lunedì 30 novembre 2020

Recensione: 'La vita invisibile di Addie La Rue' di Victoria Schwab


Buongiorno lettori, buon lunedì, siamo quasi a dicembre, incredibile come vola il tempo! Comunque oggi è una giornata speciale perché posso recensire per voi un romanzo che mi ha fatto emozionare dalla prima all'ultima pagina. Sto parlando di La vita invisibile di Addie La Rue di Victoria Schwab. 


E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l’immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.


Faccio una premessa importante: Addie La Rue non è un romanzo per tutti perchè ha una struttura insolita e particolare. 
Anche se appartiene alla categoria fantasy, a mio avviso è piuttosto un romanzo di narrativa. La Schwab non ha uno stile di scrittura semplice, in nessuno dei suoi romanzi ho trovato i suoi mondi o le sue storie immediati, quindi non me lo aspettavo ma a differenze di storie dinamiche come A dark shade of magic e Questo nostro oscuro duetto, La vita invisibile di Addie La Rue rappresenta una vera e propria metafora faustiana. 

Questo romanzo parla direttamente al cuore, catturandone i sentimenti più nascosti: la malinconia, la nostalgia, la tristezza, la paura di essere dimenticati. Se anche solo una volta vi siete sentiti impotenti, spaventati davanti al tempo che scorre velocemente o al mondo che si fa sempre più grande, davanti all'eternità, allora questo è il libro che fa per voi.

Ogni pagina, ogni frase che ho sottolineato e poi trascritto, ogni piccola opera d'arte attraverso cui si dispiegava l'anima di Addie, mi ha fatto sentire come lei, parte integrante di una storia memorabile.

Tutti vogliamo sentirci importanti, essere ricordati. I nostri sogni ci spingono a credere di poter fare di più, essere di più, ottenere di più ma quando veniamo a patti con la realtà, siamo costretti a fare i conti con le decisioni che ci hanno condotto fino a lì.

Addie è una ragazza qualsiasi che ama la vita, è curiosa, vuole conoscere cosa c'è fuori dai limiti imposti dalla società, dai costumi, dalle tradizioni. 
Chiusa in una gabbia di pizzi e corsetti, scappa dal suo mondo dorato solo per finire nella trappola di un dio, dell'Oscurità, di Luc, a cui con le sue stesse fantasie ha dato le sembianze. 
Addie stringe un patto: potrà vagare ovunque, libera finché non si sarà stancata e cederà la sua anima. 
Il piatto appare troppo ghiotto per rifiutare ed infatti poche ore dopo Addie scoprirà la verità: nessuno la ricorda. Anzi, basta che le porte si chiudano perché una persona, una qualunque che abbia chiacchierato, bevuto, mangiato, fatto sesso con lei, se ne dimentichi.

Trascorrono con questo peso tre secoli, fatti di ripari di fortuna, episodi rischiosi e solitudine. 
Addie non avrà molta scelta e dovrà rubare ciò che le serve, reinventarsi, rendersi immune ai dolori e alle gioie che la vita le offre perché sono brevi ed effimeri, quanto la memoria di coloro con cui le condivide. 

Luc cerca più volte di convincerla, nei momenti di massimo sconforto e debolezza, a lasciarsi andare, a terminare il gioco, ma Addie dimostra coraggio testardaggine e una forte meraviglia nei confronti di un mondo folle e in continuo mutamento. 
Addie passa dal suo paesino in Francia, Villon, alle grandi metropoli: Parigi, New York, Firenze scoprendo di volta in volta le più incredibili forme di progresso: il cinema, la musica, l'opera, i libri. 

Perché è solo attraverso queste discipline che si lascia un passaggio permanente. 
Quanti conoscono le arie di Vivaldi? E le melodie di Beethoven? La filosofia di Voltaire, Rousseau e Montesquieu? Quanti urlano a squarciagola le canzoni della propria band o del proprio cantante preferito? Quanti sanno citare in versi La Divina Commedia o le più importanti poesie della letteratura?

La verità è che l'arte, in ogni sua forma, è eterna. 
Addie è inerme di fronte a questa meraviglia, ma è sola nel viverla. 
Finché, un giorno per caso, non conosce Henry e dice le uniche parole che la ragazza abbia mai voluto sentire: Mi ricordo di te. 

