venerdì 30 aprile 2021

Recensione: 'Fidanzato part time' di Anna Zarlenga

Buon pomeriggio lettori, scusate il ritardo ma il venerdì per me è sempre una giornata frenetica. Oggi voglio parlarvi di un chick lit che mi ha tenuto compagnia negli ultimi giorni, si tratta di Anna Zarlenga in uscita per la Newton Compton con il suo nuovo romanzo, Fidanzato part time.




Lisa è una ragazza schiva e un po' imbranata. Dalla sua scrivania osserva furtivamente il bel medico per il quale lavora come segretaria, sapendo che non riuscirà mai a rivelargli quello che prova. Un invito inaspettato da una ex compagna di scuola, che sta organizzando una rimpatriata con i vecchi amici, la mette improvvisamente di fronte a due verità che mal riesce ad accettare e che la fanno sprofondare nel malumore: non ha ancora realizzato niente nella vita e, soprattutto, è single. Ragion per cui sarà costretta a presentarsi da sola a quel rendez-vous. È troppo da sopportare. Occorre trovare una soluzione. Mike lavora nella pizzeria che appartiene alla sua famiglia da generazioni. Sexy e desiderato, è soprannominato "Mike pizza e merengue", per il modo disinvolto con cui impasta la pizza. La sua superficialità nelle relazioni amorose non piace però al nonno, che vorrebbe quindi affidare la gestione della pizzeria al fratello, ritenuto più "responsabile". Anche Mike deve trovare una soluzione. Lisa e Mike non potrebbero essere più diversi, eppure condividono un obiettivo: fingere di avere un partner. E allora, che la messinscena abbia inizio! Un piano semplice, efficace e indolore. O forse no?

Ci voleva un romanzo leggero e simpatico per staccare dopo gli ultimi mesi di mattoni fantasy e devo dire che Anna Zarlenga mi ha saputo intrattenere come non mi capitava da tempo. 
Complice l'atmosfera di una Napoli bellissima in ogni dove, da Corso Umberto a Via Posillipo, mi sono sentita trasportata nella storia di Lisa e Mike. 
Questi due ragazzi sono accomunati da un comune desiderio di rivalsa, sebbene ad entrambi per ottenerlo sembra sia necessario l'aiuto di un fidanzato a tempo determinato. 
Mike, figlio di una famiglia semplice, di umili origini, pizzaiolo dal temperamento focoso e determinato, vuole prendere in gestione l'attività, ma il nonno e il padre non hanno abbastanza fiducia in lui, a meno che non metta su famiglia. Lisa, invece, insicura e in attesa di trovare il proprio equilibrio, ha bisogno di una persona da esibire a una rimpatriata per dimostrare quanto valga la sua vita. 

Il piano sembra perfetto ma le regole dell'attrazione e dell'amore sembrano far titubare l'accordo saggiamente orchestrato dai due.
Mike è allergico ai legami eppure litigare con Lisa, ad un tratto, sembra più interessante che fastidioso. La passione non manca e tra un bacio di scena e l'altro, possiamo conoscere meglio Lisa, i suoi dubbi, le sue incertezze e paure e la fine del romanzo è più che altro una forma di coraggiosa rinascita per lei. 

Accettare il proprio corpo, prendere coscienza che non possono decidere gli altri cosa è meglio per noi e per la nostra vita può risultare difficile. Siamo cresciuti in una società che propone da anni gli stessi modelli di bellezza e di successo. Liberarsi di queste convinzioni, vivere una vita libera è quanto di più difficile esiste. Lisa ci riesce grazie alle sue forze, grazie a un cuore buono e puro e a un desiderio genuino di non fingere, di essere davvero se stessa. 

Se da un punto di vista romantico, la storia mi ha intrattenuto, devo ammettere che alcune scene o dialoghi mi hanno fatto storcere il naso. Ho trovato la famiglia di Mike iperbolica e taluni discorsi 'antichi'. 
Credo che l'intenzione dell'autrice fosse voluta, creare cioè un insieme assurdo ed esagerato, soprattutto visto il genere che individua, ma sarebbe stata altrettanto piacevole se fosse stata meno carica di luoghi comuni e pregiudizi. 

