lunedì 28 settembre 2020

Blog tour: 'Qui c'è tutto il mondo' di Cristiana Alicata e Filippo Paris| Recensione

 


Buongiorno a tutti lettori, scusate la latitanza ma sto avendo delle forti emicranie e dovrei evitare tutto ciò che invece sto continuando a fare cioè guardare serie Tv, leggere e stare al pc. Oggi vi parlerò di una graphic novel di cui mi ha gentilmente omaggiata la Tunuè e che ho profondamente adorato, si ratta di Qui c'è tutto il mondo di Cristiana Alicata e Filippo Paris. 


Durante l’inverno del 1984, il più freddo degli ultimi cento anni, la mamma di Anita comincia a fare cose bizzarre: si mette le scarpe spaiate, balla da sola per strada e cambia umore da un minuto all’altro.

Nel frattempo Anita prova ad adattarsi al piccolo paese di provincia dove la famiglia si è appena trasferita dal sud dell’Italia e si ritrova a combattere le stranezze della mamma con due alleate diversissime tra loro:

Tina, un maschiaccio come lei con cui Anita gioca a pallone e fa la pipì in piedi ed Elena che la rifornisce di acqua di Lourdes. Finché un giorno non decidono di scappare dall’incomprensibile mondo degli adulti.La storia di un’amicizia e di emozioni che non hanno ancora un nome.

“I contadini mettono una rosa davanti ad ogni filare per fare la guardia alla vigna. Quando arriva la peronospera, la rosa se ne accorge prima di tutti e dà l’allarme.” […] Quando ci aveva salutato, la macchina piena di bagagli, mi aveva messo in mano un sacchetto con dei semi di rosa. “Tu prova – aveva detto – magari funziona anche per il resto”.

E' con questa bellissima frase e con le vignette di Filippo Paris che comincia la storia di Anita. 
Il magone sin dalle prime tavole è una sensazione di cupa malinconia che il lettore è destinato a portarsi dietro fino all'ultima pagina. 

Anita è una ragazzina che viene sradicata dalle proprie origini, dalla sua terra, dal mare, dal vigneto del nonno, dalla sua profonda saggezza quando suo padre trova un impiego al Nord, nei pressi di Bologna. 
Si trova immediatamente a convivere con la sua nuova vita, con le prese in giro perchè terrona, con i divieti e gli obblighi della società che la vuole signorina e rispettabile, con una famiglia che fatica a stare in piedi. 
Anita odia essere confinata in uno stereotipo, odia giocare con le bambole ed essere costretta a indossare dei vestiti, vuole correre in bicicletta, sporcarsi, correre nei campi. 
Vuole essere come suo fratello Filippo. 

A questi obblighi, ci si aggiunge l'atmosfera strana che si viva in casa con il padre impegnato a lavoro e la mamma che, nonostante la scuola d'arte, assume dei comportamenti assurdi: cammina con scarpe spaiate, gira con le forbici alla mano per tagliarle i capelli...E' l'inizio di una grave depressione, di cui Anita si sentirà in qualche modo colpevole.

E' grazie al dolore per la mamma che Anita si avvicinerà a Tina ed Elena, due ragazzine dalla personalità agli antipodi. Tanto più Tina è volgare e scorbutica, tanto più Elena è morigerata e gentile.

Ad unirle il sottile filo dell'amicizia, la convinzione profonda di sentirsi capite e amate da qualcuno che non ti giudica, ma anzi ti tiene la mano. 
La vita delle bambine appare loro così ingarbugliata e difficile da scappare via. Trascorrono ore a costruire una zattera con la quale si allontaneranno dal fiume e dal loro passato per spingersi in un futuro diverso: un futuro in cui Anita può essere ciò che vuole, Tina può lasciar perdere le galline e suo padre e Elena può vivere come una ragazzina normale senza timore che il cuore le possa fare uno scherzo.

Quando viene l'ora di partire, le certezze si sgretolano, il pericolo uccide l'avventura e la separazione alimenta il dolore. 