Henry è una comparsa in questo romanzo, non è il centro ma ci viene raccontato abbastanza di lui per carpirne i segreti laceranti e il dolore che lo logora. La sua storia d'amore con Addie, seppur intensa, non configura i dettami del racconto: lo celebra, lo rende evanescente e reale al tempo stesso. E' un dono per i loro cuori affranti. 

Perché, dopotutto, nulla accade per caso. Il destino che unisce l'animo tormentato e pericoloso di Henry e la passione serena di Addie consente la realizzazione della loro massima aspirazione: trovare l'amore vero, viverlo e soprattutto prendersene cura, avendone a cuore la memoria. 

Quando si arriva all'ultima pagina, ormai con il cuore in gola, tutto sembra tornare al suo posto tranne che per l'ultima sfida che Addie lancia a se stessa: la determinazione nel dire addio.

Questa storia è un cataclisma di tenerezza e forza, un caleidoscopio di emozioni per i malinconici. E' una lente attraverso cui possiamo leggere parti di noi stessi, se dimostriamo di avere pazienza.
La vita invisibile di Addie La Rue non è un romanzo leggero, è denso di eventi e vagheggiamenti vagabondi. E' lento e malinconico, è come una canzone di cui non ti ricordavi le parole ma che ti provoca un brivido se riesci a metterle in ordine.
Non è un romanzo perfetto, tuttavia credo che non pretenda di esserlo. 

Vuole parlare agli animi prostrati e regalare loro una speranza. 
A me ha donato consapevolezza. 

Verdetto: ( più che) Dipendente 

Spero che la mia recensione possa aver colpito nel segno e aver smosso un interesse a leggere questo romanzo. 
Intanto, vi ricordo delle altre colleghe che hanno lavorato al Review tour e vi invito a leggere le loro opinioni. 
Grazie a Nia per aver organizzato l'evento e alla Casa editrice per la copia digitale. 

Un abbraccio nostalgico di tempi migliori, 
Cris











sabato 28 novembre 2020

Recensione: Il mago di Oz di L. Frank Baum

 Buongiorno lettori, buon fine settimana! Oggi vi parlerò di uno dei classici contenuti nel drago Dorothy, Wendy e Alice, Il mago di Oz. 


Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l’occasione per rileggere i tre romanzi – Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e Il Mago di Oz -, cogliendone la grande modernità.

Il mago di Oz è uno dei grandi classici della letteratura per ragazzi e leggerlo mi ha divertito moltissimo. 
Conoscevo già la storia perché sono state tante le trasposizioni che hanno celebrato questo racconto ma non lo avevo mai letto. 
Le avventure di Dorothy iniziano dal grigio Kansas insieme al suo adorato Toto, all'improvviso un ciclone trascina via la casa che uccide...la Strega Malvagia.
Gli abitanti sono davvero grati ma Dorothy vuole tornare a  casa, così inizia un viaggio per raggiungere il potente Mago di OZ. 
Durante il viaggio, sono tante le difficoltà: papaveri che provocano il sonno, burroni impossibili da passare, scimmie volanti e un'altra terribile strega ma la giovane riuscirà a farsi degli amici e a superare con loro tutte le avversità. 
Il Leone vigliacco, lo Spaventapasseri e il Boscaiolo di Latta riusciranno a unire le forze e a tirare fuori il meglio delle loro capacità per consentire a Dorothy di tornare a casa e di vincere il male. 
In questa storia, ho scoperto che nessun personaggio è solo il nome che lo definisce ma che anzi, ciascuno dimostra di avere dentro ciò che è necessario per essere felice. 
Lo spaventapasseri desidera un po' di cervello eppure sono tutte sue le idee che mettono in salvo Dorothy. 
Il leone vuole trovare il coraggio che gli manca eppure davanti alle sfide non si tira mai indietro. 
Il Boscaiolo di Latta desidera un cuore eppure piange dopo aver calpestato e ucciso una formica. 
Tutta la storia è pervasa dall'equilibrio, dall'armonia e dalla consapevolezza che in ognuno perseverano le giuste qualità, se solo una sa dove cercare. 
Chiaramente è un romanzo per bambini, quindi lo stile è scorrevole ed elementare ma risulta appassionante e si legge in un baleno.