Come prima esperienza con l'autrice, posso dirmi abbastanza soddisfatta. 

                                                       Verdetto: Stuzzicante!


Grazie alla casa editrice e all'autrice per la fiducia e per la copia digitale. 
Spero che leggiate anche voi delle simpatiche avventure di Mike e Lisa, 
un abbraccio
Cris





martedì 27 aprile 2021

Review tour: 'La catena di ferro' di Cassandra Clare

Buongiorno lettori, esce oggi in libreria La catena di ferro di Cassandra Clare, secondo libro della serie di The last hours. E' sempre bello tornare nel mondo degli Shadowhunters e in particolare da James, Lucie, Cordelia e Matthew e rivedere vecchi amici come Will, Tessa e Jem.


La speranza è una prigione. La verità la chiave che la apre. A osservarla da lontano, la vita di Cordelia Carstairs sembrerebbe perfetta. Che altro potrebbe desiderare infatti la giovane donna? È fidanzata con James Herondale, uno degli scapoli più ambiti di Londra, che oltretutto è proprio il ragazzo di cui da sempre è disperatamente innamorata. Ha iniziato una vita nuova ed eccitante a Londra, insieme alla sua migliore amica Lucie Herondale e agli affascinanti amici di James, gli Allegri Compagni. Per di più, sta per riunirsi con l'amato padre e ha con sé Cortana, la leggendaria spada che la sua famiglia si trasmette di generazione in generazione. Purtroppo, però, la realtà è ben diversa, e certo molto meno entusiasmante. Per prima cosa, il suo imminente matrimonio con James non è altro che una farsa, organizzato soltanto per salvare la reputazione di entrambi. James, poi, è innamorato della misteriosa Grace Blackthorn, sorella inconsolabile di Jesse, un ragazzo morto anni addietro a causa di un terribile incidente. Per non parlare di Cortana: ogni volta che cerca di utilizzarla, Cordelia si ritrova i palmi delle mani bruciati. Suo padre, inoltre, è molto diverso dall'uomo che conosceva, ora è molto più amareggiato e incattivito. Come se non bastasse, un assassino seriale sta prendendo di mira gli Shadowhunter di Londra. Complice l'oscurità, pugnala indisturbato le sue vittime e poi sparisce, senza lasciare traccia. Insieme agli Allegri Compagni, Cordelia, James e Lucie percorrono in lungo e in largo le strade più pericolose della città per seguire le orme dell'assassino. Ma i segreti che ciascuno custodisce gelosamente rischiano di vanificare tutti i loro sforzi...

Alla fine del primo libro, i nostri Allegri Compagni avevano molti segreti da nascondere e l'amore di Cordelia per James, nonchè la galanteria e l'affetto di questi per la ragazza, avevano portato alla promessa di un matrimonio. 
E' tutto fittizio e destinato a durare un solo anno, così che i segreti siano in salvo. 
Questo romanzo si apre proprio con il matrimonio di James e Cordelia, una scena bellissima e allo stesso tempo complicata. 
Sin dalle prime battute appare quindi chiaro che il tema di questo romanzo saranno i segreti, le incomprensioni e gli sconvolgimenti. 

Non solo tra la coppia principale, ma più in generale tra i vari rapporti instauratisi tra i
personaggi. 
Thomas e Alistair, Anna e Ariadne, Matthew e James, Cordelia e Lucie: ogni relazione sarà minata da dubbi, incertezze, dissapori e contrasti. 
Ognuno terrà le proprie emozioni nascoste e le scelte da assumere si faranno più complicate e pericolose. 

A mio avviso, oltre il grande filone narrativo che comprende questo profondo legame tra James e Cordelia, le vere protagoniste della storia sono Lucie e Grace. 
Finalmente scopriamo qualcosa di più della vita di Grace, riusciamo a mettere insieme i pezzi del suo passato, a capire quanta sofferenza e mancanza di gioia ed empatia ha avuto nella sua vita. Il suo unico chiodo fisso è riavere suo fratello, Jesse, l'unica persona che l'abbia veramente amata e conosciuta. Devo ammettere che in questo libro mi è piaciuta, ho difficoltà ad entrare in empatia con le sue emozioni perché pare che ne sia priva ma in realtà le sono state portate via. Credo poi che nel finale si sia riscattata e che noi, come gli Allegri Compagni, dovremo darle una possibilità. 

