mercoledì 30 maggio 2018

Review Party: 'Iron Flowers' di Tracy Banghart

Buongiorno a tutti lettori e ben trovati sul blog! Come vi avevo preannunciato sarei stata assente sul blog per il discorso 'ultimo esame', che ahimè non è andato. Dunque, mi aspetta un mese pieno di studio e lavoro e potrei rallentare con gli impegni sul blog. Non posso negare che la cosa mi dispiaccia ma sono sicura che una volta che sarò libera, ne gioverà la mia salute mentale e anche il blog. 



Oggi ho l'onore di parlarvi di un libro che ho adorato sin dalla prima pagina e su cui presto girerò un video. Si tratta di un romanzo fantasy edito dalle DeA Planeta, dal titolo 'Iron Flowers'. 


Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell'erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l'indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull'isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È così che entrambe si trovano prigioniere, l'una di una gabbia dorata e l'altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c'è soluzione, l'unica soluzione è cambiare le regole.

Questo romanzo mi ha stregato. Non appena ho conosciuto Nomi e Serina ho capito che avremmo avuto il piacere di avere a che fare con due protagoniste forti, determinate, ribelli. 
Nomi e Serina vivono in un mondo in cui alla donna viene insegnato ad essere graziose, accomodanti, sottomesse. Perchè il loro destino è quello di essere semplici 'sfornafigli' oppure lavorare in fabbrica. Non è permesso ribellarsi a un marito violento, nè pescare al posto di un padre malato. Non è possibile leggere, conoscere, avere una mente pensante. 

Alle donne era proibito leggere. Alle donne era proibito quasi tutto, in realtà, tranne mettere al mondo figli, sgobbare in fabbrica e pulire la casa di uomini ricchi.

Nomi vuole avere la possibilità di scegliere e durante la sua vita, è sempre stata la 'pecora nera', quella fuori dalle righe, con un caratterino terribile. E' per questo che Serina, invece, ha dedicato la vita a diventare una Grazia, una delle donne con cui l'Erede, il principe , trascorrerà la vita. L'essere una Grazia consentirà a Serina di avere una vita comoda e lontana dalla povertà ma soprattutto le consentirà di tenere sotto controllo sua sorella, così da non dover essere costretta a un matrimonio forzato o a un lavoro in fabbrica. 
Tutto va secondo i piani quando ad essere scelta non è Serina, bensì Nomi. Il principe, dopo un primo scontro, sembra essere affascinato da questa indomita ragazza. 
Serina diventa la sua ancella e in qualche modo la sua vita va a rotoli, soprattutto perchè viene scoperta a leggere. Ma la verità è un'altra. Non è Serina a saper leggere, ma Nomi. 
Serina e Nomi vengono separate ed inizia la parte più riuscita del romanzo. 
Le due ragazze ricordano molto Eleanor e Marianne di Ragione e Sentimento di Jane Austen: una timida e riservata, graziosa e bellissima, l'altra fuoco e fiamme, indomita e sconsiderata. 
Durante le avventure che si susseguiranno nel libro sarà questo l'aspetto di maggior pregio, oltre a una trama dinamica e una narrazione veloce, ovvero la crescita e la formazione di Nomi ma soprattutto di Serina. 
Ho apprezzato che non ci siano state forzature nella parte romance del romanzo, che in qualche modo, sia stata solo accennata concentrandosi maggiormente sul worldbuilding.
Il mondo creato dalla Banghart ricorda moltissimo Hunger Games e The Selection, con un finale alla Regina Rossa. E' un mondo in cui si alternano grazia e furia se si vuole sopravvivere, in cui vince chi ha abilità e astuzia. 
E' un romanzo in cui ho ritrovato un forte senso di identità e soprattutto in cui ho trovato prepotentemente un femminismo nemmeno troppo velato. 

«Dovete essere forti come questa prigione, forti come la roccia e l’oceano che vi imprigionano. Voi siete fatte di cemento e filo spinato. Siete fatte di ferro».

Questa è la mia citazione preferita in assoluto, perchè ricorda che siamo capaci di essere fragili come un fiore e forti come il ferro nello stesso momento. Ci ricorda che non serve un principe per salvarsi, che la forza di volontà, che il non piegare i propri principi alla via più semplice è meglio che non avere alcuna scelta. 
Questo romanzo mi ha incantato e lo consiglio dal profondo del cuore. 

                                                        Verdetto: Assuefatto!


                                                       Un abbraccio, Cris


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