Buongiorno miei cari lettori, siete pronti a una chicca del weekend?
Ho intervistato la mia e vostra autrice preferita, Bianca Marconero, devo ammettere che alcune risposte sono fantastiche!
Pills of books è una rubrica a cadenza casuale in cui vi racconterò curiosità, aneddoti, approfondimenti sui libri e/o i loro autori!
Benvenuta Bianca, sono felice di poterti ospitare di nuovo qui sul mio blog. Sai che sei una delle mie persone preferite?
Detto da una delle mie persone preferite è davvero bello.
Sei reduce da una pubblicazione pazzesca.
Un maledetto lieto fine ha sbancato con i preorder e le recensioni. Eri spaventata prima dell’uscita, ora come stai? Cosa pensi del successo riscosso?
Non avevo raccontato molto di questo libro. Mi ero limitata ad avvertire che si trattava di una storia diversa. Non ho pubblicato estratti e non mi sono sbilanciata sulla trama. Credo che lo abbiano comprato a scatola chiusa. In merito allo stato d'animo, prima dell'uscita ero moderatamente agitata; sapevo di aver introdotto situazioni crude e che avrebbero potuto generare un dibattito. Per certi versi è andata meglio di quanto credessi, per altri peggio. Questa pubblicazione però mi ha ricordato perché scrivo, l'importanza di difendere e rivendicare l'onestà dell'ispirazione. La libertà di opinione va riconosciuta a chi legge e quella di espressione a chi scrive.
Agnese e Brando sono due ragazzi ‘imperfetti’, la loro adolescenza è stata costellata da difficoltà e da decisioni sbagliate. E’ stato difficile scrivere della loro relazione ambigua e complicata?
Molto. Una delle recensioni più belle che abbia ricevuto l'ha scritta una ragazza di nome Cinzia. Iniziava più o meno con le parole: "Non so come abbia fatto Bianca a entrate nella testa di Brando e Agnese senza impazzire". Ha riconosciuto la difficoltà di farlo e gliene sono grata.
Scrivere in prima persona ti porta sull'orlo del disturbo da personalità multipla, e con Brando e Agnese è stato impegnativo. Nelle storie d'amore i personaggi si aiutano a vicenda. Con Brando e Agnese è successo l'esatto contrario. La loro vicinanza ha messo in luce il peggio di loro, difetti che non derivano da una reale cattiveria, ma dall'immaturità. Non sanno amarsi. Devono crescere per imparare a farlo. Per me questo è stato un viaggio senza paragoni.
A furor di popolo, hai già iniziato a scrivere il sequel. Prevedi fuoco e fiamme come nel primo romanzo? O i nostri ragazzi dimostreranno di essere maturati abbastanza da vivere serenamente il loro amore?
All'inizio della stesura (e ti parlo del 2016) era previsto che Brando alla fine morisse, giusto per farti capire quanto il progetto originale fosse cupo. In corso d'opera ho capito che non ce l'avrei fatta ad andare fino in fondo e, fermo restando che questa era una storia di errori e cadute, ho cominciato a pensare a un eventuale secondo round. Credo che Jacopo sia nato esattamente in quel momento. Jacopo era l'elemento irrisolto, era l'indizio che, nonostante quel finale, la storia non era finita.
Il sequel dovrà essere in continuità con il tono del primo libro, ma con personaggi che hanno camminato nel dolore, e non vogliono ricaderci.
In Un maledetto lieto fine, i più attenti avranno notato la breve apparizione di Alice. Tutti (leggi ME, ME, ME) aspettano di conoscere le sette volte che riguardano lei ed Alex, fedeli personaggi secondari della bellissima storia di Emilia e Fosco. Ci sono novità in merito alla pubblicazione? Cosa dobbiamo aspettarci da queste due teste calde?
La duologia che comprende gli inediti "Le nostre prime sette volte" e "L'ultimo bacio" per me sarà sempre la storia di Alessandro. E lo dico senza nulla togliere ad Alice. In questi due libri, vi racconterò un arco temporale di quasi cinque anni e la parabola di un uomo che, per amore di una ragazza, trova il suo posto nel mondo. All'inizio, nelle prime pagine di "Le nostre prime sette volte" avremo a che fare con un giovane imprenditore di successo, spregiudicato, opportunista e concentrato su se stesso. Nelle ultime pagine de "L'ultimo bacio" avrete qualcosa di totalmente diverso. Un personaggio che, considerato il percorso, sono davvero orgogliosa di avere scritto.
So che Emilia e Fosco hanno già avuto il loro lieto fine, ma non posso non chiederti se prima o poi ci sarà qualche altra pagina su di loro. Penso siano due dei personaggi più ricchi di umanità che tu abbia mai creato.
Certo, loro sono presenti in tutti i libri di Alex e Alice. Riguardo alla loro umanità l'ho sentita tanto anche io. Volevo scrivere di un amore generoso e luminoso.
Deacon, un personaggio di Albion, è sarcastico e diretto, ma anche un ottimo amico. Come rimetterebbe in riga (leggi, come insulterebbe) Brando e Alex?
Facciamo che parlando di Brando si rivolge ad Agnese e parlando di Alex ad Alice…
«Agnese, tieni presente che io non sono quello che si definisce un esperto di relazioni, a meno che non si parli di saggi di fine anno, o tesine. Tuttavia ti inviterei a riflettere sul fatto che non è propriamente ortodosso quello che questo tizio ha accettato di fare per te. E anche considerando le attenuanti, in primis che è Italiano e sappiamo bene che a quella latitudine i maschi non sono affidabili, in secundis che il gran casino è originato da una tua idea bislacca, e non da lui, penso che l'assenso stesso sia una forma di colpevolezza. Hai mai sentito parlare di concorso di colpa? Ecco. Nel tuo caso direi che c'è stata anche circonvenzione di incapace, e lo dico senza offesa».