Lucie, nel primo romanzo, era apparsa come la scrittrice sognatrice dotato di un potere 'romantico': la possibilità di vedere i fantasmi. 
Qui, invece, scopriamo un altro lato di lei, quello che più appartiene agli Herondale: è cocciuta, testarda e per amore è disposta a fare qualsiasi cosa. 
Devo ammettere che in lei ho rivisto Will, il suo struggimento per un amore che pareva impossibile. 
Devo dire che Jesse si lascia apprezzare e finalmente ho potuto realmente apprezzare la loro 'strana' coppia.

Come avrete capito, la Clare inserisce in questo secondo romanzo una maggiore introspezione dei personaggi, regalandoci tanti piccoli momenti privati e interessanti, come quello tra Christopher e Grace.
La parte fantasy esiste, ma resta ai margini: c'è qualcuno che uccide gli Shadowhunters e che li lascia privi delle rune. Tante morti cruente e dolorose, tanti innocenti immolati a una causa che ha le sue radici in una profonda sofferenza. 
Devo ammettere che il colpevole mi ha stupito, non avevo visto arrivare questo colpo di scena e credo sia stato un gioco interessante intessuto bene dall'autrice. 
I demoni compaiono poco ma guidati da un Principe dell'Inferno creano non pochi danni e ho temuto per alcuni dei miei personaggi preferiti.
Belial è ferito ma non è morto e 


Voglio fare un'ultima osservazione su Matthew. In questo romanzo, finalmente, svela il peso gravoso che ha sulle spalle, sebbene io lo conoscessi già grazie alle novelle. 
Mi ha fatto male quanto la prima volta e la sua tendenza a innamorarsi di persone che non possono ricambiarlo, lo hanno reso il mio personaggio preferito. 
Mi auguro che la Clare gli regali una degna conclusione e che gli faccia dono di tutti i sorrisi e l'amore di cui si è privato. 

Mi sento profondamente angustiata - e credo che fosse l'intento dell'autrice - dal finale di questo romanzo. Credo che sia stato giusto rispetto alla sua costruzione ma lascia aperte molte domande e il futuro in Chain of Thorns non si preannuncia dei più sereni. 
Non riesco a immaginare come l'autrice deciderà di concludere questa trilogia, ma soprattutto spero che metta a fuoco tutti i personaggi e che riesca a gestirli consapevolmente come ha fatto finora. 

La scelta di usare così tanti punti di vista poteva essere controproducente, rallentare la narrazione, frammentare la storia (sto pensando a Windwitch, di cui vi parlerò tar qualche giorno). Tuttavia la Clare ha anni di pratica alle spalle e si nota come dopo The Dark Artificies, la sua scrittura sia migliorata. 
Nonostante la mole, ho divorato questo libro in due pomeriggi, segno che nonostante sia il secondo romanzo della serie, non è mai banale. 

Con lo sfondo di una Londra vittoriana bohemien e rumorosa, potrete calarvi ancora una volta nel mondo degli Shadowhunters e appassionarvi alle loro vite. 

Verdetto: Dipendente


Non so come farò a resistere fino al 2022, fatemi sapere se questo libro vi ha convinto o meno o se lo leggerete!

Bacini, Cris










mercoledì 21 aprile 2021

Review party: 'Concret Rose' di Angie Thomas

Buongiorno lettori, sono felice di potervi parlare del prequel di The hate u give, scritto da Angie Thomas. Ringrazio la casa editrice per la fiducia e per la copia digitale, un grazie sentito a tutte le colleghe che hanno lavorato con me a questo evento. 


