martedì 30 novembre 2021

Review Party:'Le guerriere dal sangue d'oro' di Namina Forna

 Buongiorno lettori, dopo la bomba lanciata con Marie Rutkoski, torno a parlarvi di uno young adult particolare che mi ha saputo regalare ore piacevoli e godibili. 




«È tardo pomeriggio quando arriviamo al tempio. La piazza del villaggio è già gremita: le ragazze, nei loro abiti da cerimonia, si mettono in fila davanti ai gradini del tempio, con i genitori ai lati. Mio padre prende posto accanto a me quando i tamburi iniziano a suonare. Gli jatu marciano solennemente verso i gradini, le loro crudeli maschere da guerra brillano nella luce spenta del pomeriggio. Osservo le mura bianche e spoglie del tempio, il suo tetto rosso. Il rosso è il colore della santità. È il colore del sangue delle ragazze pure che saranno messe alla prova oggi.»

Deka conosce bene l'importanza del rituale della purezza. Sa che da esso dipenderà se potrà o meno diventare membro a tutti gli effetti del suo villaggio ed essere finalmente parte di qualcosa, proprio lei che si è sempre sentita diversa e fuori posto. Ma il giorno della cerimonia, il suo sangue si rivela d'oro, il colore della non purezza. Le conseguenze, Deka lo sa bene, potrebbero essere peggiori della morte. Per questo, quando una misteriosa donna va a trovarla nel luogo in cui è imprigionata e le propone di andarsene dal villaggio per entrare a far parte di un esercito composto da ragazze esattamente come lei, le alaki, non ha dubbi. Pur comprendendo i pericoli che la aspettano, Deka decide di abbandonare la vita che ha sempre conosciuto. Ma già nel viaggio che la conduce alla capitale del regno, e alla più grande battaglia della sua vita, scoprirà presto che la grande città serba molte sorprese. E che niente è davvero come sembra, nemmeno lei.

Le guerriere dal sangue d'oro è un romanzo che parla di rivalsa, dolore e sofferenza. 
Racconta la storia di una ragazza, anzi, di tante ragazze piegate al volere degli uomini in nome di una legge che loro stessi hanno reso sacra. 
Esplora la crescita interiore, il risentimento, il dolore e lo trasforma in coraggio, astuzia, sorellanza, lealtà, fame. 

Deka scopre durante il rituale di essere impura. 
La prima sensazione che prova è la vergogna, poi è il turno della paura perchè a darle la sua prima morte è il suo stesso padre. 
La morte non è generosa e si sussegue in mille modi ancora fino a quando un'emissaria dell'Imperatore le propone di cambiare vita. 
Deka è un'alaki, una discendente delle guerriere dal sangue d'oro, delle dee antiche che governavano Otera. Sono difficili a morire, letali, veloci, le uniche in grado di uccidere i gridamorte, la minaccia che incombe sul regno. 

L'allenamento è duro, faticoso, confuso ma Deka non demorde e nonostante la particolarità del suo compito, riesce a costruire delle relazioni per cui vale la pena andare avanti. 
La sua migliore amica e alleata Britta, la schietta e rude Belcalis e infine Keita, la recluta che le è stata abbinata, il suo uruni. 

Deka non è un'alaki qualunque, ha dei poteri sovrannaturali, riesce a dare comandi ai gridamorte, a comprenderli, a dialogare con loro. 
E' per questo che le certezze per cui ha sanguinato, combattuto e ucciso cominciano a sgretolarsi. 

Il libro è dinamico, gli indizi sul finale ci vengono proposti con velocità quindi si arriva alla rivelazione preparati, ma l'idea è assolutamente buona. 
La storia ha due meriti principali, il primo ha a che vedere con la protagonista e la rosa di personaggi secondari con cui Deka interagisce. Nonostante spesso compaiano solo come spalle, riusciamo a farci un'idea dei loro caratteri, delle loro debolezze, dei loro valori. 
Il secondo punto a favore è la critica al patriarcato. 
All'interno del panorama fantasy è difficile rintracciare dei libri il cui obiettivo sia la feroce critica al patriarcato. Ci sono tanti personaggi femminili o maschili che svicolano dalla loro solita inquadratura, ma nessun impianto fantasy di cui io abbia letto ha come scopo finale la soppressione del mondo così come lo abbiamo sempre vissuto. 

L'autrice ha ambientato questo romanzo in una terra ispirata a quella africana, quindi il desiderio di libertà, autodeterminazione e libertà di scelta, ben si combacia con un mondo che arranca ancora per ciò che riguarda i diritti umani. 

Il worldbuilding è appena accennato, come lettori passiamo il tempo attraverso il Warthu Brera, il palazzo di addestramento e nella giungla dove avvengono le incursioni. 
Forse questo è uno degli aspetti più lacunosi visto che non sappiamo nulla del sistema magico o della vita precedente delle dee, se non quello necessario a comprenderne l motivazioni. 

L'autrice scrive bene, la storia fila in modo molto scorrevole e la trama si dipana davanti al lettore con pazienza e cura. 
Si apprezza tutto il vissuto di Namina Forma nelle guerriere d'oro, nella rappresentazione della uguaglianza tra uomini e donne, è affascinante percepire come sia possibile mettere così tanto di sé in qualcosa di fantastico. 

    Il finale mi ha lasciato un po' di perplessità. Gestito meglio, infatti, avrebbe potuto tranquillamente essere un libro stand-alone, sono quindi curiosa di sapere cosa ci saprà offrire il nuovo regno di Otera. 

Verdetto: Dipendente


Andate a leggere le recensioni delle mie amiche blogger e un grazie speciale ad Ambra per aver organizzato l'evento e alla Mondadori per la copia digitale del romanzo.

Fatemi sapere se vi incuriosisce, baci
Cris






1 commento:

  1. Sono abbastanza d'accordo, anche per me alcuni aspetti potevano essere meno abbozzati

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