Passando al drago, non posso che affermare che si tratta di una raccolta davvero molto curata, non solo nell'impaginazione e nel font usato per arricchire le storie per ragazzi. 
Già nella prefazione, ci vengono proposti i parallelismi tra queste giovani ragazze, mettendo in evidenza luci e ombre di classici intramontabili.

Oltre alla mia recensione, ci sono quelle di Alice nel Paese delle Meraviglie e Peter Pan sui blog delle mie colleghe! Vi auguro un buon fine settimana, 
Cris






mercoledì 25 novembre 2020

Blog tour 'La vita invisibile di Addie La Rue' di Victoria Schwab | L'autrice e le sue opere

 Buongiorno lettori, scalpitavo da tempo di potervi parlare di uno dei libri più potenti e particolari che ho letto nell'ultimo anno. Ma dovrete aspettare ancora qualche giorno prima di conoscere la mia opinione, oggi infatti ci limiteremo ad analizzare la figura dell'autrice, Victoria Schwab e delle sue precedenti opere. 



E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te?
Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna.
Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli.
Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima.
Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome.

Victoria Schwab è un'autrice di libri fantasy young adult, new adult e middle grade. 
Cresciuta tra l'America e la Francia, si divide tra questi due mondi ma il suo cuore è a Edimburgo. 
La Schwab è un'autrice sui generis, le sue storie sono originali e accattivanti ma ha uno stile complesso che non sempre convince tutti i lettori. 

Victoria Schwab è molto attiva sui social, specie su Twitter, che usa quasi come un diario di bordo. 


Puoi amare scrivere e trovarlo difficile.

V.E.Schwab

L'autrice ha spesso sottolineato quanto sia difficile realizzare un libro, quanto sia difficile non farsi governare dall'ansia e dalla depressione. Da questo punto di vista, l'autrice promuove quotidianamente l'importanza nel comunicare sulla salute mentale, sulla forza di volontà e dell'amore per le storie.

Passando ai suoi romanzi, possiamo dire che la carriera dell'autrice è decisamente in ascesa. 
La Schwab ha pubblicato tanti libri e la produzione continua a crescere.

Sei in un libro della Schwab se: 
- non ci sono eroi;
- le donne sono Serpeverde;
- gli uomini sono Tassorosso; 
TUTTO FA MALE.  

V.E. Schwab

A darker shade of magic 


Questa serie è sicuramente tra le più famose dell'autrice. Tradotta in italiano dalla Newton Compton, è una storia che racconta le avventure di Kell, uno degli ultimi Antari, cioè in grado di spostarsi con la magia tra mondi paralleli e della minaccia che incombe non solo sulla sua città, Londra Rossa ma sulle altre realtà esistenti. 

Ho apprezzato molto il personaggio di Kell, ma non è l'unico: il principe Rhy, Lila, Holland e la struttura magica sono incredibili e soprattutto originali. 
Non è semplice entrare nella storia, ma senza dubbio si fa fatica ad uscirne. 

Monsters of Verity


Monsters of Verity è una duologia ambientata in un mondo governato da mostri. 
August è uno di questi anche se non vuole ammetterlo nè esserlo. Kate vuole fare la differenza, vuole comprendere più a fondo il rifiuto di suo padre. 
Entrambi metteranno in discussione le proprie convinzioni in funzione di un futuro migliore. 
Sono profondamente legata a questa storia perché i mostri non sono altro che allegorie dei difetti umani.

The Villain Series


Chi ha detto che le storie devono avere come protagonisti gli eroi? A voltea una buona storia basta il giusto cattivo, un villain capace di affascinare anche le menti più forti. E' proprio ciò che rappresenta Victor e Eli, prima compagni e poi nemici giurati.
Inizialmente pensata come duologia, la Schwab ha accennato qualche volta a un terzo volume. 

The Near Witch

L'autrice descrive questo autoconclusivo come una vecchia storia raccontata per terrorizzare i bambini. 
Se il vento ti chiama durante la notte, non devi ascoltare perché è solo e vuole compagnia. 

