lunedì 16 novembre 2020

Recensione: L'orso e l'usignolo di Katherine Arden

Buongiorno lettori, buon inizio settimana dalla zona rossa. Qualche giorno fa, insieme alla mia amica Mon del blog Ikigai, ho letto il primo romanzo della Winternight trilogy, L'orso e l'usignolo. Sebbene entrambe lo iniziassimo titubanti, questo romanzo, fortemente osannato da qualcuno di cui ci fidiamo, ha fatto breccia nel nostro cuore. 

In uno sperduto villaggio ai confini della tundra russa, l'inverno dura la maggior parte dell'anno e i cumuli di neve crescono più alti delle case. Ma a Vasilisa e ai suoi fratelli Kolja e Alësa tutto questo piace, perché adorano stare riuniti accanto al fuoco ascoltando le fiabe della balia Dunja. Vasja ama soprattutto la storia del re dell'inverno, il demone dagli occhi blu che tutti temono ma che a lei non fa alcuna paura. Vasilisa, infatti, non è una bambina come le altre, può "vedere" e comunicare con gli spiriti della casa e della natura. Il suo, però, è un dono pericoloso che si guarda bene dal rivelare, finché la sua matrigna e un prete da poco giunto nel villaggio, proibendo i culti tradizionali, compromettono gli equilibri dell'intera comunità: le colture non danno più frutti, il freddo si fa insopportabile, le persone vengono attaccate da strane creature e la vita di tutti è in pericolo. Vasilisa è l'unica che può salvare il villaggio dal Male, ma per farlo deve entrare nel mondo degli antichi racconti, inoltrarsi nel bosco e affrontare la più grande minaccia di sempre: l'Orso, lo spaventoso dio che si nutre della paura degli uomini. Nell'incantevole scenario della tundra russa, il primo capitolo di una nuova trilogia fantasy.

L'Orso e l'usignolo conquista a pieno titolo uno dei migliori fantasy letti quest'anno. In un mondo in cui si fa a gara a rendere tutto estremamente complicato, questo libro è una bellissima fiaba. 
La storia di Vasja, della sua famiglia e della foresta a cui è legata è descritta con uno stile accattivante, romantico, come quello usato dalle nostre nonne per tenerci compagnia accanto al fuoco. 
Nel freddo Nord, c'è una grande e bella famiglia: Petr, un uomo buono e saggio, vive e governa le sue terre insieme alla moglie Marina e ai figli Kolja, Sasa, Olja e Alesa e alla balia Dunja. E' il vento a donargli una sorpresa inaspettata. 
La sua amata è in attesa: questa bambina è speciale, è diversa e Marina sa che non potrà vederla crescere ma la desidera con ardore, sa che c'è una missione che questa creatura non ancora nata deve compiere. 
Durante gli anni, Vasja diventa ribelle, forte coraggiosa, determinata. Il suo sguardo è rispettoso della natura e de suoi guardiani, ama la sua terra e non ha mai paura. 
E' una protagonista intrepida: il suo unico desiderio è non essere vincolata a un mondo che la vuole schiava di un uomo o di un Dio. Per questo, è definita strega.
Il romanzo è ricco di folklore russo: ci sono spiriti del focolare domestico come il Dovnoj, spiriti della foresta come la Rusalka e guardiani speciali come Il principe dell'inverno, Morosko, la Morte.
Quando in città giunge padre Konstantin, l'equilibrio del villaggio cambia: morti improvvise, pericoli dietro ogni ramo e sacrifici durissimi. Tutti sembrano vittima del suo fascino e delle sue parole, si affannano dietro l'unico e vero Signore e rinnegano quegli spiriti che seppur quasi con superstizione avevano sempre servito. 
La minaccia delle ombre si fa enorme e prima che i contadini ignari e la sua stessa famiglia siano pronti, si giunge allo scontro con l'eterno nemico, da cui ben poco verrà salvato. 
L'aspetto peculiare di questo romanzo è la sua immediatezza, in ciascuna parola sono stata calata con tanta attenzione da far fatica a uscirne. 
Tutti i personaggi sono delineati con dovizia di particolari e viene lasciata loro una certa libertà di movimento e di pensiero perchè la storia non è scritta guardando solo alla protagonista. 
I personaggi che bucano la pagina sono Padre Konstantin e Morozko. 
Il primo è l'allegoria della religione estremista: tutto ciò che non è concesso esplicitamente dalle scritture, è peccato. Tutto ciò che esprime desiderio, deve essere estirpato. 
Lo spirito risoluto di Vasja infiamma le sue membra e il giovane prelato si sente prigioniero di una fiamma nuova e terribile, la passione, che si è fatto largo nel suo cuore. 
Morozko fa poche apparizioni e anche quando conquista la scena, è volutamente descritto come misterioso e potente. E' intrigante e generoso, la controparte fredda della vitale Vasja. 

Se volete leggere qualcosa di semplice, ma non banale, ricco eppure non dinamico a tutti i costi, questa storia potrebbe strapparvi dal grigiore di alcune giornate e riempirle di candida neve e di fantasia. 

Verdetto: (Quasi) Assuefatto (4.5 stelline)








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