venerdì 20 novembre 2020

Recensione: Gideon la nona di Tamsyn Muir

Buon pomeriggio lettori, vi chiedo scusa per l'orario improbabile della pubblicazione di questa recensione ma non ho avuto abbastanza tempo per preparare il post in anticipo. 
Ormai, tra i mille e più post su Gideon la nona, vi chiederete perchè leggere la mia recensione. Ebbene, se vi dicessi che probabilmente rappresento una voce fuori dal coro?




Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.

Quando mi sono trovata tra le mani la copia digitale del romanzo e ho letto il primo capitolo, avevo i brividi. Sul serio, immaginate una scena in cui degli scheletri si animino e inizino a combattere contro di voi senza alcuna possibilità di salvezza. 
Mi è parso un horror e avevo timore che non mi sarei goduta la storia né la chimica tra le protagoniste, ma superato il mio scoglio iniziale, devo dire che la storia mi è piaciuta. 

Devo dire, però, che i due principali elementi per i quali questo romanzo è così osannato secondo me si sono dimostrati deludenti: parlo del worldbuilding e delle protagoniste. 

Ma, andiamo con ordine. Gideon è una giovane orfana allevata dalla Nona casa verso la quale non prova alcun senso di appartenenza nè lealtà. Sin da subito, appare evidente che non ha alcuna intenzione di ammuffire nelle buie caverne insieme a suore rachitiche e la sua capitana ormai anziana e che vuole fuggire, a tutti i costi. 
Peccato che la Reverenda Signora, Harrow Nonagesimus, abbia altri piani per lei: l'Imperatore ha bisogno di nuovi Littori perché il sistema è ormai diventato fragile e alla Nona casa serve un paladino coraggioso e forte, una persona come Gideon. 
Abilissima con il suo spadone, tenace, schietta, rude, sboccata, Gideon non potrebbe essere più lontana dal ruolo a lei affidato ma non si tira indietro davanti alla sfida perché il premio sarà la libertà.
Harrow per quasi buona parte del libro è più che altro una mera apparizione: fredda, determinata a vincere e a portare lustro e nuova linfa alla sua casa, intelligente, non è abituata a lavorare in compagnia. Quindi, per molto tempo, ci troveremo confuse tanto quanto Gideon sul suo effettivo ruolo nella vicenda.

Le prove del torneo sono estremamente sottili, per non dire pericolose e Gideon e Harrow dovranno imparare a gestire l'odio reciproco per ottenere il massimo dalle loro abilità. Gideon è il braccio esecutore, Harrow è la mente puntigliosa e attenta. 

La trama è piuttosto confusionaria, non segue un unico filo né cerca di spiegare al lettore in che direzione vuole andare la storia, ma lo stile è scorrevole e ammicca al lettore attraverso una protagonista sopra le righe. 

Sebbene mi sia risultata simpatica, Gideon non è un personaggio originale.
Già Mia, dalla penna di Jay Kristoff, si era presentata come volgare e diretta, priva di peli sulla lingua. Non ho potuto non notare diversi punti di contatto tra i due personaggi, se non fosse che le riflessioni e i dialoghi di Mia con la sua spalla, evidenziavano una sua profondità. 
In Gideon tutto è volutamente marcato, ho trovato infatti il suo sarcasmo a tratti forzato e rude.

Chiudendo un occhio su questa considerazione che comunque è soggettiva, il mio problema con questo libro è stata la caratterizzazione del worldbuilding che è completamente assente. Capiamo che la Nona Casa è un pianeta solo dopo la partenza delle protagoniste su richiesta dell'Imperatore, si parla di negromanzia solo in maniera trasversale e senza spiegare approfonditamente il sistema magico. Ci sono paladini e negromanti, ciascuno con abilità diverse, ma eccezion fatta per alcune sporadiche dimostrazioni di potere, non viene spiegato nulla. 
Ho trovato il romanzo un calderone di generi letterari: lo sci - fi, il fantasy, lo steampunk ma descritto in modo sommario e sconclusionato. 

Il finale ha arricchito una storia che comunque nella sua interessa risulta simpatica e godibile e anzi, mi ha lasciato con il fiato sospeso. Nonostante Gideon non abbia centrato il mio cuore di lettrice, ammetto di essere curiosa di leggere il secondo volume della trilogia e magari di poter apprezzare con più concretezza Harrow.

                                                     Verdetto: Stuzzicante (3.75)





E voi cosa pensate del romanzo di cui stanno parlando tutti? Vi incuriosisce?

Un abbraccio, 
Cris






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