The Archived Series


Questa duologia per ragazzi , inizialmente pensata come una trilogia, è ambientata in un mondo magico in cui esiste un Archivio in cui sono contenute le "storie" dei morti, organizzati sugli scaffali nella forma dei corpi in cui hanno vissuto. Alcune di queste Storie riescono a scappare dall'Archivio e i Guardiani devono riportarle indietro. Mac, la protagonista, è un Guardiano e tocca a lei continuare la tradizione cominciata con il nonno. 
Non ho letto la serie ma mi sembra assolutamente nelle mie corde e spero venga tradotta in Italia. 

City of Ghosts series


Questa serie che conta tre libri (l'ultimo, Bridge of souls è ancora inedito) è un middle grade e racconta le avventure di una ragazzina. Cassie, capace di vedere i fantasmi.
Quando si trasferisce a Edimburgo con i suoi genitori, notoriamente la città dei fantasmi, inizierà per la ragazza la vera avventura alla scoperta dei propri poteri.

The steel prince series - Graphic novel


Ambientato nello stesso mondo di A darker shade of magic, questi lavori grafici impreziosiscono la figura di Re Maresh, padre adottivo di Kell e del principe Rhy, regalandoci un ritratto di un giovane testardo e potente. 

The Everyday Angel Series 



La storia di Aria sembra davvero molto dolce: si tratta di una ragazzina che all'apparenza può sembrare normale, ma in realtà è un angelo guardiano che deve guadagnarsi le ali aiutando tre ragazze. 
In ciascun romanzo, viene raccontata una delle missioni fino al raggiungimento dell'obiettivo. 
E' sicuramente una delle prime serie scritte dall'autrice e naturalmente è scritta per un pubblico molto giovane. 

Oltre ai libri appena illustrati, la Schwab ha in programma una nuova trilogia ambientata nello stesso mondo di Kell, Rhy e Lila ma con personaggi nuovi dal titolo Threads of power, un romanzo YA e tanto altro di cui sono in fervente attesa. 

"Se scrivo e scrivo e scrivo e scrivo e scrivo e scrivo e scrivo e scrivo e scrivo, un giorno quelle parole si addizioneranno per formare una storia e se questa non è stregoneria, non so cos'è."
V. E. Schwab


E noi ci auguriamo di leggere tante altre meraviglie della sua penna. 
Quanti libri dell'autrice avete letto?
Bacini, Cris





lunedì 23 novembre 2020

Review Party: 'Shadowhunters - Il libro bianco perduto' di Cassandra Clare e Wesley Chu


Buongiorno lettori, buon lunedì! Iniziamo la settimana con la recensione del nuovo romanzo di Cassandra Clare, scritto a quattro mani con Wesley Chu, Il libro bianco perduto, in uscita domani per Libri Mondadori. Ringrazio in anticipo la casa editrice per la copia digitale e Martina Pes per aver organizzato l'evento.


Tutto sembra procedere anche troppo bene per Magnus Bane e Alec Lightwood, quasi sorpresi per la quiete e la felicità che la vita sta regalando loro, freschi genitori di Max, un bambino stregone di nemmeno un anno. Per sgretolare l'idillio, però, è sufficiente che due vecchie conoscenze di Magnus irrompano nottetempo nel loro bellissimo loft newyorchese, feriscano al petto lo stregone con un'insolita arma e rubino il Libro Bianco, la raccolta di incantesimi più potente in circolazione. A quel punto, Magnus e Alec non hanno scelta: sanno che devono tentare il tutto per tutto per riprendersi il prezioso volume. E per farlo saranno costretti a seguire i ladri fino a Shanghai. Prima, però, dovranno chiamare rinforzi e soprattutto... trovare una babysitter. In loro aiuto accorrono subito Clary, Jace, Isabelle e Simon Lovelace, da pochi mesi uno Shadowhunter a tutti gli effetti. Una volta a Shanghai, però, il sestetto si rende subito conto che una minaccia ancora più oscura li sta aspettando. E che, poiché i poteri di Magnus, a causa della ferita subita la notte del furto, stanno diventando sempre più instabili, potrebbero non essere capaci di arrestare l'avanzata dei demoni nella città. E se fosse davvero così, potrebbero essere costretti a seguirli fino al loro luogo d'origine, il regno dei morti. Ce la faranno Magnus, Alec e i loro amici a fermare la minaccia che si sta dispiegando sul mondo? E, soprattutto, riusciranno a tornare a casa prima che Max faccia impazzire la mamma di Alec?

