono i mutaforma, i guaritori, i guerrieri. Esistono anche creature magiche come i pari, uomini uccello dall'infinita saggezza, i madi, creature del mare, gli ifrit, daeva dannati e potenti e i ghoul.

Sin da subito sono entrata in sintonia con il personaggio di Nahri, è una giovane donna che si getta nelle avventure che la vita le propone con coraggio e determinazione. E' caparbia, intelligente, astuta e determinata. La curiosità sulle sue origini la tiene legata a Dara, un personaggio controverso, un guerriero millenario, la cui sofferenza cela la bontà che ha nel cuore. 
La storia viene raccontata anche da un altro punto di vista, quello di Ali, figlio del re di Daevabad. Al contrario di suo padre, Ali è un principe partecipe, ama il suo popolo e combatte l'oppressione, le ingiustizie che subiscono in troppi a causa di suo padre e dei daeva. 
E' sicuramente il personaggio maschile che ho maggiormente apprezzato perchè mi ci sono rivista moltissimo. 
Ho trovato lo stile dell'autrice incalzante, sin da subito, nonostante le minuziose descrizioni, mi sono sentita trasportare in un mondo lontano. Ho avvertito la sabbia volare attorno al mio corpo e i capelli scomposti tenuti coperti da un velo, mi sono bagnata nelle acque delle oasi del deserto e ho passeggiato sorpresa tra le vie di Daevabad. 

L'autrice ha descritto meravigliosamente le differenze tra i popoli, le cattiverie a cui molti shifrit sono costretti e credo che in questo, possiamo vedere anche un minimo di ciò che accade in questi giorni. Come ci sia sempre qualcuno che si sente superiore ad altri e che per questo motivo, violenta, maltratta, uccide coloro che vengono oppressi. 

Credo sia bellissimo che questi messaggi siano lanciati attraverso i fantasy perchè sono letture che possono emozionare, trasmettere, educare ed insegnare la solidarietà e il valore aggiunto della diversità. 
Non posso che consigliarvi a cuor leggere la lettura di questo romanzo, sotto tanti aspetti magnifico. 
L'unico neo, a mio avviso, è la mancanza di un approfondimento sulla politica del regno. Avrei preferito che fossero meglio delineati i rapporti tra i popoli da un punto di vista storico e fossero meglio spiegati gli intrighi politici e la struttura del regno. 
Comunque, è ben poco rispetto alla bellezza di tutto il romanzo. 
Gettatevi con me in questa Agrabah senza tempo!

                                                      Verdetto: Assuefatto!




Se la mia recensione vi ha incuriosito, allora vi lascio una piccola chicca: una domanda all'autrice.

What did it mean for you to know that your book would be adapted for a TV series?

It’s very exciting! We’re still in the very early stages so I’m trying not to get my hopes up, but I think it could be incredible. Epic fantasy is having a big moment in television and film right now, but most of those world are modeled after Europe. It would be nice to see something different.

Cosa ha significato per te sapere che il tuo libro sarebbe stato adattato per una serie TV? 


È molto eccitante! Siamo ancora nelle primissime fasi, quindi sto cercando di non sperare, ma penso che potrebbe essere incredibile. L'Epic Fantasy sta avendo un grande successo in tv e al cinema in questo momento, ma la maggior parte di questi mondi è modellata sull'Europa. Sarebbe bello vedere qualcosa di diverso.

Voglio approfittare di questa meravigliosa risposta dell'autrice per incidere e ricordare che quello che stiamo vivendo in questi giorni è anche colpa di una mancata e corretta rappresentazione del mondo. Un mondo fatto di persone meravigliosamente diverse tra loro e questo dovrebbe, anzi deve essere un valore aggiunto, non un motivo in più per alimentare le ingiustizie. 

Spero che la recensione vi sia piaciuta e voglio ringraziare Tania per l'incredibile lavoro fatto con questo evento, nonché la Mondadori per la copia in anteprima. 

Un abbraccio, Cris