mercoledì 26 agosto 2020

Recensione: 'Pelle di Mille Bestie' di Stèphane Fert

Buongiorno lettori, come sta andando questa settimana del contro esodo? Siete già tornati o siete ancora in vacanza? 


Oggi vi parlo di una deliziosa Graphic novel in uscita per la Tunuè, Pelle di Mille Bestie, di Stèphane Fert, già autore di Morgana. 


La principessa Ronces, pur di evitare un matrimonio non desiderato, è disposta a fuggire. Aiutata dagli spiriti animali e dalla dedizione della bella Lou, riuscirà a far prevalere la libertà e la forza dell’amore sulla brama di potere e la morte.

Un superbo adattamento dai Grimm che parla al cuore del lettore contemporaneo, e modula consapevolezza di genereumorismo, attenzione per i dettagli e personaggi articolati e ben caratterizzati.

Vi abbiamo detto che i disegni sono puro piacere per gli occhi?

La prima cosa che salta all'occhio guardando questa storia a fumetti è la bellezza della copertina, la forza e la femminilità che trasmette e che permeano l'intero racconto. Veniamo calati in medias res nella ricerca di Lou, un principe giovane e mingherlino, della giovane principessa Ronces con la quale ha scambiato poche parole e un bacio, ma sembra scomparsa. 

Sarà la fata ( o dovrei dire strega) Margot, madrina della giovane ragazza, a raccontare al giovane cosa è accaduto in realtà. 

Ronces, figlia di un amore forte e duraturo, è stata abbandonata da suo padre alla morte della madre Bella ed è diventata la regina di tutte le bestie del bosco. Ma, una volta cresciuta, viene richiamata al castello perchè suo padre, ormai del tutto fuori di senno, ha deciso di prenderla in moglie. 

Ronces rifiuta questa forma d'amore oscuro e violento e subisce una terribile maledizione, perdendo i suoi amici e anche il giovane che le aveva rubato il cuore. 

Potrebbe sembrare tutto perduto, ma le favole nascondono grandi colpi di scena. 

Questa graphic novel è ispirata a una fiaba dei fratelli Grimm, Dognipelo, in cui il re, devastato dalla morte della bella consorte, desidera prendere in sposa solo colei che la eguaglierà in bellezza, aspetto che rivede in sua figlia. 

Sebbene il punto centrale della storia sia la ricerca, in realtà ciò che fa la differenza è la caparbietà, il bisogno di indipendenza e l'anticonformismo dei personaggi femminili della storia. 

Bella, la madre di Ronces, scappa dal suo villaggio perchè troppo bella e costretta a subire continui apprezzamenti indesiderati. Incontra questo giovane Re e lo rimette in riga perchè, come tutti gli uomini, si era reso schiavo dell'idea di sposarla. 

La principessa, disegnata con voluttà, sensualità e abbondanza che mirano a rappresentarla come un tutt'uno con gli animali dei boschi, è impaziente, volitiva, intraprendente. La sua volontà non si piega alle minacce del destino e combatte fino alla fine per il suo diritto di scegliere. 

Peccato che all'autore non piacciano i lieto fine perchè proprio quando sembrano essersi ritrovati, gli ostacoli li portano a perdersi. 

I colori delle tavole giocano tutti sui toni dell'azzurro, del blu. Nei momenti di forte emozione, torna il rosa e il bianco per rendere tutto più intenso. I disegni sono espressivi, vivono di forza propria. Una storia che prende la fiaba e la rende attuale, la porta ai giorni nostri e la trasforma in qualcosa di complesso, crudele, oscuro, tenendo un aspetto antico, epico e romantico. 

                                                         Verdetto: Dipendente!


Ragazze, vi ricordo che potete trovare le recensioni delle altre blogger seguendo il banner. 
Ci leggiamo domani anche su instagram per parlare di uno dei personaggi principali della storia: la fata madrina. 


Bacini, 
Cris








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