E' una storia commovente che affronta la vita di una ragazzina con i suoi occhi e mette in prospettiva il ruolo degli adulti, talvolta superficiali o incapaci di ascoltarli. 
E l'amicizia, questo enorme salvagente che impedisce ad Anita, Tina ed Elena, viene sottratto nelle ultime pagine della graphic novel, determinando nel lettore un moto di impazienza e di malinconia. 
Ci si chiede: è servito tutto questo alla fine? Ci sarà un modo per garantire loro ciò che desiderano? O saranno ancora prigioniere di una gabbia che non vedono?

Ho adorato questa storia, è scritta benissimo e la connessione tra immagini e parole è così potente che mi sono trovata spesso sull'orlo delle lacrime. Un storia di pregiudizi, crescita, nostalgia che tutti dovremmo leggere. 


Verdetto: Dipendente


Ringrazio la Casa editrice per la copia e le altre blogger con cui ho collaborato per presentare questo gioiellino, spero vi piaccia tanto quanto a me!
Baci, Cris







giovedì 10 settembre 2020

Sulle tracce di Jack Lo Squartatore | La condizione della donna in epoca vittoriana

Buongiorno a tutti lettori, fra poco meno di 5 giorni, potrete avere tra le mani la nuova serie di Kerri Maniscalco, Sulle tracce di Jack Lo Squartatore. Per tenervi compagnia, abbiamo organizzato un blogtour ricco di approfondimenti, oggi tocca a me parlarvi di un aspetto che nel libro ha un suo forte ascendente, ovvero la condizione della donna nell'epoca vittoriana. 

Audrey Rose, la nostra protagonista,tiene spesso a sottolineare come si configuri quale donna fuori dagli schemi rispetto al resto della società in cui deve convivere. Perchè?


Si definisce epoca vittoriana il periodo di storia inglese che vede sul trono la regina Vittoria,gli anni che vanno dal 1837 al 1900.
Sono anni di profondo mutamento, di grandi successi per la Gran Bretagna e da molti è considerata l'età d'oro della monarchia. 

La regina Vittoria ha un ruolo essenziale per stabilire quale fosse la condizione della donna. Ella rappresenta, infatti, una contraddizione ad interim: regina sovrana, forte e indipendente, in grado di tenere testa a numeri figli e al suo stesso consorte, richiedeva tuttavia da parte del popolo femminile un atteggiamento castigato e puro, rispettabile.

Promosso da Vittoria e in voga in tutte le case di alto lignaggio, era il libro di Mrs Beeton dal titolo 'Il generale della casa'. 
La donna, infatti, era considerata l'angelo del focolare domestico , una sorta di personalità eterea a cui spettava occuparsi della casa e del marito, dandogli una prole numerosa e provvedendo alla loro educazione. 
Nel caso in cui poi fosse di famiglia nobile, ella aveva anche il compito di organizzare eventi come balli o thè per intrattenere relazioni sociali che dessero lustro alla propria posizione sociale. 
In buona sostanza, il suo ruolo era quello di mero ornamento della società.



E' necessario, per completezza, fare una distinzione: la vita delle donne nobili e delle popolane era assai diversa, sebbene accomunata dall'assoluta soggezione all'uomo, che fosse padre, fratello, marito o figlio. 

Le donne nobili, infatti, avevano la possibilità di studiare: naturalmente, le attività consigliate erano lo studio di una o più lingue, la capacità di suonare uno strumento, il cucito, la grazia, la modestia e le buone maniere. Tutto quello che, oltre la bellezza, poteva rendere appetibile la ragazza agli occhi della controparte maschile. 

Le popolane, invece, erano trattate con minor riguardo: innanzitutto, non erano volute, rappresentavano cioè un peso per la propria famiglia e quindi avevano due sole possibilità: imparare un mestiere e sostenere economicamente la famiglia oppure erano costrette a prostituirsi. 
Sebbene le case di piacere non fossero viste con piacere dalla società inglese, erano assiduamente frequentate e si trovavano spesso anche ragazzine di età inferiore ai quindici anni. 