Cassandra Clare è una scrittrice davvero prolifica e il mondo degli Shadowhunters rappresenta una storia che nell'immaginario comune è un classico dell'urban fantasy. 
Il libro bianco perduto va a iscriversi nella serie parallela agli eventi di TMI che l'autrice ha ideato per concentrarsi esclusivamente sulla coppia Magnus e Alec. 
E' il secondo della serie The Eldest Curses, quindi se non avete ancora letto La mano Scarlatta vi sconsiglio di continuare a leggere questa recensione. 

Fatte le dovute premesse, voglio iniziare a parlarvi di questo romanzo palesando la mia sorpresa. Nella recensione del primo volume, gli autori mi avevano convinta perchè pensavo che sarebbe stato un romanzo di puro fan service e, anche se era innegabile che fosse così, in sostanza avevo trovato una storia romantica e molto appassionata che mi aveva piacevolmente intrattenuta.
In questo secondo volume, invece, mi sono divertita molto di più. 
Vedere Alec e Magnus alle prese con Max, il loro primo bambino, per metà stregone e di un delizioso color mirtillo, mi ha intenerito. Diventare genitori sposta le nostre prerogative dalal nostra persona a quella di una creatura inerme, da salvaguardare ad ogni costo. 
Tuttavia, la vera sorpresa è stata ritrovare tutto il vecchio gruppo: Jace, Clary, Isabelle e Simon. 
La mia serie preferita di Shadowhunters è sicuramente The infernal devices ma l'unione e la fratellanza presente in TMI mi ha sempre fatto sentire a mio agio, come se fossi parte di quello stesso gruppo. 

Ormai i ragazzi sono cresciuti, sono degli adulti e le loro strade si stanno dispiegando davanti a loro; eppure, è bello sapere che possono contare gli uni sugli altri, che le loro vite saranno legate per sempre a prescindere dal tempo che passa. 
Questo libro parte proprio da un'altra amicizia, quella di Magnus e di Ragnor Fell, separatisi poco prima della Guerra Oscura. Quando l'amico fa la sua ricomparsa, è posseduto dal Principe degli Inferi Samael e accompagnato da un'altra vecchia conoscenza, Shungyun. 
Rubano Il libro bianco perduto, nascondendosi a Shangai e feriscono Magnus con un'arma sconosciuta. 

E' qui che iniziano i problemi perchè le domande sono tante: in che modo Il libro bianco può essere utile a Samael? E quali effetti avrà la ferita di Magnus sulla missione?

Shangai è una città molto interessante, piena di luci e colori, affollata e caotica. Anche la scelta di delineare demoni seguendo gli elementi della mitologia cinese è stata davvero azzeccata. 
Ora non ci resta che attendere il terzo volume per concludere anche questa trilogia. 

So che molti ritengono che Cassandra Calre debba abbandonare il mondo Shadowhunters e magari non hanno tutti i torti: di alcuni libri o novelle non avevamo bisogno ma se ami questo mondo, questi ragazzi e le loro storie, non riuscirai a fare a meno di sentirti a casa in loro compagnia. 

Verdetto: Dipendente













venerdì 20 novembre 2020

Recensione: Gideon la nona di Tamsyn Muir

Buon pomeriggio lettori, vi chiedo scusa per l'orario improbabile della pubblicazione di questa recensione ma non ho avuto abbastanza tempo per preparare il post in anticipo. 
Ormai, tra i mille e più post su Gideon la nona, vi chiederete perchè leggere la mia recensione. Ebbene, se vi dicessi che probabilmente rappresento una voce fuori dal coro?




Allevata da ostili monache calcificate, valletti vetusti e un’infinità di scheletri, Gideon è pronta ad abbandonare una vita di schiavitù – nell’aldiquà – e una da cadavere rianimato – nell’aldilà. Prenderà la sua spada, le sue scarpe e le sue riviste zozze e si preparerà a un’audace fuga. Ma la nemesi della sua infanzia non la lascerà di certo andare senza chiederle qualcosa in cambio. Harrowhark Nonagesimus, Reverenda Figlia della Nona Casa e prodigio della magia ossea, è stata convocata. L’Imperatore ha invitato tutti gli eredi delle sue fedeli Case a prendere parte a un torneo all’ultimo sangue fatto di astuzia e abilità. Se Harrowhark avrà successo, diventerà un’onnipotente servitrice immortale della Resurrezione; ma nessun necromante può ambire all’ascensione senza un paladino. Senza la spada di Gideon, Harrow fallirà e la Nona Casa morirà. Chiaro, ci sono sempre cose che è meglio se restano defunte.

