Gentili lettori, mi siete mancati.
Quando la vita diventa complicata e nemmeno i libri riescono a compiere la magia, vuol dire che la cosa più giusta da fare è riposare, recuperare le proprie energie, mettersi in discussione e accettare che ci sono momenti che non possiamo governare. Mi fa strano che il primo post del 2024 sia datato 10 luglio, è così anomalo e se qualcuno mi avesse detto una cosa del genere quando ho iniziato il mio percorso da book blogger quasi dieci anni fa probabilmente non ci avrei creduto.
Eppure, nonostante tutto, sono tornata. Perché se c'è una cosa che mi fa stare bene, che mi mette sempre di buonumore, mi rende allegra e gioiosa è parlare di libri. Ovviamente, nonostante il blocco del lettore, ho letto durante questi mesi e quindi tornerò con tantissime recensioni per aggiornarvi, ma riprendere il blog raccontando l'ultimo libro di un'amica mi è sembrata la cosa più onesta che potessi fare.
Erika, nonostante i miei alti e bassi, mi ha concesso ancora una volta la sua fiducia e onorata per la sua attestazione di stima e affetto, merita una recensione alla 'vecchia maniera'.
Elizabeth Bennett ha in comune più di una cosa con l'eroina di Orgoglio e Pregiudizio. Non solo il nome, non solo l'avere una sorella maggiore di nome Jane, ma anche una madre che la vuole accasata e felice. Ma Lizzie è felice soprattutto quando è al lavoro, alla guida del Piccadilly Davies Hotel. Peccato che la sua serenità è messa a dura prova quando si trova a dover lavorare a stretto contatto con il proprietario della struttura, Alexander William Davies. Alexander Davies ha sempre messo la reputazione della sua famiglia al primo posto e ora è più che mai determinato a portare al successo la nuova struttura alberghiera che ha aperto al centro di Londra. Razionale e preciso, Alexander pensa di essere pronto a tutto. L'unica cosa che non ha previsto nella sua vita è l'irruenza di una donna orgogliosa come Elizabeth Bennett che è testarda quanto lui e determinata ad avere sempre l'ultima parola. Quando, complici una zia impicciona e i tabloid inglesi, i due sono costretti a fingere di essere fidanzati tanto Elizabeth quanto Alexander capiranno che forse il lavoro non è tutto. Tra migliori amici traumatizzati, sorelle dal cuore spezzato, prime pagine di giornale e vecchie conoscenze che fanno ritorno, Alexander ed Elizabeth si troveranno a combattere spesso dalla stessa parte della barricata, prima che i pregiudizi dell'uno e l'orgoglio dell'altra minino la possibilità di andare incontro alla felicità.
Orgoglio e pregiudizio è forse il classico più letto al mondo, ha ispirato e ispira milioni di uomini e donne nel globo e credo che nemmeno Jane Austen si aspettasse che duecento anni dopo la pubblicazione ci sarebbero state scrittrici che sarebbero state condizionate tanto dall'esperienza dei suoi eterni personaggi.
Negli anni si sono susseguiti spin off, sequel, prequel, what if, rivisitazioni in giallo e tanti retelling. Nonostante questo panorama inflazionato, confrontarsi con l'originale è sempre una difficile sfida. Si deve tenere conto dei personaggi nella loro interezza, della struttura del romanzo e soprattutto si deve essere credibili.
Ebbene, Come Darcy riesce nella sfida e racconta una storia di orgoglio, pregiudizio e amore nel ventunesimo secolo con tutte le implicazioni della mondanità. I personaggi dell'autrice colgono l'essenza dei loro ancestrali antenati e mostrano in maniera anche forse più evidente le loro sfumature.
Elizabeth è dedita al lavoro, non solo per dovere ma per autentica passione. Adora occuparsi degli altri, che siano dipendenti o clienti del caratteristico albergo che dirige ma non sempre dimostra saggezza nei rapporti interpersonali. E' estremamente legata alla famiglia, soprattutto a sua sorella Jane, ma dimostra di essere caparbia, permalosa e una propensione a giudicare erroneamente le persone.
Alex, d'altro canto, cresciuto da una zia altera e austera, indossa una maschera di freddezza che impedisce agli altri di avvicinarsi. Una volta a suo agio, tuttavia, dimostra un carattere pacato, generoso, altruista e dolce. Inutile dirvi che anche in questa rivisitazione il mio cuore è andato a lui. Alex, come Lizzie, ha a cuore gli amici e la famiglia, è soprattutto il ricordo della madre a spingerlo a co-dirigere l'hotel di Piccadilly.
Complice un errore del primo giorno, i rapporti tra i due diventeranno molto tesi fino a che un uragano chiamato lady Catherine non spingerà i due a fingersi fidanzati e innamorati. Lo scapolo d'oro dovrà venire a patti con una dipendente irascibile e determinata a detestarlo, ma il passo dalla finzione alla realtà è certamente troppo breve.
Il romanzo convince per due aspetti. Il primo riguarda la capacità dell'autrice di scrivere ciò che sa, è il suo terzo romanzo e in ciascuno di essi Erika Pomella ha saputo dosare concretezza e passione inserendo in ciascun libro aspetti di se stessa. In Semper Fidelis la protagonista era una giornalista, in Un fidanzato per Natale tutto ruotava intorno all'amore per i libri, mentre in Come Darcy affronta uno dei suoi libri preferiti e supera brillantemente il confronto.
Questo porta al secondo punto. L'autrice non si limita a seguire il canovaccio dell'originale ma crea momenti che pur richiamandolo alla memoria, in realtà sono perfettamente integrati nella storia. Non sono forzati o dettati da un'esigenza di correttezza, ma disciplinatamente introdotti nel contesto che occorre. Innesca le coincidenze al punto giusto e grazie al trope del finto fidanzamento tiene le redini della storia e la conduce a compimento.
Al di là dell'aspetto narrativo, l'autrice ha lavorato anche sull'aspetto stilistico: con capitoli brevi e il doppio punto di vista garantisce al lettore un'esperienza dinamica e godibile. Il libro si fa leggere piacevolmente, la narrazione è scorrevole e bastano poche ore per trovarsi all'epilogo.
Come Darcy è il romanzo ideale per le nostalgiche di Jane Austen, ma non solo. Chiunque abbia voglia di leggere una storia d'amore con incomprensioni, acerrimi rivali, la meravigliosa ambientazione londinese e una sana dose di divertimento potrà godere di questa lettura.
Verdetto: Dipendente