Nel 1888, la situazione parve migliorare con l'istituzione di una scuola per insegnare alle giovani donne il mestiere di istitutrice. 
Il progetto, fortemente voluto dalla regina Vittoria, ebbe il pregio di togliere molte ragazze dalla strada ma era completamente inibito lo studio della medicina, della fisica e dell'ingegneria. 

Una donna che si occupasse di queste materie veniva derisa e allontanata. 

Audrey Rose si occupa di medicina legale, quindi non solo qualcosa mal visto dalla società, ma che riguarda anche l'aspetto più macabro della vita, ovvero la morte. 
La sua forza di volontà, la voglia di dimostrare di essere qualcosa di più  di un mero ornamento è ciò che più l'ha fatta appassionare agli studi dello zio. 

Nel primo libro della Maniscalco, si citano le donne che subirono il martirio di Grembiule di cuoio. Dalla biografia risulta che esse avessero una famiglia, dei figli. Una di loro era solito alzare un po' il gomito ma non erano prostitute. 
Fu il bigottismo inglese a trasformare donne povere in strumenti del piacere dell'uomo, quasi 
a voler stemperare o giustificare l'autunno del terrore.

A conclusione di questa rassegna sulla condizione della donna, voglio fare due cenni sulla condizione giuridica della stessa. 
Dovete sapere che nell'ordinamento esistono due capacità attribuiti ai soggetti di diritto: la capacità giuridica e la capacità d'agire.

La capacità giuridica implica il riconoscimento della persona a esistere in quanto soggetto dell'ordinamento. 
La capacità d'agire è l'idoneità del soggetto a porre in essere atti di rilevanza giuridica ( esempi sono il voto o la semplice compravendita). 

In epoca vittoriana, le donne non avevano alcuna capacità d'agire. 
Non potevano votare, non potevano disporre dei propri bene che nell'immediato passavano dal padre al marito e non avevano alcun tipo di autonomia. Non gli  era riconosciuta nemmeno la potestà genitoriale in capo ai figli che loro stesse generavano.
La loro vita dipendeva interamente dalla volontà degli uomini della sua famiglia. 

A riprova di quanto detto finora, le donne non potevano divorziare. O per meglio dire, non ne avevano la possibilità perché non avevano nulla che potesse fungere da sostentamento nè potevano possedere proprietà o denaro senza che gli venisse lecitamente sottratto.
 

Non potevano commettere adulterio perché il marito poteva ripudiarle. Al contrario, gli uomini avevano spesso concubine, più o meno ufficiali. 
Sebbene la regina Vittoria invitasse alla fedeltà coniugale e ai valori della moderazione e della pudicizia, la condizione della donna era sicuramente molto infelice.
Si dovranno aspettare i movimenti delle Suffragette per notare i primi segni di un cambiamento graduale ma necessario.  

E' facile, dopo queste premesse, capire maggiormente l'irruenza di Audrey Rose e il fascino immediato di Thomas per la giovane. 
Rappresenta una eccezione, una donna caparbia e indipendente, non disposta a cedere sulla propria volontà. 


La mia tappa si conclude qui, spero che vi abbia incuriosito ed appassionato. 
Vi invito a leggere anche le tappe delle mie compagne d'avventura e a seguirci su instagram dove non mancheranno effetti speciali per l'uscita di questo romanzo. 
A bientòt, 
Cris





 



mercoledì 9 settembre 2020

Blogtour: 'La libreria dei misteri' di Massimo Polidoro | Esploriamo le librerie più particolari

Buongiorno lettori e bentrovati sul blog! Siete pronti a immergervi in atmosfere surreali circondate da libri? 

Grazie alla libreria Nautilus, in cui vivranno una splendida avventura i protagonisti del nuovo romanzo di Massimo Polidoro, ho visitato alcune librerie davvero molto speciali e creative. 

Volete fare un salto in giro per il mondo con me?

La nostra prima tappa è tutta italiana, tra gondole e canali, in una città romantica e resa più affascinante da secoli di storia. Sto parlando di Venezia e della storia libreria Acqua Alta. 


