sabato 12 novembre 2022

Review Party: 'La figlia della foresta' di Juliet Marillier

Buongiorno lettori, buon sabato! Oggi vi parlerò di un libro che è riuscito a coinvolgermi grazie a una penna delicata e atmosfere romantiche e bucoliche. Sto parlando de La figlia della foresta di Juliet Marillier. 

Nell'Irlanda del X secolo, sospesa tra mito e storia, vive Lord Colum di Seven­waters con i suoi sette figli, sei ragazzi e una bambina, Sorha. Sarà proprio lei, la più piccola della famiglia, a proteggere la casata e difendere la loro terra dai nemici britanni: il padre, infatti, è stato stregato da Lady Oonagh e i fratelli sono stati colpiti da un incantesimo che solo la ragazza potrà sciogliere. Per riuscirci, dovrà sostenere un lungo esilio da Sevenwaters e affrontare imprese durissime, che la feriranno nel corpo e nell'anima. E quando si troverà prigioniera degli avversari, la sua stessa vita – insieme a quella di coloro che ama – sarà in pericolo. Sorha conoscerà la paura, il tradimento, ma anche l'onore, la lealtà. E soprattutto l'amore. Basato su una solida conoscenza del mondo celtico e ispirato all'antico racconto I sei cigni , ripreso anche dai Grimm e da Andersen, La figlia della foresta intreccia tipici elementi fiabeschi (la matrigna malvagia, la metamorfosi magica, l'imposizione del silenzio) con le vicende di una vera famiglia che affronta difficoltà di ogni genere mettendo a dura prova i propri valori.

Le mie amiche mi avevano parlato dell'autrice così bene che ero sicura che il libro mi sarebbe piaciuto. 
La figlia della foresta, infatti, riprende e trasporta la fiaba dei sei cigni dei fratelli Grimm in terra irlandese. 
L'autrice ha scritto questo libro quando ancora scrivere retelling non era una moda e la sua fedeltà alla storia, ma soprattutto all'ambientazione in cui ha scelto di collocare Sorha e i suoi fratelli è talmente ben dettagliata ed evocativa che è davvero impossibile non sentirsi trasportati dagli eventi della narrazione. 

Sorha viene alla luce dopo sei figli, sebbene la madre muoia di parto. Questo grandissimo dolore ha portato Lord Collum a chiudersi in se stesso, a correre alla ricerca di battaglie e nemici da combattere, dimentico dei suoi figli. La giovane cresce insieme ai suoi fratelli che la amano e la proteggono compensando l'assenza della madre e l'indifferenza del padre. 
Sorha impara in autonomia a leggere, a conoscere la natura e a rispettarla, studia in un modo sconosciuto alle sue coetanee e gode di una libertà gioviale concessa dalla sua tenuta, Sevenwaters. La foresta, gli spiriti che vi aleggiano proteggono la sua casa e la tribù del padre, ma tempi bui interromperanno la prosperità del luogo. 

Ma la vita è fatta di cambiamenti e turbamenti. A causa di una maligna presenza, i suoi fratelli verranno trasformati in cigni e Sorha, con pazienza e sacrificio, comincerà un viaggio per salvare se stessa e la loro vita. 
Le avventure della protagonista sono molto dure e descritte con intensità dall'autrice, ma non manca - oltre all'azione - lo spazio per l'affetto fraterno, per l'amore timido e delicato, per l'amicizia, il coraggio e la determinazione. In particolare, la resistenza, la forza d'animo di Sorha, la sua crescita senza perdere mai se stessa, me l'hanno resa una protagonista assai cara.


Per certi versi, Sorha mi è parsa una versione meno spigolosa di Vasja de L'orso e l'usignolo di Katherine Arden. La narrazione, come in questo libro, richiamando lo stile onirico della fiaba non è propriamente immediata. I capitoli sono molto lunghi, con il rischio che a tratti lo stile diventi prolisso. Nonostante qualche difetto, però, La figlia della foresta mi è piaciuto moltissimo e credo che, non tanto per la mole, quanto per la sua intensità, meriti di essere letto con attenzione e pazienza. Il romanzo non vuole solo narrare una storia, ma trasmettere un messaggio, evocare dei luoghi, ripercorrere la storia e per far questo, occorrono i tempi giusti. Senza escludere le emozioni che l'avventura di Sorha trasmette che variano dal pianto di rabbia a quello di commozione, dalla gioia dell'amore al rimpianto del perduto. Il libro si conclude, ma il desiderio di saper di più degli altri Sevenwaters accompagna il lettore alla chiusura del volume.

Verdetto: (Più che) Dipendente

Non dimenticate di passare dalle mie colleghe e di leggere anche le loro recensioni. 
Ringrazio Bea per aver organizzato l'evento e la casa editrice per la copia digitale del romanzo. 
Un abbraccio, 
Cris





Nessun commento:

Posta un commento