Maverick ha diciassette anni e vive a Garden Hights, un quartiere ghetto della grande città, e la vita non è facile. Se vuoi sopravvivere devi entrare in una delle due gang che controllano il Garden: i King Lords o i Garden Disciples. Per Maverick la scelta è stata automatica: suo padre era il capo dei King Lords prima di entrare in carcere e lui ne ha seguito le orme, per tutti è Li'l Don, il piccolo Don. Per lui i King Lords sono una grande famiglia guidata da suo cugino Dre e le cose tutto sommato non gli vanno male, tra la scuola, gli amici e qualche lavoretto per la sua gang, mentre sua madre tenta di convincerlo a fare qualcosa di utile per il suo futuro. Ma le cose stanno per cambiare e la vita lo metterà di fronte a una serie di scelte difficili che lo obbligheranno a riconsiderare le persone che lo circondano, e a cercare dentro di sé la forza per iniziare un percorso di cambiamento che un giorno lo renderà una persona migliore.

The hate u give è stato un vero romanzo rivoluzione: pubblicato in un momento ben precedente al movimento Black lives matter, ha raccontato con forza e audacia la condizione di molte persone di colore in America e nel mondo.
Grazie a questo romanzo abbiamo potuto vivere il mondo attraverso la sua protagonista, Starr, e vedere quali sono i rischi che corrono le persone di colore. 
Un romanzo potentissimo che mi ha emozionato grazie anche a uno stile immediato e appassionante.

Fortunatamente, la stessa cosa si può dire di Concret Rose. 
Abbiamo conosciuto Maverick, il papà di Starr, come un uomo pragmatico, saggio e intelligente. Qui, invece, è solo un ragazzo con le insicurezze e gli errori tipici della sua età. 
Entrato nella gang di suo padre come forma di protezione, i King Lord, Mav è un piccolo spacciatore della zona e si destreggia tra la scuola , i suoi amici e la fidanzata Lisa. 

Le priorità del ragazzo si capovolgono quando scopre di avere un figlio, nato da un'avventura con la ragazza del suo migliore amico King. Il piccoletto, a cui viene dato il nome di Seven, prosciuga tutte le sue energie, gli toglie il sonno e lo costringe a lavorare per provvedere a lui e alle incombenze familiari. 

E' un romanzo di formazione che accompagna Maverick alla scoperta dei suoi desideri, dei suoi sogni e delle sue aspettative. Stare in una gang significa essere parte di una famiglia che però pretende tanto quanto da. Spacciare è redditizio, ma poco onorevole e il desiderio di essere migliore per suo figlio, si alterna con il bisogno di garantire tutto il necessario alla sua famiglia. 

I personaggi di questo romanzo non sono perfetti, non sono eroi, sono persone abituate a vivere con il dolore e con la sofferenza, che hanno fatto scelte non sempre corrette ma che sono spinte in ogni caso dalle intenzioni migliori possibili. Questo li rende personaggi grigi, ma verosimili, giusti nel racconto. 

L'autrice ha saputo cogliere e approfondire un altro tassello della società nordamericana. 
Se in The hate u give l'argomento principale è il razzismo latente e la condizione delle persone di colore, in Concret Rose ci spostiamo sulla consapevolezza di se stessi, sull'idea di famiglia e sul concetto di responsabilità. Maverick è costretto a crescere prima del tempo, ma questo lo conduce su una strada di sicuro più pregevole rispetto a quella adottata inizialmente. 

Mi è piaciuto così tanto che, quando mi sono resa conto di essere arrivata alla fine, ne avrei voluto ancora. Volevo sapere come Lisa e Mav avrebbero affrontato l'ennesima sfida e quale sarebbe stata la vita a loro destinata, volevo leggere di Starr da bambina. 

Se un libro possiede la capacità di farti volare così tanto oltre la pagina, allora è un romanzo che vale la pena essere letto. 