In questa libreria regna il caos e il disordine, aspetto che lascia intuire una grande creatività, mostra  attraverso un'ampia gamma di libri, mappe e stampe storiche che racchiudono la città in questo microcosmo letterario.Tantissimi volumi sono stipati in magnifiche gondole o scaffali che affacciano direttamente su uno dei canali della Serenissima. I lettori si troveranno poi a scendere su una pila di libri, in una sorta di atmosfera alla Carroll. Questi gradini in realtà appaiono come un originale marchingegno per permettere ai clienti di godersi la vista sui canali veneziani.

Risalendo l'Europa, ci spostiamo di poco e voliamo in Portogallo presso la Livraria Ler Devagar a Lisbona. 


Il nome di questa bellissima libreria indipendente, stipata di libri fino al soffitto, significa 'leggere con lentezza'. La vera particolarità è che essa nasce all'interno di uno stabilimento industriale dismesso, sito nella zona di Alcântara, dove troverete anche gallerie d’arte, spazi per workshop e dove sono sparsi qua e là attrezzi e macchine caratteristici. 
Sul soffitto si muove una bicicletta fluttuante che mira a invogliarci a volare con la fantasia.C’è anche un piccolo bar interno, luogo di incontro per i creativi o semplicemente per i lettori appassionati. 

Prendiamo quota e ci trasferiamo in Gran Bretagna dove troviamo ben tre librerie dalle caratteristiche peculiari.

 

A Londra, nella capitale del turismo inglese, si trova ormeggiata di fronte alla stazione di King's Cross sulle rive del Tamigi la bellissima Word on the water. 
Parole sull'acqua e bisogna ammettere che più letterale di così non si può: si tratta infatti di una barca che fino a qualche anno fa vendeva libri navigando il fiume che attraversa la città, salvo poi mettere radici nella stazione più famosa del mondo.  



In Galles esiste un intero villaggio abitato da poco più di duemila persone ma straripante di librerie e una in particolare ha stregato milioni di persone, la Honesty Bookshop. 


La Honesty Book Shop è famosa per due aspetti: il primo riguardo la posizione perchè si trova all’aperto lungo le ormai fragili mura del castello medievale. La seconda, invece, riguarda la sua politica nei confronti dei clienti. Vende libri per pochi centesimi o poche sterline, non ha una cassa, ma i clienti possono lasciare le monete all'interno di un contenitore in metallo prima di andarsene con il libro che hanno trovato. Questa seconda peculiarità da il nome della libreria, che fa affidamento sull'onestà dei lettori.

Dopo Londra e Hay-on-Wye, tocca alla Scozia e in particolare a Inverness. In questa cittadina, in un'antica chiesa sconsacrata, è stata creata la Leakey's Bookshop, in cui potrete trovare tantissimi libri in edizioni rare o semplicemente lasciarvi affascinare dall'atmosfera di questo luogo speciale.


Terminiamo il nostro giro in Europa andando nei Paesi Bassi dove a meravigliarci ci penserà la Boekhandel Dominican. 


Realizzata nel 1294 adiacente a un monastero, l’edificio fu sconsacrato nel 1796 e da allora è stato adibito agli usi più disparati. È stato una scuderia, un magazzino per le biciclette, un archivio comunale e anche una sala per feste. Infine, lo studio di architetti Merkx e Girod l’ha trasformato in una delle librerie più belle al mondo.
All'interno di questa libreria l'atmosfera che si respira è quasi sacrale, adatto a tutti coloro che hanno fatto dei libri il loro oggetto più prezioso. 

Finalmente proseguiamo il nostro viaggio intorno al mondo e attraversiamo l'oceano, raggiungendo Los Angeles e The Last Bookstore. 


In questa libreria la parola d'ordine è creatività e geometria: troverete i libri sistemati nei modo più assurdi, seguendo degli archi, formando dei quadrati sui quali affacciarvi come fossero finestre. Insomma, il libro in questo caso, non è solo un oggetto che i lettori vengono ad acquistare ma anche ad ammirare come uno speciale elemento d'arredo. 

