martedì 19 maggio 2020

Recensione: Il canto della rivolta di Suzanne Collins

Ci siamo lettori, oggi esce in Italia e nel mondo il prequel di Hunger Games, La ballata dell'usignolo e del serpente con protagonista Snow. 
Ma prima, dobbiamo portare a termine il nostro viaggio nell'universo di Katniss con l'ultimo volume, Il canto della rivolta. 




Contro tutte le previsioni, Katniss è sopravvissuta agli Hunger Games per la seconda volta. Ma anche se ora è lontana dall'arena sanguinaria, non può dirsi salva. Capitol City è molto arrabbiata. Capitol City vuole vendetta. E chi è destinato a pagare per i disordini? Katniss, ovviamente, la Ragazza di fuoco. Come se non bastasse, il Presidente Snow tiene a precisare che ormai tutti sono in pericolo, nessuno escluso: la famiglia di Katniss, i suoi amici più cari, tutti gli abitanti del Distretto 12.
Ora che la scintilla si è trasformata in un ardente fuoco di rivolta, alla Ghiandaia Imitatrice non resta che spiccare il suo volo verso la libertà. Forte e incalzante, finalmente anche in Italia lo sconvolgente finale della rivoluzionaria trilogia di Suzanne Collins, Hunger Games.

Katniss e Peeta hanno dovuto combattere nell'Arena una seconda volta contro tutti i vincitori di Capital City. Non più una lotta tra ragazzi che devono sopravvivere, bensì un bagno di sangue tra assassini. Contro ogni previsione, è uscita indenne dai giochi con l'aiuto del primo stratega, Plutarch. E' libera, mentre Peeta è stato catturato dal presidente Snow. 

Katniss è stata scelta come Ghiandaia imitatrice, la ribellione dei distretti è iniziata con lei e ora il distretto 13, di cui capo è la Coin, ha bisogno del suo aiuto per riunire tutti i distretti contro Capital City. 
Katniss si sente ferita e stanca: è sempre stata una pedina nelle mani di altri, da lei dipende la vita di tante persone ma non l'ha mai chiesto. Ciò che desiderava era solamente sopravvivere, stare insieme a sua madre e Prim e guardarla crescere e imparare a conquistare il mondo con i suoi modi gentili e affabili. 
Ora, invece, deve guidare i ribelli contro il presidente Snow, contro Capital City e persino contro Peeta alla mercè dei suoi aguzzini.

Il distretto 12 non esiste più, lacerato dalle bombe incendiarie, che hanno mietuto molte vittime. Pochi profughi si sono salvati grazie all'eroismo di Gale che li ha tenuti nei boschi. 
La distruzione della sua casa, di quelle vite innocenti è stato l'ultimo avvertimento di Snow. 

Katniss si trova a fare i conti con tutte quest verità dolorose e a dover scegliere: uscire allo scoperto e rischiare per aiutare la causa dei ribelli o nascondersi nel rifugio?
Con Peeta nelle mani di Capital, Katniss decide di assumere l'identità della Ghiandaia Imitatrice per poterlo salvare, perchè se c'è qualcuno che merita di vivere è lui. 
Iniziano piccoli viaggi lontani dalla zona di confine e la visione di Katniss in prima fila nella battaglia risolleva l'umore dei combattenti, unisce i cuori dei distretti. 

La sua passione, la sua grinta, il desiderio di uccidere chi ha seminato tanto dolore è così chiaro e risonante nella sua testa che diventa l'unico motivo per cui ancora respira. 

La vita nel distretto 13 non è molto diversa da quella nel 12: programmi di addestramento da seguire alla lettera, cibo rigorosamente diviso in base alle necessità, un capo che tira le fila delle sue marionette. 

La Coin non ha il fascino del serpente di Snow e risulta crudele, cattiva, meschina. 
Ci troviamo alla fine del libro a simpatizzare con Katniss che non vuole più rispondere agli ordini di altri, che vuole tornare a casa e vivere serena con la sua famiglia. 

E' una guerra e la Collins non ci risparmia la sofferenza, non c'è uomo, donna, bambino che non venga sottratto alla morte.
Non c'è personaggio, amato o odiato che sia, che non ci abbia fatto soffrire con la sua caduta. 

In questo libro, la protagonista assoluta è Katniss ma permettetemi di spendere due parole per Peeta, questo meraviglioso e incredibile ragazzo.
Catturato da Capital City, torturato, devastato psicologicamente e mentalmente, trova comunque la forza e il coraggio di combattere una guerra che non ha mai desiderato. 

Il finale mi fa piangere sempre, nonostante il dolore e la sofferenza, è stato perfetto. 

    Do you love me, real or not real?

Grazie per aver rivissuto questi magici momenti con me, la storia di Panem è una storia che si è fatto largo nel mio cuore e non ne uscirà mai. Ora, a dieci anni dal primo libro, siamo pronti ad affrontare il passato del presidente Snow. Mi raccomando, tutti in libreria!

                                                       Verdetto: Assuefatto!





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