giovedì 10 settembre 2020

Sulle tracce di Jack Lo Squartatore | La condizione della donna in epoca vittoriana

Buongiorno a tutti lettori, fra poco meno di 5 giorni, potrete avere tra le mani la nuova serie di Kerri Maniscalco, Sulle tracce di Jack Lo Squartatore. Per tenervi compagnia, abbiamo organizzato un blogtour ricco di approfondimenti, oggi tocca a me parlarvi di un aspetto che nel libro ha un suo forte ascendente, ovvero la condizione della donna nell'epoca vittoriana. 

Audrey Rose, la nostra protagonista,tiene spesso a sottolineare come si configuri quale donna fuori dagli schemi rispetto al resto della società in cui deve convivere. Perchè?


Si definisce epoca vittoriana il periodo di storia inglese che vede sul trono la regina Vittoria,gli anni che vanno dal 1837 al 1900.
Sono anni di profondo mutamento, di grandi successi per la Gran Bretagna e da molti è considerata l'età d'oro della monarchia. 

La regina Vittoria ha un ruolo essenziale per stabilire quale fosse la condizione della donna. Ella rappresenta, infatti, una contraddizione ad interim: regina sovrana, forte e indipendente, in grado di tenere testa a numeri figli e al suo stesso consorte, richiedeva tuttavia da parte del popolo femminile un atteggiamento castigato e puro, rispettabile.

Promosso da Vittoria e in voga in tutte le case di alto lignaggio, era il libro di Mrs Beeton dal titolo 'Il generale della casa'. 
La donna, infatti, era considerata l'angelo del focolare domestico , una sorta di personalità eterea a cui spettava occuparsi della casa e del marito, dandogli una prole numerosa e provvedendo alla loro educazione. 
Nel caso in cui poi fosse di famiglia nobile, ella aveva anche il compito di organizzare eventi come balli o thè per intrattenere relazioni sociali che dessero lustro alla propria posizione sociale. 
In buona sostanza, il suo ruolo era quello di mero ornamento della società.



E' necessario, per completezza, fare una distinzione: la vita delle donne nobili e delle popolane era assai diversa, sebbene accomunata dall'assoluta soggezione all'uomo, che fosse padre, fratello, marito o figlio. 

Le donne nobili, infatti, avevano la possibilità di studiare: naturalmente, le attività consigliate erano lo studio di una o più lingue, la capacità di suonare uno strumento, il cucito, la grazia, la modestia e le buone maniere. Tutto quello che, oltre la bellezza, poteva rendere appetibile la ragazza agli occhi della controparte maschile. 

Le popolane, invece, erano trattate con minor riguardo: innanzitutto, non erano volute, rappresentavano cioè un peso per la propria famiglia e quindi avevano due sole possibilità: imparare un mestiere e sostenere economicamente la famiglia oppure erano costrette a prostituirsi. 
Sebbene le case di piacere non fossero viste con piacere dalla società inglese, erano assiduamente frequentate e si trovavano spesso anche ragazzine di età inferiore ai quindici anni. 

Nel 1888, la situazione parve migliorare con l'istituzione di una scuola per insegnare alle giovani donne il mestiere di istitutrice. 
Il progetto, fortemente voluto dalla regina Vittoria, ebbe il pregio di togliere molte ragazze dalla strada ma era completamente inibito lo studio della medicina, della fisica e dell'ingegneria. 

Una donna che si occupasse di queste materie veniva derisa e allontanata. 

Audrey Rose si occupa di medicina legale, quindi non solo qualcosa mal visto dalla società, ma che riguarda anche l'aspetto più macabro della vita, ovvero la morte. 
La sua forza di volontà, la voglia di dimostrare di essere qualcosa di più  di un mero ornamento è ciò che più l'ha fatta appassionare agli studi dello zio. 

Nel primo libro della Maniscalco, si citano le donne che subirono il martirio di Grembiule di cuoio. Dalla biografia risulta che esse avessero una famiglia, dei figli. Una di loro era solito alzare un po' il gomito ma non erano prostitute. 
Fu il bigottismo inglese a trasformare donne povere in strumenti del piacere dell'uomo, quasi 
a voler stemperare o giustificare l'autunno del terrore.

A conclusione di questa rassegna sulla condizione della donna, voglio fare due cenni sulla condizione giuridica della stessa. 
Dovete sapere che nell'ordinamento esistono due capacità attribuiti ai soggetti di diritto: la capacità giuridica e la capacità d'agire.

La capacità giuridica implica il riconoscimento della persona a esistere in quanto soggetto dell'ordinamento. 
La capacità d'agire è l'idoneità del soggetto a porre in essere atti di rilevanza giuridica ( esempi sono il voto o la semplice compravendita). 

In epoca vittoriana, le donne non avevano alcuna capacità d'agire. 
Non potevano votare, non potevano disporre dei propri bene che nell'immediato passavano dal padre al marito e non avevano alcun tipo di autonomia. Non gli  era riconosciuta nemmeno la potestà genitoriale in capo ai figli che loro stesse generavano.
La loro vita dipendeva interamente dalla volontà degli uomini della sua famiglia. 

A riprova di quanto detto finora, le donne non potevano divorziare. O per meglio dire, non ne avevano la possibilità perché non avevano nulla che potesse fungere da sostentamento nè potevano possedere proprietà o denaro senza che gli venisse lecitamente sottratto.
 

Non potevano commettere adulterio perché il marito poteva ripudiarle. Al contrario, gli uomini avevano spesso concubine, più o meno ufficiali. 
Sebbene la regina Vittoria invitasse alla fedeltà coniugale e ai valori della moderazione e della pudicizia, la condizione della donna era sicuramente molto infelice.
Si dovranno aspettare i movimenti delle Suffragette per notare i primi segni di un cambiamento graduale ma necessario.  

E' facile, dopo queste premesse, capire maggiormente l'irruenza di Audrey Rose e il fascino immediato di Thomas per la giovane. 
Rappresenta una eccezione, una donna caparbia e indipendente, non disposta a cedere sulla propria volontà. 


La mia tappa si conclude qui, spero che vi abbia incuriosito ed appassionato. 
Vi invito a leggere anche le tappe delle mie compagne d'avventura e a seguirci su instagram dove non mancheranno effetti speciali per l'uscita di questo romanzo. 
A bientòt, 
Cris





 



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