Passando dall'America del Nord all'America del Sud, più precisamente a Città del Messico, potremo vedere El Pendulo, una libreria davvero particolare. 


In questo edificio, la natura si combina perfettamente con i libri, stipati in migliaia di scaffali. L'ampia vetrata con angolo lettura e bar completa il quadro ricreando un posto in cui il lettore può trovare il proprio libro del cuore godendo della pace che offre la flora. 

Le ultime due librerie in cui vi porterò si trovano in Asia. 
Prima tappa? Pechino, in Cina. 
Stavolta i protagonisti sono i colori e soprattutto gli esseri umani a cui piacciono più di tutti, i bambini. 
La Poplar Kid's Republic è stata concepita come un salotto dedicato ai giochi con la presenza di colori vivaci, scaffali che insieme creano un percorso e spazi dedicati alla lettura, i cosiddetti oculi in cui i piccoli possono rifugiarsi a leggere i propri albi del cuore. 
 

Ultima, ma non per importanza, è la libreria Avant Garde a Ninjiing, in Cina. 
Ricavata da un parcheggio, ospita davvero migliaia di scaffali ricchi di titoli vecchi e nuovi.
Si trova in un posto strategico perché è vicina all'università ed è quindi frequentata da tantissimi studenti ed è diventata in pochi anni un'icona a livello mondiale. 
 


Il nostro viaggio è terminato, ma se volete ancora esplorare e vivere un'avventura, non perdetevi La libreria dei misteri di Massimo Polidoro perchè grazie alla Nautilus e al suo capitano, nulla è come sembra e basta solo qualche libro a evocare la magia. 

Bacini,
Cris

Ringrazio Elisa Impiduglia per i banner, Leryn del blog Libera tra i libri per avermi coinvolto in questo delizioso progetto e la casa editrice Il battello a vapore per la copia digitale e per la fiducia.
E non dimenticate di passare sugli altri blog!




















martedì 1 settembre 2020

Recensione: Sulle tracce di Jack Lo Squartatore di Kerri Maniscalco

Buongiorno a tutti lettori, ci siamo! E' settembre, è ufficialmente finita l'estate e sembra il momento giusto per ripartire e lanciarci in nuove e fantastiche avventure. Oggi posso finalmente parlarvi di una delle letture che mi ha tenuto compagnia questa estate: Stalking J The Ripper, tradotto dalla Oscar Vault come Sulle Tracce di Jack Lo Squartatore. 


È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell’alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l’amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l’ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull’assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d’esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.

Sono da sempre appassionata di medicina legale e di criminologia, non dico che non sverrei se fossi davanti a un cadavere ma di sicuro non mi manca la curiosità. 
Quando già in lingua si parlava di questa serie su crimini e mistero, me ne ero invaghita: avevo delle aspettative molto alte che, è stato chiaro sin dalle prime pagine, avrei fatto meglio a tenere più basse. 
Premessa: a me il libro è piaciuto, mi ha intrattenuto e mi ha fatto appassionare alle vicende di Jack Lo Squartatore ma devo ammettere che è un libro non scevro da difetti.
 
Bramavo il giorno in cui le ragazze avrebbero potuto truccarsi e indossare abiti di pizzo - o non truccarsi affatto e uscire con un sacco di iuta, se lo preferivano - per recarsi al lavoro dei propri sogni senza essere giudicate inappropriate.

