lunedì 25 gennaio 2021

Recensione: 'L'inverno della strega' di Katherine Arden

Buongiorno lettori, come state? Dopo L'Orso e l'usignolo e La ragazza nella torre, è venuto il momento di raccontarvi dell'ultimo volume della serie di Katherine Arden, L'inverno della strega, che conclude una serie incredibilmente meravigliosa. 


Mosca è in preda alle fiamme, e per salvarsi Vasja deve fuggire via, inseguita da tutti coloro che la accusano di morte e distruzione. Raggiunge così il regno della Mezzanotte, una terra magica fatta di ogni mezzanotte passata, presente e futura. Ma rimanere lì sarebbe una condanna a morte per tutta la sua famiglia e per le sue terre... Intanto il Gran principe di Mosca è in preda alla rabbia e alla frustrazione, e sceglie alleati che lo condurranno su un percorso di guerra e rovina. E, mentre Medved, il fratello gemello di Morozko, sta scatenando il caos nella città stanca, un esercito di Tatari si sta preparando ad attaccare e minacciare i confini della Rus. Vasja si ritroverà nel mezzo di una guerra tra due Stati, tra religione e folklore e tra antichi fratelli. Sarà in grado di salvare la Russia, Morozko e il magico mondo che custodisce?

Vasja è sopravvissuta alle fiamme, è devastata e ferita, anche nell'animo. Fuggita grazie all'aiuto di Varvara, si inoltra in un mondo nuovo, le terre della Signora della Mezzanotte, fatte di ombre e pericoli. 
Dopo aver riposato presso la riva di un lago in una casa abbandonata, Vasja scopre di essere la discendente di Baba Jaga, la potente strega dei miti e delle leggende. 


Baba è amareggiata, le sue due figlie sono state stolte e vorrebbe trasmettere la sua saggezza e le sue conoscenze alla nipote, ma il senso dell'onore e della famiglia di Vasja sono troppo grandi. Deve salvare i fratelli dalla minaccia dell'Orso e da Konstantin, deve proteggere Marija e la 'Rus intera.
Per farlo deve trovare il sovrano dell'inverno, Morozko, che per amor suo è stato imprigionato in un luogo senza tempo. 
Il viaggio è lungo e difficile e Vasja dovrà prendere decisioni complesse, a volte audaci, a volte pericolose pur di ritrovare il suo amato. 
Sarà proprio questa passione tra i due a ricongiungerli, ciò che provano l'uno per l'altra riuscirà a riportare indietro lo spirito della morte. 
Il tempo per la felicità è breve e i pericoli in agguato sono due: da una parte, ci sono l'Orso e il prete dalla voce suadente e le mani d'artista; dall'altra, i Tatari che minacciano le terre del principe Dmitrj. 
Vasja prenderà il coraggio a due mani e oltre ogni aspettativa, oltre ogni tentativo, ogni prova, ogni difficoltà, riuscirà a riunire i due popoli: i Chyert e gli uomini, il caos e la pace, la morte e la vita. 
La giovane spigolosa, con la bocca larga e gli occhi colore del mare, raggiunge il massimo della sua evoluzione e cambia pelle, trasmutando in strega, guerriera, guardiana e regina. 
La compassione la tiene ancorata agli uomini, la magia le consente di comprendere e aiutare gli spiriti invisibili, la famiglia le ricorda per cosa combatte. 


Questa storia è stata incredibile: veloce, intrigante, appassionata e ricca di colpi di scena. 
Ho tenuto il respiro sospeso per gran parte del romanzo, chiedendomi dove volesse arrivare l'autrice e alla fine, mi sono trovata a versare lacrime di gioia e di tristezza. 
Voltata l'ultima pagina, ho sentito un vuoto nel cuore e ancora adesso a distanza di giorni, mi rendo conto di che lavoro meraviglioso abbia fatto l'autrice con i suoi personaggi: mi trovo a pensare spesso a Vasja e a Solovej, ai suoi fratelli, a Konstantin e a Morozko.
Mi manca poter leggere del modo in cui  guarda alla religione come a una convivenza con l'impossibile. 

Vasja è stata una protagonista intrepida, provo nostalgia del suo temperamento, della sua onestà, della sua capacità di donarsi completamente in ciò in cui crede. Ho apprezzato il modo in cui ha deciso di accogliere la luce e il buio che sono dentro di lei.
E' senza dubbio una delle protagoniste che più mi è rimasta nel cuore negli ultimi anni e il suo amore incondizionato per la famiglia, per la terra, per la magia mi ha reso cara l'intera trilogia, che si dimostra un crescendo di emozioni.
Ho amato le evoluzioni degli altri personaggi, seppur solo accennati, come quella di Sasa o dell'Orso, mi sono affezionata a Pozar, l'uccello di fuoco e al suo temperamento indomabile, a Solovej e persino ad alcuni Chyert come il Domvoroj. 

Se nel primo romanzo avevo apprezzato la fiaba e nel secondo avevo avuto un assaggio degli intrighi di corte e della crudeltà umana, in questo terzo volume, questi due aspetti vengono uniti raggiungendo la perfezione. 

Una serie che vi consiglio con tutto il cuore. 

Verdetto: Assuefatto










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