                                                        Verdetto: Dipendente






Fatemi sapere se avete letto Concret Rose o The hate u give o se li leggerete!
Baci, 
Cris








martedì 13 aprile 2021

Incontro con Jennifer Niven - Intervista ''Respiro solo se tu''

Buongiorno lettori, ieri, dodici aprile, si è tenuto l'incontro con Jennifer Niven, autrice di grandi bestseller come Raccontami di un giorno perfetto e L'universo nei tuoi occhi. Oggi esce Respiro solo se tu, un romanzo YA che affronta ancora una volta l'adolescenza e le sue mille sfaccettature, confermando l'autrice come una delle migliori del genere.

Ho riscritto per voi le domande che noi blogger abbiamo potuto farle in anteprima, sperando che vi incuriosisca.

1) Come si sviluppa il tuo momento creativo? Hai un momento preferito per scrivere durante la giornata?

Avviene tutto in modo naturale, in generale cerco di scrivere sempre, di ritagliarmi il mio momento dedicato alla creazione ogni giorno. Preferisco comunque lavorare il pomeriggio o la sera. 

2) Com'è ti è venuta l'idea per Respiro solo se tu? C'è qualcosa di te?

Il libro segue due filoni tematici: il primo riguarda la separazione dei genitori che Claude scopre proprio durante quella che avrebbe dovuto essere l'estate perfetta insieme ai suoi amici e al ragazzo per cui ha una cotta. Il secondo riguarda ciò che la protagonista vivrà sull'isola. In entrambi, c'è molto della mia vita personale: proprio come Claude, ho affrontato la separazione dei miei genitori l'ultimo estate prima dell'università. Inoltre, proprio sull'isola, molti anni più tardi, ho conosciuto quello che sei medi dopo sarebbe diventato mio marito. 

3) Come hai scelto i nomi dei protagonisti?

Bella domanda. In realtà non so da dove vengono. Il nome di Jeremiah mi è arrivato prima ancora che concepissi le caratteristiche del personaggio stesso. Per la protagonista femminile volevo un nome un po' da maschiaccio, qualcosa che esprimesse forza e coraggio, un nome che fosse poco frequente. Un giorno stavo ascoltando questa artista francese, Claudine e ho pensato che sarebbe stato perfetto. Prima avevo pensato a Louise, Lou. 

4) Ti sei concentrata soprattutto sulla lettura per ragazzi. Come fai a raccontare così bene le loro emozioni?

Grazie per il complimento. La verità è che internamente io mi sento ancora una quindicenne! Sono ancora la migliore amica del mio migliore amico del liceo, parliamo di tutto, dagli argomenti più seri come la politica o la pandemia a quelli più frivoli. Capita che a volte ricordiamo un evento passato e ridiamo di ciò che è accaduto e ci chiediamo come sia effettivamente capitato. Questo mi aiuta tanto a ricordare cosa provavo da adolescente: volevo ESSERE VISTA, essere ascoltata, non sentirmi sola. Le prime volte sono importanti: il primo bacio, la prima guida, la prima festa...Sono loro a plasmarti in ciò che sei oggi. 

5) Quali sono state le scene più difficili da scrivere?

Sicuramente quelle più personali, che sentivo più vicine alla mia esperienza. In particolare, la scena in cui il papà di Claude le comunica della separazione, ho rivissuto le stesse emozioni. 

6) Come ti senti rispetto ai tuoi personaggi?

Per me rappresentano una famiglia, sono come degli amici che vivono lontano, magari in un'altra città e che ogni tanto tornano nella mia vita. Restano dentro di me e quando torno da loro, come sto facendo ora con i personaggi de L'universo nei tuoi occhi, è come se fossero di nuovo miei.


7) Questo libro lancia un messaggio importante. Cosa diresti ai ragazzi che stanno affrontando la separazione dei genitori e soffrono?

Ragazzi, parlatene, raccontate, sfogatevi con i vostri genitori, i vostri amici, con chiunque sia disposto ad ascoltarvi. Non tenetevi tutto dentro perché fa solo più male. Ricordo che mio papà non voleva che ne parlassi con nessuno fino a che lui non mi avesse dato il permesso ed è stato doloroso per me, ho dovuto trattenere il dolore e l'ho interiorizzato. 

8) Hai detto che cerchi di scrivere ogni giorno. Ci riesci anche nei momenti no?