Sarà meglio quindi andare con ordine. 
Sulle tracce di Jack Lo Squartatore è un libro molto scorrevole, merito di uno stile leggero, pensato per i giovani, non a caso è indirizzato a un pubblico young adult, con dialoghi simpatici, non molto carichi di riflessioni o di profondità ma ricco di descrizioni per ciò che riguarda l'ambientazione, gli usi, i costumi della società vittoriana. 
Superate le prime cento pagine, poi, il mistero attorno all'autore degli innumerevoli delitti si fa via via sempre più intrigante e nonostante gli indizi sembrino condurre all'assassino, ci troveremo a poche pagine dalla fine presi per il naso. 
L'autrice dimostra di saper giocare con le emozioni del lettore, con la sua testa e lo conduce proprio dove si aspetta che sia Audrey Rose, salvo poi svelare il tranello. 
Ed ecco il vero punto dolente: i protagonisti del romanzo, in particolar modo Audrey Rose, sono insopportabili. 
Ho provato a cercare un termine più congeniale ma non ne ho trovato uno che rendesse così bene la frustrazione che mi ha provocato la figura della nostra giovane ragazza. Audrey Rose è cresciuta all'interno di una gabbia, nascosta dalle ansie paterne, senza una figura materna che potesse spingerla ad essere ciò che davvero voleva. Questo aspetto, di forte disagio, viene espresso con una certa continuità all'interno del romanzo, eppure dimostra più di una volta un completo disinteresse per le regole del buon costume, per l'autorità del padre e per il decoro. 
Audrey Rose lamenta di non avere libertà, di essere ristretta nelle assurde condizioni dell'epoca ma in realtà marina i thè con la zia e la cugina a favore di lezioni private sui cadaveri dello zio, viene rinchiusa in camera ma esce di nascosto per presentarsi sulle scene del delitto e analizzare i cadaveri, frequenta manicomi e prigioni. 
Insomma, in gabbia sì ma con la chiave. 
Thomas è più leggibile: perduta la madre a causa di un trapianto non riuscito, si dimostra altero e superbo, ma in realtà è astuto e intelligente. 
Con orrore del padre, si diverte a spaventare le sue promesse e a simpatizzare con la servitù, almeno fino a che non incontra una ragazza testarda, coraggiosa e impavida come Audrey Rose. 
Devo ammetterlo: le loro interazioni non mi avevano fatto scattare subito la ship ma i capitoli bonus presentati dal PoV del ragazzo mi hanno fatto vedere la loro sintonia sotto un altro punto di vista. 
Per certi aspetti, sono due aberrazioni della società, due mostri perchè amano la conoscenza, sono appassionati della scienza e non si vergognano di essere 'stonati' in un coro di mondanità e pizzi. 

La passione e la stizza erano fuoco, e il fuoco era vivo e crepitante di energia, il fuoco respirava.

Sono riuscita a carpire con chiarezza quel profondo senso di appartenenza che si vive quando una persona condivide le tue passioni e le tue paure, Thomas vede Audrey Rose per quella che è davvero: qualcuno alla sua pari, per sagacia e carattere. 
Credo che l'autrice volesse costruire volutamente una protagonista scomoda per permettere al lettore di comprendere quanto fosse farraginoso e triste il mondo per una donna. 
Vincolate al padre, al marito o al fratello, erano meglio mansuete che intelligenti, servizievoli piuttosto che intrepide. 
Di questo sicuramente bisogna dargliene atto. 
Londra è sempre incantevole ma presa d'assalto dal circo o tinta di verde al parco, abitata da uomini e donne dai vestiti sgargianti, mi è sembrata semplicemente perfetta. 
Sebbene l'autrice non ci abbai risparmiato visite all'East End e in quartieri malfamati, l'ambientazione è forse uno degli aspetti più riusciti. 

Il finale aperto lascia presagire che una serie come questa può solo migliorare. 

Verdetto: Dipendente (3.75/4 stelline)


Se la recensione vi è piaciuta, scrivetemelo nei commenti e seguiteci nelle tappe del Blog tour.

3/09: L'autrice: chi è Kerri Maniscalco? - Milioni di particelle
4/09: Il personaggio di Audrey Rose - EvenestarJohanna
5/09: Il personaggio di Thomas - Debs Court of Dreams
6/09: La figura di Jack Lo Squartatore - La petite Pritt
7/09: L'ambientazione del romanzo - Captain Nelyafinwee
8/09: Analisi del genere - Bookish Brains
9/09: I toni del romanzo - Vittbooksbites
10/09: La condizione della donna nell'epoca vittoriana
11/09: Quelli che non sapevi sulle cover - Spill the book
12/09: Playlist per il romanzo - The golden reader


Bacini, 
Cris