Buongiorno lettori! Ecco svelata la sorpresa: ho riunito tre grandi scrittrici romance italiane per una chiacchierata sui romanzi, sulla scrittura e sul ruolo dei loro lettori.
La prima ad essere intervistata è Bianca Marconero, considerata unanimemente regina del romance italiano, autrice di Albion, fantasy ispirato al ciclo bretone e di molti grandi bestseller come L'ultima notte al mondo e Un maledetto per sempre.
Ciao Bianca, grazie di aver accettato il mio
invito. Sono sempre onorata di avere la regina del romance sul mio blog.
L’onore è tutto mio.
Come stai? Come ha reagito la tua scrittura alla pandemia? Blocco
creativo o maggiore tempo a disposizione per elaborare le tue storie?
La pandemia ha richiesto un notevole sforzo organizzativo famigliare.
Gli slot su cui contavo per svolgere il mio lavoro sono stati ridefiniti, così
come le ore di lezione a distanza e i compiti. Ma abbiamo cercato di stare bene
e di preservare un minimo di serenità. La pandemia mi ha portato a rallentare il
ritmo della scrittura, infatti ci ho messo cinque mesi interi a finire Stand By
Me, libro che nei miei piani doveva arrivare a una chiusura in 90-100 giorni al
massimo.
Hai annunciato pochi giorni fa l'uscita di un nuovo romanzo, Stand by
me, a luglio. Cosa ci puoi dire di
Gregorio e Arianna?
Credo sia il libro più romantico che ho scritto. Superate le difficoltà
iniziali, Gregorio e Arianna si mettono in gioco con grande generosità.
Arrivano a un grado di complicità che va oltre i loro gesti o le loro parole.
Come forse avrai dedotto, mi trovo sempre a mio agio con le storie di persone
che non parlano, credo siano molto oneste nel rappresentare un limite comunque
alle relazioni, forse perfino connaturato negli esseri umani. Gregorio e
Arianna però sono atipici, per me, perché da un certo punto in avanti sono
estremamente onesti, vicini e supportivi. Come puoi immaginare, non sarà rose e
fiori, ci saranno vari impedimenti alla loro storia, che non ti anticipo, ma il
rapporto di amicizia e solidarietà che si crea tra di loro credo non abbia
precedenti nelle storie che ho scritto.
Dopo la novella di Natale di casa Serristori, siamo tutti in attesa di
conoscere meglio i figli maggiori, Jacopo e Niccolò. Le loro storie sono già in
stesura?
Sì. Con Niccolò sono a un terzo circa della prima stesura. Jacopo è
“plottato” nei minimi dettagli e questo ridurrà i tempi di stesura. Sono
piuttosto fiduciosa che usciranno entrambi in autunno.
Tasto dolente: Albion. I tuoi fan 'storici' amano la storia di questi
moderni Cavalieri di Artù e sei stata in grado di creare un'atmosfera e una
squadra davvero formidabile.
Albion è una grande sfida personale, è una promessa che continuo a
rimandare. So che potrebbero ancora succedere un mucchio di cose, compresi i
miracoli, ma credo che questa situazione si sbloccherà solo quando il miracolo
me lo creerò da sola, come dice il nostro Tiziano Ferro. Il mercato editoriale
non vuol sentir parlare di fantasy italiano, per cui ci dobbiamo rimboccare le
maniche. Da soli. E prima o poi succederà.
E' possibile pensare di rivedere Marco,
Helena, Lance e gli altri presto?
Come forse ricorderai il piano originale era composto da i Libri del
Primo Anno, tutti editi, e il Ciclo della Cerca, che chiudeva la saga. La
materia narrativa del Ciclo della Cerca è stata risistemata in due libri:
Eredità e Re in Eterno. Il primo di questi è a uno stadio avanzato e lo si
potrebbe chiudere in due mesi di lavoro. Il secondo purtroppo ne richiederebbe
almeno sei. Il problema è trovare una finestra di otto mesi in un calendario
super pieno come il mio. L’unica cosa che posso dirti con certezza che NON farò
sarà pubblicare Eredità senza aver finito Re in Eterno. Una eventuale
pubblicazione di questo finale dovrebbe fornire i due volumi in contemporanea o
quasi.