Provo a scrivere sempre perché a volte può aiutare ma ci sono giorni in cui devi solo prendere una pausa. Dal pc, dal desktop, dal cellulare. Devi solo uscire e fare una passeggiata all'aria fresca o vedere i tuoi amici, fare la maratona di una serie Tv. Semplicemente devi prendere del tempo per te stesso. 

9) Claude viene allontanata dalla sua vita senza che abbia voce in capitolo. Le è servito avere una nuova prospettiva?

Claude aveva bisogno di cambiare. Se fosse rimasta in Ohio, tutto il passaggio per lei sarebbe stato molto più difficile. Crolla il pavimento sotto i suoi piedi e tocca a lei ricostruirlo, così come deve fare con il rapporto con i suoi genitori. Tornare ad avere fiducia nei confronti della mamma è più facile perché con lei ha sempre avuto un rapporto stretto. Invece con il padre è molto più difficile, anche perché ha un'altra donna. 


10) Qual è il tuo libro preferito?

Tra i miei o in generale? Credo che sia Alice nel Paese delle Meraviglie e Alice Attraverso lo specchio perché è il primo che abbia mai letto. Mi faceva sentire come se potessi andare ovunque, fare qualunque cosa volessi e sono state queste infinite possibilità ad aprire la strada per il desiderio di diventare autrice. 

11) E tra i tuoi libri qual è il preferito? Com'è essere adolescenti oggi?

Sebbene sia molto difficile scegliere, Raccontami di un giorno perfetto è il libro che mi ha cambiato la vita, sia dal punto di vista personale che lavorativo. 

Gli adolescenti oggi stanno affrontando l'isolamento, la sofferenza. Ho due figli di dodici anni, conosco tanti adolescenti, molti mi raccontano le loro storie sul mio blog, quindi ho quotidianamente a che fare con loro. Sono la mia speranza per il mondo, sono più intelligenti, più evoluti, più maturi, più partecipi e coinvolti. Alla loro età non ero così. Credo in loro. 

12) Scrivi spesso d'amore. Cosa pensi di questo sentimento? E' vero che l'amore salva o bisogna prima salvarsi da soli?

Mia mamma mi diceva 'Non puoi stare in coppia se prima non hai imparato a stare da sola'. 

Devi prima conoscerti, costruire le tue certezze, trovare un equilibrio. Se sei centrata, se sei pronta a dare amore, allora sarai pronta a riceverlo. Quando ho incontrato mio marito, ci siamo resi conto subito di tutto ciò che avevamo perso e che ci ha condotto l'uno di fronte all'altra. Ci siamo innamorati profondamente e anche se non avessimo condiviso questo passato, lo avrei comunque riconosciuto come quello giusto, la mia persona. 

L'amore può salvarti certo, perché ti apre, ti rende socievole, ti mostra il mondo con colori diversi, ma non solo l'amore romantico, anche quello per gli amici, per la famiglia. Io ci credo davvero. 

13) Questo libro, come ci hai accennato, è molto personale. Lo hai scritto in modo terapeutico o solo per aiutare gli altri?

Direi entrambe le cose. All'inizio volevo solo aiutare i ragazzi che stavano vivendo quel disagio, che stavano soffrendo. Volevo mostrare che li vedo, che li sento. Al contempo, molte cose mi hanno fatto riflettere sul mio passato, sulla mia vita e a come l'ho superata. 

14) Hai mai vissuto il tuo personale giorno perfetto?

A dire il vero, molte volte. Sono grata per queste giornate in cui sono qui, mi diverto insieme a voi, blogger fantastiche che provengono dall'altro lato del mondo. Giorni perfetti sono anche quelli in cui faccio cose divertenti insieme a mio marito. Sono felice e grata anche per le giornate imperfette. 

15) Ambientare la storia su un'isola è sicuramente una scelta insolita, ma affascinante. E' stato difficile?