Quando mi sono trovata tra le mani la copia digitale del romanzo e ho letto il primo capitolo, avevo i brividi. Sul serio, immaginate una scena in cui degli scheletri si animino e inizino a combattere contro di voi senza alcuna possibilità di salvezza. 
Mi è parso un horror e avevo timore che non mi sarei goduta la storia né la chimica tra le protagoniste, ma superato il mio scoglio iniziale, devo dire che la storia mi è piaciuta. 

Devo dire, però, che i due principali elementi per i quali questo romanzo è così osannato secondo me si sono dimostrati deludenti: parlo del worldbuilding e delle protagoniste. 

Ma, andiamo con ordine. Gideon è una giovane orfana allevata dalla Nona casa verso la quale non prova alcun senso di appartenenza nè lealtà. Sin da subito, appare evidente che non ha alcuna intenzione di ammuffire nelle buie caverne insieme a suore rachitiche e la sua capitana ormai anziana e che vuole fuggire, a tutti i costi. 
Peccato che la Reverenda Signora, Harrow Nonagesimus, abbia altri piani per lei: l'Imperatore ha bisogno di nuovi Littori perché il sistema è ormai diventato fragile e alla Nona casa serve un paladino coraggioso e forte, una persona come Gideon. 
Abilissima con il suo spadone, tenace, schietta, rude, sboccata, Gideon non potrebbe essere più lontana dal ruolo a lei affidato ma non si tira indietro davanti alla sfida perché il premio sarà la libertà.
Harrow per quasi buona parte del libro è più che altro una mera apparizione: fredda, determinata a vincere e a portare lustro e nuova linfa alla sua casa, intelligente, non è abituata a lavorare in compagnia. Quindi, per molto tempo, ci troveremo confuse tanto quanto Gideon sul suo effettivo ruolo nella vicenda.

Le prove del torneo sono estremamente sottili, per non dire pericolose e Gideon e Harrow dovranno imparare a gestire l'odio reciproco per ottenere il massimo dalle loro abilità. Gideon è il braccio esecutore, Harrow è la mente puntigliosa e attenta. 

La trama è piuttosto confusionaria, non segue un unico filo né cerca di spiegare al lettore in che direzione vuole andare la storia, ma lo stile è scorrevole e ammicca al lettore attraverso una protagonista sopra le righe. 

Sebbene mi sia risultata simpatica, Gideon non è un personaggio originale.
Già Mia, dalla penna di Jay Kristoff, si era presentata come volgare e diretta, priva di peli sulla lingua. Non ho potuto non notare diversi punti di contatto tra i due personaggi, se non fosse che le riflessioni e i dialoghi di Mia con la sua spalla, evidenziavano una sua profondità. 
In Gideon tutto è volutamente marcato, ho trovato infatti il suo sarcasmo a tratti forzato e rude.

Chiudendo un occhio su questa considerazione che comunque è soggettiva, il mio problema con questo libro è stata la caratterizzazione del worldbuilding che è completamente assente. Capiamo che la Nona Casa è un pianeta solo dopo la partenza delle protagoniste su richiesta dell'Imperatore, si parla di negromanzia solo in maniera trasversale e senza spiegare approfonditamente il sistema magico. Ci sono paladini e negromanti, ciascuno con abilità diverse, ma eccezion fatta per alcune sporadiche dimostrazioni di potere, non viene spiegato nulla. 
Ho trovato il romanzo un calderone di generi letterari: lo sci - fi, il fantasy, lo steampunk ma descritto in modo sommario e sconclusionato. 

Il finale ha arricchito una storia che comunque nella sua interessa risulta simpatica e godibile e anzi, mi ha lasciato con il fiato sospeso. Nonostante Gideon non abbia centrato il mio cuore di lettrice, ammetto di essere curiosa di leggere il secondo volume della trilogia e magari di poter apprezzare con più concretezza Harrow.