Cosa ne pensi dei 'bookinfluencer'? Trovi che siano riusciti ad aiutarti
a diffondere il tuo talento?
Chiunque parli di libri e ne veicoli la diffusione aiuta gli autori, gli
editori e il mondo delle pubblicazioni che siano essere con casa editrice o autori
indipendenti. Io non riuscirei a pensare a un’uscita senza pensare
contemporaneamente a una rete di blog che mi accompagna. Parlo di blog, nello
specifico, perché sono ancora molto legata a questo tipo di formato, ma ho
percepito, negli ultimi anni, la tendenza (sia di chi crea contenuti, sia di
chi ne usufruisce) a spostarsi verso social più visivi e verbali. La sensazione
è che si preferisca mostrare, piuttosto che descrivere e siano tutti più
orientati sul parlato che sullo scritto. Pagine Instagram e canali YouTube
hanno raggiunto un certo livello di popolarità. Di contro i blog si sono
rafforzati con il formatto collettivo, a più redattori, e appoggiandosi a
gruppi facebook dedicati che sono spesso molto partecipati e attivi. Nel mio
caso specifico il supporto degli influencer mi ha aiutato tantissimo ma il vero
vantaggio è stato l’arricchimento umano e personale. Sono estremamente grata al
“movimento” e soprattutto grata a chi ha ricambiato con trasparenza l’affetto
sincero che io provavo per loro.
Tornando indietro, c'è qualche cosa che cambieresti nei tuoi romanzi? Se
sì, cosa?
Questa è una domanda impegnativa perché io sono una che cambia tutto,
sempre ( e ti cito ancora Tiziano Ferro)! Riscriverei per due terzi Non è detto
che mi manchi. Non perché abbia individuato problemi particolari ma perché la
lavorazione è stata frettolosa, le scadenze imposte pazzesche e io non mi sono
mai liberata dalla sensazione che avrei potuto ottenere molto di più da quella
storia se fossi uscita a settembre, come inizialmente previsto, e non anticipata
a Luglio. Il libro che riscriverei mille volte, ma solo perché mi ha divertito
a livelli inimmaginabili, è Un maledetto per sempre. La lo riscriverei sempre
uguale perché è il mio preferito. Il libro di cui a distanza di anni non
cambierei neanche una virgola è Ombre, che io ritengo quello più riuscito.
Quali sono le tre regole per costruire un buon romanzo?
Te le riassumo in tre parole onestà, rigore, coraggio.
L’onestà racchiude alcuni moniti importanti: devi scrivere di ciò che
conosci, devi averne voglia, devi avere una visione tua, devi proporre solo
storie in cui sei il primo a credere.
Il rigore abbraccia sia l’intreccio che lo stile. La trama deve essere testata,
la lingua rodata. La forma per quanto personale deve essere abbracciata con consapevolezza.
Magari anche con la coscienza dell’errore, perché, se vuoi sbagliare un
congiuntivo, puoi, ma devi sapere che stai infrangendo una norma.
Infine c’è il coraggio. Lo devi mettere in conto, perché se ti fai prendere
dal panico, se ti chiedi come reagirà chi ti legge, se cominci a chiederti come
verrà accolto il tuo libro, lo modificherai in senso peggiorativo. Non sarà più
un romanzo onesto, ma un romanzo timido, che ricalca vie battute da altri. Quindi mi viene da pensare che tutti i
romanzi davvero “buoni” originino da un atto di coraggio di chi li ha scritti.
Come funziona il tuo brainstorming: usi schemi, riassunti, schede
personaggi?
Sì, uso tutto quello che posso per razionalizzare l’ispirazione, ben sapendo
che la creatività tende a fregarsene dei miei piani. Più materiale preparatorio
raccolgo, più la stesura sarà veloce. So di persone che scrivono in preda al furor,
che lasciano fare ai personaggi. Io no. Con i personaggi ci dialogo e ci
litigo, come qualsiasi scrittore bipolare, posso venire a patti, farmi
sorprendere, ma non mi siederò mai al computer senza sapere, con minimi margini
di incertezza, ciò che sto per scrivere. Magari io e i personaggi l’abbiamo
concordato prima, ma di certo non lascio che la storia si scriva da sola.
Grazie di aver condiviso i tuoi pensieri con
me e i miei lettori, in bocca al lupo! Un abbraccio, Cris