Quando scrivi una storia simile, ti devi calare completamente nelle atmosfere del luogo.  Questa storia aveva tanto della mia vita personale; quando i miei si sono separati, io sono andata con mia mamma in montagna in North Carolina, ma questo non è un memoir e così ho cambiato meta per Claude. Mi trovavo a Los Angeles e ho pensato a questa isola della Georgia, dove poi ho conosciuto mio marito, e ho pensato fosse perfetta. Volevo un luogo di totale isolamento, un posto in cui non prendesse il telefono, in cui Claude dovesse vivere ogni esperienza. E' un posto magico. 

16) I tuoi libri partono sempre da un personaggio che è passato attraverso il dolore, il cui spirito si è in qualche modo spezzato. Come mai?

Penso che dipenda dalle mie esperienze di vita. Ho perduto molto e ho sempre visto questa sofferenza come un percorso di vita. Mi affascinano le storie di persone la cui vita cambia drasticamente e decidono di ricostruirla. Mi piace la riscoperta di sé, della propria forza


interiore. 

17) Chiudiamo l'intervista con un'ultima domanda. Quali sono i tuoi progetti futuri?

Ho diversi progetti in ballo. Ho appena finito di scrivere uno Young Adult a quattro mani con un altro autore del genere. Non posso dirvi ancora nulla perchè verrà annunciata la pubblicazione tra tre settimane. Nel frattempo, sto scrivendo un altro young adult, stavolta da sola. E poi, sto lavorando alla sceneggiatura de L'universo nei tuoi occhi. Anche Breathless ( Respiro solo se tu) è stato opzionato ma non sarò io ad occuparmi della sceneggiatura perchè sto già lavorando su quella del romanzo precedente e non riuscirei a fare tutto. 


Grazie mille a Jennifer Niven per la sua gentilezza e cordialità, grazie a Monica per aver fatto da interprete nonostante sia noi che l'autrice fossimo logorroiche e grazie al team della Dea Planeta per questo bellissimo incontro. Speriamo che possa essercene un altro e stavolta di persona, pandemia permettendo. Grazie ovviamente a tutte le mie colleghe che hanno posto domande lucide e interessanti. 

Vi abbraccio, 

Cris


lunedì 12 aprile 2021

Recensione: 'Truthwitch' di Susan Dennard

Buongiorno lettori, so di essere sparita ma avevo bisogno di tempo per me, lontana dai social e più vicina a quel concetto di lettura che mi ha sempre tenuto incollata alle pagine. Proprio in questi giorni di social detox, ho potuto iniziare la nuova serie di Susan Dennard, Truthwitch, i cui primi tre volumi sono stati pubblicati a marzo dalla Oscar Vault. Mi sono appassionata e non vedevo l'ora di riprendere il mio spazio per potervene parlare. 


Nelle lande stregate ci sono infiniti tipi di magia: tanti quanti i modi per mettersi nei guai, come ben sanno due giovani donne molto speciali. Safiya è una Strega della Verità, ha il dono di riconoscere le menzogne. C'è chi ucciderebbe per avere quel potere, e così lei lo tiene ben nascosto, se non vuole essere usata come una pedina nello scontro tra gli imperi. Iseult invece è una Strega dei Fili: sa vedere i legami invisibili che uniscono le persone attorno a lei, ma non riesce a percepire i sentimenti che la riguardano direttamente. Le due ragazze hanno personalità complementari – impulsiva e focosa Safi, fredda e prudente Iseult – e soprattutto sono inseparabili. Tutto ciò che vogliono è essere libere di vivere le loro vite come un'avventura continua, ma le ombre della guerra si addensano sulle Lande Stregate. Con l'aiuto dell'astuto principe Merik, Safi e Iseult si troveranno a combattere contro imperatori, mercenari e uno Stregone del Sangue votato alla vendetta, decisi a tutto pur di dominare il potere di una Strega della Verità.

Truthwitch non è un libro perfetto. Lo dico subito, senza preamboli, perché sia chiaro che, nonostante i problemi, io sono rimasta affascinata e incantata dalla potenza dei personaggi e dalla ricchezza della storia. Il racconto di Safiya e Iseult parte in medias res, le due giovani hanno organizzato una rapina che finisce per danneggiare inconsapevolmente un capogilda.