                                                     Verdetto: Stuzzicante (3.75)





E voi cosa pensate del romanzo di cui stanno parlando tutti? Vi incuriosisce?

Un abbraccio, 
Cris






mercoledì 18 novembre 2020

Blogtour: 'Alice Dorothy & Wendy' | Tematiche comuni e l'importanza delle protagoniste per i lettori di oggi

 Buongiorno lettori, oggi mettiamo in pausa il Blogger Love Project per parlare di un drago meraviglioso in uscita per la Mondadori che ha per protagonisti tre romanzi per ragazzi che hanno fatto la storia: Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e Il mago di Oz. L'evento, organizzato magistralmente dalla mia amica e collega Franci di Coffe and Books, si prefigge di analizzare questi classici e nella mia tappa cercherò di tracciare una sorta di percorso comune alle tre protagoniste. 


Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina dei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz. Tre ragazzine curiose e audaci, al centro di tre grandi classici che, ciascuno a suo modo, hanno saputo celare sotto le spoglie del racconto di fantasia messaggi e metafore della vita. Questo libro è l’occasione per rileggere i tre romanzi – Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie, Peter Pan e Il Mago di Oz -, cogliendone la grande modernità.

Nella prefazione a questo meraviglioso drago dedicato ai più famosi tra i classici per ragazzi, Massimo Scorsone cercando le convergenze parallele tra Alice, Dorothy e Wendy parla di 'bimbe di sogno', le cui vite si destreggiano nell'etereo mondo delle possibilità.

In effetti, il primo grande topos che accomuna le bambine è il tema del viaggio impossibile: chiuse in un mondo grigio o comunque predestinato, le protagoniste intraprendono un percorso fuori dai confini della realtà. 


Alice, intraprendente, attraversa la tana di un coniglio e finisce in un paese folle, divertente e spaventoso insieme. 

Dorothy, serena orfana del grigio Kansas, viene trasportata da un ciclone in un campo ricco di prelibatezza e di colori e insieme al fido Toto, diventa un'eroina. 
Wendy, invece, fiduciosamente credente nel Bambino che non voleva crescere, Peter Pan, viene trasportata su un'isola speciale, tra sirene, pirati e bimbi sperduti.

Un secondo aspetto che accomuna le protagoniste il ritorno. 
Nonostante vivano delle emozioni incredibili e siano accompagnate durante la loro avventura da personaggi iconici, come Campanellino o Il cappellaio matto, Dorothy Alice e Wendy

decidono, anzi desiderano tornare a casa. 
Probabilmente è il ricordo di aver vissuto un'avventura simile a rendere godibile il trascorrere il resto della vita in un mondo 'normale'. O forse, è la bellezza nell'aver conosciuto la magia a rendere colorata una esistenza tra le righe. 

Terzo punto di approdo di questa convergenza letteraria è la curiosità e l'immaginazione. 
Sono bambine interessate al mondo, sognatrici, eccentriche, buffe. 
Sono personaggi che credono nella forza delle parole e dei racconti sussurrati a mezza voce prima che Morfeo reclami il suo prezzo. 
Non si accontentano delle mura in cui sono confinate, lasciano spaziare e vagare la loro fantasia raggiungendo l'impossibile e anzi tramutandolo in terra, mare, cielo. 

E' per queste loro caratteristiche che Alice, Dorothy e Wendy rappresentano anche oggi figure influenti. 

In un Ottocento in libera formazione, prendono piede classici in cui sono le ragazzine, le donne, ad essere capaci di qualsiasi cosa.
Riconoscendo che l'intento degli autori non era di lasciarle divenire un modello per le giovinette a cui erano dirette le loro avventure, negli anni queste giovani lo sono diventate autonomamente. 

Il coraggio, la curiosità, l'immaginazione, la forza d'animo e la giustizia di cui sono portatrici, caratteristiche sottolineate nelle trasposizioni cinematografiche e in particolare nei film della Walt Disney, ne hanno definito i contorni nell'immaginario comune, rendendole immortali.



martedì 17 novembre 2020

Blogger Love Project #2 | Ship It o Rip It

Buondì miei amati lettori, oggi vi porto un nuovo contenuto a tema Blogger Love Project, organizzato per diffondere l'amore per il proprio blog e per conoscerne di nuovi. Cosa ne penso di Mal e Alina? O di Thomas e Audrey Rose? In questo divertente post, segnalerò quale coppia tra quelle da voi suggerite su instagram è approvata e quale invece al contrario proprio non subisco. Siete pronti?