«Alice, tu mi ricordi una mia cara amica, che chiameremo H., afflitta dalla medesima sindrome della crocerossina. Selezionate campioni maschili sentimentalmente sterili e cercate di salvarli. Azzarderei che l'intelligenza, tratto che ti accomuna alla mia amica H., sia un fattore che predispone le ragazze alla comparsa della suddetta sindrome. Il che è quasi un paradosso, perché non c'è niente di logico nel dedicarsi ai casi persi. Forse è un eccesso di fiducia nelle vostre capacità di cambiare gli uomini, ma l'epilogo è lo stesso. Dicono che tentare non nuoce, ma è una verità universalmente riconosciuta che chi tenta di cambiare la testa di un maschio stupido alla fine si farà parecchio male».
Qual è il personaggio di cui hai preferito scrivere finora? E quello che ti ha invece reso le cose difficili?
La sfida più difficile è stata Agnese. Non è un personaggio rassicurante, non è un'eroina. È contorta, piena di lati oscuri. Ed è proprio per questo che ora è la mia preferita. Se nel tuo percorso di narratore ti capita un personaggio così devi soltanto ringraziare, perché costringere te stesso a pensare con una testa diversa dalla tua alla fine amplia la tua conoscenza dell'umanità. Non tutto è edificante, bello, rassicurante.
Sei molto veloce nella stesura dei testi, qual è il tuo segreto? Se dovessi dare un consiglio da scrittrice affermata alle nuove leve, cosa suggeriresti?
A dire il vero ho fatto una stagione molto prolifica tra giugno 2016 e marzo 2017. In meno di un anno ho scritto "L'ultima notte al mondo", "Ed ero contentissimo", "Il principe spezzato", "Un altro giorno ancora", "Un maledetto lieto fine "e "Non è detto che mi manchi".
Nel marzo del 2017 erano già tutti consegnati. Ho ricominciato a scrivere ancora solo nella seconda parte del 2018. E da allora ho concluso "Le nostre prime sette volte", "L'ultimo bacio", “Montreal", e "Il ritorno del Conte" (un romanzo storico). E ora sto lavorando a "Un maledetto per sempre", il sequel di "Un maledetto lieto fine".
In merito ai consigli, più che darne ne accetto volentieri …
Sei stata prima autrice self e ora sei edita da una delle più grandi case editrici presenti sul mercato italiano. La Newton Compton è anche da poco entrata nel gruppo GeMS. Quali sono i pregi e i difetti delle due esperienze con cui ti sei formata?
Guarda per ora il percorso è una somma di passi. Credo che sei anni di pubblicazioni siano ancora un arco temporale troppo modesto per tirare conclusioni. Farei solo un elenco parziale.
Però credo che l'acquisizione del pacchetto di maggioranza da parte di GeMS sia una cosa molto positiva per la Casa Editrice.
Ora, però, divertiamoci. Se avessi la possibilità di fare un crossover tra i tuoi romanzi, chi inseriresti in quale romanzo?
Ecco, qui baro. Ti dico quello che ho già fatto: in "Un'altra notte ancora", il romanzo di Bianca e Vittorio, già incontrati in "Un altro giorno ancora", lavorerò alla redenzione del famigerato Luca Vanvitelli, l'ex fidanzato di Marianna de l'ultima notte al mondo. D'altronde i due "universi" si erano già toccati perché in "Un altro giorno ancora" compariva Marco de "L'ultima notte al mondo".
E se invece ti chiedessi quale personaggio di un tuo libro potrebbe costruire una relazione hate to love con un personaggio di un altro libro, chi faresti finire insieme?
Credo che tutte le mie coppie canon siano un po' hate to love. E mi è difficile mischiarle. Ma se mettessimo Marianna di "L'ultima notte al mondo" con Andrea Serpieri di "Un altro giorno ancora" ci addormenteremmo tutti. Mentre se mettessimo Brando con Elisa Hoffman… ecco, la svolta sarebbe interessante!
Da grande cosa volevi fare? Ti aspettavi che saresti diventata una scrittrice così tanto ammirata?
Il pilota di formula Uno. il che è ridicolo perché non ho mai imparato a guidare. Sull'ammirazione e le critiche(per quanto la prima faccia più piacere delle seconde) l'ideale sarebbe trattare allo stesso modo successo e insuccesso, partendo dall'idea (rubata a Rudyard Kipling) che sono entrambi "impostori". Non dobbiamo riconoscere noi stessi nelle parole degli altri. Siamo persone collocate in un percorso, abbiamo a disposizione un lasso di tempo, ciò che saremo stati (figlie, madri, mogli, amiche, scrittrici) lo potremo stabilire solo alla fine.
Il tuo sogno più grande?
È irrealizzabile. Vorrei avere per sempre quello che ho oggi.
Sei felice in questo momento?
Un compromesso accettabile.
Ho finito per oggi, ti mando un grandissimo bacio virtuale e ti abbraccio più che posso. Grazie mille <3
Grazie a te, di esistere.
Ragazzi, non so voi, ma io sono ancora più gasata dopo queste risposte e non vedo l'ora di leggere altro di questa meravigliosa personcina. L'accenno alla storia di Vittorio e Bianca...
Lascio a voi i commenti.
Bacini, Cris