Le due amiche ci vengono presentate durante le pagine grazie al punto di vista alternato e in questo modo, possiamo calarci sin da subito nel loro passato, nelle loro radici, nei loro punti deboli. Safiya è una domna, l'erede della fortuna di Hastrell, ma preferirebbe di gran lunga essere libera e lontana perchè il suo potere è pericoloso e nessuno deve venirne a conoscenza. Safiya è una strega della Verità, con il suo potere può tenere in mano le redini di un mondo costruito su una Tregua fasulla, in cui il potere è l'unica cosa che conta. 

Iseult è una nomatsi, una Strega dei fili e per questo è sbeffeggiata, umiliata e odiata costantemente, costretta a subire come se non avesse diritto a esistere. Nelle loro differenze, nella pacatezza dell'una e nell'impulsività e irrequietezza dell'altra, si annida la sensazione di


essere complete insieme. Questo rapporto, l'essere Sorelle di filo, è permanente nel libro: quando non sono insieme, le due amiche si cercano. Quando, invece, sono l'una accanto all'altra, darebbero la vita per proteggersi. Questo profondo affetto che lega le due Streghe è sincero e viscerale e indubbiamente rappresenta uno dei punti forti della trama. 

Costrette a fuggire, hanno alle calcagna sia l'imperatore che desidera Safi come sposa che un potente Stregone del Sangue, il più pericoloso tra i poteri, assoldato come mercenario per ritrovarle. Il loro viaggio permette la collisione di un altro destino, quello del principe di Nubrevna, Merik, alla ricerca di accordi commerciali per il suo popolo affamato. Sarà Merik a dover scortare Safi e Iseult al sicuro, ma nulla sarà semplice. 

Tra mostri marini scomparsi da secoli e avversari caparbi e molto potenti, Merik dovrà fare di tutto per tenere fede al suo patto e salvare il suo regno. Tra Safi e il ragazzo scatterà un'intesa scoppiettante e potente, il fuoco della loro passione divamperà dalle pagine senza lasciarvi scampo. Grazie ai loro scambi e ai loro scontri, verbali e fisici, ho sospirato più di una volta. 

Da queste premesse avrete compreso come lo stile della Dennard mi abbia decisamente impressionato: ha dimostrato di saper padroneggiare più punti di vista senza appiattire le personalità dei personaggi l'uno sull'altro e ha regalato con facilità scene di amicizia e romanticismo in un mondo completamente governato dalle strategie politiche e militarie e dal furore delle battaglie. 

Il vero punto dolente di questo romanzo è l'assenza di una completa spiegazione dell'ambientazione e del sistema magico. Sappiamo dalla quarta di copertina che ci sono tre imperi e intuiamo grazie alla mappa - posta all'inizio di questa edizione meravigliosamente curata - qualche argomento in più circa la loro posizione e la loro struttura. Qualcosa viene accennato dai dialoghi di Merik e Safi, cresciuti in ambienti agli antipodi. Tuttavia non
sappiamo quante Streghe esistano, quali poteri siano in grado di maneggiare, cosa sono le Fonti e soprattutto, perchè tutti cercano così disperatamente Safiya.

Tuttavia devo ammettere, assumendomene tutta la responsabilità, che questi dettagli, per quanto essenziali ai fini della costruzione di un ottimo fantasy, non hanno minimamente intaccato il mio giudizio su ciò che ho letto. Mi sono sentita trasportata nella storia, ho sentito il vento di Merik sulla pelle e l'affetto di Iseult permeare le pagine. Quando ho sfogliato l'ultima pagina, ho avuto il desiderio di averne ancora e so che questo mi capita poche volte. 

Solo quando il libro ha del vero potenziale, solo quando i personaggi lasciano la carta e mi entrano nelle ossa, allora so di avere di fronte qualcosa che risponde alla chiamata del mio cuore. E davanti a questo, per quanto mi riguarda, le oggettive criticità si annullano. 

                    Verdetto: Dipendente ( conservo le cinque stelline per i seguiti)


Avete letto Truthwitch? Vi è piaciuto? Fatemelo sapere nei commenti!
Baci, Cris