SHIP IT

Partiamo subito con quella più gettonata: Tric e Mia. 
Signori e signore, ma cosa devo dirvi? Tric è uno dei più generosi e romantici personaggi di cui abbia mai letto e per esiste una sola coppia in Nevernight. Ed è questa. 

Don't try to change my mind.


Passiamo all'artiglieria pesante e voliamo dalla Maas, grazie per non aver citato Feyre e Rhysand perchè Cassian e Nesta sono di gran lunga superiori. Che coppia ragazzi! Faranno scintille...Anche se la copertina del loro libro è discutibile. 


Sebbene nominare la Rowling oggi sia quasi un peccato di pena capitale, una di voi che mi conosce particolarmente bene ha nominato la mia suprema coppia, Harry e Hermione. 
Lei è troppo per Ron, davvero. Non se l'è mai meritata. Molto meglio con Harry. 
ABSOLUTELY SHIP. 


Altro giro, altra corsa: ora parliamo di nuove serie: cosa ne penso di Citra e Rowan? 
Se mi conoscete bene, sapete che per me Falce è uno dei libri più belli dell'anno e la scena finale in Thunderhead? SHIP SHIP SHIP.

E ora passiamo alle ship intramontabili delle serie Tv.
In prima posizione, da ora fino alla mia morte, gli evergreen...i MERDER. 

'Prendi me, ama me, scegli me' è iconica e la loro chimica, il loro amore è di ispirazione. 


Sempre in tema Grey's Anatomy, cito altre tre coppie che hanno e avranno sempre il mio cuore: Arizona e Callie, Jackson e April e Cristina e Burke.






"Three words. Seven letters. I love you" 
Se vi cito questa frase, di chi stiamo parlando?

La coppia più fashion e iconica dell'Upper East Side: Chuck e Blair


Tra le coppie delle serie Tv più recenti, mi piacciono da matti Otis e Maeve di Sex Education, Phil e Claire, Jay e Gloria di Modern Family e naturalmente, gli Shamy di TBBT.



 

RIP IT

Iniziamo subito a demolire qualche coppia: Draco e Hermione. 
Seriously? NO. Assolutamente no. 
Quel borioso la tormenta, la infanga, la tratta malissimo, la chiama Sanguemarcio anche mentre si trova quasi in punto di morte. Nemmeno in quel momento mostra gratitudine o pentimento. Giammai. 


Audrey Rose e Mefistofele. Carini? Può darsi. 
Ma con Thomas Cresswell per me non c'è partita, vince a mani basse. 

Tamlin e Lucien? No, no, no. 
Tamlin è un prepotente e Lucien gli è grato e gli vuole bene perchè è l'unico che gli ha dimostrato gentilezza. Sono migliori amici, ma niente di più. 

Mare e Kilorn. La coppia migliori amici sin dall'infanzia funziona solo in alcuni casi, quando c'è chimica, quando c'è interesse mentale. In questo caso per me è NO. 
Mare solo con Tiberias Calore, prego. 



Passiamo alle serie Tv e ai cartoni: è un grandissimo NO anche per Maggie di Grey's Anatomy (Con Jackson è terribile, ma non mi piace proprio il suo personaggio, quindi con chiunque la mettano, è sempre un grande meh)


NO eterno a Sana e Charles. Amico mio, non fai per lei. Lei ama Eric, si mette con te solo per disperazione e solitudine. Non sei all'altezza. 



So di essere impopolare perchè Andrè era tenero e ama Oscar da una vita, ma quanto mi piace lei con il generale Fersen vestita da donna per andare a un ballo. Peccato che duri un solo episodio. 


Insomma, direi che oggi ci siamo divertiti abbastanza ma se volete sapere se certe coppie per me sono Ship o Rip basta scriverlo nei commenti!
C'è qualcuno che la pensa come me? O siete in disaccordo su qualche coppia?